9 Shantideva Bodhisattvacharyavatara: la Saggezza

Manjushri, la saggezza di tutti i Buddha

Manjushri, la saggezza di tutti i Buddha

SHANTIDEVA, BODHISATTVACHARYAVATARA, CAPITOLO 9: LA SAGGEZZA

Il nono capitolo, eccetto i versi introduttivi e finali, è in forma di prosa e di dibattito fra la scuola di Shantideva, la Madhyamaka ed altre scuole buddiste e non. Lo scritto in carattere corpo normale è dell’autore Shantideva, il corsivo ( o italico) fa parte di un commentario.

Ogni parte della Dottrina venne insegnata dal Possente Re per accrescere la saggezza degli esseri senzienti, perciò chi vuole abbandonare la sofferenza deve sviluppare la saggezza.

I come riconoscere la natura delle saggezza.

A accertamento delle Due Verità

2. le verità illusorie o convenzionali sono definite così poiché sono realtà accertate da menti valide, le quali hanno apparenze dualistiche, che non comprendono il significato reale e le verità assolute hanno tale denominazione in quanto realizzate da un essere con saggezza suprema, o arya, la mente del quale non possiede apparenza dualistica, queste vengono considerate le due verità. Quelle assolute non vengono apprese dalla mente convenzionale, la quale ottiene la conoscenza delle verità assolute. 3. In questo modo vi sono due tipi di persone che sperimentano le due verità, gli yoghin che possiedono concentrazione profonda dovuta alla stabilità mentale e la profonda visione interiore, e le persone normali che non hanno tali realizzazioni. Le persone normali pensano al corpo come ad un unità, alla mente come un entità permanente e cosi via. Ma gli yoghin respingono questi concetti per mezzo del ragionamento, ad esempio” il corpo non è un unità dato che è composto da molte parti” e ” la mente non è permanente poiché si trasforma continuamente” .

4. Poi fra i vari yoghin appartenenti alle varie scuole di pensiero come il Piccolo veicolo, o il Grande veicolo dei Cittamatrin e quella dei Madhyamika, esistono differenze sulla comprensione della natura delle entità di conoscibili. Perciò coloro che dispongono di una conoscenza più elevata rigettano le teorie di quelli che al riguardo hanno una percezione inferiore. Per mezzo di esempi come le creazioni illusorie di un mago, il sogno e cosi via, che sono considerati come non riferibili come fenomeni reali da entrambi sia da yoghin che persone ordinarie, viene mostrato ai Proponenti di una Esistenza Esterna (Piccolo Veicolo), che pure se qualcosa appare reale alle loro menti,, non ha necessita di esistere realmente. Perciò,se anche alcune menti di questi yoghin possono definire erronee, ovviamente si potranno ritenere erronee alcune pure menti di esseri ordinari.

1 Confutare le opinioni riguardanti le verità convenzionali.

Domanda di altre scuole buddista: se tutti i fenomeni sono inesistenti, attraverso le pratiche della generosità ecc. non potremmo raggiungere l’illuminazione, quindi dove trovare il motivo per praticarle?

Risposta dei Madhyamika : nonostante non esistano in ultima analisi i fenomeni, ovvero non in modo indipendente, inerente, dato che invece in assenza di analisi esistono in modo convenzionale, non è in contraddizione impegnarsi nelle pratiche della generosità ecc ecc. allo scopo di ottenere l’illuminazione.

Domanda di altre scuole buddiste: dato che i fenomeni si manifestano sia agli yoghin che alle persone normali, perché dovrebbero esserci dispute al riguardo?

5 risposta dei Madhyamika: nonostante in apparenza appaiono allo stesso modo, le persone normali percepiscono le forme e gli altri fenomeni e li credono realmente esistenti, come se avessero esistenza intrinseca, ma no capiscono che questi sono simili ai miraggi. Ma dato che gli yoghin li percepiscono come illusioni, eco dove è il motivo di disaccordo fra yoghin e persone normali.

6 domanda di altre scuole buddiste: dato che le forme ecc vengono percepite tramite coscienze sensoriali, non è contraddittorio affermare che non sono reali?

Risposta dei Madhyamika:non vi è contraddizione, perché queste cose sono convenzionalmente mondane, ma non sono reali per chi ha una conoscenza valida, la quale percepisce la verità assoluta. È come se si considerasse puro il corpo impuro. Di fatto tale affermazione è falsa.

Domanda di alte scuole buddiste: dato che tutti i fenomeni non esistono inerentemente, perché il Buddha disse che le cose funzionanti hanno una natura impermanente?

Risposta dei Madhyamika: questa affermazione deve essere però interpretata: considerando la loro natura convenzionale 7 il Sakyamuni insegnò che le cose funzionanti, o fenomeni composti, sono impermanenti allo scopo di condurre le persone normali in modo graduale , dato che le considerano esistenti erroneamente, verso la corretta visione della realtà. In effetti tali fenomeni non sono inerentemente impermanenti .

Domanda di altre scuole buddiste : nonostante ciò, dato che tale natura transitoria non è evidente alle persone ordinarie, non è contraddittorio dichiarare persino che essa esista , in modo ingannevole anche se la diciamo convenzionale?

8 Risposta Madhyamika : anche se essa non appare alle persone ordinarie, poiché appare agli yoghin che hanno percepito la vera assenza del “se” inerente ad ogni persona, non è sbagliato ritenerla una verità convenzionale.

Domanda di altre scuole buddiste :ma questo punto non contraddice l’insegnamento:” percepire l’ipermanenza,la natura transitoria delle cose, il loro mutare istante dopo istante. Questo significa percepire la realtà stessa.” ?

Risposta Madhyamika : Il percepire la transitorietà da parte degli yoghin viene ritenuto percezione della realtà stessa. Invece se confrontate agli yoghin fossero le persone ordinarie a percepire la realtà, allora la definitiva comprensione da parte degli yoghin delle impurità del corpo umano sarebbero contraddette dalle persone ordinarie che lo considerano scevro di impurità.

Domanda altre scuole buddiste : ammettendo che tutti i fenomeni fossero vuoti di esistenza inerente, in questo caso pure il Buddha lo sarebbe, ed allora, quali meriti potrebbero nascere nel venerarlo?

9 risposta Madhyamika : proprio come voi dite che venerando un Vittorioso realmente esistente, si ottengono meriti esistenti, noi sosteniamo che venerando un Vittorioso simile ad un miraggio,si ottengono meriti simili al miraggio.

Domanda altre scuole buddiste: se gli esseri senzienti fossero simili ad un miraggio, poi dopo la morte, come potrebbero rinascere? Sarebbero come se fossero un elefante creato da un mago, che dopo che finisce l’illusione della magia, non riappare più.

10 risposta Madhyamika : fino a che saranno presenti le condizioni necessarie, per tutto quel tempo,anche le illusioni create dal mago saranno manifeste. Anche se sono “irreali”, sono simili agli esseri senzienti, poiché pure essi come loro nascono da condizioni. Quindi perché considerare gli esseri senzienti più reali delle condizioni create dal mago solo perché il continuum mentali dei primi ha durata più lunga nel tempo? Allora pure le illusioni che durano di più sarebbero più reali di quelle che durano meno.

11domanda alte scuole buddiste : ma , se così fosse, l’uccisione di un essere senziente compiuta da un altro, e l’illusione magica uccisa da un’altra illusione magica, non sarebbero allo stesso modo negative? E la generosità fra gli esseri, e quella fra illusioni magiche, on sarebbero allo stesso modo positive?

Risposta Madhyamika : dato che un emanazione magica che uccida o benefichi un’altra emanzione magica è priva di mente, non nasce dalle sue azioni ne merito ne negatività. Ma se tali azioni le compie un essere senziente, che possiede una mente inesistente inerentemente, cioè simile ad un illusione visto che la sua mente può decidere fra l’odio e l’amore, dalle sue azioni nascerà merito o negatività.

12 dato che i mantra ed altre formule magiche, che producono creazioni magiche,non hanno il potere di far nascere alcuna mente, non esistono menti che possono sorgere da essi.

Nonostante siano irreali, tutti i differenti risultati delle creazioni magiche nascono da condizioni differenti. Così i fenomeni nati da varie condizioni differenti, sono pure essi vari e diversi. Ma non esiste in nessun luogo una causa singola che possa far nascere tutti i fenomeni.

Domanda altre scuole buddiste : se nella realtà assoluta , tutti gli esseri senzienti sono nello stato al di là del dolore, o nirvana nonostante siano condizionati all’esistenza ciclica,

14 in tal caso pure il Vittorioso dovrebbe dimorare nell’esistenza ciclica, quindi a che scopo praticare la vita da bodhisattva?

Risposta Madhyamika : se non si interrompe la causa delle emanazioni magiche, queste non scompaiono e rimangono. Allo stesso modo, poiché gli esseri senzienti non hanno eliminato la continuità delle condizioni di esistenza ciclica, essi si trovano in essa. Invece dato che il Buddha ha eliminato la continuità di tali condizioni, neppure a livello convenzionale dimora in questa esistenza ciclica.

2 Confutazione delle obiezioni Cittamatrin sulle Verità assolute

I Cittamatrin sono discepoli della scuola detta del “Solo-Mente” del buddismo Mahayana, e sostengono che non esistono oggetti esterni alla mente; per costoro la mente non viene condizionata da nessun oggetto di natura differente da essa,ovvero la mente e l’oggetto sono di un’unica entità, e si distinguono solo a livello nominale.

La mente è considerata realmente esistente inerentemente, mentre si nega l’esistenza degli oggetti esterni.

Per stabilire l’esistenza inerente della mente ,i Cittamatrin sostengono l’esistenza di un “autocognitore” che sarebbe un aspetto non illusorio della mente, che ha la sola funzione di essere cosciente della mente medesima.

Cittamatrin : se non esiste nessuna coscienza sensoriale ingannevole, allora quale coscienza può percepire gli oggetti che sono simili alle illusioni, per esempio la Forma?

Madhyamika : 16 ma se per voi non esistono realmente oggetti esterni, essendo simili ad illusioni, cosa può essere percepito?

Cittamatrin: nonostante essi non siano realmente esistenti, la coscienza esiste realmente, quindi , dato che le immagini degli oggetti appaiono nella mente, sono esse stesse mente , questo è il motivo per cui la coscienza mentale le percepisce.

Madhyamika : 17 se la mente stessa e gli oggetti simili ad illusioni costituiscono un’unica entità, allora dato che non ci sarebbe ne osservatore ne oggetto osservato, quale oggetto verrebbe percepito e da quale mente? Il Vittorioso ha affermato che la mente non può percepire o osservare se stessa.18 allo stesso modo che la lama di una spada non può tagliare se stessa, così la mente non può percepire se stessa.

Cittamatrin : allo stesso modo che la luce illumina completamente se stessa e ciò che la circonda, allo stesso modo la mente ha percezione di se stessa e gli altri fenomeni.

Madhyamika: la luce non illumina se stessa, poiché può essere illuminato deve prima di tutto non essere illuminata. Ma non appena viene accesa la luce, la medesima mai viene oscurata da alcun fattore in grado di oscurarla. Allo stesso modo l’oscurità non puo oscurare se stessa.

Cittamatrin: prendiamo ad esempio due tipi di colore blu: il blu che dipende dal riflesso di un altro oggetto di colore blu, come il blu riflesso da un limpido pezzo di cristallo, ed il blu che si manifesta senza dipendere da altro, come quello dei lapislazzuli. 20 allo stesso modo la percezione di alcuni oggetti, come dei vasi, dipende da altri fattori, come la luce che li illumina e la mente che li apprende, mentre altri fenomeni come la luce e le sensazioni di felicità e sofferenza vengono percepite senza alcun tipo di simile dipendenza .

Madhymika : Non è così, poiché il blu dei lapislazzuli lo si apprende come blu solo nel momento in cui viene ad esistere, non è qualcosa che prima non era blu e poi diviene blu da solo. Perciò questo esempio non è adatto a illustrare la luce che si illumina da sola ne l'”autocognitore” . In maniera convenzionale , 21 in quanto quel che viene percepito dalla coscienza, si può affermare che una luce illumina se stessa, ma su quale base di percezione si può affermare che la mente conosce se stessa? Perciò l’esempio e quel che esso illustra non sono in accordo. Dato che non esiste una coscienza esistente inerentemente, 22 non può esistere una mente che la possa percepire, ed è assurdo argomentare se tale coscienza possieda o no la qualità di conoscere se stessa. Sarebbe come parlare se la figlia di una donna sterile è bella o no.

Cittamatrin: Ma se l’autocognitore non esistesse, in che modo potremmo successivamente avere memoria della coscienza e del suo oggetto? Dato che non potremmo avere un simile ricordo, l’esistenza dell’autocognitore si afferma sulla base che questo è necessario per sviluppare il ricordo della coscienza.

Madhyamika : l’argomentazione così non è valida, poiché anche senza una coscienza che conosce se stessa, esisterà un ricordo causato dal legame con esperienze di altri oggetti, come la percezione delle forme. Ad esempio, un orso, nonostante sia in letargo e non si accorga in quel momento del morso di un topo, poi in primavera, ascoltando il suono dei tuoni, si sveglierà e proverà dolore. Da ciò, indirettamente, rammenterà che precedentemente era stato morso. Il procedimento attraveso cui un momento di coscienza viene rammentato è simile a questo esempio.

Cittamatrin : 24 se alcuni, in possesso di condizioni necessarie a causare per esempio la concentrazione , possono percepire da lunga distanza le menti degli altri , a maggio ragione sarà possibile che si percepisca la propria coscienza, essendo quest’ulima molto vicina a colui che la percepisce.

Madhyamika : ma in realtà non è necessario sia così, allo stesso modo che se uno applica un farmaco miracoloso per gli occhi , consacrato da coloro che possiedono poteri spirituali, i suoi occhi riescono a scorgere tesori sepolti profondamente nel terreno ,ma la pozione miracolosa che ha sugli occhi, e che è molto più vicina dei tesori, non può vederla.

Cittamatrin : se non esistesse l’autocognitore, neanche il cognitore di altro dovrebbe esistere. Perciò non esisterebbero le percezioni di vedere, sentire ecc. ecc.

Madhaymika : 25. Ma noi non vogliamo negare la vera esistenza del vedere, sentire o delle altre coscienze . Quello che vogliamo eliminare è il concetto che queste cose siano esistenti inerentemente, poiché questo concetto è la base della sofferenza.

Cittamatrin : 26 gli oggetti illusori non sono esterni, non sono altro che mente. Ma, anche se non sono altro, non si possono considerare come la mente stessa. Perciò essi noi li definiamo fenomeni indescrivibilmemte diversi dalla mente.

Madhyamika : come possono oggetti illusori essere la mente e qualcosa differente da essa? O sono l’una o l’altra cosa, ma se voi affermate che non è così, gli oggetti illusori non potrebbero esistere.

27 come per voi gli oggetti illusori, pure se non esistenti realmente, possono essere percepiti, qesto vale anche per la mente, che nonostante non esista inerentemente, convenzionalmente può apparire come percettore.

Cittamatrin : l’esistenza ciclica, lo stato in cui oggetto e soggetto appaiono come due unità distinte ,ha come base della sua apparenza illusoria qualcosa di reale, cioè una coscienza non duale realmente esistente. In caso contrario, se non avesse qualcosa di reale come propria base, l’esistenza ciclica sarebbe come lo spazio, e non uno stato dove soggetto ed oggetto potrebbero apparire come reali.

Madhyamika : 28 se la dualità dell’esistenza ciclica dipendesse da qualche cosa di reale, che esistesse in modo intrinseco , come avrebbe la possibilità di fare apparire come reali soggetto ed oggetti? Ne conseguirebbe che non potrebbe farlo, proprio perché essa esiste in modo intrinseco.

Di fatto, non esistono fenomeni che esistano in modo intrinseco. Perciò nella vostra tradizione ogni mente sarebbe una singola coscienza isolata non duale, non accompagnata da nessun oggetto.

29 Se questo poi fosse vero, dato che così la mente esisterebbe separatamente dai suoi oggetti, allora tutte le creature senzienti diverrebbero dei buddha. A che scopo allora ritenere che il fondamento dell’ esistenza ciclica sia la “Sola Mente”?

B dimostrare la Conoscenza che le Verità Convenzionali sono simili ad un miraggio.

Cittamatrin : 30 pure se si arrivasse a comprendere che tutti i fenomeni sono simili ad un illusione , come potremmo eliminare i difetti mentali? Se un mago creasse una donna illusoria con la sua magia, potrebbe tuttavia sviluppare attaccamento per essa.

Madhyamika : colui che creasse tale illusione non eliminerebbe la predisposizione o la spinta al desiderio per gli oggetti percepibili, come ad esempio le donne. Perciò , osservando la donna che ha fatto apparire, la sua facoltà di comprenderne la vacuità della stessa sarebbe molto debole. Nonostante si possa capire come sia vuota di esistenza reale tale donna creata dall’ illusione, a causa della mancanza di comprensione che tutti i fenomeni sono privi di esistenza intrinseca, nascono le predisposizioni al desiderio.

32 Ma , esercitandosi nel percepire la vacuità di ogni fenomeno, si potrà eliminare ogni predisposizione all’attaccamento all’ esistenza intrinseca. Percependo così l’assenza di esistenza intrinseca di ogni fenomeno, si eviterà di avere attaccamento anche all’esistenza intrinseca della vacuità, considerandola esistente in modo autonomo e indipendente. Da quel momento in poi sarà impossibile il nascere di qualunque difetto mentale.

Cittamatrin : quando si afferma che nessun fenomeno esiste, questo vuol dire che il fenomeno che deve essere negato non può essere compreso durante l’analisi. In quel momento , dato che la base di negazione dell’esistenza intrinseca viene rimossa, come può la vacuità manifestarsi alla mente come cosa esistente in modo intrinseco? Allo stesso modo che non esiste in figlio di una donna sterile, non esisterà neanche la morte di questo figlio.

Madhyamika 34 . nel momento che né un entità né una non entità , ovvero la vacuità, si presentano davanti alla mente, dato che non vi è alcun altra alternativa, come ad esempio qualcosa che sia” una entità e una non entità” allo stesso tempo , o che non sia nessuno dei due, né una cosa né l’altra, alla fine, tramite una pratica costante , la mente che percepisce i fenomeni come realmente esistenti svanirà e verrà totalmente pacificata.

Domanda di altre scuole. Se è come tu affermi, il Buddha essendo oltre il concetto “Io farò questo…” in che modo potrebbe agire per il beneficio degli altri?

Madhyamika : 35 l’albero che esaudisce i desideri e la gemma che ha lo stesso potere, nonostante siano privi di motivazione concettuale, soddisfano i desideri a causa dei poteri che possiedono e dei meriti delle persone che li esprimono. Allo stesso modo a causa del potere di entrambi, cioè dei meriti accumulati rendendo pura la propria mente da parte discepoli e delle preghiere di un buddha fatte quando era un bodhisattva, il corpo fisico del Vittorioso si manifesta e compie gli atti che recano benefici.

Domanda altre scuole: se il Buddha aveva questa aspirazione molto tempo prima, come può verificarsi l’effetto solo dopo la sua illuminazione?

Madhyamika : per esempio, nonostante il bramino Sanku sia morto da molti anni, il reliquiario Garuda , che lui consacrò mediante il potere dei suoi mantra, è tuttora in grado di neutralizzare i veleni. 37 allo stesso modo, il reliquario del corpo di un Vittorioso si manifesta in seguito alla condotta, alle azioni ed alle preghiere che egli compì quando era un bodhisattva. Nonostante adesso il bodhisattva sia oltre il dolore, nel nirvana definitivo, ed il suo pensiero di portare beneficio a tutti gli esseri sia cessato, egli porta a compimento tutto ciò che può essere di beneficio alle creature.

Shravaka 38 : se il Buddha non ha mente concettuale, si può accumulare merito venerandolo?

Madhyamika : non vi è errore in questo, dato che i meriti derivati da venerare un buddha vivente e quelli che derivano dal venerare le sue reliquie, pure quando egli è nel nirvana, sono gli stessi.39 l’ autorità degli scritti conferma che si ottengono meriti sia dal venerare un Buddha privo di mente concettuale che uno ingannevolmente ritenuto possessore di una mente concettuale, come pure in senso assoluto di uno esistente in modo intrinseco.

Ad esempio come voi sostenete che i meriti esistenti siano frutto di venerare un Buddha realmente esistente dotato di mente concettuale, anche noi sosteniamo che meriti non esistenti intrinsecamente derivano da venerare un Buddha non esistente intrinsecamente.

C stabilire che le Verità Assolute sono la Vacuità

Vaibhashika-Sautrantika: 40 realizzando la percezione diretta dei sedici attributi delle quattro nobili verità, come l’ impermanenza ecc. si avrà come frutto la liberazione dai difetti mentali. A che scopo quindi coltivare la visione della vacuità?

Madhyamika : le visione della vacuità è necessaria, in quanto nelle scritture della Perfezione della Saggezza è insegnato che senza il sentiero della saggezza che realizza la vacuità non vi sarà illuminazione non avendo egli compreso la vacuità.

Vaibhashika-Sautrantika: 41 dato che gli insegnamenti del mahayana non sono parole dirette del Buddha, per noi non sono valide autorità scritturali.

Madhyamika : in tal caso, come considerate valide le vostre scritture?

Vaibhashika -Sautrantika: esse sono valide e credibili, dato che sono considerate parole del Buddha da entrambe le scuole, quella del Grande e quella del Piccolo Veicolo.

Madhyanika : perciò, prima di averle confermate come vostri precetti dottrinali, le vostre scritture stesse non potevano ritenersi parole dirette del Buddha, dato che in quel momento non avevate ancora accertato che fossero effettivamente parole del Buddha.

Vaibhashika .Sautrantika: nonostante ciò,sono tuttora valide, perché apprese tramite lignaggio ininterrotto.

Madhyamika 42 :ma tale ragione,attraverso la quale voi credete nelle vostre scritture, può essere egualmente applicata al mahayana, dato che pure noi abbiamo un lignaggio puro ed ininterrotto di maestri. In più, se voi ritenete valido qualcosa solo perché due soggetti lo accettano come tale,allora dovreste accettare pure i Veda e le altre scritture non buddiste come valide e credibili.

Vaibhashika-Sautrantika :43 le autorità scritturali mahayana non sono valide poiché vengono dibattute.

Madhyamika : questo è vero però anche per tutte le vostre scritture, che vengono contestate dai non buddhisti ed alcune anche da scuole buddhiste differenti, quindi in questo caso voi dovreste rifiutare pure le vostre scritture.

44.

Voi ritenete che ogni insegnamento che possa essere collocato nei Tre Canestri dell’insegnamento scritturale sia parole del Buddha, classificando tali insegnamenti secondo la disciplina morale, disciplina della concentrazione e disciplina della saggezza. Allora poiché questi insegnamenti vengono dati nella maggioranza delle scritture mahayana, per esempio nel Sutra Samdhinirmochana , ne consegue che esse sono simili alle vostre scritture, perché dunque non le ritenete parole valide del Buddha?

45.

Dato che causato dal vostro non riconoscere come parole del Buddha una scrittura come il Sutra della PrajnaParamita , affermate che le scritture mahayana non sono parole del Vittorioso, allora per la stessa ragione,dato che il Sutra Samdhinirmochana è simile ai vostri testi, perché non accettate le scritture mahayana come rivelati dal Vittorioso?

Vaibhashika- Sautrantika : se testi mahayana come i sutra della PrajnaParamita fossero parole del Buddha, sicuramente il grande Kashyapa ed altri arhat li avrebbero compresi. Dal momento che così non è, essi non sono parole del Buddha.

Madhyamika : dato che tali testi sono estremamente profondi,

46 perfino il grande Kashyapa e gli altri arhat non furono in grado di comprendere ciò che viene insegnato nelle scritture mahayana.

Perciò ,esclusivamente dal fatto che voi non li comprendete, chi mai potrebbe considerare ciò motivo valido per non accettarli come valide parole del Buddha? Voi sostenete:

47Il monaco arhat è il fondamento dell’insegnamento dato dal Buddha,ma sarebbe molto difficile, per quelli che non hanno compreso la vacuità, e sono condizionati dalla credenza di esistenza intrinseca, essere monaci arhat, poiché essi non potebbero avere eliminato completamente i loro difetti mentali. Perciò dato che non avrebbero eliminato la sofferenza, dovrebbe essere molto difficile per loro avere raggiunto lo stato oltre il dolore, cioè il nirvana.

Vaibhashika -Sautrantika: nonostante costoro non abbiano compreso la vacuità,48essi si sono liberati dalla sofferenza poiché hanno eliminato i difetti mentali attraverso la meditazione sui sedici attributi delle Quattro Nobili Verità, come l’impermanenza e la mancanza di esistenza autonoma ed intrinseca del “se” di una persona.

Madhyamika : questa visione è erronea, poiché meditando sugli attributi delle quattro nobili verità è possibile eliminare solo i difetti mentali grossolani. Ritenete forse che, eliminadno solo i difetti mentali grossolani si possa ottenere l’eliminazione della sofferenza e lo stato di arhat “con rimanenza” ? nonostante essi non siano più condizionati da difetti mentali grossolani, è stao insegnato che, causa la forza delle predisposizioni delle azioni precedentemente compiute, ,arhat come Mogalyayana sperimentavano sofferenza.

Vaibhashika- Sautrantika: non appena essi hanno eliminato i difetti mentali, sebbene ancora sperimentino sofferenza temporaneamente, ne saranno liberi appena abbandoneranno i loro corpi, perché sicuramente non hanno attaccamento per gli aggregati del corpo e della mente,che sono la causa dell’esistenza ciclica.

Madhyamika : ma dal momento che essi hanno ancora un tipo di attaccamento che è uno stato sottile di ignoranza, perché non dovrebbero rinascere a casusa di questo condizionati da difetti mentali? 50 avverrà proprio così, dato che la condizione causale di provare sensazioni che sono associate alla credenza di un esistenza intrinseca produrrà attaccamento, e quindi questi arhat hanno ancora tali sensazioni. Questo perché colui che non concepisce la vacuità ha ancora una mente che concepisce l’esistenza intrinseca, e considererà alcuni oggetti come esistenti intrinsecamente. 51 Nonostante i suoi difetti mentali grossolani possano momentaneamente cessare, però essi ritorneranno ancora, allo stesso modo che nel assorbimento meditativo senza discriminazione concettuale, i difetti mentali cessano solo momentaneamente, e quindi in seguito ritornano appena termina l’assorbimento meditativo. Perciò coloro che vogliono eliminare ogni sofferenza dovrebbero meditare sulla vacuità. Quando si è compresa la vacuità, si dovrebbe sviluppare la compassione 52 verso quelli che ignorando la vacuità continuano a sperimentare la sofferenza. A quel punto , domorando nell’esistenza ciclica, si compie l’inconcepibile beneficio per gli altri, essendosi ormai liberati dai due estremi: l’attaccamento alla felicità data nell’esistenza ciclica e della sofferenza; tale è quindi il frutto della meditazione sulla vacuità.

53 la meditazione sulla vacuità è l’antidoto per le ostruzioni create dai difetti mentali, che oscurano la mente e la sua conoscenza. Perciò come mai coloro che vogliono raggiungere velocemente l’onniscienza non meditano sulla vacuità? 54 Dato che la sua comprensione ha tali vantaggi e la sua assenza di comprensione tali svantaggi , non vi è alcuna validità nel criticare in qualunque

modo la vacuità. Perciò senza avere dubbio se essa sia parte del sentiero del Buddha oppure no, dovremmo meditare su di essa.

Obiezione: ma io non voglio meditare sulla vacuità, perché questa mi terrorizza.

Risposta : si dovrebbe essere spaventati da quel che effettivamente produce sofferenza, ossia il pensiero che vi sia una esistenza intrinseca , ma perché avere timore della meditazione sulla vacuità, se essa elimina tutte le sofferenze?

II come meditare su assenza di “se” intrinseco delle persone e dei fenomeni

A la mancanza di un “se” intrinseco nella persona.

1 confutare in modo generale il “se ” intrinseco della persona

56 se esistesse un Sé od un Io realmente in modo intrinseco sarebbe giusto provare timore di ogni cosa, ma dal momento che non esiste un simile se, chi mai ci spaventa? 57 i denti, i capelli e le unghie non sono il sé , né le ossa né il sangue lo sono, il sé non è né il pus, ne il muco né la linfa, 58 non è né il sudore o il grasso, neanche i polmoni ed il fegato lo sono, e nemmeno sono il sé tutti gli altri organi interni. Il sé non è né escrementi ne urina. 59 la pelle e la carne , il calore e i venti di energia, niente di tutto ciò è il sé, e neanche le cavità del corpo e in nessun istante lo saranno mai i sei tipi di conoscenza. Il motivo è che tutte le sei categorie psicofisiche sono impermanenti, costituite da parti e non sono indipendenti

5.

confutare concetto del “se” secondo la scuola non buddhista Samkhya

Madhyamika: 60 nel caso in cui la coscienza percepente il suono, fosse un sé permanente, dovrebbe esistere una coscienza uditiva in ogni momento, anche in assenza di suono. Ma dato che tale coscienza dipende dal suono, in assenza di esso come oggetto di coscienza, per quale ragione tramite quale mezzo di conoscenza si potrebbe definire tale coscienza percepente il suono?

61 nel caso esistesse tale coscienza anche in assenza di suono, ne conseguirebbe per assurdo che anche un pezzo di legno può divenire coscienza uditiva. Perciò senza oggetto di coscienza vicino al percettore possiamo affermare che non esiste alcuna coscienza che lo possa percepire.

Samkhya : quando è assente il suono non necessariamente vi è assenza di percezione di esso, poiché successivamente, quando il suono non c’è 62 la coscienza uditiva che vi era diviene coscienza visiva e cosi via. Queste coscienze sono una cosa sola.

Madhyamika Allora nell’istante in cui è presente quella visiva, perché non viene udito alcun suono?

Samkhya : non viene udito poiché non vi è suono nelle vicinanze.

Madhyamika : questo è il motivo per cui tale percezione cosciente non può esistere. 63 In che modo potrebbe qualcosa, la cuoi natura è percepire suoni, percepire pure le forme visive? Non potrebbe farlo, dato che una caratteristica esclude l’altra.

Samkhya : le loro caratteristiche sono reciprocamente esclusive, ma relativamente ai due oggetti che si manifestano in momenti diversi, non vi è contraddizione ad asserire che una sola coscienza li percepisce. Questa è simile a colui che in relazione al proprio figlio ed al proprio padre, è padre e figlio allo stesso tempo.

Madhyamika : nella vostra tradizione non è valida tale affermazione, perché 64 in tale caso pure la materia esistente in modo intrinseco, da voi chiamata materia primordiale, che voi considerate come stato non apparente e bilanciato di purezza, motilità e oscurità, non potrebbe essere ne padre ne figlio, dato che essa ha esistenza intrinseca ed indipendente.

La percezione delle forme visive non esiste come percepente il suono, poiché se fosse dotata di tale natura, dovrebbe senza dubbio essere apparente, mentre essa non è percepita mai da un percettore valido in questo modo.

Samkhya : Per esempio, 65 come un attore ha molti ruoli differenti, la precedente percezione del suono viene poi percepita in altro modo, come una percezione di una forma visiva.

Madhyamika : In questo caso la coscienza non potrebbe essere permanente, in quanto si trasformerebbe continuamente in qualcos’altro.

Samkhya : nonostante la coscienza si manifesti in vari modi, la sua natura rimane la stessa di prima ed è permanente.

Madhyamika : ma tale unicità di natura è un genere di unicità che non avete mai asserito prima.

Samkhya : la coscienza si manifesta in vari modi, 66 e nonostante non siano reali, la loro natura è singola e reale.

Madhyamika : in tal caso, per favore, diteci quale è questa natura singola e reale.

Samkhya : E’ quella dell’ essere coscienti semplicemente che essa è una e reale.

Madhyamika : Allora ne conseguirebbe che tutte le menti di tutti i diversi individui sarebbero una singola unità, poiché esse sono simili per il fatto di esser percettori consci.

E poi,67 pure il “sé” che ha intenzioni e la sostanza primordiale che invece non le ha, diverrebbero una sola entità, poiché sono simili nell’essere entità che possono essere apprese. Quando coscienze particolari, percezioni uditive ecc. ecc. sono erronee e non vere,come possono aver aspetto veritiero comune, cioè una base simile, quella di essere coscienze? Quindi questo non è valido, poiché non vi è logica nel ritenere qualcosa veritiero, se le sue parti sono false.

2.

Confutare il “sé” come esposto dalla scuola Naiyayika

Madhyamika :68 ma un fenomeno non mentale non può essere il “sé” che può sperimentare gli oggetti, poiché privo della qualità mentale, proprio come un vaso.

Naiyayika : nonostante il “sé” non sia nella natura della mente, questo è in grado di sperimentare gli oggetti, dato che è in possesso di mente separata.

Madhyamika : quel che dite non è logico, poiché quando un “se” , che per sua natura non è conscio degli oggetti, arriva ad essere consapevole dei medesimi perché viene in possesso di una mente, ne verrebbe per assurdo, che divenedno un “sé” conscio quel “sé”non conscio cesserebbe di esistere, e dal quel momento non sarebbe più permanente come invece viene da voi asserito. 69 Pure se il Sé fosse privo di mutamenti oppure immutabile, come potrebbe dunque quel Sé non conscio degli oggetti, divenirne consapevole , grazie all’essere dotato di mente? Tutto questo non è possibile. Perciò se voi ritenete il Sé come una cosa che non è in grado di conoscere gli oggetti in quanto è materia, e non in grado di produrre effetti in quanto permanente, pure lo spazio allora è un Sé.

2.

confutare le argomentazioni che riguardano la mancanza di un Sé intrinseco .

non buddisti : 70 se il Sé non fosse permanente, non potrebbe esserci relazione fra effetto e causa, non potrebbe esservi l’agente dell’azione, nel momento in cui riceve i frutti della stessa. Ciò perché l’ agente, il creatore dell’azione,dovrebbe cessare nel momento che questa finisce, e non potrebbe esistere nel momento che ne riceve i frutti. Perciò , chi riceverebbe i frutti di tale azione?

Madhyamika : la base per le azioni causali , gli aggregati mondani, e la base per il frutto che essa nutre, gli aggregati per la vita futura,sono due stati distinti di uno stesso essere vivente. Entrambi, noi e voi, riteniamo validi questi due stati dell’essere, ma voi li considerate un Sé permanente, mente noi un Sé senza esistenza intrinseca, poiché un tale Sé permanente non può compiere l’azione e coglierne il frutto. Perciò non ha senso dibettere su questo punto.

Obiezione non buddisti : cosa dire allora delle azioni i cui frutti vengono colti in questa stessa vita? Esse non hanno differenti aggregati che compiono l’azione causale da quelli che ne godono i frutti.

Madhyamika . 72 però è impossibile che gli aggregati di qualcuno compiano un azione causale ed allo stesso tempo ne abbiano esperienza del risultato, proprio come padre e figlio non possono essere nati nello stesso istante.

Obiezione non buddisti : però in una scrittura voi affermate :” come potrà un altro sperimentare i risultati delle azioni che noi commettiamo? O monaci, le azioni che voi commettete ed accumulate non matureranno su cose esterne come la terra, ma sui vostri aggregati futuri.”

Perciò la vostra asserzione è in contraddizione con questo scritto, in cui si evidenzia che il creatore dell’azione dovrà sperimentare in prima persona i frutti di essa.

Madhyamika : ma la nostra asserzione va interpretata nel seguente modo : mentre il Vittorioso si riferiva alla continuità stessa dell’individuo, insegnò che colui che compie l’azione ne fruisce il risultato, allo scopo di evitare che si negasse la legge del karma, cioè la legge di causa ed effetto. Ma se esiste un continuum non esiste però un Se permanente.

Non buddhisti : perché non esiste un Sé permanente?

Madhyamika : 73 né la mente del passato né quella del futuro sono il Sé poiché esse no esistono,una ha cessato di esistere e una non ha ancora avuto esistenza.

Non buddhisti : ma la mente attuale, di questo momento, che è manifesta ma non ancora cessata, non è questa forse il Sé?

Madhyamika : se fosse così, allora nell’istante successivo, quando è cessata, non dovrebbe più esistere questo Sé. Con questa asserzione si nega che tutti i cinque aggregati siano Sé: 74 come l’albero di banano a cui viene segato il tronco in più parti non ha nessuna essenza, allo stesso modo se cerchiamo un Sé fra gli aggregati con ragionamenti analitici non lo troviamo.

Non buddhisti: 75 se gli esseri senzienti non sono realmente esistenti, che motivo vi è di provare compassione?

Madhyamika nonostante gli esseri senzienti non esistano inerentemente, esistono in modo convenzionale, perciò si deve avere compassione verso coloro che definiamo esseri senzienti dalla nostra mente confusa, che ha promesso di seguire la via del bodhisattva, per guidarli verso la liberazione della sofferenza.

Non buddhisti:76 se gli esseri senzienti non esistono chi riceverà i frutti della compassione?

Madhyamika : nonostante ciò, che a livello assoluto esseri, compassione e frutti non esistano, a livello convenzionale si, poiché siamo dotati di una mente che conosce la verità convenzionale, produciamo compassione convenzionale, che crea frutti convenzionali, nei confronti di esseri che esistono convenzionalmente, in questo mondo illusorio.

Non buddhisti dato che la compassione è uno stato soggettivo al quale i fenomeni appaiono falsi, ed è pure una mente confusa circa la realtà ultima dei fenomeni, allora pure essa può essere negata, come la confusione nei riguardi del Sé.

Madhyamika : per eliminare la sofferenza non possiamo ne dobbiamo negare la compassione, perciò neanche il riconoscimento dei suoi risultati, benchè simili ad un illusione. 77

Ciò che va rifiutato è la confusione sulla natura definitiva del Sé, poiché essa accresce i difetti mentali come orgoglio ecc, che sono causa di sofferenza.

Non buddhisti: ma non vi sono metodi per eliminare tale confusione?

Madhyamika : si, vi sono, poiché il maggiore antidoto per eliminare tale confusione è la meditazione sulla inesistenza di un Sé intrinseco e reale.

B l’assenza di un se intrinseco ai fenomeni.

1 Applicazione della consapevolezza sul corpo:

78 il corpo non è ne piedi ne polpacci, né cosce né vita, né petto né spalle, né addome né schiena 79 costole, mani, ascelle, nuca, collo non sono corpo; né gli organi interni o la testa. Perciò in che modo, di grazia, potrebbe essere trovato in queste parti un corpo esistente inerentemente?

80 se il corpo fosse presente in ogni sua parte, ed in tutte le direzioni, si potrebbe affermare che le parti del corpo sono presenti nelle parti dei suoi arti, ma allora dove si trova questo corpo inerentemente esistente e privo di parti? Esso dovrebbe esistere senza dipendere da esse e senza relazione con esse. 81 Se tale corpo esistente inerentemente , fosse presente in modo distinto in ogni sua singola parte, come la mano, allora ci sarebbero molti corpi, tanti quanti le parti di esso.82 Se un corpo esistente inerentemente non è presente né fuori né dentro se stesso, come le sue varie parti potrebbero possederlo? E dato che non è qualcosa diverso dalle mani e dalle altre parti, come separate da esso potrebbe vivere tale corpo,senza esserne in relazione?

Perciò 83 non c’è alcun corpo esistente inerentemente nelle sue parti, ma a causa delle percezione errata delle sue parti, si crea una mente che erroneamente lo percepisce reale. Ma non esiste inerentemente nel modo percepito da tale mente, che è simile a quella che da lontano scambia un mucchio di sassi per un uomo se disposte in forma simile ad esso.

84 come i sassi sembrano un uomo, sino a quando le condizioni causali saranno combinate a presenti a farlo sembrare un uomo visto da lontano, così le parti del corpo appariranno come un corpo esistente inerentemente fino a che saranno presenti le condizioni causali errate per tale concetto.

85 come fra le sue parti il corpo non esiste inerentemente, così vale per le mani, poiché sono un insieme di dita, ed anche queste non esistono inerentemente essendo un insieme di falangi, composte da altre parti e cosi via.

86.

allo stesso modo pure queste parti suddivise in particelle atomiche sono prive di esistenza inerente dato che sono molteplici pure esse e pure nelle particelle direzionali è lo stesso. E quindi le particelle atomiche sono vuote come lo spazio , cioè prive di esistenza inerente, e così anche se il corpo appare esistente realmente non è così. 87. Perciò , avendo cosi realizzato, chi avrà attaccamento per esso che è simile ad un miraggio? E dato che non esiste inerentemente, perché fare distinzione fra corpo maschile e femminile? Entrambi non esistono inerentemente !

2.

applicazione di consapevolezza sulle sensazioni.

Madhyamika : nel caso che le sensazioni di sofferenza esutsano in modo intrinseco, non finirebbero mai. Se fosse il tale modo sofferenza e gioia non potrebbero neutralizzarsi vicendevolmente. E quelle di gioia mai nascere. Ma non è così , quindi il concetto di esistenza inerente di sensazioni va rimosso. Poi se la gioia fosse esistente inerentemente, chi è malato e soffre non potrebbe data la sua sofferenza provare gioia per cibi deliziosi e cose simili. La gioia che si sente nel mutamento non si proverebbe. Perciò il concetto di felicita esistente inerentemente va rimosso.

Altre scuole: ma la sofferenza esiste reamente, ma, 89 come nasce un intenso senso di piacere, non si prova sofferenza poiché nascosta dal piacere.

Madhyamika : ma se priva di quel che definisce la sensazione, cioè l’ esperienza di essa, come può ciò che non ha natura di esperienza divenire sensazione?

Altre scuole. È sensazione poiché 90 v’è una esperienza di dolore molto sottile. Certamente l’aspetto grossolano viene eliminato da un intenso piacere. La natura del dolore sottile è una leggera sensazione di piacere, distinta da un sensazione di piacere più intensa.

Madhyamika : questa sottile esperienza non può essere fonte di dolore, poiché dite che è di piacere, e nulla può essere allo stesso tempo di dolore e di piacere. 91 se nella mente di qualcuno nasce il dolore perché è presente l’opposto di esso, allora è errato pensare come sensazione quello che non si sta sperimentando.92 perciò come antidoto a questo si deve sviluppare la meditazione analitica sulla vacuità di esistenza inerente di tutti i fenomeni. Tale analisi ed il suo assorbimento mentale è l'”alimento” che sostiene gli yoghin nella comprensione della realtà effettiva dei fenomeni.

Confutazione del contatto che causa sensazione

Madhyamika :93 se vi fosse spazio fra i poteri sensoriali, come fra occhio e i suoi oggetti, le forme visive, come potrebbero entrare in contatto? Sarebbero come un monte ad occidente e l’altro ad oriente. Ma se non vi fosse alcuno spazio, e quindi formassero un unità, chi entrerebbe in contatto con chi ? non vi sarebbe colui che entra in contatto né chi lo subisce. E poi 94 le particelle atomiche senza parti sensoriali e le particelle senza parti degli oggetti non potrebbero entrare fra loro in contatto, in nessun lato poiché non potrebbero fondersi fra loro. Poiché queste particelle non hanno spazio al loro interno, e sono quindi uguali per dimensioni. Ma se esse si incontrano dovrebbero unirsi fra loro, altrimenti non ci sarebbe mescolanza fra le due, e senza questa non vi sarebbe possibilità di contatto fra tutti i loro lati. 95 ma come sarebbe logico,per quelli che affermano un esistenza di particella atomica senza parti, affermare che essa si incontra con altre prive di parti? Se fosse vero, la particella avrebbe una parte che entra in contatto ed una che non entra, e quindi la particella non è più priva di parti! Se riuscirete a vedere una particella priva di parti in grado di entrare in contatto con uun’altra per favore mostratela anche a noi. Ne deriva che 96 non è logico che entri in contatto con la coscienza, poiché questa non è composta da materia, cioè qualcosa di materiale non può entrare in contatto con ciò che è privo di materia.

Altre scuole : nonostante non vi sia incontro fisico, esiste in tale caso l’aggregazione fra potere sensoriale, oggetto e coscienza , che dà l’effetto della cognizione o della percezione.

Madhyamika : Non è valido ciò, perché ne abbiamo dibattuto in precedenza, non è possibile trovare una aggregazione esistete inerentemente.

97 perciò se il contatto, dato dalla sensazione, non esiste inerentemente, da dove nascono le sensazioni inerentemente esistenti, cioè l’effetto? Dunque perché affannarsi per avere sensazioni piacevoli? Allo stesso modo ,quale mente potrà mai esser danneggiata , e da quale sofferenza? Sia il piacere ottenuto sia il dolore non esistono inerentemente.98 E dato che non esiste un Sé inerente della persona che ha esperienza delle sensazioni neppure queste esistono inerentemente. Avendo compreso tutto questo, perché non eliminare la brama di ottenere piacere e di separarmi dal dolore?

Visto che gli oggetti dei sensi 99 che vedo, tocco ecc ecc. ,mi appaiono senza esistenza inerente,la loro natura è come un miraggio, perciò pure la sensazione di essi è priva di esistenza inerente. Se le sensazioni soggettive fossero esistenti inerentemente ,la mente che le sperimenta non potrebbe essere, dato che nasce contemporaneamente ad esse, poiché nascendo allo stesso tempo, non vi sarebbe causa -effetto fra loro e la mente.

100 in modo simile ,le sensazioni precedenti e successive possono essere ricordate o desiderate, ma non possono effettivamente, poiché o debbono ancora nascere o sono già passate. Quindi non essendoci ne soggetto ne oggetto,da sole loro non si sperimentano. Se la mente del passato, del presente e del futuro non può sperimentarle, allora niente è in grado di farlo 101. Perciò non esiste soggetto esistente inerentemente che può sperimentare sensazioni, e parimenti ne sensazioni inerentemente esistenti. Per cui : come questo insieme di aggregati senza un Sé , può ricevere benefici da sensazioni piacevoli, e subire danno da quelle dolorose? Non può, dato che piacere e dolore non esistono inerentemente.

2.

l’attenzione della consapevolezza sulla mente.

102 una conoscenza inerentemente esistente non è nei poteri sensoriali, come la vista e cosi via. E neanche negli oggetti, come le forme visive e cosi via. E neanche fra i due. E poi, non esistendo una mente inerentemente esistente nel corpo, ne fuori da esso, non vi è neanche altrove.

103 tale coscienza mentale non è ne corpo né qualcosa di altro, la mente nella sua più piccola parte è esistente inerentemente. Perciò tutti gli esseri senzienti , da tempo infinito, dimorano nel nirvana, quindi le loro menti sono senza esistenza inerente da sempre.

Domanda : nonostante la coscienza mentale possa esistere così, le cinque coscienze sensoriali, non percepiscono ugualmente i loro cinque oggetti?

Risposta : bene: analizziamo se esse esistono prima, dopo o simultaneamente ai loro oggetti. 104 se affermiamo che le cinque coscienze esistono prima degli oggetti che percepiscono, in questo caso, in relazione di quali potrebbero manifestarsi? In tale momento non vi sarebbe alcun oggetto, poiché non ancora prodotto. Se la coscienza e gli oggetti di cui essa è cosciente, nascessero simultaneamente, in relazione a quale oggetto essa potrebbe sorgere? In tale caso, dovrebbe esserci prima di manifestarsi, e pure il suo oggetto, quindi una volta manifestata, non vi sarebbe necessità che essa nascesse prodotta dall’oggetto.

105 .E se si manifesta dopo l’oggetto di cui diviene cosciente, quale oggetto potrebbe produrla? Allora poiché nel momento che la coscienza si manifesta l’oggetto deve essere già svanito, ne deriverebbe che la coscienza non ha nessun oggetto.

2.

attenzione sulla consapevolezza diretta sui fenomeni

in tale modo si comprenderà, attraverso questi ragionamenti, che tutti i fenomeni non nascono in modo intrinseco.

2.

respingere affermazioni errate sulle Due Verità.

Altre scuole: se fosse come dite, non esisterebbe alcun fenomeno, e pure le verità convenzionali che nascono e cessano, ed allora come potete presentare due verità nella scuola Madhyamika? E poi, se tutti i fenomeni non fossero generati e distrutti realmente, e le verità convenzionali stabilite come semplicemente nascenti e cessanti dal dargli un nome, come potrebbero gli esseri andare oltre la sofferenza? Non potrebbero farlo, perché pure se uno entrasse dentro il nirvana irreversibile, questo potrebbe divenire una verità convenzionale e mutevole, poiché altri lo definiscono come entità che nasce e che cessa .

Prasangika in verità è irreversibile, ma per il fatto che non si comprende esso si può erroneamente concepire come una cosa che nasca e poi cessi. Ma, solo perché stabilito come verità convenzionale a questa condizione falsa, questo non implica che cessi di esistere come stato irreversibile.

Questa falsa concezione non può portare il nirvana a non esistere, poiché un’altra persona non può fare di una verità convenzionale qualcosa di altro dalla sua convenzionalità.

107quella convenzionalità è una concezione errata nella mente di qualcuno che non è giunto allo stato oltre la sofferenza, non si tratta della mente convenzionale di chi è andato oltre ad esso. Poi, quando il nirvana è stato ottenuto, se quella concezione fosse accreditata come esistente,in nirvana sarebbe una verità convenzionale reversibile. Ma dato che tale concezione distorta non esiste in chi ha ottenuto il nirvana, esso non esiste come verità convenzionale reversibile.

108 obiezione : dato che la mente la quale analizza e l’oggetto analizzato sono reciprocamente dipendenti, se non si stabilisce l’oggetto non esiste neanche la mente, per cui la vostra analisi sulla non reale esistenza non sarebbe valida.

Risposta : ma in realtà dato che l’ oggetto non esiste inerentemente la mente che lo analizza non esiste inerentemente. Ma ciò non vuol dire che l’analisi non sia valida, poiché tutte le menti analitiche vengono definite coscienze convenzionali, e si afferma dipendano da ragionamenti accettati nel mondo. 109 fosse necessario analizzare quella prima mente analitica con un’altra mente analitica esistente inerentemente, allora pure questa seconda mente analitica dovrebbe essere a sua volta analizzata da una terza mente analitica. Perciò ,dato che tale processo mai avrebbe fine, non si potrebbe accertare l’oggetto dell’analisi.

Quando l’oggetto dell’analisi è stato perfettamente analizzato, e si stabilisce che è vuoto, quindi è assente di esistenza inerente, pure la mente analitica realizza che non possiede alcun oggetto esistente inerentemente come propria base o referente. Perciò , visto che si è compreso che non esiste alcun oggetto esistente inerentemente, pure senza analisi si comprenderà che non esiste nessuna mente esistente inerentemente che da esso possa sorgere. Tale stato di pace, in cui non sorgono oggetti o coscienze ,viene definito nirvana, lo stato al di là del dolore.

III negare il pensiero che deve essere abbandonato: l’esistenza inerente.

A confutazione su esistenza inerente di soggetto ed oggetto

111 Per i Realisti, sia l’oggetto che la coscienza che lo percepisce sono realmente esistenti. Tale posizione è difficile da sostenere, dato che non esistono prove per essa, e può essere facilmente confutata.

Realisti : la vera esistenza dell’oggetto viene accertata tramite la vera esistenza dei poteri sensoriali delle coscienze .

Madhyamika :cosa si può stabilire come esistente inerentemente da una coscienza esistente inerentemente?

Realisti : d’altra parte noi possiamo affermare : la coscienza viene accertata esistente inerentemente grazie all’oggetto di cui essa è conscia.

Madhyamika: cosa si può stabilire come esistente inerentemente ciò che è dipendente dall’oggetto di conoscenza? Se essi esistessero , sia oggetto che soggetto, in modo intrinseco, dipendeno ognuno dall’altro, allora, quando il primo non viene accertato non lo è neanche il secondo. Entrambi sarebbero dunque non esistenti . ad esempio, 113 se qualcuno non ha un figlio, tale persona non può esser padre, ed anche se nessuno né è padre, da dove può venire un figlio? In questo modo dato che senza figlio non può esservi padre, e senza padre non può esservi figlio, in entrambi i casi nessuno dei due esisterà. Allo stesso modo, coscienza ed oggetto non esisteranno indipendentemente fra loro.

Realisti : in questo non vi è contraddizione, tramite relazione di dipendenza noi possiamo dimostrare le cose come esistenti realmente. Per esempio, un germoglio prodotto da un seme,da esso possiamo dedurre la vera esistenza del seme, da tale germoglio, pure se esso dipende dal seme. Allo stesso modo perché non potremmo comprendere che esiste un oggetto della coscienza veramente esistente, dal momento che essa sorge da quello?

Madhyamika: 115 Non è la stessa cosa, l’ esistenza del seme può esser compresa vedendo che il germoglio che si genera da esso, tramite una coscienza che è distinta dal germoglio e che comprende che il germoglio ha come sua causa il seme.

Ma quale mente potrebbe avere la cognizione di un esistenza intrinseca esistente, che secondo voi, apprende l’oggetto della conoscenza intrinsecamente esistente? È impossibile apprendere tale coscienza poiché tale entità intinsecamente esistente non esiste!

B stabilire la vacuità di esistenza intrinseca dal punto di vista della causa.

1 confutare la produzione indipendente da causa.

Charvaka: le cose sorgono o si producono senza causa: infatti nelle nostre scritture si afferma: ” il sole sorge e l’acqua scorre verso il mare, i piselli sono rotondi, i colori delle piume di un pavone, ecc ecc, tutti tali fenomeni nascoono per proria natura, senza essere creati da alcuno”

Madhyamika : tale asserzione non è valida, poiché 116 a volte la produzione di un effetto dall’insieme di tutte le relative cause, può esser percepita anche dalle persone ordinarie, e poi tramite inferenza si può capire che i vari effetti, come i vari fiori di loto, dipendono da varie cause.

Charvaka tale varietà di cause da che è prodotta?

Madhyamika : tutte queste da varie cause precedenti.

Charvaka : per quale ragione una particolare causa produce un particolare effetto?

Madhyamika. Perché questo proviene dal potere della causa precedente ad esso.

2 confutare produzione nata da causa permanente.

Naiyayika : Ishavara è la divinità, è puro e degno di venerazione, è permanente ,è singolo, senza parti, è il creatore di tutte le cose.

Madhyamika : se voi affermate che Ishvara sia la causa di tutti gli esseri migratori, allora per favore, chi o cosa è esattamente egli?

Naiyayika : Egli è i grandi elementi , terra , acqua ,fuoco, aria e spazio.

Madhyamika: effettivamente , tali elementi sono causa di ciò che da essi sorgerà in seguito, ma perché vi preoccupate del semplice nome di Ishvara, che voi date ad essi? Questo non è degno di dibattito. In ogni caso,tramite questa affermazione, voi contraddite lavostra definizione di Egli, perché 119 dato che terra e altri elementi sono molteplici, impermanenti, privi di mente mutevole e non divini, entità impure che vengono calpestate , questi non possono essere Ishvara. 120 e neanche lo spazio essendo inattivo può esserlo, e neppure il Sé, dato che tale punto è stato già confutato.

Naiyayika: egli è un creatore al di là di ogni comprensione.

Madhyamika se Egli è un entità incomprensibile per noi, dove è lo scopo di descriverlo? Poi, piu precisamente, 121 quali effetti può produrre Egli?

Naiyayika : Egli crea il “se” , le particelle atomiche dell’elemento terra ecc ecc. come pure la continuità successiva di Egli stesso.

Madhyamika : ma voi non credete che tutto ciò abbia natura permanente? se è cosi questo è contraddittorio, ciò che è permanente non si può produrre. La coscienza non è creata da Egli, gli stati mentali di essa dipendono dai diversi oggetti della conoscenza, e la sua natura cognitiva nasce da 122 una ininterrotta serie di precedenti momenti di conoscenza. Felicità e sofferenza sono prodotte rispettivamente da azioni positive e negative. Perciò, per favore, dite quali effetti produce Ishvara. Se per voi la causa , Ishvara, il permanente creatore di effetti, è senza inizio, come possono avere inizio la felicità e la sofferenza ecc? allo stesso modo, dato che Egli non ha fine, 123 allora perché felicità e sofferenza non sono sempre presenti e senza fine? Secondo la vostra visione dovrebbe essere così, ma così non è.

Naiyayika : non è indispensabile che Ishvara produca sempre effetti, poiché nonostante sia permanente, per produrre gli effetti egli dipende dalle condizioni.

Madhyamika : in questo caso, ne consegue che Egli non può dipendere da altro, perché secodno la vostra dottrina non esistono fenomeni oltre a quelli che Egli ha creato. Quindi da che dipende la sua produzione di effetti? 124 se dipende da un insieme di condizioni,si avrebbe che egli è effetto delle stesse, e non lui la causa. Ciò poiché dato che cause e codnizioni sono già riunite, Egli non avrebbe allora potere di produrre gli effetti, e se essi non ci sono, il potere di produrne nessuno.125 se i risultati fossero prodotti senza la volontà di Ishvara, ne deriva che questi dipendono dal potere di qualcosa differente da Egli. Ed anche se tali fossero in accordo con i suoi desideri, la loro produzione dipenderebbe dai suoi desideri. E se la sua produzione è dipendente, Egli è sotto l’influenza dei desideri, che sono impermanentio, perciò cosa diverrebbe il vostro permanenente Ishvara?

Poi 126 alcuni ( Vaisheshika) sostengono che il mondo inanimato e tutte le creature senzienti siano creati da particelle atomiche permanenti, tale affermazione è inaccettabile perché abbiamo già confutato in precedenza lì esistenza di tali particelle permanenti.

I Samkhya affermano che tutti gli oggetti di conoscenza si possono raggruppare nel Sé consci e nella materia primordiale, con le sue manifestazioni. Fra questi due il Sé non è né causa né effetto, e la sostanza primordiale è considerata causa del mondo,dotata di permanenza, priva di parti, materiale invisibile e creatrice. 127 loro la definiscono equilibrio fra tre qualità, : felicità, sofferenza e equanimità, denominate nella loro dottrina : purezza, attività ed oscurità.

Essi sostengono che gli stati di assenza di equilibrio fra queste costituiscono il mondo, vale a dire tutti gli stati che si manifestano dallo squilibrio della sostanza primordiale.

Madhyamika 128. Tale sostanza non può esistere, perché qualche cosa privo di parti, una entità inscindibile, non può essere con una triplice natura. Allo stesso modo le qualità non possono essere realmente come tre, poiché ognuna ha tre aspetti : questo perche voi ritenete che ogni fenomeno esistente possiede la natura di queste tre qualità. E poi 129 se esse ,vale a dire la causa,non esistono realmente, l’esistenza di fenomeni che da esse sorgono, ad esempio il suono che da esse si manifesta come effetto, non ci sarebbe.

Non è possibile che abiti e gli oggetti tattili, abbiano la stessa natura del piacere ecc. poiché non sono di natura mentale. I Samkhya li credono manifestazioni di sostanza materiale.

Samkhya : gli abiti posseggono la natura del piacere perché sono veramente della natura della causa, vale a dire le qualità di piacere, dolore ed equanimità che li manifestano.

Madhyamika: ma oggetti come gli abiti come possono essere simili (essendo composti di parti) al corpo?non abbiamo forse già confutato l’esistenza intrinseca del corpo? E poi secondo la vostra tradizione, la causa dei vestiti ecc è posta nelle tre qualità, e questo come può essere? I tessuti non nascono dal piacere. Invece, come si vede pure a livello convenzionale, è l’indossarli che dà piacere. 131 . E poi analizzando bene il tessuto di lana,la causa, è privo di esistenza intrinseca, ed anche la felicità, il suo effetto, allo stesso modo.

Il piacere ed altre sensazioni non possono mai essere permanenti,perché fenomeni temporanei. 132 se il piacere fosse sempre presente, perché non lo sperimentiamo anche quando sorge il dolore?

Samkhya : quando nasce il dolore non si sente piacere perché questo è estremamente sottile.

Madhyamika come fa qualche cosa di permanente essere a volte grossolano ed a volte sottile? 133 se esso diviene sottile quando cessa di essere grossolano , la sensazione dovrebbe essere impermanente, allora perché per gli stessi motivi non accettate che anche tutti i fenomeni sono impermanenti?

Samkhya nonostante gli stati temporanei sottili o grossolani, la natura del piacere è permanente.

Madhyamika 134 dato che questi stati non sono altro che il piacere stesso, e dato che sono impermanenti allora pure il piacere è impermanente . Voi dite che una cosa non può esser prodotta dal niente, poiché non esiste nel nulla. Cosi come l’olio non si ricava dalla sabbia. Perciò 135 nonostante non accettiate la produzione dei fenomeni, che precedentemente non erano esistenti, sostenete però che tali devono esser presenti al momento della loro causa, perché pure se precedentemente non sono manifesti, successivamente sorgono come effetto in una forma manifesta. Ma se l’effetto è presente nella causa, mangiare del cibo equivale a mangiare escrementi, e poi dovreste acquistare per abiti semi di cotone invece di tessuto.

Samkhya nonostante le cose esistano così, le persone confuse del mondo non indossano semi perche non percepiscono i vestiti in essi.

Madhyamika anche Kapila , il vostro fondatore, da voi considerato “Conoscitore di verità” ha indossato abiti e non semi, perciò tutto valeva anche per lui, inoltre, dato che per voi il “conoscitore di verità”, l’effetto, dovrebbe esistere in una persona ordinaria, la causa , perché le persone ordinarie non vedono abiti nei semi?

Samkhya : in realtà , un conoscitore della verità esiste nella sua causa, la persona ordinaria, ma in quel momento gli stati della persona sono privi di validità, perciò non possono vedere i vestiti nei semi.

Madhyamika. Allora pure gli effetti, come il Conoscitore di verità, il cibo e i tessuti ecc ecc, che essi percepiscono chiaramente sono privi di validità, perché pure essi oggetti di menti erronee.

Samkhya : se ,in accordo alla vostra tradizione, persino le cognizione valide non sono valide, essendo dunque erronee, non sarebbe erronea la vacuità che esse comprendono? Deve esserlo. Perciò, la meditazione sulla vacuità, cioè la verità assoluta, è scorretta.

Madhyamika 139 senza identificare la vera esistenza che la mente percepisce erroneamente, non si può percepire la sua vacuità. Come non si può prendere in considerazione la morte del figlio di una donna sterile. Dato che la non vera esistenza è in relazione alla vera esistenza , pure la non vera esistenza, che è negazione della falsa esistenza è chiaramente falsa, vale a dire non ha un esistenza indipendente. Ma è del tutto valido meditare sulla vacuità, perché questo è l’antidoto per eliminare il concetto di esistenza intrinseca. Ad esempio 140 quando in sogno muore un figlio , il pensiero di colui che sogna riguardo la non esistenza del figlio,causa la cessazione del pensiero della sua esistenza. Ma sebbene sia falso il pensiero della sua non esistenza,esso ha tutavia il potere di eliminare il pensiero della sua esistenza.

3 sommario:

perciò quando tramite questi ragionamenti si svolge questa analisi, si accerterà che nessun fenomeno impermanente esiste senza cause, e che da tempo senza inizio nessuna singola causa e condizione od insieme di esse sono mai esistite 142 dato che i fenomeni veramente esistenti non si manifestano da qualche luogo da altro, all’inizio essi non sono prodotti, nel mezzo non dimorano, ed alla fine cessando non vanno da nessuna parte. Quindi tutto ciò che mediante analisi non è stabilito come reale, sebbene percepito così da menti confuse,in che modo è diverso dai miraggi? Essi appaiono reali ma tali non sono.

2.

stabilire che i fenomeni convenzionali nascono da cause

143.

ogni cavallo o elefante creato da un mago, qualsiasi forma visiva e cosi via, nata da condizioni e cause, va analizzato per comprendere: all’inizio da dove ha avuto origine, nel mezzo dove dimora, e alla fine dove avrà termine. Tramite analisi essi si riveleranno simili nell’essere privi di vero andare e venire. 144 un effetto sarà percepito a causa del suo essere connesso ad una causa, ma senza di essa non sarà percepito. Dato che è un prodotto di cause e condizioni, esso è simile al riflesso di uno specchio, perciò come può avere esistenza intrinseca indipendente?

C stabilire la vacuità dell’intrinseca esistenza dal punto di vista dell’effetto.

145.

una cosa esistente in modo intrinseco, che motivo avrebbe mai di una causa? Se essa esistesse intrinsecamente, di per se stessa, dovrebbe già esistere. Se essa non fosse esistente, che necessità avrebbe di una causa? Se non esistesse, non sarebbe effetto di alcunchè.

Non buddisti : nonostante una causa non possa generare una non cosa, può però trasformare una non cosa in una cosa.

Madhyamika : tutto ciò è privo di logica! 146 pure per mezzo di miliardi di cause una non cosa non potrà essere trasformata in qualcosa d’altro, poiché permanente .Se potesse cambiare , dovrebbe farlo o mantenere il suo stato di non cosa, oppure abbandonandolo. Nel primo caso,come può divenire cosa, se il suo stato temporaneo, è rimasto non separato dall’ essere non cosa?

Nel secondo caso, quale è quella cosa in grado di separare prima se stessa dallo stato di non cosa, e poi trasformarsi in cosa? Questo è impossibile. 147 .E poi, non abbandonando lo stato di non cosa sarà impossibile che esista allo stesso tempo mentre è una non cosa. Quindi , quando mai potrebbe esistere una cosa? Si dovrebbe fare un ulteriore considerazione,nel caso di una non cosa che diviene cosa , avendo prima abbandonato lo stato di non cosa. Senza divenire effettivamente una cosa, una non cosa non può essere separata dallo stato di non cosa. 148 e se non si separa da questo stato, è impossibile che si produca lo stato di cosa esistente. Allo stesso modo una cosa esistente intrinsecamente, non può trasformarsi in una non cosa, perché ne verrebbe, per assurdo, che una entità dotata di una natura ne avrebbe una duplice, divenendo quindi una cosa ed una non cosa allo stesso tempo.

149 in tale modo non può esistere alcuna cessazione o produzione di cose esistenti inerentemente. Perciò tutti gli esseri non sperimentano mai una nascita esistente inerentemente , né una cessazione esistente inerentemente. Essi fin dall’inizio sono pacificati,senza esistenza intrinseca, e per natura oltre ogni dolore, cioè in uno stato privo di esistenza intrinseca. 150 nonostante gli esseri senzienti appaiono, essi non esistono in maniera intrinseca, proprio come un sogno. E dato che quando analizzati perfettamente, si rivelano privi di qualsiasi essenza, sono simili al tronco di un banano. Perciò nel loro essere privi di esistenza inerente non vi è differenza fra lo stato di dolore , lesistenza ciclica, e quello al di là del dolore, il nirvana.

IV risultati della saggezza

151.

Perciò, se le cose sono senza esistenza inerente, cosa c’è di guadagno e cosa da perdere in esse? Chi è colui che mi rispetta, o che abusa di me?

152.

Da che deriva piacere o dolore? Cosa mi da piacere i dispiacere? In questa ricerca della verità assoluta e perfetta natura, chi è che ha desiderio e cosa ha da desiderare?

153.

Tramite analisi, il mondo degli esseri viventi si svela senza esistenza inerente. Perciò chi è colui che può morire? Cosa avverrà e cosa è accaduto? Chi sono realmente parenti e amici?

154.

Possano tutti gli esseri , come ho fatto io, riconoscere che ogni fenomeno è simile allo spazio, nonostante questo, coloro che vogliono la gioia sono afflitti da ciò che da dispiacere, o provano eccessiva gioia per ciò che da piacere.

155.

Non trovando la felicità essi soffrono, e per poterla trovare continuano a dibattersi. Litigano fra loro e si feriscono, vivono la vita in molto dolore.

156.

Sebbene ottengano a volte stati di esistenza felice, in cui si danno a molteplici piaceri, dopo la morte dovranno per lungo tempo subire la sofferenza dei reami inferiori.

157.

Nell’esistenza ciclica molti sono i dolori, dove è assente la comprensione liberatoria della vacuità. E poi il credere che questa sia un esistenza inerente e la comprensione della vacuità si contraddicono fra loro. Ma trovandomi nell’esistenza condizionata, se non comprendo la realtà ultima dei fenomeni,

158.

Dovrò continuare a subire oceani di sofferenza senza paragoni. Infatti ho poca energia per praticare e la mia esistenza è corta come il bagliore del fulmine.

159.

Mi impegno per vivere a lungo, per evitare fame e malanni, e per riposare spreco il mio tempo dormendo. Sperimento ingiurie ed avversità, accumulo amicizie senza frutto con persone infantili.

160.

Così rapidamente scorre questa vita, senza significato, ed è difficile capire correttamente la realtà. Perciò come trovare il modo di eliminare il futile vagare della mente?

161.

E poi, molti demoni interiori ed esteriori si applicano per farci cadere nei reami inferiori. Molti sono le vie sbagliate ed ingannevoli, ed è difficilissimo eliminare i dubbi sul corretto sentiero.

162.

Sarà difficile riavere la libertà di una esistenza umana, e più duro sarà incontrare maestri illuminati. È difficilissimo eliminare il fluire dei difetti mentali. Povero me! Quanti dolori infiniti!

163.

È molto triste per gli esseri viventi, sbalzati qua e là nella corrente del dolore, sebbene soffrano enormemente non siano consapevoli della loro sofferenza.

164.

Alcuni compiono di continuo abluzioni rituali, altri si gettano nel fuoco, e nonostante soffrano continuamente insistono ancora, dicendo di essere soddisfatti.

165.

Allo stesso modo, vi sono altri che agiscono come se mai dovessero invecchiare o morire. Ma poi la vita finisce ed arriva la caduta nei reami inferiori di esistenza.

166.

Quando sarò capace di eliminare la sofferenza di coloro che ne sono vittime, mediante la pioggia di beatitudini che scenderà dalle nubi dei miei meriti?

167.

Perciò, avendo con rispetto portato a termine la mia raccolta di meriti, tramite il metodo di non aver attaccamento all’esistenza intrinseca, quando sarò in grado di rivelare la verità della vacuità, a quelli che accecati dall’ignoranza di questa realtà, vanno verso la rovina?

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