The Prayer to Guru Rinpoche for Removing Obstacles and Fulfilling Wishes

Padmasambhava

Padmasambhava

The Prayer to Guru Rinpoche for Removing Obstacles and Fulfilling Wishes

This is a very famous prayer, usually called ‘du sum sangye’ or ‘dorje tsik kang druk’ (Eng: Six Vajra Lines) to Guru Rinpoche as the embodiment of the buddhas of the three times―past, present, and future―in order to remove obstacles and ensure any aspirations are easily fulfilled. It’s a terma revelation of the great tertön, Chokgyur Dechen Lingpa. As it says in the colophon of the prayer:

Discovered by the great terma-revealer Chokgyur Dechen Lingpa, from the right hand side of the Sengchen Namdrak rock on Mount Rinchen Tsekpa, ‘The Pile of Jewels’.Because the blessing of this prayer, one intended for this present time, is so immense, it should be treasured by all as their daily practice.”

In the life-story of Chokgyur Dechen Lingpa it tells of the discovery of another very famous terma, where this prayer was recited just before the terma was extracted:

Everyone went to Karma Taktsang. At the end of town was a big cave where Guru Rinpoche had appeared as Dorje Drollö. There Chokgyur Lingpa sang many songs, saying, Continue reading »

Nâropa: La sintesi del Grande Sigillo

 

Nâropa

Nâropa

La sintesi del Grande Sigillo di Nâropa

Tutti i fenomeni sono la propria coscienza. La visione della realtà esterna è la mente che si inganna; è come un sogno, priva di sostanza. Anche la coscienza è soltanto il movimento della consapevolezza. Non ha un’identità propria, perché è l’energia del prâna: come lo spazio celeste, è vuota di un’identità.

Tutti i fenomeni si trovano nell’equanimità come nel cielo, e ciò vien detto “Grande Sigillo”. Non ha un’identità propria che possa essere indicata, perciò la vera natura della coscienza è la stessa condizione del Grande Sigillo. In essa non c’è nulla da correggere né da trasformare.

Se si comprende direttamente proprio questo, tutta l’esistenza è il Grande Sigillo, il vasto e onnipresente “corpo spirituale” (dharmakâya).

Essendo rimasti rilassati nel proprio stato naturale non corretto, [lo stato di coscienza] senza nulla da pensare è il corpo spirituale. La pratica è rimanere [naturali], senza [nulla] cercare. La pratica che consiste nel cercare [alcunché] è la mente che si inganna. Così come non c’è dualità tra il cielo e i fenomeni, non c’è dualità fra la pratica e la non pratica. Continue reading »

Glenn H. Mullin: Lo Yoga del Sogno

 

Mes Aynak Buddha

Mes Aynak Buddha

Lo Yoga del Sogno, di Glenn H. Mullin, al Centro EWAM Firenze 14-15 Novembre 1995, trascrizione di Ciampa Yesce Bruno Vannucchi che si ringrazia di cuore per la sua grande gentilezza e generosità.

Glenn H. Mullin

Nella traduzione buddista l’illuminazione è una nostra responsabilità.Se noi otteniamo l’illuminazione questo porta noi stessi a rinascita divina e porta anche un grande beneficio per il mondo. Se noi non andiamo nella direzione dell’illuminazione allora semplicemente seguiamo le circostanze, le condizioni nelle quali ci troviamo. Quindi, se ci troviamo in circostanze positive è possibile che seguiremo una direzione positiva. Di solito però le condizioni che ci circondano non sono positive ma sono piuttosto di attaccamento, di avidità, di antagonismo, di rabbia, di gelosia e quindi quello di cui abbiamo bisogno è un metodo che ci può aiutare a trovare la realtà in tutte queste attività che ci circondano, che sono a disposizione nostra, tutto quello che esiste al di fuori della nostra mente. Continue reading »

Ghesce Yesce Tobden: La Sorgente della Felicita’

Il Ven. Ghesce Yesce Tobden al suo dibattito conclusivo, in presenza di Sua Santità il Dalai Lama finale ed i grandi lama, per il conseguimento del titolo di Ghesce Larampa o dottorato PhD nella dottrina buddista.

Il Ven. Ghesce Yesce Tobden al suo dibattito conclusivo, in presenza di Sua Santità il Dalai Lama finale ed i grandi lama, per il conseguimento del titolo di Ghesce Larampa o dottorato PhD nella dottrina buddhista.

Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden sul tema: La Sorgente della Felicita’, al Centro EWAM di Firenze il 19 – 21 Dicembre 1995. Trascrizione di Ciampa Yesce Bruno Vannucchi che ringraziamo di cuore per la sua grande gentilezza e generosità.

Ven. Ghesce Yesce Tobden

Tutti vogliamo essere felici e non desideriamo soffrire, vogliamo ottenere la felicità ed eliminare la sofferenza. La felicità non viene senza una ragione precisa ma sorge da cause e condizioni. Se uno realizza le cause della felicità ottiene la felicità, nello stesso modo eliminando le cause che producono la sofferenza questa viene a cessare. Quindi c’è la necessita per noi tutti di creare le cause che portano alla felicità ed abbandonare le cause che producono la sofferenza. Le cause che producono la sofferenza sono ignoranza, odio ed attaccamento; le azioni verbali e fisiche che commettiamo con queste attitudini mentali producono sofferenza. Continue reading »