Kamalashila: Gli stadi intermedi della meditazione

Kamalashila

Kamalashila

Gli stadi intermedi della meditazione.

In lingua indiana Bhavanakrama, e in lingua tibetana “Gompai Rimpa”.

Composta dal Maestro spirituale Acharya Kamalashila.

Omaggio al giovane Manjushri. Vorrei spiegare in breve gli stadi di meditazione per coloro che seguono il sistema dei sutra Mahayana. L’intelligente che intende attualizzare l’onniscienza in modo estremamente veloce dovrebbe fare uno sforzo deliberato per realizzare le sue cause e condizioni.

Non è possibile per l’onniscienza essere prodotta senza cause, perché se così fosse, tutto potrebbe essere sempre onnisciente. Se le cose fossero prodotte senza fare riferimento a qualcosa d’altro, potrebbero esistere senza vincolo, non ci sarebbe alcun motivo per cui tutto non possa essere onnisciente. Pertanto, poiché tutte le cose funzionali insorgono solo occasionalmente, esse dipendono strettamente dalle loro cause. Anche l’onniscienza è estremamente rara, perché non si verifica in ogni momento ed in ogni luogo, e non è che tutto può diventare onnisciente. Quindi, dipende certamente da cause e condizioni. Anche tra queste cause e condizioni, si dovrebbero coltivare le cause corrette e complete. Se si mettono in pratica le cause erronee, anche se si lavora duramente per un lungo periodo, l’obiettivo desiderato non potrà essere raggiunto. Sarà come mungere il corno d’una mucca. Allo stesso modo, il risultato non sarà prodotto quando tutte le cause non sono maturate. Ad esempio, se fosse mancante il seme o qualsiasi altra causa, di conseguenza il risultato, il germoglio, e così via, non potrà essere prodotto. Pertanto, coloro che desiderano un particolare risultato, dovrebbero coltivare le sue complete e perfette cause e condizioni.

Se ci si chiede: “Quali sono le cause e le condizioni del frutto finale dell’onniscienza?” Io, che sono come un cieco, non posso essere in grado di dare spiegazioni, ma mi devo basare sulle parole del Buddha proprio come solo lui le ha trasmesse ai suoi discepoli una volta raggiunta l’illuminazione. Egli disse: “Vajrapani, Signore dei Segreti, la saggezza trascendentale dell’onniscienza ha la sua radice nella compassione, e nasce da una causa: il pensiero altruistico, la mente del risveglio di bodhicitta e la perfezione dei mezzi abili”. Di conseguenza, se siete interessati a raggiungere l’onniscienza, dovete praticare queste tre: la compassione, la mente del risveglio di bodhicitta ed i mezzi abili.

Mossi da compassione, i Bodhisattva prendono il voto di liberare tutti gli esseri senzienti. Poi, superando il proprio ego, s’impegnano con entusiasmo e continuamente nella difficilissima pratica dell’accumulazione di meriti ed introspezione.

Una volta entrati in questa pratica, di sicuro completeranno la raccolta di meriti e saggezza. Realizzare l’accumulo di meriti e di visione profonda equivale a possedere l’onniscienza stessa nel palmo della vostra mano. Pertanto, dal momento che la compassione è l’unica radice dell’onniscienza, è necessario fin dall’inizio acquisire familiarità con questa pratica.

Il Compendio del Perfetto Dharma dice: “O Buddha, un Bodhisattva non dovrebbe addestrarsi in molte pratiche. Se un Bodhisattva diventa il corretto detentore d’un Dharma e lo impara perfettamente, ha tutte le qualità del Buddha nel palmo della mano. E, se chiedi cos’è questo Dharma, la risposta corretta è che è la Grande Compassione.”

I Buddha hanno già raggiunto tutti i loro obiettivi, ma permangono nel ciclo delle rinascite fino a quando continueranno ad esserci degli esseri senzienti. Lo fanno perché determinati dalla Grande Compassione. Inoltre, a differenza degli Uditori, non entrano nella dimora immensamente felice del Nirvana. Considerando in primo luogo gli interessi degli esseri senzienti, abbandonano la pacifica dimora del nirvana come se fosse una magione di ferro rovente. Quindi, la grande compassione è la causa indispensabile del Nirvana non dimorante del Buddha.

Iniziamo immediatamente a spiegare come meditare sulla compassione. Inizia la pratica meditando sull’equanimità. Prova a realizzare l’imparzialità verso tutti gli esseri senzienti, eliminando l’attaccamento e l’odio.

Tutti gli esseri senzienti desiderano la felicità e non la sofferenza. Rifletti profondamente su come, in questo ciclo d’esistenza senza inizio, non c’è un essere senziente che non sia stato per centinaia di volte tuo amico e parente. Pertanto, poiché non v’è alcun motivo per essere attaccati ad alcuni ed odiare altri, svilupperò una mente d’equanimità verso tutti gli esseri senzienti.

Inizia la meditazione sull’equanimità pensando ad una persona neutrale, quindi prendi in considerazione le persone che ti sono amiche e nemiche.

Dopo che la mente ha sviluppato equanimità verso tutti gli esseri senzienti, medita sull’amorevole gentilezza. Plasma il continuum mentale con l’acqua dell’amorevole gentilezza e coltivala come si cura un terreno fertile. Quando il seme della compassione è piantato nella mente, la sua germinazione sarà rapida, adeguata e completa. Una volta che hai irrigato il flusso mentale con l’amorevole gentilezza, medita sulla compassione.

La mente compassionevole possiede la natura d’augurare a tutti gli esseri che soffrono di essere liberi dalla sofferenza. Medita sulla compassione per tutti gli esseri senzienti, perché gli esseri nei tre regni dell’esistenza sono, in varie forme, intensamente afflitti dai tre tipi di sofferenza. Il Buddha ha detto che
il caldo ed altri tipi di dolore costantemente torturano per un tempo molto lungo gli esseri negli inferni. Ha anche detto che gli spiriti affamati sono bruciati dalla fame e dalla sete e dell’esperienza d’immensa
sofferenza. Possiamo anche vedere gli animali che soffrono in molti modi terrificanti: si nutrono a vicenda, diventano aggressivi, e sono feriti e uccisi. Possiamo vedere che anche gli esseri umani sperimentano vari tipi di profondo dolore. Non sono in grado di trovare ciò che desiderano, sono in preda al rancore e si danneggiano tra loro. Soffrono per la perdita delle cose piacevoli che desiderano e di dover subire le cose spiacevoli che non vogliono, così come soffrono del dolore della povertà.

Le menti di alcuni sono vincolate da diversi tipi d’emozioni disturbanti: come il desiderio e la brama. Altri sono in subbuglio, in preda a vari tipi di visioni errate. Queste sono tutte cause di sofferenza, perciò sono sempre dolenti: come se fossero su un precipizio.

Gli dei soffrono della sofferenza del cambiamento. Ad esempio, i segni di morte imminente e della loro caduta in stadi sfortunati costantemente opprimono le menti degli dei del reame del desiderio. Come possono vivere in pace?

La sofferenza pervasiva è quella che deriva dall’aver posto cause caratterizzate da azioni ed emozioni disturbanti. Ha la natura e le caratteristiche della disgregazione momentanea e pervade tutti gli esseri erranti.

Quindi, osserva tutti gli esseri migratori come immersi in un grande fuoco di sofferenza. Pensa che, come te, non desiderano affatto la sofferenza: “Ahimè! Tutti i miei cari esseri senzienti sono in un tale dolore. Cosa posso fare per liberarli?“ E far mie le loro sofferenze.

Sia che si siate impegnati nella meditazione univoca o che portiate avanti le vostre attività ordinarie, in ogni momento meditate sulla compassione, concentrandovi su tutti gli esseri senzienti e desiderando che tutti siano liberi dalla sofferenza.

Iniziate la meditazione sui vostri amici e parenti. Riconoscete come hanno sperimentato la varie sofferenze che vi sono state spiegate. Poi, avendo visualizzato tutti gli esseri senzienti come uguali, senza differenze tra loro, dovreste indirizzare la meditazione sugli esseri senzienti verso cui ci si sente indifferenti. Quando verso di loro sentite la stessa compassione che avvertite verso i vostri amici e parenti, meditate sulla compassione verso tutti gli esseri senzienti nelle dieci direzioni dell’universo.

Proprio come una madre risponde al sua piccolo, amato bimbo che soffre, quando sviluppate un sentimento di compassione, spontaneo ed equanime verso tutti gli esseri senzienti, allora avete perfezionato la pratica della compassione. Il che è noto come la Grande Compassione.

La meditazione sull’amorevole gentilezza comincia dagli amici e dalle persone che si amano, poiché in questo caso la meditazione è ispirata alla natura del desiderio d’incontrare la felicità. Estendi gradualmente la meditazione per includere gli estranei ed anche i tuoi nemici. Abituandoti alla compassione, gradualmente genererai un desiderio spontaneo di liberare tutti gli esseri senzienti. Pertanto, dopo aver familiarizzato con la compassione come base, medita la mente di risveglio di Bodhicitta.

La Bodhicitta è di due tipi: convenzionale ed ultima. La Bodhicitta convenzionale è la coltivazione del pensiero iniziale che aspira a raggiungere l’insuperabile e perfettamente realizzata Buddità al fine di beneficiare tutti gli esseri senzienti erranti, dopo aver fatto il voto di compassione per liberare tutti gli esseri dalla sofferenza. La Bodhicitta convenzionale deve essere coltivata in un processo simile a quello descritto nel capitolo sull’etica morale nel Bodhisattvabhumi: si genererà questa mente prendendo i voti del Bodhisattva da un maestro che si attiene ai precetti del Bodhisattva.

Dopo aver generato la mente convenzionale del risveglio di Bodhicitta, impegnati per coltivare la mente ultima di risveglio o di Bodhicitta. La Bodhicitta ultima è trascendente e libera da tutte le elaborazioni. L’oggetto  della Bodhicitta ultima è estremamente chiaro, indistruttibile, incrollabile, come una lampada di burro indisturbata dal vento.

Questo risultato è ottenuto attraverso la costante ed attenta familiarizzazione per un lungo periodo di tempo con lo yoga della meditazione del calmo dimorare e della speciale comprensione.

Il Sutra del Dipanarsi del Pensiero dice: “O Maitreya, devi sapere che tutti i Dharma virtuosi degli Uditori, Bodhisattva, o Tathagata, sia mondani che trascendentali, sono il frutto della meditazione sul calmo dimorante e della comprensione speciale.” Dal momento che tutti i tipi di concentrazione possono essere inglobati in questi due, tutti gli yogi devono sempre dedicarsi alla meditazione sul calmo dimorare e sulla comprensione speciale. Ancora una volta il Sutra del Dipanarsi del Pensiero dice: “Il Buddha ha detto che deve essere noto che gli insegnamenti di vari tipi di concentrazioni chiesti dagli Uditori, Bodhisatttva e Tathagata sono tutti contenuti nella meditazione sul calmo dimorare e sulla comprensione speciale.”

Gli Yogi non posssono eliminare le oscurazioni mentali semplicemente familiarizzandosi soltanto con la meditazione sul calmo dimorare. Servirà solo a placare temporaneamente le emozioni affliggenti e le delusioni. Senza la luce della saggezza, non è possibile distruggere completamente il potenziale latente delle emozioni disturbanti, e non si riuscirà perciò nell’intento d’annullarle completamente.

Per questo motivo, il Sutra del Dipanarsi del Pensiero dice: “La concentrazione può efficacemente annullare le emozioni disturbanti, e la saggezza può distruggere completamente il loro potenziale latente “.

Il Sutra Sovrano della Concentrazione dice:

Anche se mediti con concentrazione univoca

Non distruggerai la falsa concezione del sé

E le emozioni disturbanti t’affliggeranno ancora;

Il che è come la meditazione univoca di Udrak.

Quando avrai approfonditamente esaminato la mancanza del sé dei fenomeni,

Ed avrai medito sulla base di tale analisi,

Avrai conseguito la causa della liberazione risultante;

Nessuna altra causa può portare la pace.

Anche la Sezione del Bodhisattva dice: “Coloro che non hanno ascoltato questi diversi insegnamenti sulla Via del Bodhisattva e non hanno udito anche l’insegnamento sulla disciplina monastica e che pensano che la concentrazione univoca da sola sia sufficiente, a causa dell’orgoglio, cadranno nella fossa dell’arroganza. Come tali, non possono ottenere la completa liberazione dalla rinascita, vecchiaia, malattia, morte, indigenza, lamentele, sofferenza, infelicità mentale e disturbi fisici. Neppure potranno ottenere la liberazione dal ciclo completo dei sei stati d’esistenza, né dagli ammassi di sofferenza mentale e dagli aggregati fisici. Abbiate ben presente tutto ciò, disse il Tathagata: perché l’ascolto degli insegnamenti v’aiuterà ad ottenere la liberazione dalla vecchiaia e dalla morte.

Per queste ragioni, coloro che desiderano raggiungere la completamente purificata saggezza trascendente, eliminando tutte le oscurazioni, dovrebbero meditare sulla saggezza, pur rimanendo nella meditazione sul calmo dimorare.

Il Sutra del Culmine del Gioiello dice: “Si realizza la concentrazione univoca realizzando l’etica morale. Una volta raggiunta la concentrazione univoca, si medita sulla saggezza. La saggezza aiuta a raggiungere una pura incontaminata consapevolezza. Attraverso la pura incontaminata consapevolezza la tua condotta morale sarà perfetta.”

Il Sutra sulla Meditazione sulla Fede Mahayana dice: “O figlio di nobile famiglia, se non dimori nella saggezza, non posso dire se avrai fede nei Bodhisattva Mahayana o come realizzerai il Mahayana. ”

O figlio di nobile lignaggio, dovresti sapere che è così, perché la fede del Bodhisattva nel Mahayana ed il suo ingresso nel Mahayana è il risultato della contemplazione del perfetto Dharma e della realtà con una mente libera da distrazione”.

La mente di un yogi sarà distratta da vari oggetti, se coltiverà solo l’intuito speciale senza sviluppare la mente di calma dimorante. Sarà instabile, come una lampada burro al vento. Dal momento che la chiarezza della consapevolezza incontaminata sarà assente, questi due (comprensione speciale e la mente della calma dimorante) dovrebbero essere contemporaneamente coltivate allo stesso modo. Pertanto, il Sutra della Grande e Completa Trascendenza della Sofferenza dice: “Gli Uditori non possono vedere la natura di Buddha, perché il loro assorbimento univoco è forte ma la loro saggezza è debole.” “I Bodhisattva lo possono vedere, ma non in modo chiaro, perché la loro saggezza è più forte ma la loro concentrazione univoca è più debole. Mentre i Tathagata possono vedere tutto, perché possiedono in misura uguale una mente di calma dimorante e di comprensione speciale. ”

Per il potere della meditazione sulla calma dimorante, la mente non sarà disturbata dal vento dei pensieri concettuali, come una lampada di burro indisturbata dalla brezza. La comprensione speciale elimina ogni macchia di visioni errate, quindi non sarete influenzati dal punto di vista degli altri. Il Sutra della Lampada alla Luna dice: “Grazie alla forza della meditazione sul calmo dimorare, la mente diventerà ferma, e con la speciale introspezione diventerà come una montagna.” Mantieni pertanto, la pratica yogica d’entrambi.

Inizialmente lo yogi deve cercare i PREREQUISITI che lo possono aiutare ad attualizzare rapidamente e facilmente la meditazione sul calmo dimorare e sulla comprensione speciale.

I prerequisiti necessari per lo sviluppo della meditazione sul calmo dimorare sono i seguenti: vivere in un ambiente favorevole, limitare i desideri e praticare la soddisfazione, non essere coinvolto in troppe attività, mantenere la pura etica morale, eliminando completamente l’attaccamento e tutti gli altri tipi di pensieri concettuali.

Un ambiente favorevole dovrebbe essere determinato da queste cinque caratteristiche: che permette una facile disponibilità di vettovaglie e d’indumenti, è libero da esseri malvagi e nemici, è libero da malattie, è abitato da buoni amici che mantengono l’etica morale e che condividono punti di vista simili, ed è visitato da poche persone di giorno ed è silenzioso durante la notte. Limitare i desideri si riferisce a non essere troppo attaccato a posssedere tanti o preziosi vestiti, come abiti religiosi, e così via. La pratica della morigerazione significa essere sempre soddisfatto d’ogni piccola cosa, come di vesti religiose di scarsa qualità, e così via. Non essere coinvolti in molte attività si riferisce a rinunciare alle attività ordinarie, come gli affari, evitando troppa vicinanza con famiglie e monaci, ed abbandonando totalmente la pratica della medicina e l’astrologia.

Cosa significa: mantenere un’etica pura? Vuol dire non venir meno ai precetti fondamentali d’entrambi i voti. Anche se l’infrazione dipendesse da disattenzione, questi dovranno essere subito ripristinati in accordo col Dharma, dimostrandosi pentiti.

Anche nel caso si dovesse dichiarare che una trasgressione dei voti degli Uditori non possa essere ripristinata, qualora ci si rammarichi, esprimendo la consapevolezza dell’intenzione di non ripetere l’errore, e la consapevolezza della mancanza d’una vera identità della mente che ha eseguito l’azione, o di familiarità con la mancanza d’una vera identità di tutti i fenomeni, si può dire che la moralità di tale persona sia rimasta pura. Il che dovrebbe essere compreso dal Sutra per l’Eliminazione del Pentimento d’Ajatashatru. È perciò necessario superare il rammarico e fare un particolare sforzo meditativo.

Essere consapevoli dei vari difetti dell’attaccamento in questa vita e per le vite future aiuta ad eliminare le concezioni errate in proposito. Le caratteristiche comuni ad entrambe le cose piacevoli e spiacevoli nel ciclo dell’esistenza sono che sono tutte instabili e soggette a disintegrazione. E’ fuor di dubbio che, in ogni caso, saremo separati da tutte queste cose. Quindi, medita sul perché si dovrebbe essere così eccessivamente attaccati a queste cose e poi scarta tutti i concetti sbagliati.

Quali sono i prerequisiti della comprensione speciale? Questi consistono nell’affidarsi a persone sante, cercare intensamente insegnamenti vasti e dedicarsi ad un’appropriata contemplazione.

Su che tipo di persona santa si dovrebbe fare affidamento? Su chi ha ascoltato molti insegnamenti, che si esprime in modo chiaro, che è dotato di compassione ed è in grado di sopportare le difficoltà.

Che cosa s’intende per ricercare seriamente istruzioni dettagliate? Vuol dire ascoltare seriamente per quanto concerne il senso definitivo ed interpretabile dei dodici aspetti degli insegnamenti del Buddha. Il Sutra del Dipanarsi del Pensiero dice: “Non ascoltare, come si desidera, gli insegnamenti degli esseri superiori, è un ostacolo alla comprensione speciale.” Lo stesso sutra dice, “L’intuizione speciale nasce dalla sua causa, dalla giusta visione, che a sua volta deriva dall’ascolto e contemplazione.”

Le Domande del Narayana Sutra dicono: ”Attraverso l’esperienza dell’ascolto degli insegnamenti ottieni la saggezza, con la quale sono del tutto pacificate le emozioni disturbanti.”

Cosa si intende per corretta contemplazione? Essa corrisponde a stabilire con certezza i sutra definitivi ed interpretabili. Quando i Bodhisattva sono liberi dal dubbio, possono impegnarsi nella meditazione univoca. Altrimenti, se sono assaliti dal dubbio e dall’indecisione, sono come il viandante incerto su quale strada prendere al crocevia.

Lo Yogi dovrebbe sempre evitare il pesce, la carne, e così via, dovrebbe mangiare con moderazione, evitando alimenti che non sono favorevoli alla salute.

Così dovrebbero entrare in meditazione i Bodhisattva che hanno conseguito tutti i prerequisiti per la meditazione sul calmo dimorare e l’intuito speciale.

Per entrare in meditazione, lo yogi deve prima completare tutte le pratiche di preparazione. Dovrebbe andare in bagno.

Ed in una posizione piacevole, senza essere disturbato da rumori, dovrebbe pensare: “Porterò tutti gli esseri senzienti allo stato d’illuminazione.”

Poi dovrebbe manifestare grande compassione, il pensiero che desidera liberare tutti gli esseri senzienti, e l’omaggio a tutti i Buddha e Bodhisattva delle dieci direzioni toccando la terra con le cinque parti del suo corpo.

Di fronte a lui o in qualche altro luogo dovrebbe porre l’immagine del Buddha e Bodhisattva: ad esempio, la raffigurazione su un dipinto. Dovrebbe fare molte offerte e più lodi possibili. Deve confessare le sue malefatte e gioire dei meriti di tutti gli altri esseri.

Dovrebbe quindi sedersi su un comodo cuscino nella posizione del loto di Vairochana, o nella posizione del mezzo loto.

Gli occhi non deve essere troppo aperti o né troppo chiusi. Lasciate che il vostro sguardo si concentri sulla punta del naso. Il corpo non deve essere piegato in avanti o all’indietro. Tenetelo dritto e volgete l’attenzione verso l’interno. Le spalle dovrebbero riposare nella loro posizione naturale e la testa non dovrebbe piegarsi né indietro, né avanti o lateralmente. Il naso dovrebbe essere in linea con l’ombelico. I denti e le labbra devono riposare nel loro stato naturale con la lingua che tocca il palato superiore. Respirate molto lentamente e dolcemente senza provocare alcun rumore, senza affanno, e senza ansimare. Inspirate ed espirate naturalmente, lentamente ed impercettibilmente.

Dapprima si dovrebbe entrare nella meditazione del calmo dimorare: la mente che ha saputo superare la distrazione verso gli oggetti esterni e che spontaneamente e continuamente si volge verso l’oggetto della meditazione con docilità e beatitudine. È l’intuito od introspezione speciale che prende in esame correttamente la talità, all’interno d’uno stato di calma dimorante

Nel Sutra della Nube di Gioielli si legge: “La meditazione della calma dimorante è una mente univoca; la comprensione speciale realizza l’analisi specifica dell’ultima”.

Inoltre, nel Sutra che Dipana il Pensiero troviamo: “Maitreya chiese: ‘O Buddha, come si dovrebbe ricercare a fondo la meditazione del calmo dimorare ed acquisire la conoscenza della speciale introspezione? Il Buddha rispose: ‘Maitreya, ho dato i seguenti insegnamenti ai Bodhisattva: sutra, lodi melodiose, insegnamenti profetici, versi, istruzioni specifiche, consigli su specifiche esperienze, espressioni di realizzazione, leggende, racconti di nascite, insegnamenti estesi, dottrina stabilita ed istruzioni.

I Bodhisattva dovrebbero correttamente ascoltare questi insegnamenti, ricordare il loro contenuto, addestrarsi nella recitazione verbale ed accuratamente esaminarli. Con perfetta comprensione, dovrebbero andare da soli in aree remote e riflettere su questi insegnamenti e continuare a concentrare su di essi le loro menti. Dovrebbero concentrarsi solo su quelle tematiche su cui hanno riflettuto, rimanendovi stabilmente. Questo si chiama impegno mentale”. “Quando la mente è stata più volte impegnata in questo modo, conseguendo flessibilità fisica e mentale, quella è la mente della calma dimorante. Questo è il modo corretto in cui il Bodhisattva cerca appropriatamente la mente della calma dimorante’”.

Quando il Bodhisattva ha raggiunto flessibilità fisica e mentale e vi rimane stabilmente, ha eliminato ogni distrazione mentale. I fenomeni che sono stati contemplati come oggetto di concentrazione interiore univoca dovrebbero essere analizzati e considerati come un riflesso. Questa riflessione o immagine, che è l’oggetto della concentrazione univoca, deve essere accuratamente distinta come oggetto di conoscenza. Dovrebbe essere completamente indagata con un esame approfondito. Pratica la pazienza e dilettati d’essa. Con l’analisi corretta, osserva e comprendi. Questo è ciò che è noto come comprensione speciale. Così, i Bodhisattva sono qualificati nei modi della comprensione speciale”.

Gli yogi, interessati ad attualizzare la mente del calmo dimorare, dovrebbe inizialmente concentrarsi attentamente sul fatto che i dodici tipi di scritture (i sutra, le lodi melodiose e così via) possono essere tutti riassunti come riconducibili alla talità, il che li porterà alla quiddità, che li ha portato alla vacuità.

Un modo di fare questa meditazione è d’impostare la mente strettamente sugli aggregati fisici e mentali, come un oggetto che include tutti i fenomeni. Un altro modo è quello di indirizzare la mente su una immagine del Buddha.

Il Sutra Sovrano della Stabilizzazione Meditativa recita:

Con il suo corpo color oro,

Il signore dell’universo è bellissimo.

Il Bodhisattva che pone la sua mente su questo oggetto

Viene indicato come quello in assorbimento meditativo.

In questo modo posiziona la mente sull’oggetto di tua scelta e, dopo aver così fatto, ripetutamente e continuamente focalizza la mente sull’oggetto. Dopo aver in questo modo indirizzato la mente, controlla e verifica se l’oggetto è correttamente a fuoco. Controlla anche di non cadere nel torpore e vigila di non essere distratto da oggetti esterni.

Se la mente è annebbiata per la sonnolenza od il torpore, o se avverti che sta per annebbiarsi, indirizza la mente verso un oggetto estremamente piacevole, come la raffigurazione del Buddha od un un’immagine di luce. In questo processo, dopo aver dissipato l’ottusità della mente, dovresti cercare di vedere l’oggetto in modo molto chiaro.

Dovresti riconoscere la presenza del torpore quando la mente non può vedere l’oggetto in modo chiaro, quando ti senti come un cieco o al buio o con gli occhi chiusi. Se, mentre sei in meditazione, t’incuriosisci alla qualità degli oggetti esterni come la forma, o rivolgi l’attenzione ad altri fenomeni, o sei distratto dal desiderio per un oggetto che hai in precedenza provato, o se sospetti di star per cadere nella distrazione, rifletti sul fatto che tutti i fenomeni compositi sono impermanenti. Pensa alla sofferenza e così via, agli argomenti che tempreranno la mente.

In questo processo, la distrazione deve essere eliminata e, con la fune della consapevolezza e della presenza mentale, la mente da elefante deve essere fissata all’albero dell’oggetto di meditazione. Quando scopri che la mente è libera da ottusità e dall’eccitazione e che rimane naturalmente sull’oggetto, dovresti rilassarti e rimanere neutrale finché continui così.

Dovresti capire che la calma dimorante si realizza con la flessibilità fisica e mentale, attraverso la familiarità prolungata con la meditazione, così la mente acquista la capacità di dirigersi sull’oggetto voluto.

Dopo aver realizzato la calma dimorante, medita sulla comprensione speciale, pensando: “Tutti gli insegnamenti del Buddha sono insegnamenti perfetti, e direttamente o indirettamente, rivelano e portano con la massima chiarezza alla talità. Capendo la talità, sarò libero da tutti gli ostacoli rappresentati dai punti di vista errati, proprio come l’oscurità è dissipata quando appare la luce. La mera meditazione sulla calma dimorante non può riportare la coscienza intatta, né può eliminare il buio delle oscurazioni. Quando, con la saggezza, medito correttamente sulla talità, conseguirò la consapevolezza incontaminata. Solo con la saggezza posso realizzare la quiddità. Solo con la saggezza posso effettivamente sradicare le oscurazioni. Pertanto, impegnandomi costantemente nella meditazione sul calmo dimorare, con saggezza ricercherò la quiddità. E non m’accontenterò della sola calma dimorante.

Cos’è la talità o quiddità? E’ la natura di tutti i fenomeni che, in ultima analisi, sono vuoti del sé della persona e del sé dei fenomeni. Questa si realizza attraverso la perfezione della saggezza e non altrimenti. Nel Sutra del Dipanarsi del Pensiero si legge, “‘O Thathagata, attraverso quale perfezione i Bodhisattva comprendono la mancanza del sé dei fenomeni?’ ‘O Avalokiteshvara, ‘l’apprendono dalla perfezione della saggezza’. “Perciò, mentre t’impegni nel calmo dimorare, medita sulla saggezza”.

Gli Yogi dovrebbero analizzare nel modo seguente: una persona non va osservata come separata dagli aggregati fisici e mentali, gli elementi ed i poteri sensoriali. Né una persona è della natura degli aggregati e così via. Perché gli aggregati hanno la caratteristica d’essere molti ed impermanenti. Altri hanno imputato la persona come permanente e singola. La persona, come fenomeno, non può esistere se non come uno o molti, perché non c’è altro modo di esistere. Pertanto, dobbiamo concludere che la comune affermazione dell’espressione: “io” e “mio”, è del tutto sbagliata.

La meditazione sulla mancanza del sé dei fenomeni dev’essere eseguita nel modo seguente: i fenomeni, in breve, sono compresi nei cinque aggregati, nelle dodici sorgenti della percezione, e nei diciotto elementi. Gli aspetti fisici degli aggregati, le fonti di percezione, e gli elementi non sono altro, in senso ultimo, che aspetti della mente. Questo perché, quando vengono suddivisi in particelle sottili e la natura delle parti di queste particelle sottili è puntualmente esaminata, non può essere trovata alcuna identità precisa.

Le persone comuni da tempo senz’inizio hanno frainteso il significato della forma. Di conseguenza, la forma e così via appaiono come separati ed esterni alla mente, proprio come la forma fisica che appare in sogno. In senso ultimo, la forma fisica e così via non sono altro che aspetti della mente. Analizzando in questo modo, si dovrebbe pensare: “L’universo è mera mente”. Di conseguenza, l’analisi sul fatto che tutti i fenomeni designati sono solo “mera mente” non è altro che una ricerca sulla vera essenza dei fenomeni. Ora dovremmo esaminare l’essenza della mente.

In senso ultimo, anche la mente non può essere reale. Come può la mente, che percepisce solo il carattere ingannevole della forma fisica e così via, e che appare in vari aspetti, essere reale? Proprio come le forme fisiche, e così via, sono false, poiché la mente non esiste separatamente dalle forme fisiche e così via, che sono false, anch’essa è falsa. Proprio come le forme fisiche e così via, possiedono vari aspetti, e le loro identità non sono né una né molte, in modo simile, dato che la mente non è diversa da loro, pure la sua identità non è né una né molte. Pertanto, la mente per natura è come un’illusione.

Analizza che, proprio come la mente, anche la natura di tutti i fenomeni è come un’illusione. In questo modo, quando l’identità della mente è esaminata in modo specifico dalla saggezza, nel senso ultimo non è percepita né all’interno né all’esterno. In assenza di entrambi, inoltre, non è percepita. Né è percepita la mente del passato, né quella del futuro, né quella del presente. Quando la mente è nata, viene dal nulla, e quando cessa non va da nessuna parte, perché è incomprensibile, indimostrabile e non fisica. Se si chiede: “Qual è l’entità di ciò che è inesplicabile, indimostrabile, e non fisico?” Il Sutra del Cumulo di Gioielli afferma: “O Kashyapa, quando la mente è accuratamente ricercata, non può essere trovata. Ciò che non si trova non può essere percepito. E ciò che non è percepito non è né passato né futuro, né presente.” Attraverso quest’analisi, l’inizio della mente è in definitiva non visto, la fine della mente è in maniera ultima non visto, ed il centro della mente è in ultima analisi non visibile.

Tutti i fenomeni devono essere intesi come carenti sia d’una fine che d’uno stadio intermedio, proprio come la mente non ha una fine o uno stadio intermedio. Con la consapevolezza che la mente è senza una fine od uno stadio intermedio, non percepisco alcuna identità della mente. Ciò che è completamente realizzata dalla mente, di conseguenza lo si realizza in quanto vacuità. Rendendosi conto di ciò, anche l’identità effettiva, che è stabilita come aspetto della mente, come identità della forma fisica e così via, è, in ultima analisi, non percepita. In questo modo, quando la persona, in ultima analisi, non vede l’identità di tutti i fenomeni attraverso la saggezza, non analizza se la forma fisica è permanente o impermanente, vuota o non vuota, contaminata o non contaminata, prodotta o non prodotta, esistente o inesistente. Proprio come la forma fisica non viene esaminata, in modo analogo non vengono esaminati il sentimento, il processo di riconoscimento, i fattori di composizione e la coscienza. Quando l’oggetto non esiste, anche le sue caratteristiche non possono esistere. Così come possono essere esaminati?

In questo modo, quando la persona comprende saldamente l’entità di una cosa come esistente in modo ultimo, dopo averla esaminata con saggezza, il praticante s’impegna in una concentrazione univoca non concettuale, realizzando così la mancanza d’identità di tutti i fenomeni.

Coloro che non meditano con saggezza, non analizzando approfonditamente l’entità delle cose, ma meditano solo sull’eliminazione dell’attività mentale, non possono evitare il pensiero concettuale, perciò non possono realizzare la mancanza d’identità, perché mancano della luce della saggezza. Se il fuoco della consapevolezza, che conosce i fenomeni così come sono, è prodotto a partire da un’analisi individuale della Talità, come il fuoco scaturisce dallo sfregamento del legno, così brucerà il legno del pensiero concettuale. Così disse il Buddha.

Il Sutra della Nube di Gioielli afferma anche: “Chi è abile nel discernere i difetti, per sbarazzarsi di tutte le elaborazioni concettuali s’impegna con energia nella meditazione sulla vacuità. Quando, grazie alla sua costante pratica di meditazione sulla vacuità, ricerca a fondo l’identità dell’oggetto, che delizia la mente e la distrae, si rende conto che questo è vuoto. Quando questa mente avrà realizzato anche ciò, e lo vedrà completamente, si renderà conto che anch’essa è vuota. Quando è accuratamente ricercata l’identità di ciò che è realizzato da questa mente, anche questo è realizzato come vuoto. Realizzando in questo modo si entra nel yoga del non segno.” Questo dimostra che solo coloro che sono impegnati in un’analisi completa possono entrare nello yoga del non segno. (NdT. Si riferisce al fatto che i fenomeni sembrano possedere delle qualità relazionatili alla loro natura, ma quando si esaminano questi aspetti ci si accorge che tutte le qualità sono solo mentalmente imputate e non sono attribuibili ad un aspetto della natura degli oggetti che sembrano caratterizzare.)

E’ stato spiegato molto chiaramente che, attraverso la semplice eliminazione dell’attività mentale, senza impegnarsi ad esaminare con saggezza l’identità delle cose, non è possibile intraprendere la meditazione non concettuale. Pertanto, si entra in concentrazione dopo aver perfettamente analizzato con saggezza la reale identità delle cose come la forma fisica e così via, e non concentrandosi sulla forma fisica e così via. Non si entra inoltre in concentrazione stando in bilico tra questo mondo e quello ulteriore, perché le forme fisiche e così via non sono percepite. Perciò la si chiama concentrazione non dimorante.

Tale praticante è quindi definito un meditatore dalla suprema saggezza, perché, avendo specificamente esaminato con la saggezza l’identità di tutte le cose, non ha percepito nulla. Questo è quanto affermato sia nel Sutra Tesoro dello Spazio e sia nel Sutra del Gioiello della Corona, e così via.

In questo modo, entrando nel talità della mancanza del sé della persone e dei fenomeni, si è liberi da concetti e d’analisi, perché non c’è nulla da essere accuratamente esaminato ed osservato. Si è libero dall’espressione, e con l’impegno mentale univoco, automaticamente entriamo senza sforzo in meditazione. Pertanto, medita con molta chiarezza sulla talità e rimani in essa. Mentre sei assorto in questa meditazione, non dovresti permettere che il tuo continuum mentale venga distratto. Quando, a causa dell’attaccamento e così via, la mente è distratta da oggetti esterni, occorre essere nella condizione di rendersi conto della distrazione. Rapidamente annulla, allora, la distrazione meditando sugli aspetti ripugnanti di tali oggetti e rapidamente posiziona la mente sulla talità.

Se la mente sembra non essere incline a farlo, riflettendo sui vantaggi della concentrazione univoca, medita con gioia. La riluttanza della mente in tal senso, andrebbe pacificata anche rendendosi conto dei difetti della distrazione.

Se la funzionalità della mente si fa poco chiara ed inizia ad intorpidirsi, o incombe il rischio di sprofondare nel torpore mentale o nel sonno, come prima, in modo rapido, tenta di superare tale difficoltà, concentrando la mente su aspetti estremamente piacevoli. Poi dovresti tenacemente mantenere strettamente a fuoco la quiddità dell’oggetto. Quando, a volte, osserviamo che la mente è eccitata od incline a distrarsi dal ricordo di eventi passati piacevoli e giocosi, come nei casi precedenti, pacifica la distrazione riflettendo su aspetti come l’impermanenza, e così via, che contribuiranno a domare la mente. Poi, di nuovo cerca di impegnare la mente sulla talità senza applicare forze opponenti.

Quando la mente s’impegna spontaneamente nella meditazione sulla talità, libera dal torpore e dalla agitazione mentale, è bene lasciarla naturalmente in quello stato, rilassando i nostri sforzi. Altrimenti, se dovessimo applicare gli sforzi quando la mente è in meditazione, finiremmo col distrarrla. Ma, se lo sforzo non viene applicato quando la mente s’intorpidisce, diventerò come un cieco nella totale ottusità e non otterrò la comprensione speciale. Così, quando la mente si fa opaca, applica lo sforzo, e quando è in assorbimento, rilassa le attività. Quando, con la meditazione sulla comprensione speciale, viene generata saggezza in eccesso, e la calma dimorante s’indebolisce, la mente vacilla come una lampada di burro al vento e non percepirà molto chiaramente la talità. Pertanto, a quel tempo medita sul calmo dimorante. Quando la meditazione sul calmo dimorante diventa eccessiva, medita sulla saggezza.

Quando sei ugualmente impegnato in entrambi, stai fermo, senza fatica, finché non subentra il disagio fisico o mentale. Se avverti del disagio fisico o mentale, vedi il mondo intero come un’illusione, un miraggio, un sogno, un riflesso della luna nell’acqua, e un’apparizione. E pensa: ” A causa della loro incomprensione di tale conoscenza profonda ci sono esseri senzienti molto travagliati nel ciclo di esistenza.” Allora, genera grande compassione e la mente di risveglio di Bodhicitta, pensando: “Cercherò sinceramente di aiutarli a capire la quiddità.” Riposati. Ancora una volta, allo stesso modo, impegnati nella concentrazione univoca sull’aspetto illusorio di tutti i fenomeni. Se la mente è abbattuta, allo stesso modo: riposati. Questo è il percorso per impegnarsi nell’unione della meditazione sulla calma dimorante e la comprensione speciale. Esso si focalizza sulla immagine concettuale e non concettuale.

Così, attraverso questo percorso, uno yogi dovrebbe meditare per un’ora sulla talità, o per una mezza sessione nella notte, o per una sessione plenaria, o il più a lungo possibile. Questa è la stabilizzazione meditativa che accuratamente discerne l’ultimo, come insegnato nel Sutra della Discesa a Lanka.

Poi, se si vuoi sorgere dalla concentrazione, mentre le gambe sono ancora incrociate pensa così: “Anche se tutti questi fenomeni, in ultima analisi, mancano di identità, convenzionalmente sicuramente esistono. Se così non fosse, come potrebbe prevalere il rapporto tra causa ed effetto, e così via? Il Buddha ha anche detto:

Le cose sono prodotte convenzionalmente,

Ma, come natura ultima, mancano di identità intrinseca.

Gli esseri senzienti, con un atteggiamento infantile, esagerano i fenomeni, pensandoli, quando poi vengono a mancare, come dotati d’identità intrinseca. Attribuendo così un’esistenza intrinseca che non c’è, fa confondere loro le menti, facendoli vagare per molto tempo nel ciclo di esistenza. Per porvi rimedio, cercherò senza fallo di raggiungere lo stato onnisciente, conseguendo l’insuperabile accumulo di meriti e di comprensione profonda, al fine di aiutarli a realizzare la quiddità. “

Poi, lentamente, sollevati dalla posizione a gambe incrociate e prostrati ai Buddha e Bodhisattva delle dieci direzioni. Fai loro offerte e canta le loro lodi. Fai vaste preghiere recitando la Preghiera della Nobile Condotta, e così via. Di conseguenza, impegnati in sforzi coscienti per attualizzare l’accumulo di merito e di visione profonda, praticando la generosità e così via, che sono caratterizzati dall’essenza di vacuità e di grande compassione.

Se agisci così, la stabilizzazione meditativa attualizzerà quella vacuità che possiede la migliore di tutte le qualità. Il Sutra Gioiello della Corona recita: “Mentre dimori nello stato di grande compassione, indossa la corazza dell’amorevole gentilezza, pratica la stabilizzazione meditativa che attualizza la vacuità che possiede la migliore di tutte le qualità. Cos’è la vacuità che possiede la migliore di tutte le qualità? È ciò che non è separato dalla generosità, l’etica, la pazienza, lo sforzo entusiastico, la stabilizzazione meditativa, la saggezza o dai mezzi abili”. Come mezzo per far maturare del tutto gli esseri senzienti, ed al fine di perfezionare il luogo, il corpo e il molteplice seguito, il Bodhisattva deve basarsi su pratiche virtuose come la generosità.

Se così non fosse, quali sarebbero le cause di questi campi, il campo di Buddha e così via, ciò di cui il Buddha ha parlato? La saggezza onnisciente che possiede la migliore di tutte le qualità può essere realizzata attraverso la generosità ed altri mezzi abili. Pertanto, il Buddha ha detto che la saggezza onnisciente è perfezionata dai mezzi abili. Pertanto, i Bodhisattva dovrebbero coltivare anche la generosità ed altri mezzi abili e non solo la vacuità.

Anche il Sutra della Vasta Raccolta di Tutte le Qualità recita: “O Maitreya, i Bodhisattva accuratamente realizzano le Sei Perfezioni per raggiungere il frutto finale della Buddità. Al che lo stupido risponde: ‘I Bodhisattva dovrebbe addestrarsi solo nella perfezione della saggezza: a che serve il resto delle perfezioni?’ Essi ripudiano le altre perfezioni. Maitreya, cosa ne pensi di questo? Quando il re di Kashi offrì la sua carne al falco per salvare un piccione: si trattava d’una degenerazione della saggezza?” Al che Maitreya rispose: “Non è così.” Il Buddha disse,” Maitreya, i Bodhisattva accumulano le radici dei meriti attraverso le loro gesta ispirate dalle Sei Perfezioni. Sono queste le radici dei meriti nocivi?” Maitreya rispose: ” O Buddha, non è così.” Il Buddha aggiunse inoltre: “Maitreya, hai correttamente praticato anche la perfezione della generosità per sessanta eoni, la perfezione dell’etica per sessanta eoni, la perfezione della pazienza per sessanta eoni, la perfezione della perseveranza entusiasta per sessanta eoni, la perfezione della stabilizzazione meditativa per sessanta eoni e la perfezione della saggezza per sessanta eoni. Al che lo stolto rispose: ‘C’è un solo modo per raggiungere la Buddità, ed è la via della vacuità.’ La loro pratica è completamente sbagliata “.

Un Bodhisatta che possiede la saggezza ma non i mezzi abili è come gli Uditori, che non sono in grado di intraprendere le azioni del Buddha. Ma lo possono fare quando sono supportati dai mezzi abili. Come dice il Sutra Cumulo di Gioielli: “Kashyapa, è così. Per esempio, i sovrani supportati dai ministri possono conseguire tutti i loro scopi. Allo stesso modo, quando la saggezza di un Bodhisattva è completamente supportata da mezzi abili, il Bodhisattva svolge anche tutte le attività di un Buddha. “La visione filosofica del sentiero del Bodhisattva è diversa dal percorso filosofico dei non-Buddisti ed Uditori. Ad esempio, poiché la visione filosofica del sentiero dei non-Buddisti ritiene erroneamente un sé realmente esistente, e così via, un tale percorso è completamente e sempre disgiunto dalla saggezza. Pertanto, non possono ottenere la liberazione. Gli Uditori sono estranei alla grande compassione e privi di mezzi abili. Pertanto, essi risolutamente si sforzano in modo univoco di raggiungere il nirvana. Nel loro percorso, i Bodhisattva congiungono la saggezza ai mezzi abili, in modo di cercare di raggiungere il nirvana non dimorante. Il sentiero del Bodhisattva è composto da saggezza e da mezzi abili, che, quindi, realizza il nirvana non dimorante. A causa del potere della saggezza, non cadono nel ciclo dell’esistenza. Grazie al potere dei mezzi abili, non cadono nel nirvana.

Il Principale Sutra della Collina di Gaya dice: “Il sentiero del Bodhisattva, in breve, è duplice. È composto da mezzi abili e saggezza”. Il Sutra Primo tra i Supremi e Glorioso dice anche:” La perfezione della saggezza è la madre e la competenza nei mezzi abili è il padre”.

L’insegnamento di Vimalakirti dice anche: “Cos’è la schiavitù per un Bodhisattva e cos’è la liberazione? Sostenere una vita nel ciclo dell’esistenza senza mezzi abili è la schiavitù del Bodhisattva. Ma, condurre una vita con i mezzi abili nel ciclo dell’esistenza è la liberazione. Sostenere una vita nel ciclo dell’esistenza senza saggezza è schiavitù per il Bodhisattva. Ma, condurre una vita con saggezza nel ciclo dell’esistenza è la liberazione. La saggezza non congiunta ai mezzi abili è schiavitù, ma la saggezza congiunta ai mezzi abili è liberazione. I mezzi abili disgiunti alla saggezza sono schiavitù, ma i mezzi abili congiunti alla saggezza sono la liberazione.”

Se un Bodhisattva coltiva la mera saggezza, cade nel nirvana desiderato dagli Uditori. Il che equivale alla schiavitù. E non può raggiungere il nirvana non dimorante. Quindi, la saggezza, separata dai mezzi abili, per il Bodhisattva è schiavitù. Perciò, proprio come una persona raffreddata dal vento cerca il comfort del fuoco, così, con i mezzi abili, un Bodhisattva coltiva la saggezza della vacuità per eliminare il vento delle visioni errate. Ma non cerca di realizzarlo come fanno gli Uditori. Il Sutra delle Dieci Qualità dice: “O figlio di nobile lignaggio, è proprio così. Per esempio, una persona che è completamente devota al fuoco, che lo rispetta e lo considera come un guru, non penserebbe: ‘Perché rispetto, onoro, e venero il fuoco, dovrei tenerlo con entrambe le mani.’ Non lo pensa, perché capisce che, così facendo, ne ricaverebbe solo dolore fisico e disagio mentale. Allo stesso modo, un Bodhisattva è anche consapevole del Nirvana, ma, ugualmente non tenta di realizzarlo. Questo perché si rende conto che, così facendo, si troverebbe lontano dall’illuminazione “.

Se si basa solo sui mezzi abili, il Bodhisattva non trascende il livello ordinario, il che equivale alla schiavitù. Pertanto, coltiva i mezzi abili uniti alla saggezza. Con la forza della saggezza, il Bodhisattva può trasformare in nettare anche le emozioni disturbanti, come il veleno in un rituale tantrico. Non c’è bisogno di esprimere quanto sia proficua la generosità, e così via, che conduce a stati naturalmente elevati di esistenza.

Il Sutra Cumulo di Gioielli recita: “Kashyapa, è proprio così. Per il potere del Tantra e della medicina, un veleno può non causare la morte. Allo stesso modo, dal momento che le emozioni disturbanti del Bodhisattva sono sotto il potere della saggezza, non gli possono provocare cadute. Pertanto, a causa del potere dei mezzi abili, i Bodhisattva non abbandonano il ciclo dell’esistenza: non cadono nel nirvana. Per il potere della saggezza, eliminano tutti gli oggetti erroneamente creduti come realmente esistenti e, quindi, non rientrano nel ciclo dell’esistenza. Pertanto, raggiungono il nirvana non dimorante della sola Buddhità.” Il Sutra Spazio del Tesoro dice anche: “A causa della conoscenza della saggezza, i Bodhisattva eliminano tutte le emozioni disturbanti, e, grazie alla loro conoscenza dei mezzi abili, non abbandonano gli esseri senzienti.” Il Sutra che Dipana il Pensiero dice anche:” Non ho insegnato che qualcuno che non è preoccupato per il benessere degli esseri senzienti e che non è incline a realizzare la natura di tutti i fenomeni compositi raggiunga l’insuperabile e perfettamente realizzata Buddhità.” Pertanto, chi è interessato alla Buddità deve coltivare sia la saggezza che i mezzi abili.

Mentre stai meditando sulla saggezza trascendentale o mentre sei in un profondo assorbimento meditativo, non è possibile impegnarsi nei mezzi abili, come nella pratica della generosità. Ma i mezzi abili possono essere coltivati con la saggezza, durante i periodi di preparazione e post-meditativo. Questo è il modo di impegnarsi simultaneamente, nei mezzi abili e nella saggezza.

Inoltre, questo è il percorso dei Bodhisattva che s’impegnano in una pratica integrata di saggezza e di mezzi abili. Si tratta di coltivare il percorso trascendentale completamente permeato da grande compassione focalizzata verso tutti gli esseri senzienti.

E, mentre pratichi i mezzi abili, uscendo dall’assorbimento meditativo, pratica la generosità e gli altri mezzi abili, senza equivoci, come un mago. Il Sutra degli Insegnamenti di Akshayamati dice, “Che cosa sono i mezzi abili di un Bodhisattva e quale saggezza realizza? Il mezzi abili del Bodhisattva consistono, mentre è in assorbimento meditativo, nel pensare e posizionare con grande compassione la mente vicino agli esseri senzienti. Mentre, impegnarsi nell’equilibrio meditativo con pace ed estrema pace è saggezza.” Ci sono molti altri riferimenti. Il capitolo sul controllo delle Forze Negative dice anche: “Inoltre, le attività perfette del Bodhisattva si riferiscono agli sforzi consapevoli con la mente di saggezza ed alla raccolta di tutti i Dharma meritori dalla mente dei mezzi abili. La mente della saggezza porta anche alla mancanza del sé, alla non esistenza inerente degli esseri senzienti e della vita, del sostentamento e della persona. E la mente dei mezzi abili porta alla completa maturazione di tutti gli esseri senzienti.” Il Sutra della Raccolta Estensiva di Tutte le Qualità recita tra l’altro:

Proprio come un mago si sforza

Di far funzionare la sua creazione,

Poiché già conosce la natura della sua creazione,

Non ha nessun attaccamento ad essa.

Allo stesso modo, i tre mondi sono come un’illusione,

Che il saggio Buddha sapeva

Molto prima che conoscesse gli esseri senzienti in questi mondi

E s’era impegnato per aiutarli.

È a causa della pratica di saggezza e mezzi abili del Bodhisattva che si dice: “Nella loro attività rimangono nel ciclo dell’esistenza, ma nei loro pensieri dimorano nel nirvana.

In questo modo, acquisiscono familiarità con la generosità e gli altri mezzi abili che sono dedicati all’insuperabile e perfettamente compiuta illuminazione, avendo raggiunto l’essenza della vacuità e della grande compassione. Al fine di generare la mente ultima di risveglio di Bodhicitta, come è stato fatto in precedenza, in sessioni regolari pratica per quanto è possibile la meditazione del calmo dimorante e la comprensione speciale. Come fu insegnato nel Sutra del Campo Puro dell’Impegno, familiarizzati sempre coi mezzi abili, indirizzando strettamente la consapevolezza sulle buone qualità dei Bodhisattva, che in ogni momento lavorano per il benessere degli esseri senzienti. Chi si ha familiarità con la compassione, i mezzi abili e la mente di risveglio di bodhicitta, in questo modo senza dubbio eccellerà in questa vita. I suoi sogni saranno sempre presenziati da Buddha e Bodhisattva ed avrà altri sogni piacevoli, e divinità riconoscenti lo proteggeranno. In ogni momento accumulerà un immensità di meriti ed approfondirà la visione speciale, purificandosi dalle emozioni disturbanti e da altri stati sfavorevoli dell’esistenza. Costantemente potrà godere di tanta felicità e pace mentale e dell’amore d’un gran numero d’esseri. Anche fisicamente sarà libero da malattie. Potrà raggiungere le suprema facoltà mentali, di conseguenza otterrà qualità speciali, come la chiaroveggenza.

Quindi, mosso da poteri miracolosi, raggiungerai innumerevoli mondi, farai offerte ai Buddha, ascoltando là i loro insegnamenti. Al momento della morte, senza dubbio vedrai i Buddha ed i Bodhisattva. Nelle vite future, rinascerai in famiglie ed in luoghi speciali, dove non sarai separato dai Buddha e Bodhisattva. Così, potrai realizzare senza fatica l’intera raccolta di meriti e di saggezza. Avrai grandi ricchezze, un gran seguito e molti collaboratori. Possedendo un’intelligenza acuta, sarai in grado di far maturare la mente di molti esseri. In tutte le vite sarai in grado di ricordare le vite passate. Cerca di capire questi enormi vantaggi che sono descritti anche in altri sutra.

Se in questo modo, con grande entusiasmo e determinazione, mediti a lungo sulla compassione, sui mezzi abili e la mente di risveglio o di bodhicitta, gradualmente purificherai e maturerai completamente il flusso mentale. Poi, come il fuoco s’origina sfregando insieme dei pezzi di legno, completerai la meditazione sulla perfetta realtà. Otterrai così una conoscenza estremamente chiara della sfera dei fenomeni, priva di elaborazioni concettuali: la saggezza trascendentale libera dai vincoli bloccanti del pensiero concettuale. Questa saggezza della bodhicitta ultima è inossidabile come un’imperturbabile lampada di burro indisturbata dal vento.

Pertanto, una tale mente dell’entità della bodhicitta ultima è già all’interno del Sentiero della Visione, che apprende la natura della mancanza del sè di tutti i fenomeni. Grazie a questo risultato entri nel sentiero focalizzato sulla realtà delle cose, per poi rinascere nella famiglia dei Tathagata; entri nello stato inossidabile d’un Bodhisattva, lontano dal vagabondare delle rinascite, dimori nella talità dei Bodhisattva, raggiungendo il Primo Livello del Bodhisattva. Potete trovare maggiori dettagli di questi vantaggi in altri testi come i Dieci Livelli Spirituali. In questo modo, nel Sutra della Discesa a Lanka, è insegnata la stabilizzazione meditativa concentrata sulla talità. È in questo modo che il Bodhisattva entra nella meditazione non concettuale priva di elaborazioni.

Il livello spirituale dell’impegno all’aspirazione è presentato in termini d’impegno dato dall’aspirazione e non attraverso la realizzazione. In questo modo, chi è entrato nel primo livello, successivamente nel Sentiero della Meditazione, si familiarizza con le due saggezze dello stato trascendentale: la saggezza ulteriore ed i mezzi abili. In questo modo gradualmente purifica le più sottili oscurazioni, il che rappresenta lo strumento di liberazione tramite la meditazione o sentiero. Inoltre, al fine di ottenere più alte qualità, purifica completamente i livelli spirituali inferiori. Tutti gli scopi e gli obiettivi sono completamente soddisfatti conseguendo la saggezza trascendentale dei Tathagata ed entrando nell’oceano dell’onniscienza. In questo modo, con la pratica graduale, il continuum mentale è completamente purificato. Il Sutra della Discesa a Lanka spiega tutto questo.

Nel Sutra che Dipana il Pensiero si legge anche: “Al fine di raggiungere quei livelli più elevati, la mente dev’essere purificata proprio come si raffinare l’oro, fin quando ti rendi conto dell’insuperabile e perfettamente realizzata Buddhità.

Entrando nel oceano dell’onniscienza, possiedi le qualità impeccabili, simili ad un gioiello, di sostenere gli esseri senzienti, il che non fa che soddisfare le vostre precedenti preghiere. Diventi quindi l’incarnazione della compassione, in possesso di vari mezzi abili che funzionano spontaneamente e lavorano in varie emanazioni, nell’interesse di tutti gli esseri erranti. Inoltre, tutti i meravigliosi attributi sono perfezionati. Eliminando totalmente tutte le contaminazioni e le loro potenzialità latenti, tutti i Buddha qui dimorano per aiutare ogni essere senziente. Attraverso tale realizzazione, generate la fede in Buddha, la fonte di ogni meravigliosa conoscenza e qualità. Ognuno dovrebbe cercare di attualizzare queste qualità.

Così disse Il Buddha, “La saggezza trascendentale onnisciente è prodotta dalla compassione come la sua radice, dalla mente del risveglio di bodhicitta come la sua causa, e si perfeziona coi mezzi abili”.

Il saggio si distanzia dall’invidia e dagli altri difetti;

La sua sete di conoscenza è inestinguibile

Come un oceano.

Conserva solo ciò che è proprio attraverso la discriminazione,

Proprio come i cigni estraggono dall’acqua modeste quantità di cibo.

Così, gli studiosi dovrebbero essere scevri

Da atteggiamenti settari e dall’intolleranza.

Anche da un bambino

Si possono ascoltare delle buone parole.

Qualsiasi merito possano derivarmi

Dalla esposizione di questa Via di Mezzo,

Lo dedico a tutti gli esseri

Per realizzare la Via di Mezzo.

La Seconda Parte degli Stadi di Mediazione di Acharya Kamalashila è qui completata. Tradotto e pubblicato in tibetano dall’abate indiano Prajna Verma e dal monaco Yeshe De.

Colophon

Questa prima bozza di traduzione, a cura di Luciano Villa, Alessandro Tenzin Villa e Graziella Romania, del preziosissimo testo di Kamalashila “Gli stadi intermedi della meditazione”, è da ritenersi provvisoria, quindi lacunosa, con possibili errori nonché imperfezioni, anche rilevanti, e non rappresenta affatto una traduzione ufficiale letterale del testo, ma semplicemente un limitato spunto di riflessione.

14 thoughts on “Kamalashila: Gli stadi intermedi della meditazione

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