Mario Thanavaro: Esercitarsi al perdono
È possibile utilizzare la visualizzazione per esercitarsi al perdono. Pensiamo, ad esempio, alla sensazione di leggerezza e di gioia che ci dà anche solo immaginare di essere perdonati. Non si tratta di auto-convincimento, e quello che realmente pensa di noi la persona dalla quale desidereremmo essere perdonati non conta. Forse ci avrà completamente cancellati dalla sua mente, ma se sentiamo il bisogno di essere assolti per qualcosa vuol dire che dentro di noi c’è un malessere, un senso di vuoto, un disagio che dobbiamo smettere una volta per tutte di nutrire. Il trucco è lasciar andare la pesantezza che ci attanaglia, facendo dei respiri profondi e lasciando spazio al rasserenamento. Continue reading
Monthly Archives: Febbraio 2011
Ghesce Ciampa Ghiatso: Prepararsi alla morte
PREPARARSI ALLA MORTE
Relazione del Ven. Lama Ghesce Ciampa Ghiatso al Convegno: Ciclo di Vita, dicembre 1998.
Non vi è nulla di più certo che la nostra morte. Tutti noi sicuramente moriremo ma non sappiamo quando. Il momento della nostra morte è del tutto imprevedibile. La morte non potrà, comunque, essere evitata. Non importa dove saremo, la morte ci raggiungerà e a quel punto non potremo fare molto per allungare la nostra vita.
IN QUEL MOMENTO SARA’ TROPPO TARDI PER PENSARE AI PREPARATIVI PER LA MORTE.
Sarà troppo tardi per iniziare ad applicarsi in una pratica spirituale che ci aiuti nel momento della morte. Abbiamo forse pensato tante volte oggi sono stanco e praticherò domani così facendo la morte arriva. Continue reading
Aprirsi alla vita nell’esperienza della morte.
Aprirsi alla vita nell’esperienza della malattia e del morire. Dispensa sul morire di Francesco La Rocca e Patrizia Micoli
Le persone ordinarie non temono la morte, ma quando questa inevitabilmente arriva ne sono terrorizzati e sconvolti; invece il saggio la teme avendone consapevolezza per tutta la vita e quando arriva si sente in pace e l’accoglie con gioia. Milarepa Santo tibetano del XI secolo.
La nostra attuale società nega la vecchiaia e la morte, la nasconde dietro una porta, un paravento, in una stanza d’ospedale. La morte viene vista soprattutto come un evento clinico. Ma essa è in realtà qualcosa di più: è un momento di enorme valore psicologico, emotivo e spirituale. Il nostro rapporto con la morte dipende dal nostro rapporto con il dolore, con noi stessi, con quanti ci amano e con quanti amiamo, con la nostra concezione della divinità o i nostri valori fondamentali, come l’altruismo. Continue reading
Il doppio scettro o visvavajra
IL DOPPIO SCETTRO o VISVAVAJRA
Vajra in sanscrito significa sia folgore che diamante. Con ciò si vuole indicare l’essenza purissima, luminosa, indistruttibile, prima e ultima di tutte le cose. Il vajra deriva storicamente dallo scettro-saetta di Indra, la più alta divinità dei Veda, dio del tuono e del firmamento.
Nel Buddhismo Tantrico o Vajrayana (Veicolo o Sentiero del Diamante) il Vajra, in tibetano rDo-rje (Signore delle Pietre) simboleggia l’indistruttibilità, l’eternità e la purezza adamantina e immacolata della Dottrina, la forza del Metodo della Dottrina, la luminosa essenza della vera realtà di tutto ciò che esiste. Il rDo-rje è il simbolo maschile della Via verso l’Illuminazione, indissolubilmente legato al simbolo femminile che è la campana rituale (in sanscrito ghanta, in tibetano drilbu) che sta a significare la Conoscenza, la Pura Gnosi, la Saggezza Trascendente, la Perfezione della Saggezza (in sanscrito Prajna Paramita), l’Energia-sostanza della manifestazione, la Verità Assoluta.
Nel mondo che noi vediamo e tocchiamo ma anche nel mondo più sottile
delle energie e delle forze che muovono la materia non vi è, secondo il Buddhismo, nulla di stabile, di perenne, di eternamente duraturo.
Tutto scorre, si trasforma, muta da uno stato ad un altro incessantemente, da qui il termine samsara che vuol dire il mutamento dello stato fenomenico di contro al nirvana. Questo lento o velocissimo cambiare costantemente delle cose non vale solo per la materia e per le energie che la plasmano ma vale anche per i fenomeni psichici (pensieri, sentimenti, atti di volontà) al centro dei quali sta come un re, giusto o tiranno, il nostro Io, la nostra stessa coscienza di essere, la quale pure non è affatto stabile e sempre identica a se stessa. E’ invece una realtà dinamica in perenne trasformazione, vuoi nell’arco di una stessa vita, vuoi nell’arco di molteplici vite o rinascite nelle quali ciascuno di noi eredita un patrimonio mentale del quale fa però l’uso che vuole. Continue reading
Per beneficiare i morenti ed i morti
Meditazioni e pratiche per beneficiare i morenti ed i morti di Lama Zopa Rinpoche: come aiutare qualcuno che sta morendo.
Quando qualcuno sta morendo, portategli uno stupa, e incoraggiatelo ogni giorno a tenerlo in mano il più spesso possibile o, se non è in grado di tenerlo in mano, metteteglielo sul petto o sul capo. Ogni volta che lo stupa lo tocca, purifica il suo karma negativo. Lo stupa è un monumento Buddhista che contiene reliquie, e simboleggia lamente onnisciente del Buddha. Di solito contiene molti oggetti benedetti e mantra, ed ha il potere di guarire e purificare.
Quando la persona sta effettivamente morendo, toccatela con lo stupa. Anche se la coscienza ha già lasciato il corpo può tuttavia essere di beneficio toccare il corpo con lo stupa. Questa pratica può essere fatta anche con i bambini o con persone non in grado di capire quello che succede. Continue reading
Dare respiro all’infelice
IL METODO PER BENEFICARE GLI ESSERI SENZIENTI AL MOMENTO DELLA MORTE:
DARE RESPIRO ALL’INFELICE
Di Kusali Dharma Vajra, Tradotto dal Tibetano da Lama Zopa Rinpoche, Trascritto da Thubten Pelgye, Edito da Hermes Brandt, Prima edizione 1981, Ristampato nel 1984 da Wisdom Publications, Londra, Copyright Wisdom Publications, 1981.
CONTENUTI: Introduzione, Il corpo del metodo, I benefici del metodo, Postfazione dell’autore, Suggerimenti di Lama Zopa Rinpoche, Appendici, La preghiera in Sette Rami lunga, I Trentacinque Buddha della Confessione, Traduzione dal testo incluso nel volume: Raccolta dei Lavori di Thu’s Bkwan Blo Bzang Chos Kyi Nyi Ma, Volume VII, pp. 241-261 Gadan Sungrap Minyam Gyunphel Series. Edito e riprodotto da Ngawang Gelek Demo. New Delhi, Gennaio 1971.
INTRODUZIONE
Mi prostro al Guru e ad Hayagriva che sono inseparabili, il cui potere compassionevole libera tutti gli esseri trasmigranti dai reami miserabili. Scriverò i suggerimenti che danno beneficio agli esseri senzienti che affrontano il momento della morte. Continue reading
Lama Zopa Rinpoce: Meditazione su come la vita termina velocemente
Lama Zopa Rinpoce: Meditazione su come la vita termina velocemente
Per prima cosa pensate a come termina una vita della durata di centomila anni, composta di secondi, mesi e anni. Centomila anni sono l’insieme di un certo numero di secondi, di un certo numero di frazioni di secondo, che iniziano a trascorrere dal momento del concepimento nell’utero della madre. Appena la vita inizia, come trascorre ogni attimo, l’intero insieme di attimi inizia a finire; l’intero insieme di frazioni di secondo che compongono centomila anni diminuisce attimo dopo attimo, in ogni istante la vita di centomila anni diventa più breve. In questo modo, sottraendo ogni istante all’intero, il totale diventa sempre minore e così, velocemente, la vita trascorre. La vita termina così velocemente.
Pensate: dal momento in cui sono stato concepito nell’utero di mia madre, dal momento in cui la mia mente è entrata nell’ovulo fertilizzato, la durata della mia vita, determinata karmicamente, che sia di settanta anni, o di quanti anni sia, è andata diminuendo. Continue reading