Lama Zopa: Vedere il Guru come Buddha

lama Zopa: "Le qualificazioni necessarie per insegnare il sentiero del Piccolo Veicolo sono l'aver realizzato i tre addestramenti superiori: moralità, concentrazione e saggezza.

lama Zopa: "Le qualificazioni necessarie per insegnare il sentiero del Piccolo Veicolo sono l'aver realizzato i tre addestramenti superiori: moralità, concentrazione e saggezza.

Il guru che vi conduce alla liberazione ed all’illuminazione è un essere rispetto a cui pensate “Con costui, posso praticare la devozione al guru”. Quindi prendete la decisione di stabilire una relazione guru-discepolo e di ricevere insegnamenti da lui. Una relazione guru-discepolo non dipende dal fatto che voi stessi siate andati da una certa persona a domandargli di diventare il vostro guru; per esempio, migliaia di persone ricevono insegnamenti da Sua Santità il Dalai Lama, e non è che ciascuno di loro vada da Sua Santità a chiedere: “Volete essere il mio guru?”. Tradizionalmente, la prima volta che si ricevono insegnamenti da un guru si può chiedergli il permesso di ricevere gli insegnamenti, casomai ci fosse qualche ragione di rifiuto – ma solo se c’è il tempo. Più che altro, dipende da voi. Prima di ricevere insegnamenti sulla devozione al guru, può darsi che l’idea della relazione gurudiscepolo sembri un po’ scomoda e di difficile approccio; però, dopo aver accettato la relazione ed ascoltato insegnamenti, può darsi che cambiate idea. Se da parte vostra praticherete la devozione al guru, non manterrete più le vostre opinioni precedenti, e il vostro modo di pensare cambierà completamente. Moltissimo dipende dal modo di pensare del discepolo e dalla sua comprensione degli insegnamenti. Continue reading »

Lama Zopa: La gentilezza del Guru

Lama Zopa: "Da molti lama abbiamo sentito l'aneddoto sui discepoli di Nagarjuna, che nella vita precedente erano due piccioni, e che mentre erano posati sul soffitto della sua caverna ascoltavano Nagarjuna che recitava".

Lama Zopa: "Da molti lama abbiamo sentito l'aneddoto sui discepoli di Nagarjuna, che nella vita precedente erano due piccioni, e che mentre erano posati sul soffitto della sua caverna ascoltavano Nagarjuna che recitava".

Quello che vi voglio dire, lo dirò rapidamente, visto che non abbiamo molto tempo. Lama Yeshe ha detto di cercare di generare una grande forte volontà per ottenere la felicità per voi stessi e per gli altri, ma non so in che modo parlarne perché sono pigro ed io stesso non ho volontà di conseguire la felicità per me stesso e per gli altri. Quindi, spero di parlarvi un po’ della gentilezza.

Un modo molto efficace per suscitare la volontà è ricordare la gentilezza degli esseri senzienti profondamente, proprio dal cuore; questo aiuterà la vostra volontà di praticare il Dharma e di adoperarvi per la felicità, specialmente quella degli altri. E’ molto importante ricordare la gentilezza del guru; ricordandosene ripetutamente, i pensieri errati non sorgono più così spesso, anzi smetteranno di sorgere. Più penseremo alla gentilezza e la sentiremo dal profondo del cuore, più svilupperemo la perseveranza ed una forte volontà di sopportare difficoltà, obbedire gli ordini e seguire completamente le indicazioni del guru. Basandoci sulle spiegazioni del lamrim e su quanto viene detto in questi insegnamenti, e sulla nostra stessa esperienza della bontà e gentilezza del guru, siamo più capaci di mantenere la nostra mente calma e chiara, sempre meno simile all’acqua sporca. Allora nasce la devozione. Continue reading »

Lama Zopa: Le benedizioni del Guru

Lama Yesce e lama Zopa

Lama Thbten Yesce e Lama Khabje Thubten Zopa Rinpoche: “Riflettendo sulle qualità del guru gentile, origine di tutte le realizzazioni, e non vedendo in lui alcun errore, possa io completare senza ostacoli questa promessa”.

Ho pensato di citare alcuni versi che possono essere di qualche beneficio per alcuni; sono tratti da un testo che mi è stato trasmesso da Gomchen-la, un meditatore Nyigma che abitava a Solu Khombu, e che, credo, è morto l’anno scorso. Gomchen-la è considerato la reincarnazione dello yogi Tangtong Gyalpo; in ogni modo, somigliava moltissimo ad un ritratto di quello yogi. Gomchen Rimpoche mi ha dato questo testo, che è stato scritto dal suo guru radice che era anche il guru radice di Sua Santità Trulshig Rimpoche. Il testo contiene alcuni versi che mostrano come si dovrebbe pensare per stabilire la comprensione del fatto che l’essenza del guru è Buddha. Con questa comprensione, potrete ricevere ispirazione a diventare il guru; altrimenti il guru rimane come un insegnante, qualcuno a cui ci si rivolge per avere una conoscenza intellettuale, nulla più.

I precedenti lama Kagyu praticavano in questo modo: Qualunque azione sia compiuta dai preziosi, qualificati guru, è buona; qualunque azione sia compiuta, è (di superiore) qualità. Continue reading »

Il Maestro

Sogyal Rinpoce

Sogyal Rinpoce

Tratto da “Il libro tibetano del vivere e del morire” di Sogyal Rinpoce.

Forse la descrizione più commovente e precisa della vera natura del maestro è quella che fece Jamyang Kyentse.
Sebbene la nostra vera natura sia Buddha, diceva, è stata oscurata da un tempo senza inizio dalla nuvola dell’ignoranza e della confusione.
Ma la vera natura, la natura di Buddha, non si è mai arresa completamente alla tirannia dell’ignoranza e fomenta continuamente moti di ribellione contro la sua tirannia.
La natura di Buddha ha un aspetto attivo che è il nostro “maestro interiore”. … Continue reading »

Lama Zopa: La pratica della Devozione al Guru

Lama Zopa Rinpoche

Lama Khabje Thubten Zopa Rinpoche: “Il cuoco di Lama Atisha, che passava tutto il suo tempo a cucinare per Lama Atisha e non aveva mai tempo di meditare, aveva realizzazioni molto maggiori del geshe Kadampa Gombawa, un altro dei discepoli di Atisha, che passava tutto il suo tempo a meditare in una caverna”.

Come ho già detto, scopo della vita è essere di beneficio agli altri, fare sì che il vostro corpo, parola e mente portino agli altri beneficio. Tuttavia, ci sono diversi livelli di beneficio che possiamo offrire.

Innanzi tutto, possiamo donare agli altri la felicità di questa vita; più importante poi è fare sì che abbiano la felicità nelle vite future, e più importante ancora, è condurre gli altri esseri senzienti alla completa liberazione, alla definitiva libertà da tutta la sofferenza, il ciclo di morte e rinascita ed i tre tipi di sofferenza. Questi sono la sofferenza del dolore, la sofferenza del cambiamento, cioè il piacere temporaneo del samsara; e quella sofferenza che è di base alla altre due, la sofferenza pervasiva dei composti, gli aggregati che sono controllati dal karma e dalle afflizioni, ed il seme contaminato dei pensieri disturbanti, che è insieme il contenitore delle sofferenze di questa vita e la base per le sofferenze delle vite future. Il beneficio di condurre gli altri alla completa liberazione è molto più importante dei primi due. Tuttavia, il beneficio più elevato e più importante che si possa offrire agli altri esseri senzienti è il far sì che questi raggiungano la piena illuminazione, l’ottenimento completo di tutte le qualità di cessazione e realizzazione.

Per poter compiere questa opera in favore di tutti gli esseri senzienti in modo perfetto, senza errori, prima dovete raggiungere voi stessi la piena illuminazione. Continue reading »

Ashvagosha: Devozione al Guru

La devozione al guru. Lukhang, Lhasa, Tibet
La devozione al guru. Lukhang, Lhasa, Tibet

I 50 versi di Devozione al Guru, del maestro indiano Ashvagosha

1. Mi inchino nel modo appropriato ai piedi di loto del mio guru che è la causa del raggiungimento dello stato glorioso di Vajrasattva. Sintetizzerò e spiegherò in breve ciò che è stato detto in tanti testi tantrici ineffabili sulla devozione per il guru. Ascoltate perciò con rispetto.

2. Tutti i Buddha del passato, del presente e del futuro che dimorano in ogni luogo nelle dieci direzioni, hanno reso omaggio ai maestri tantrici da cui hanno ricevuto le più alte iniziazioni. (E’ necessario sottolineare che anche voi dovreste?) Continue reading »

La relazione spirituale tra maestro e discepolo

Possiamo analizzare la relazione sia dal lato dello studente che dal lato del maestro tramite sei fattori o dimensioni.

Possiamo analizzare la relazione sia dal lato dello studente che dal lato del maestro tramite sei fattori o dimensioni.

La relazione spirituale tra maestro e discepolo

Schema utile per analizzare la dinamica della relazione con un maestro spirituale.

Alexander Berzin, Maggio 2001.

Considerazioni introduttive

Tutte le tradizioni del Buddismo attribuiscono grande importanza al maestro spirituale. Un maestro spirituale non si limita a

  • fornire informazioni;

  • rispondere a domande;

  • verificare quello che gli studenti hanno imparato;

  • verificare il grado di sviluppo intellettuale o emotivo degli studenti, e il livello raggiunto nella meditazione.

Egli inoltre Continue reading »

Come evitare confusione nella relazione spirituale fra lo studente e il maestro

Noi ricercatori spirituali dobbiamo tenere presente le nostre caratteristiche e quelle del maestro. È quindi importante procedere con attenzione e lentamente.

Noi ricercatori spirituali dobbiamo tenere presente le nostre caratteristiche e quelle del maestro. È quindi importante procedere con attenzione e lentamente.

Come evitare confusione nella relazione spirituale fra lo studente e il maestro

Alexander Berzin Maggio 2001, revisionato Maggio 2002, con brani tratti da: Berzin, Alexander. Il rapporto con il maestro spirituale. Come costruire una relazione sana. Astrolabio Ubaldini 2001.

[Come introduzione, vedi: Schema utile per analizzare la dinamica della relazione con un maestro spirituale.]

Dati di fatto empirici sulla relazione spirituale fra lo studente e il maestro Continue reading »

Lama Zopa Rinpoche: Praticanti saggi

Lama Yesce e Lama Zopa

Lama Thubten Yesce e Lama Khabje Thubten Zopa Rinpoche: “Quando perveniamo spontaneamente e costantemente a vedere il maestro come un Buddha, allora abbiamo sviluppato la realizzazione di devozione al guru”.

Lama Zopa Rinpoche: I praticanti saggi.

I praticanti saggi, quelli che sanno come praticare il Dharma con perizia, prestano la loro attenzione giorno e notte al fatto di votarsi correttamente all’amico virtuoso. Sua Santità Serkong Dorje Chang, che viveva a Swayambhunath in Nepal, una volta disse ai suoi monaci: “Se compite in modo corretto la pratica di devozione all’amico virtuoso, tutto andrà bene, anche se non studiate. Potete rilassarvi e divertirvi, solo mangiare e dormire. Potete godervi la vita.”

Rinpoche ha espresso proprio il cuore della pratica di Dharma. Se pratichiamo bene la devozione al guru, possiamo goderci la vita nel modo migliore, perché la nostra pratica contribuisce ad avere successo ed eliminare tutti gli ostacoli. Continue reading »

Le qualità del Maestro

bh-tankaLe qualità del Maestro e dell’allievo: approfondimenti tratti dal LamRim. Secondo il testo Ornamento dei Sutra Mahayana (Mahayana-Sutralamkara) queste sono le dieci qualità di un maestro Mahayana:

1 La sua mente è controllata dalla pura condotta etica.

2 La sua mente è pacificata e non distratta dalla pratica della concentrazione.

3 La sua mente è completamente pacificata dalla pratica della saggezza. Continue reading »

A. Berzin: Affrontare i comportamenti violenti di maestri spirituali

Dr. Alexander Berzin: Affrontare i comportamenti violenti di maestri spirituali

I comportamenti non etici, violenti, di maestri spirituali, compresi i cosiddetti “maestri tantrici”, non possono essere mai giustificati, condonati o tollerati. Con compassione e interesse per gli effetti disastrosi su tutte le persone coinvolte, i comportamenti violenti devono essere affrontati direttamente e devono terminare per il continuo benessere della comunità spirituale.

Comprendere i maltrattamenti in un contesto buddhista

Alcune persone credono falsamente che il Buddhismo insegni il nichilismo, immaginando che la vacuità significhi che nulla esiste, e per via di questo, non c’è causa ed effetto.

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I preliminari

Vajrasattva come Manifestazione di tutti gli esseri illuminati

Le pratiche preliminari tipiche del Vajrayana costituiscono i “preliminari straordinari” Thun-mon ma-yin-pa’i snon-‘gro bzi, che consistono in 100.000, o, meglio, 111.111:

prostrazioni e prese di Rifugio;
• recitazioni del mantra di Vajrasattva;

offerte del mandala;
• recitazioni del guru-yoga;

da compiersi ovviamente in successive sedute di meditazione.
Nell’Ordine Ghelupa a un praticante possono essere assegnati fino a 9 tipi di “preliminari straordinari”, ossia 9 serie di “centomila”: rifugio, prostrazioni davanti al simbolo dei Tre Gioielli (che costituiscono un ‘preliminare’ a sé stante), offerte d’acqua, offerte del mandala semplice, fabbricazione e offerte di tsa-tsa, mantra lungo di Vajrasattva, mantra dei voti di purificazione (mantra di Vajradakiniu e mantra di Samayavajra), offerta del fuoco, guru-yoga.

I “Preliminari ordinari” sono invece le “4 meditazioni che rivolgono la mente al Dharma”: il prezioso corpo umano, l’impermanenza, la legge del karma, la struttura sofferente del samsara. Continue reading »