Lama Thubten Yesce: Perché meditare è utile?

Lama Yeshe: La mente incontrollata è per natura malata; l’insoddisfazione è una forma di malattia mentale. Qual è il giusto antidoto?

Lama Thubten Yesce: Perché meditare è utile?

Fin dall’inizio dell’evoluzione umana su questo pianeta, le persone hanno cercato di fare del loro meglio per essere felici e godersi la vita. Nel corso del tempo, hanno sviluppato un numero incredibile di metodi diversi nel perseguimento di questi scopi. Fra questi metodi troviamo diversi interessi, diversi lavori, diverse tecnologie e religioni. Dalla produzione del piccolo pezzo di dolce alla più sofisticata navetta, la spaziale sottostante è trovare la felicità. Le persone non fanno queste cose per niente. In ogni modo, tutti noi abbiamo familiarità con il corso della storia umana; dietro a tutto questo c’è il costante perseguimento della felicità.

Tuttavia, e la filosofia buddhista è estremamente chiara su questo, non importa quanto progresso raggiungiate nello sviluppo materiale, non troverete mai soddisfazione e felicità durevoli; è impossibile. Il Buddha lo affermò categoricamente. È impossibile trovare la felicità e la soddisfazione soltanto attraverso i mezzi materiali.

Quando il Buddha affermò questo, non stava solo proponendo una qualche teoria da intellettuale scettico. Lo aveva imparato dalla sua esperienza personale. Aveva provato di tutto: “Forse questo mi farà felice; forse quello mi renderà felice; forse ancora quell’altra cosa mi farà felice.” Provò di tutto, arrivò a una conclusione e poi delineò la sua filosofia. Nessuno dei suoi insegnamenti è una teoria arida e intellettuale. Continue reading »

Sua Santità Dudjom Rinpoche: Istruzioni sulla meditazione

Dopo una seduta formale di meditazione mantieni, ovunque ed in ogni attività quotidiana, questa consapevolezza spaziosa e luminosa. Gradualmente essa sarà rafforzata e la fiducia interiore crescerà.

Sua Santità Dudjom Rinpoche: Istruzioni sulla meditazione

Poiché ogni cosa si origina nella mente ed essendo questa la causa radice di tutte le esperienze sia “buone” che “cattive”, è prioritario lavorare con la propria mente, non lasciando che si disperda o che smarrisca sé stessa nel suo vagare. Tagliare il superfluo accumulo di complessità e artificiosità che invita alla confusione mentale. Stroncare il problema sul nascere, così per dire. Permetti a te stesso di rilassarti e sentire un pò di spaziosità, lasciando che la mente si sistemi naturalmente. Il tuo corpo dovrebbe essere tranquillo, la parola silente ed il respiro lasciato fluire liberamente. Quindi, c’è un senso di lasciar andare, di distensione, di lasciar essere.

A cosa è simile questo stato di rilassamento? Dovreste sentirvi come dopo una dura giornata di lavoro, in cui siete esausti e pacificamente appagati, con la mente soddisfatta a riposo. È come qualcosa che si sistema nella zona della pancia e, sentendola riposare a quel livello, si comincia a sperimentare leggerezza. È come se ti sciogliessi. Continue reading »

Una breve meditazione su Vajrasattva

Vajrasattva

Lama Zopa Rinpoche: Una breve meditazione su Vajrasattva

Il potere della dipendenza (a): rifugio

“Prendo rifugio per sempre nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha,

Mi rifugio in tutti e tre i veicoli,

Nelle Daka e nelle Dakini del mantra yoga segreto,

Negli eroi e nelle eroine, gli dei e le dee

E nei Bodhisattva dei dieci bhumi.

Ma soprattutto, mi rifugio per sempre nel mio santo guru. “(3x)

Il potere dell’impegno

Per prima cosa ricorda la definizione di karma negativo: qualsiasi azione che si traduca in sofferenza, di solito un’azione motivata da ignoranza, attaccamento od avversione.

“Quasi ogni azione che faccio, ventiquattro ore al giorno, è motivata dalla preoccupazione mondana, dall’attaccamento al conforto di questa vita. Continue reading »

Ghesce Tenzin Tenphel: Come meditare

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: La pazienza è considerata il migliore addestramento. Senza questo addestramento tutti gli altri sono molto difficili.

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel: La pazienza è considerata il migliore addestramento. Senza questo addestramento tutti gli altri sono molto difficili.

Insegnamenti “Come Meditare” del 28-29.04.12 del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio. Appunti ed editing dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano di Sebastiano Sforza. Continue reading »

Allarghiamo la Nostra Percezione

under-the-bodhi-treeAllarghiamo la Nostra Percezione

Assumiamo una corretta posizione di meditazione: la colonna vertebrale eretta, il capo leggermente reclinato, una posizione che ci permette di dare uno sguardo più attento, più curioso dentro di noi, sentendoci a nostro agio, sciogliendo tute le contrazioni, le tensioni, i punti dolenti, che racchiudono come gusci di noci, come corazze, i nostri problemi.

Ebbene, ora rompiamo questi gusci di noce, e lasciamo andare i problemi che ci assillano, trovando ed assestandoci nella corretta posizione mostrata dal Buddha.

Osserviamo i pensieri che scorrono nella nostra mente. Continue reading »

Sogyal Rinpoche: Il maestro e la meditazione.

Sogyal Rinpoche: Il sentiero spirituale. Trovare la via. Come seguire il sentiero. Il maestro. L’alchimia della devozione. Un flusso di benedizioni. Il Guru Yoga: fondersi con la mente di saggezza del maestro. Invocazione. Maturazione e approfondimento della benedizione. Trasmissione di potere. Dimora nel Rigpa. La visione. La meditazione. L’azione. Il corpo d’arcobaleno.

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1 – I principali aspetti della meditazione

Se conosciamo tutti questi elementi per sviluppare la compassione e meditare su di essa, allora possiamo essere fiduciosi che stiamo facendo questa meditazione nel modo giust

Se conosciamo tutti questi elementi per sviluppare la compassione e meditare su di essa, allora possiamo essere fiduciosi che stiamo facendo questa meditazione nel modo giusto

1 – I principali aspetti della meditazione

Alexander Berzin. Kiev, Ucraina, settembre 2011. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti

Prima sessione: caratteristiche principali della meditazione

La meditazione è qualcosa che si trova in molte tradizioni, non solamente nel Buddhismo. Ma mentre molti aspetti della meditazione sono comuni a tutte le tradizioni indiane, qui limiteremo la nostra discussione alla maniera in cui la meditazione viene presentata nel Buddhismo.

Cos’è la meditazione?

La parola meditazione (sgom, sct. bhavana) significa “abituare noi stessi.” La parola tibetana ha la connotazione dello sviluppare un’abitudine benefica. Continue reading »

2 – I principali aspetti della meditazione

Il tipo di rinascita che abbiamo dipende dal karma, dalle varie abitudini che abbiamo sviluppato per via del nostro comportamento impulsivo, per cui in vite future avremo un corpo che funzionerà come una base appropriata per mettere in atto queste abitudini.

Il tipo di rinascita che abbiamo dipende dal karma, dalle varie abitudini che abbiamo sviluppato per via del nostro comportamento impulsivo, per cui in vite future avremo un corpo che funzionerà come una base appropriata per mettere in atto queste abitudini.

2 – I principali aspetti della meditazione

Alexander Berzin, Kiev, Ucraina, settembre 2011. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti

Seconda sessione: preliminari per la meditazione

Un ambiente favorevole alla meditazione

Per poter effettivamente praticare la meditazione, abbiamo bisogno di circostanze favorevoli. Ci sono molte liste di fattori che sono favorevoli alla meditazione, ma questi vengono generalmente presentati o discussi nel contesto di un ritiro di meditazione, mentre invece la maggior parte di noi medita a casa.

Anche a casa, ciò che sarà di maggiore utilità è il non avere distrazioni. L’ambiente deve essere il più silenzioso possibile. Continue reading »

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: Shine e Laktong

Ven Ghesce Tenzin Tenphel: Osserviamo quanto sia importante il nostro controllo interiore. Ognuno di noi ha delle carenze, anche fisiche o mentali. Ma possiamo migliorare le nostre imperfezioni solo se le rileviamo, se ce ne rendiamo conto.

Ven Ghesce Tenzin Tenphel: Osserviamo quanto sia importante il nostro controllo interiore. Ognuno di noi ha delle carenze, anche fisiche o mentali. Ma possiamo migliorare le nostre imperfezioni solo se le rileviamo, se ce ne rendiamo conto.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: L’unione del calmo dimorare e della visione speciale, Shine e Laktong.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel il 05-06.05.12 all’Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia PI. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione a cura dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Traduzione dal tibetano in italiano di Anna Maria De Pretis. Ci scusiamo per ogni possibile errore ed omissione.

Il Ven. Lama tibetano Ghesce Tenzin Tenphel sabato 05.05.12

Importante è la motivazione, come la sua applicazione nella vita pratica, altrimenti non ha senso. Nei testi si parla di pilotare la nostra mente e, solo grazie ad una mente domata, potremo spegnere questa indomita sofferenza. Continue reading »

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: il Tong Len, prendere e dare.

Ghesce Tenzin Tenphel: Evitiamo di dare la colpa agli altri. Ma gli altri hanno un ruolo molto marginale nel causare i nostri eventi interni, ma non posso consegnare le chiavi del mio malessere o felicita agli altri.

Ghesce Tenzin Tenphel: Evitiamo di dare la colpa agli altri. Ma gli altri hanno un ruolo molto marginale nel causare i nostri eventi interni, ma non posso consegnare le chiavi del mio malessere o felicita agli altri.

Insegnamenti del Venerabile Lama Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Cenresig di Bologna, dall’11 al 12 maggio 2013, sul tema Come Praticare il Prendere ed il Dare con il Respiro: . Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, del Centro Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Traduzione dal tibetano in italiano di Fabrizio Pallotti, che si ringrazia.

Il prendere e dare, in tibetano tong len, era in origine una tecnica segreta resa poi nota da uno dei principali Lama Kadampa il quale, dopo aver ricevuto la trasmissione di queste istruzioni provò la meditazione per alleviare le sofferenze dei lebbrosi. I risultati benefici della meditazione nei confronti degli ammalati, spinsero il lama a diffondere l’insegnamento rendendolo di pubblico dominio. Il tong len è una tecnica di meditazione molto importante per lo sviluppo della mente altruistica e per la generazione di bodhicitta. Con questa tecnica che parte dalla generazione di equanimità nei confronti di tutti gli esseri, amici, nemici e neutrali, il meditatore si appropria delle loro sofferenze sia fisiche che mentali in modo da distruggere la mente egoistica Continue reading »

Ghesce Ciampa Ghiatso: Sei cause ed un effetto.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: Quindi, riconoscendo la grande gentilezza degli esseri, sorgerà un senso di gratitudine nei loro confronti e il desiderio di ricambiarla. Il desiderio di donare loro la felicità è lo sviluppo della mente amorevole. Dobbiamo meditare in questo modo sull’amore.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: Quindi, riconoscendo la grande gentilezza degli esseri, sorgerà un senso di gratitudine nei loro confronti e il desiderio di ricambiarla. Il desiderio di donare loro la felicità è lo sviluppo della mente amorevole. Dobbiamo meditare in questo modo sull’amore.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso

Il metodo mahayana per lo sviluppo della mente dell’illuminazione utilizzando il metodo delle sei cause ed un effetto..

Nel testo La preziosa ghirlanda di consigli per il re, Acharya Nagarjuna afferma che la radice per l’ottenimento dell’illuminazione è la generazione della grande compassione e della mente dell’illuminazione (bodhicitta); inoltre, occorre avere la comprensione della non dualità.

Tutte le qualità degli uditori, dei realizzatori solitari, dei bodhisattva e dei Buddha, provengono dalla grande compassione, dunque è importante che anche noi generiamo la forte motivazione di volerla ottenere.

La grande compassione ha come oggetto d’osservazione tutti gli esseri senzienti, nessuno escluso. Ma cosa si intende con questo termine? Per compassione intendiamo il desiderio che tutti gli esseri siano liberi dalla sofferenza e da ciò che la causa, le oscurazioni e le impronte. Continue reading »

Kamalashila: Gli stadi intermedi della meditazione

Kamalashila

Kamalashila

Gli stadi intermedi della meditazione.

In lingua indiana Bhavanakrama, e in lingua tibetana “Gompai Rimpa”.

Composta dal Maestro spirituale Acharya Kamalashila.

Omaggio al giovane Manjushri. Vorrei spiegare in breve gli stadi di meditazione per coloro che seguono il sistema dei sutra Mahayana. L’intelligente che intende attualizzare l’onniscienza in modo estremamente veloce dovrebbe fare uno sforzo deliberato per realizzare le sue cause e condizioni.

Non è possibile per l’onniscienza essere prodotta senza cause, perché se così fosse, tutto potrebbe essere sempre onnisciente. Se le cose fossero prodotte senza fare riferimento a qualcosa d’altro, potrebbero esistere senza vincolo, non ci sarebbe alcun motivo per cui tutto non possa essere onnisciente. Pertanto, poiché tutte le cose funzionali insorgono solo occasionalmente, esse dipendono strettamente dalle loro cause. Anche l’onniscienza è estremamente rara, perché non si verifica in ogni momento ed in ogni luogo, e non è che tutto può diventare onnisciente. Quindi, dipende certamente da cause e condizioni. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Come meditare

Sua Santità ilDalai Lama in meditazione.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Come meditare

La meditazione è uno strumento che può aiutarci a calmare le nostre menti, alleviare lo stress e sviluppare buone qualità. La maggior parte dei principianti è entusiasta di cominciare immediatamente, senza imparare molto sugli insegnamenti buddhisti. È una buona idea, tuttavia, progredire per fasi. La nostra meditazione diventerà gradualmente più profonda via via che impariamo di più su cosa abbia insegnato il Buddha. Continue reading »

La pratica in sette rami

Il Buddha della Medicina
Il Buddha della Medicina

Spiegazione semplice della pratica preliminare in sette rami

Alexander Berzin, Città del Messico, Messico, 21 Settembre 2001. Traduzione in italiano a cura di Benedetta Lanza

Calmarsi concentrandosi sul respiro La prima cosa che dobbiamo fare prima di iniziare qualsiasi pratica meditativa o di assistere ad un insegnamento è calmarci. Lo facciamo concentrandoci sul respiro. Respiriamo normalmente dal naso, non troppo velocemente, non troppo lentamente, in modo non troppo profondo né superficiale e contiamo i cicli del respiro. Ci sono vari modi di contare. Il modo abituale consiste in un ciclo che inizia con un’espirazione quindi, senza una pausa, un’inspirazione e si inizia a contare dopo l’inspirazione ma senza trattenere il fiato. Comunque la maggior parte delle persone trova più facile iniziare il ciclo inspirando, espirando in modo naturale e poi facendo una breve pausa dopo l’espirazione, e contare durante la pausa. Continue reading »

Sua Santità Sakya Trizin: Meditare in città

Sua Santità Sakya Trinzin riceve una delegazione del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, da sinistra in alto: Donatella ed Alice Tommasini,Luciano Villa, Anna Maria Driol, Alessandro Tenzin Villa, Graziella Romania, Luca Gianoli e Gabriele Erba.

Sua Santità Sakya Trinzin riceve una delegazione del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, da sinistra in alto: Donatella ed Alice Tommasini,Luciano Villa, Anna Maria Driol, Alessandro Tenzin Villa, Graziella Romania, Luca Gianoli e Gabriele Erba.

MEDITARE IN CITTA’

Perché e in che modo crearsi uno spazio ed un tempo per la meditazione in città? Preziosi consigli per la pratica quotidiana da uno dei massimi rappresentanti del Buddhismo tibetano: Sakya Trizin. Continue reading »

Sakyong Mipham Rinpoche: Le Nove Tappe del Training Mentale

Sakyong Mipham Rinpoche greets His Holiness the Dalai Lama at Shambhala Mountain Center in 2006

Sakyong Mipham Rinpoche greets His Holiness the Dalai Lama at Shambhala Mountain Center in 2006

Le Nove Tappe del Training Mentale di Sakyong Mipham Rinpoche

Le nove tappe progressive dello sviluppo mentale (Secondo la Pratica di Meditazione Shamatha)

Descrizione: La parola tibetana (shinè) per indicare la meditazione Shamatha significa calma. La pratica della meditazione Shamatha sviluppa la capacità di focalizzare la mente in perfetta e univoca concentrazione ed è un prerequisito per lo sviluppo di vipashyana o insight (meditazione analitica). La meditazione Shamatha dovrebbe idealmente essere praticata in un luogo isolato, sedendosi in una postura meditativa detta di Buddha Vairocana. Di solito, l’oggetto della concentrazione è l’immagine del Buddha o di una divinità. Continue reading »

Affrontare le esperienze difficili che sorgono in meditazione e in ritiro

meditziAffrontare le esperienze difficili che sorgono in meditazione e in ritiro

Alexander Berzin, Luglio 2002. Traduzione in italiano a cura di Benedetta Lanza.

Introduzione

Il Buddha ha insegnato nei termini delle quattro nobili verità: problemi, loro cause, lo stato della loro completa eliminazione, i sentieri della mente che conducono a questa eliminazione. Pertanto, per affrontare esperienze difficili che si presentano durante la meditazione ed in ritiro e per eliminarle, dobbiamo conoscere le cause dei problemi. Continue reading »

L’offerta del mandala

Qualunque sia il modo in cui eseguiamo l´offerta, è importante fermarsi un attimo per chiarire la nostra mente, e cercare d’immaginarsi in una terra pura campo di Buddha. Poi, in quello stato, fate l´offerta del mandala.

Qualunque sia il modo in cui eseguiamo l´offerta, è importante fermarsi un attimo per chiarire la nostra mente, e cercare d’immaginarsi in una terra pura campo di Buddha. Poi, in quello stato, fate l´offerta del mandala.

Una breve spiegazione dell’offerta del mandala nella richiesta per un insegnamento

Alexander Berzin, Morelia, Mexico, Aprile 2004 [Trascrizione leggermente redatta]. Traduzione italiana a cura di Julian Piras.

Prima di ricevere un insegnamento, è importante richiederlo con un´offerta del mandala. E facendo quest´offerta, è importante capire il significato del verso che recitiamo.

Dirigendo e offrendo ai campi di Buddha
Questa base profumata con acque fragranti, cosparsa di fiori,
E sormontata dal Monte Meru, da quattro isole, dal sole e dalla luna,
Possano tutti i migratori essere condotti alle terre pure.
Om idam guru ratna mandala-kam nir-yatayami.
Vi offro questo mandala, preziosi guru. Continue reading »

Lama Yesce: Sul sentiero della meditazione

Il nucleo essenziale degli insegnamenti di Lama Tzong Khapache sono questi tre punti, su cui si basa la meditazione del Sentiero Graduale (Lam Rim): rinuncia alla sofferenza, sviluppare un buon cuore, avere una corretta visione della realtà dei fenomeni.

Il nucleo essenziale degli insegnamenti di Lama Tzong Khapache sono questi tre punti, su cui si basa la meditazione del Sentiero Graduale (Lam Rim): rinuncia alla sofferenza, sviluppare un buon cuore, avere una corretta visione della realtà dei fenomeni.

Lama Thupten Yesce: Sul sentiero della meditazione

Sicuramente abbiamo ricevuto molte informazioni in questa vita, abbiamo ascoltato e letto parecchie cose, però nulla ha fatto veramente presa su di noi. La confusione che c’è dentro di noi, non ci ha permesso di raccogliere alcunché e ben poco siamo riusciti a utilizzare per lo sviluppo della nostra saggezza. Perciò abbiamo bisogno di qualcosa di chiaro, semplice e concreto, che possa condurci e dirigerci sulla via giusta, cioè verso un comportamento che ci porti a eliminare  la confusione in noi. Molto spesso pensiamo “io so benissimo quello che voglio” ma in realtà non ci rendiamo conto che  siamo confusi e non sappiamo cosa vogliamo in realtà. La sorgente della confusione e’ la nostra mente. La  mente, il nostro pensiero e’ la causa di ogni nostro problema in società ed in famiglia ed anche per la singola persona; tutto e’ causato dalla mente – anche l’inquinamento, la guerra,  le invenzioni che utilizziamo nella quotidianità, le nostre scelte esistenziali,   i libri che leggiamo,  tutto e’ mente. Quando si   riesce a riconoscere la diversa natura dei  vari tipi di pensieri ed i diversi  atteggiamenti mentali, non si ha più bisogno di qualcuno che ci insegni qualcosa.  Alcuni miei studenti negli  Stati  Uniti hanno tenuto un corso di meditazione in una prigione. I detenuti erano molto soddisfatti, hanno manifestato il desiderio di meditare ed ora vogliono costruire un centro di meditazione  all’interno della prigione. Continue reading »

Shamatha e Vipashyana

monaciPresentazione generale di Shamatha e Vipashyana

Alexander Berzin, Maggio, 2001. Traduzione italiana a cura di Francesca Paoletti.

La stabilità mentale nel contesto di bodhicitta

La bodhicitta è una consapevolezza principale (gtso-sems) che è focalizzata sulla nostra futura illuminazione ed è accompagnata da due intenzioni (‘dun-pa):

1. ottenere tale illuminazione, Continue reading »

La visione RIMÉ di Lama Yeshe

Lama Yesce: "Una sola persona che segue sinceramente il sentiero della pace interiore è più preziosa di una massa di esseri confusi...".

Lama Yesce: "Una sola persona che segue sinceramente il sentiero della pace interiore è più preziosa di una massa di esseri confusi...".

La visione RIMÉ di Lama Yeshe

Possiamo trovare della saggezza in ogni paese,
in ogni cultura, in ogni religione, in ogni filosofia.
Dobbiamo fare uso di questa saggezza
per creare un’educazione universale,
al di là di tutti i dogmi“.
Lama Yeshe
Permettetemi di citare alcuni brani di insegnamenti del grande maestro tibetano Lama Yeshe (1935-1984). Sono tratti da Il Suono del Silenzio (Chiara Luce Edizioni, Pomaia 1991, richiedibile al ns. centro: e-mail sangye7@gmail.com), una trascrizione di discorsi rivolti a discepoli occidentali e incentrati sul rapporto tra buddhismo e cristianesimo.

Lama Thupten Yeshe

Sono nato nel Tibet, che era una specie di Sciangri-la, poi sono venuto in contatto con il mondo occidentale e ho avuto la fortuna di conoscere la storia di quel santo guru, Gesù. Il suo esempio mi ha aiutato a progredire nel mio sentiero. (p. 79). Continue reading »

Lama Tsongkhapa: Il calmo dimorare

Lama Tsongkhapa: Per mantenersi stabile sull’oggetto, la mente ha bisogno di due qualità: ma due fattori impediscono lo sviluppo di queste due qualità.

Lama Tsongkhapa: Il calmo dimorare

Il calmo dimorare consiste principalmente in una meditazione stabilizzante, in cui la mente viene tenuta su un singolo oggetto, diversa perciò dalla meditazione analitica, in cui argomenti come l’impermanenza o la vacuità vengono analizzati per mezzo del ragionamento. Dato che una mente dispersa nei suoi vari oggetti esterni è poco efficace, lo scopo di sviluppare il calmo dimorare è proprio quello di rendere la mente più efficace. Se non possedete quel tipo di concentrazione in cui la mente si trova in una condizione stabile, chiara e non vacillante, la saggezza non può conoscere il suo oggetto così com’è, nei suoi aspetti più sottili; perciò, è necessario avere una mente molto focalizzata. Inoltre, pur possedendo la capacità di concentrazione, questa non può far nulla contro quella concezione errata che vede gli oggetti esistere in sé e per sé. Da qui la necessità di unire la concentrazione con la saggezza che realizza la vacuità di esistenza intrinseca.

In generale, nel Veicolo del Mantra e in particolare nel Tantra Yoga, vengono descritte molte tecniche per facilitare l’ottenimento del calmo dimorare; considereremo prima le tecniche condivise da tutti i sistemi. La postura del corpo è importante. Sedete a gambe incrociate, la spina dorsale dritta come una freccia. Le spalle si trovano allo stesso livello e le mani nella posizione dell’equilibrio meditativo, quattro dita sotto l’ombelico, la mano destra distesa sulla mano sinistra e i pollici che si toccano, a formare un triangolo. Il collo, leggermente piegato verso il basso, come quello di un pavone, permetterà alla bocca e ai denti di stare in una posizione naturale, la punta della lingua tocca il palato, dietro i denti centrali. Gli occhi guardano leggermente verso il basso; non vi è necessità che siano rivolti verso la punta del naso; possono anche essere rivolti verso il pavimento davanti a voi, se vi viene più naturale. Non tenete gli occhi troppo aperti né costringeteli a stare chiusi; solo un po’ aperti. Anche se sono aperti, quando la vostra coscienza mentale sarà stabile sul suo oggetto, ciò che appare alla vostra coscienza visiva, non sarà di disturbo dato che non lo noterete. Va bene anche chiuderli ogni tanto, se vi viene naturale. Continue reading »

Sakya Paṇḍita: Istruzioni per il momento della morte

Sakya Paṇḍita Kunga Gyaltsen: Si deve abbandonare ogni attaccamento.

Sakya Paṇḍita Kunga Gyaltsen: Meravigliose istruzioni orali riguardanti il momento della morte

Si renda omaggio a Manjusri, lama e protettore.

Primo, si prende rifugio nei tre gioielli.
Poi si deve coltivare il bodhicitta.
E meditare Amitabha, colui il quale mi sta dinanzi.
A lui si rende omaggio e si facciano offerte.
PRELUDIO

Si deve avere la certezza che le opere negative sono state purificate,
Si deve abbandonare ogni attacco.
E con una mente che non teme la morte
Si metterà in pratica Amitabha Samadhi.
PRATICA PRINCIPALE

Poi dissolvi Amitabha nel tuo corpo e
Visualizza te stesso come la sua essenza.
La virtù dedicala a tutti gli esseri senzienti.
Più volte bisogna esercitarsi in tutto questo.
LA CONCLUSIONE

Non sorgeranno allora malattie e spiriti cattivi e
Quando sarà il tempo della morte non vi saranno sofferenze.
Nel bardo, Shakyamuni si prenderà cura di te
E nella vita futura otterrai la liberazione.
BENEFICO.

Meravigliose istruzioni orali riguardanti il momento della morte redatte in poche parole dal glorioso Sakya Pandita, secondo quanto insegnato dal venerabile Sakya lama e dai suoi figli.

(Tratto dal sito https://www.lotsawahouse.org/it/tibetan-masters/sakya-pandita/wondrous-instruction-moment-of-death che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.)

Gyalsé Tokmé Zangpo: Come trasformare la malattia e altre circostanze

Gyalsé Tokmé Zangpo: Qualunque cosa accada, coltiviamo sempre la gioia!

Gyalsé Tokmé Zangpo: Come trasformare la malattia e altre circostanze

Namo guru!

Questo mucchio illusorio di un corpo che, come gli altri, io posseggo:
Se si ammala, così sia! In malattia mi rallegrerò!
Perché esaurirà il mio karma negativo dal passato.
E, dopo tutto, molte forme di pratica del Dharma,
sono per la purificazione delle due oscurazioni.

Se sono sano, così sia! In libertà dalla malattia mi rallegrerò!
Quando il corpo e la mente stanno bene e a proprio agio,
la pratica virtuosa può svilupparsi e guadagnare forza.
E, dopo tutto, il modo di dare significato a questa vita umana
è quello di dedicare alla virtù il corpo, la parola e la mente.

Se mi trovo di fronte alla povertà, così sia! Continue reading »

Penor Rinpoche: Visione, compassione, meditazione e Dzogchen.

Sua Santità Penor Rinpoche: Benché sia di fondamentale importanza perseguire il proprio beneficio spirituale e la propria illuminazione, bisogna capire che questo stato risvegliato lo si può ottenere soltanto avendo a cuore la felicità di tutti gli altri esseri senzienti.

Penor Rinpoche: Visione, compassione, meditazione e Dzogchen.

La mente è un “qualcosa” che possiamo vedere, individuare in quanto tale? Se pensiamo che ciò che è chiamato mente sia un “qualcosa” che ha la sofferenza, il dolore, i problemi e così via, allora finiremo per percepire la mente come un oggetto esistente in sé, come ad esempio una sostanza sferica o qualcosa del genere. Quando invece indaghiamo sulla mente in quanto tale, ci rendiamo conto che è impossibile percepire “una mente”. Però, allo stesso tempo, la mente non muore – non ha una fine. Da un numero di vite senza inizio fino ad oggi, la mente del samsara non ha fatto altro che prendere rinascita senza interruzioni. La mente che si esprime attraverso i concetti di un soggetto (interno) e di un oggetto (esterno) è ciò che incatena gli esseri all’esistenza condizionata. È ciò che proietta il “mondo esterno”, il proprio corpo e così via. Ma per quanto si possa indagare a fondo, non si riuscirà mai a trovare/identificare “una mente”. Tutti gli esseri illuminati del passato hanno spiegato che la mente non può essere trovata cercando nel passato, nel presente o nel futuro. Se fosse esistente in sé e per sé allora potremmo percepirla, come si può percepire un oggetto qualsiasi! Allora perché crediamo che sia possibile percepirla come un oggetto? Tutti i cosiddetti “oggetti” sono in realtà creati dalla mente: tutte le esperienza di felicità e sofferenza del samsara e del nirvana sono puramente e semplicemente create dalla mente. Dunque se riflettiamo sulla natura ultima della mente, scopriremo senza alcun dubbio che questa è vacuità. Qualcuno potrebbe pensare: “La mia mente è molto dinamica e multicolore; forse è questa la sua vera natura!”. O qualcun altro potrebbe dire: “La mia mente ha la natura di una luce chiara!”. Ma non sono questi i modi in cui la mente esiste. Se non acquistiamo una padronanza sulla mente e la lasciamo semplicemente in balia di se stessa, questa inizia a creare ogni sorta di pensieri e attività maldestri e controproducenti. Continue reading »

A. Berzin, M. Lindén: Cos’è la meditazione?

Nessuno è perfetto, e tutti noi possiamo trovare qualche cattiva abitudine che vorremmo eliminare. Fortunatamente, queste abitudini non sono scolpite nella pietra, ma possono essere cambiate.

Dr. Alexander Berzin, Matt Lindén: Cos’è la meditazione?

La meditazione è un metodo per sviluppare stati mentali benefici. Facciamo questo generando ripetutamente certi stati mentali finché non diventino un’abitudine. Fisicamente, è stato dimostrato che in effetti la meditazione crei nuovi percorsi neurali.

I benefici della meditazione

Ci sono molti differenti stati mentali benefici che possiamo sviluppare attraverso la meditazione:

  • Essere più rilassati, e meno stressati;

  • Essere più concentrati, e meno disorientati;

  • Essere più calmi, liberi da preoccupazioni costanti;

  • Avere una comprensione migliore di noi stessi e delle nostre vite, e degli altri;

  • Avere maggiori emozioni positive, come amore e compassione.

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Ghesce Ghedun Sanpo: Shiné

Sua Santità il Dalai Lama in meditazione

Ghesce Ghedun Sanpo: Shiné

Shiné sarebbe una capacità mentale che riesce a concentrarsi su una cosa, su qualcosa, e questa capacità di concentrarsi può essere utilizzata per vari scopi, per vari motivi e, in particolare, i praticanti utilizzano questa capacità di concentrazione per la propria realizzazione interiore.

E quindi Shiné è una capacità, una qualità indispensabile. La prima cosa che dovremmo ricordare è la nostra motivazione all’inizio di qualunque attività: se all’inizio di qualunque attività la nostra motivazione ha l’aspetto di natura buona, allora la nostra attività avrà maggior effetto positivo, vantaggio, benefici positivi. Quindi, anche all’inizio dell’ascolto è di beneficio controllare la propria motivazione, cioè le attitudini mentali, quindi parliamo dal punto di vista pratico, cioè la pratica del Dharma – parola sanscrita – e quindi all’inizio della pratica è necessario seguire l’ascolto, ovvero è necessario ascoltare, ascoltare con la giusta motivazione.

Ascoltare con la giusta motivazione perché le persone vedono un beneficio che deriva dall’ascolto. Nell’insegnamento del Sutra si parla di quattro vantaggi o benefici derivati dall’ascolto. I quattro vantaggi o benefici che si ottengono dall’ascolto sono: Continue reading »

Ghesce Rabten Rinpoche: Morte e Rinascita

Ghesce Rabten Rinpoche:  Quello che dai medici occidentali è assunto come il punto di morte, non è veramente tale fino a quando la coscienza e l’energia sono dentro il corpo.

Ghesce Rabten Rinpoche: Quello che dai medici occidentali è assunto come il punto di morte, non è veramente tale fino a quando la coscienza e l’energia sono dentro il corpo.

Ghesce Rabten Rinpoche: Morte e Rinascita

Il più sottile stato di coscienza

Le coscienze del sonno, se vengono usate correttamente, sono più potenti delle coscienze ordinarie. La ragione di questo fatto è che, mentre si dorme, tutte le altre coscienze sensoriali grossolane sono assorbite: il che produce una concentrazione più profonda e una mente più potente. I benefici di tali stati mentali possono essere compresi facendo uno sforzo per analizzarli con l’intento di farne buon uso. Benché noi dormiamo e sogniamo ogni notte, ciò non ci reca alcun beneficio perché non sappiamo cosa fare di queste coscienze.
Vi sono stati di coscienza ancora più sottili degli stati di sonno e sogno ed essi si presentano nel processo della morte, quando la mente si prepara a separarsi dal corpo. Anzitutto, ai momento della morte le coscienze grossolane sensoriali sono assorbite. Poi la coscienza diventa sempre più fine e sottile. Essa diventa sottile al massimo grado prima del momento della morte e nell’attimo stesso del trapasso è estremamente potente. Durante tutto il processo vi sono vari livelli di sottigliezza mentale è quello finale è chiamato chiara luce della morte. Benché questa coscienza di chiara luce, che è estremamente sottile, sia sempre esistita entro la nostra corrente di coscienza, Continue reading »

Ghesce Rabten Rinpoche: Lo sviluppo del corpo e la meditazione

Ghesce Rabten Rinpoche: Il termine samsara è usato metaforicamente per indicare un luogo, un paese o un pianeta, ma la vera esistenza ciclica è precisamente questo processo di essere sbattuti fra piacere o dolore, ricchezza e povertà, malattia e salute, morte e nascita e così via.

Ghesce Rabten Rinpoche: Il termine samsara è usato metaforicamente per indicare un luogo, un paese o un pianeta, ma la vera esistenza ciclica è precisamente questo processo di essere sbattuti fra piacere o dolore, ricchezza e povertà, malattia e salute, morte e nascita e così via.

Ghesce Rabten Rinpoche: Lo sviluppo del corpo e la meditazione

Lo sviluppo del corpo

In tempi diversi si sviluppano differenti generi di energie che a loro volta completano lo sviluppo dei vari aspetti e funzioni del corpo, stadio dopo stadio.
Il primo stadio è il sorgere dell’energia che sostiene la vita o energia vitale che è l’aria veramente basilare in quanto permette a tutte le altre di svilupparsi a tempo debito. Una parte di questa energia discende nella zona pelvica tra il sesso e l’ano ove diventa: energia discendente che espelle. Il suo lavoro è quello di facilitare la funzione urinaria, ecc. Poi una parte di questa aria sale al chakra dell’ombelico ove diventa energia regolatrice del calore, facilitando pertanto la digestione. Inoltre, una parte dell’aria sale alla regione pettorale, è chiamata energia ascendente e ci permette di parlare, ecc. Ancora una volta, traendo origine dall’aria che sostiene la vita si genera un‘energia pervasiva che si dispone nelle giunture e nelle parti mobili del corpo rendendo possibili i movimenti delle membra e così via.
Queste cinque sono le cinque arie principali e sono derivate essenzialmente dall’aria che sostiene la vita. Da queste cinque sorgono altre cinque arie che sono la base di tutte le esperienze visive, uditive, tattili, gustative e corporee. Quindi da queste arie se ne producono altre ancora più sottili che restano nei diversi centri, ciascuna a compiere la sua particolare funzione. Continue reading »

1 – Lama Thubten Yeshe: Meditazione sulla mente stessa

Lama Thubten Yeshe:  La nostra coscienza è come il territorio dell’Australia: prima non c’erano recinti, steccati, adesso tutti quanti mettono recinti. La concettualizzazione è come un recinto.

Lama Thubten Yeshe: La nostra coscienza è come il territorio dell’Australia: prima non c’erano recinti, steccati, adesso tutti quanti mettono recinti. La concettualizzazione è come un recinto.

1 – Lama Thubten Yeshe: Meditazione sulla mente stessa

Ora cercheremo di concentrarci sulla nostra stessa coscienza. Questo approccio alla concentrazione viene a volte chiamato non-concettualizzazione, non-concezione o non-superstizione; in tibetano, “me togpa”.
A questo punto il
grande yogi Lama Tzong Khapa nel suo lam-rim dice che si dovrebbe contemplare la chiarezza della propria coscienza senza seguire nessun altro tipo di fenomeno, nessun altro oggetto come una divinità o una forma, o colore o suono, sillaba seme o matura. Lama Tzong Khapa dice che dovremmo lasciare da parte queste cose. Così, quando in meditazione arriva una visione particolare, fantastica, se anche venisse il Buddha o qualche altra immagine, non seguitela.
Ha detto il
grande yogi Tilopa “Lasciate la mente sulla sola coscienza, senza aggiungere alcun colore o abito. In questo modo angolose concettualizzazioni divengono chiare, contempliamo la sola coscienza”. Continue reading »

2 – Lama Thubten Yeshe: Meditazione sulla mente stessa

Lama Thubten Yeshe:  La nostra coscienza è come il territorio dell’Australia: prima non c’erano recinti, steccati, adesso tutti quanti mettono recinti. La concettualizzazione è come un recinto.

Lama Thubten Yeshe: La nostra coscienza è come il territorio dell’Australia: prima non c’erano recinti, steccati, adesso tutti quanti mettono recinti. La concettualizzazione è come un recinto.

2 – Lama Thubten Yeshe: Meditazione sulla mente stessa

I livelli grossolani di concettualizzazione sono come queste vesti, ogni volta che si va più in profondo, sempre di più, si elimina uno strato. Si raggiungono strati più sottili, sempre più sottili. Quando la mente raggiunge lo strato sottile, magari l’inconscio profondo per la psicologia occidentale, così sottile che si può toccare la realtà, è; incredibilmente potente. Dal momento che soggettivamente la vostra saggezza è così incredibilmente sottile, così netta il toccare la realtà è; più potente di una bomba nucleare. Succede così. Nell’approfondire la concentrazione continuate ad eliminare, le concettualizzazioni, j livelli più grossolani della mente.
Ecco il motivo per
cui l’approccio tantrico alla Maharnudra consiste nell’eliminare i livelli grossolani di coscienza e cercare di percepire la coscienza sottile. Continue reading »

Gheshe Rabten: La pratica della meditazione

Ghesce Rabten: La causa radice di tutti i nostri problemi è l’ignoranza. 

Ghesce Rabten: La causa radice di tutti i nostri problemi è l’ignoranza.

Gheshe Rabten: La pratica della meditazione

Durante la meditazione, la concentrazione o calmo dimorare si manifesta quando i nostri fattori mentali sono purificati, e quindi la nostra mente può dimorare pacificamente sull’oggetto.
Vi sono due tipi di meditazione: analitica e concentrativa. Per eliminare le illusioni e raggiungere l’obiettivo è necessario utilizzare entrambi i tipi di meditazione. C’è chi sostiene che la riflessione e lo studio del Dharma non sono meditazione, ma le scritture affermano che anche queste
attività sono in effetti forme di meditazione. Se non riflettiamo attentamente e non conosciamo la natura dell’oggetto, non ci potremo concentrare bene. La confusione della mente è prodotta dalla mente stessa; per pacificarla quindi è richiesta una attività della mente stessa, e nient’altro di esterno. L’attività principale deve essere mentale: su questa base, fattori come un luogo adatto e la postura di meditazione possono essere d’aiuto.
Il luogo in cui pratichiamo la meditazione dovrebbe essere pulito, tranquillo, vicino alla natura, e piacevole ai nostri occhi. Il corpo dovrebbe essere sano, non malato. Anche il sedere nella postura corretta è di aiuto. La postura ideale per la meditazione consta di sette aspetti:
1. se non è dolorosa, la postura migliore è quella del vajra, Continue reading »