6 – Il Dhammapada: Le migliaia

Dhammapada 104: Chi vince se stesso è senz'altro migliore degli altri esseri.

Dhammapada 104: Chi vince se stesso è senz'altro migliore degli altri esseri.

Le migliaia

100

A un sermone, anche se composto

di mille (vocaboli), ma vocaboli privi di senso, è preferibile

una sola parola ponderata,

udendo la quale un uomo si senta tranquillo.

101

A un poema, anche se composto

di mille (strofe),ma strofe prive di senso, è preferibile

un poema costituito da un solo verso,

udendo il quale un uomo si senta tranquillo.

102

Piuttosto che recitare cento poemi composti

di versi senza senso alcuno, è preferibile recitare un solo

verso, udendo il quale ci si senta tranquilli.

103

Se un uomo vince in battaglia

per mille volte mille nemici, mentre un altro vince soltanto

se stesso, questi è da reputarsi

migliore dei vincitori di ogni battaglia.

104

Chi vince se stesso è senz’altro migliore degli altri esseri.

Di chi ha soggiogato

se stesso, che conduce la propria esistenza agendo

sempre sotto controllo,

105

la vittoria di un uomo simile

non potrebbe essere tramutata in sconfitta nemmeno

da un dio, da un gandhàrva

e neppure da Mara insieme con Brahma.

106

Se anche un uomo compie sacrificio,

mese dopo mese, per cento anni,

ma per un momento solo rende omaggio a un uomo

che abbia la mente concentrata

questo suo (ultimo) solo atto è da ritenersi migliore

di un sacrificio compiuto per cento anni.

107

Se anche un uomo rende onore ad Agni

(il dio vedico del fuoco)

nella foresta per cento anni, ma per un momento solo

rende omaggio a chi ha la mente concentrata,

questo suo (ultimo) solo atto è da ritenersi migliore

di un sacrificio compiuto per cento anni.

108

Qualunque cosa un uomo sacrifichi in questo mondo,

sotto forma di immolazione oppure di offerta,

per un anno intero, al fine di trarne un vantaggio,

tutto ciò non vale un centesimo:

è preferibile rendere omaggio a

chi vive in maniera retta.

109

Colui che sempre rende onore e rispetta gli anziani

vedrà migliorare quattro cose:

vita, bellezza, felicità e forza.

110

Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni

nella perversione e nella dissolutezza,

è migliore quella di chi vive nella saggezza

e nella meditazione.

111

Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni

nell’ignoranza e nello sbandamento,

è preferibile un solo giorno di vita di colui che conduce

un’esistenza saggia e meditativa.

112

Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni

in modo neghittoso, è preferibile

un solo giorno di vita di colui le cui azioni sono improntate

a spirito gagliardo.

113

Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni

senza porsi il problema dell’origine

e della fine (delle cose), è preferibile un solo giorno di vita

di colui che le considera.

114

Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni

senza volgere lo sguardo

al luogo immortale (il nirvana), è preferibile un solo giorno

di vita di colui che lo osserva.

115

Rispetto all’esistenza di un uomo che viva cento anni

senza prendere in considerazione

la legge suprema, è preferibile un solo giorno di vita

di colui che invece la rispetta.