Ven. Ghesce Yesce Tobten: I Tre aspetti principali del sentiero – 3

Ven. Ghesce Yesce Tobten nel suo eremo di Bool nellemontagne sopra Dharamsala, India

Ven. Ghesce Yesce Tobten nel suo eremo di Bool nellemontagne sopra Dharamsala, India

Insegnamento sui “Tre aspetti principali del sentiero” conferiti dal Ven. Ghesce Yesce Tobten nel dicembre 1983: terza parte.

Questa concezione che afferra la reale esistenza delle cose può essere eliminata dal pensiero altruistico che aspira all’illuminazione?
Nel testo si dice che se non si dimora nella comprensione dell’ultimo modo di essere delle cose, anche se si medita su Bodicitta o sull’attitudine emergente è impossibile tagliare la radice del samsara per questo è importante generare la consapevolezza della vacuità.
Comunque, questo non significa che non generiamo bodicitya sia impossibile comprendere la vacuità, perché ci sono molta che la comprendono senza generare boddicita. Coloro che hanno una attitudine hinaiana, praticando quel particolare sentiero realizzano la vacuità, ma non sviluppano il pensiero altruistico.
Tu dovevi che in un certo senso l’attitudine altruistica diminuisce l’interesse per se stessi, e che in questo senso può essere un antidoto alla concezione che afferra se stessi: naturalmente diminuisce la concezione di prendersi cura di se stessi, però la concezione di prendersi cura dell’io è diversa da quella che concepisce la reale esistenza delle cose.
La concezione che afferra la reale esistenza delle cose è ciò che concepisce i fenomeni come avanti una esistenza a se stante, come aventi delle caratteristiche proprie, senza rapporto con la mente che designa queste caratteristiche dei fenomeni, mentre, invece, l’attitudine che si prende cura di se stessi è una mente che pensa che noi siamo più importanti degli altri.
E’ possibile generare la comprensione della vacuità senza avere il pensiero altruistico: si genera la comprensione della vacuità, ma questa può portare solo alla libertà del samsara ma non all’ottenimento della Buddità.
Allo stesso modo, se abbiamo solo il pensiero altruistico e siamo privi della comprensione della vacuità, questo non porta allo ottenimento dello stato di Budda. Quindi per ottenere questo stato è necessario sia il pensiero altruistico, che la compressione della vacuità. Per quanto riguarda il pensiero altruistico stesso, come abbiamo visto, esso nasce dalla grande compassione fondata sulla attitudine emergente. Anche nelle “Pramanamatica” in particolare si dice che: Per eliminare la concezione che afferra la reale esistenza delle cose occorre comprendere che il fenomeno o la cosa appresa da questa concezione è inesistenza.
Quindi fino a quando non comprendiamo che la cosa appresa dalla concezione che afferra la reale esistenza è priva di fondamento, è impossibile eliminare la che la afferra.
Quando si parla della attitudine emergente e del pensiero altruistico, queste non sono due menti che realizzano che l’oggetto appreso dalla concezione che afferra la reale esistenza è privo di fondamento. per cui non hanno l’abilità di essere l’elemento che distrugge la concezione che fabbrica la reale esistenza delle cose.
Sempre nella Pramanamatica si dice che l’attitudine emergente e il pensiero altruistico non sono menti che focalizzate sull’identico oggetto su cui si focalizza anche la concezione che afferra la reale esistenza delle cose, entrano in diretta contradizione con questa concezione che afferra la reale esistenza delle cose stesse. Ed entrando in diretta contradizione la esclude.
Queste due menti (Nisciarama e Bodicitta) non entrano in contraddizione in questo modo quando sono focalizzate sullo stesso oggetto della ignoranza che afferra la reale esistenza,
Per es. se consideriamo la saggezza che comprende la mancanza di reale esistenza di un vaso, questa focalizzata su un vaso come suo referente, entra in contraddizione diretta, con l’ignoranza della concenzione che afferra il vaso come realmente esistente, ed anche questa concezione focalizzata sullo stesso referente, il vaso stesso. Sulla base di uno stesso referente, la mente che comprende la vacuità ha un modo di apprendere direttamente questo referente che è in antitesi al modo di comprendere questo referente concepito dalla ignoranza che afferra la reale esistenza delle cose. l’attitudine emergente e il pensiero altruistico, invece. sulla base dello stesso referente, non hanno un modo di apprenderlo, che sta in diretta antitesi col modo di apprendere in particolare referente dall’ignoranza che apprende la sua reale esistenza.
Per quanto riguarda la vacuità che deve essere compresa dalla mente, questa vacuità, o l’altra faccia di questa vacuità, è l’origine interdipendente, e quando si parla di origine interdipendente si può considerare in vari modi.
Si può parlare di origine interdipendente di una cosa quando essa è stabilito sulla base di cause e condizioni non ha un’esistenza autonoma, cioe non è esistente in modo indipendente, o, sorge in un modo interdipendente. Se fosse autonomo non dipendere dalle sue cause e condizioni. Quando una cosa sorge dalle sue cause e condizioni, questo esclude una sua eventuale non-interdipendenza, percio la non-interdipendenza delle cose è in diretta antitesi con l’interdipendenza. Quando si parla di non-interdipendenza delle cose, è come se si dicesse “reale esistenza” di esse.
Per reale esistenza si intende un modo di essere dei fenomeni che è privo di interdipendenza, perciò un modo reale di essere dei fenomeni che è in antitesi, in contraddizione, con l’interdipendenza delle cose.