Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 1

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo sviluppare un buon cuore e l’attitudine che si prende cura degli altri.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Dobbiamo sviluppare un buon cuore e l’attitudine che si prende cura degli altri.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità – 1

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa nel settembre 2000.

Introduzione

Tutti i fenomeni, tutti gli oggetti della conoscenza, sono inclusi nella duplice divisione di verità convenzionale e verità ultima, e queste a loro volta, possono essere definite l’una come verità ingannevole e l’altra come verità non ingannevole.

Queste due verità includono le quattro nobili verità:

  1. verità della sofferenza

  2. verità dell’origine della sofferenza

  3. verità della cessazione

  4. verità del sentiero.

La verità della sofferenza e la verità dell’origine della sofferenza sono parte dell’aspetto completamente afflitto che è da abbandonare. La verità della cessazione e la verità del sentiero sono parte dell’aspetto completamente puro che è da sviluppare. Percorrendo il sentiero si ottiene la cessazione. Prendiamo ad esempio una famiglia dove vi è disarmonia. La disarmonia è paragonabile alla verità della sofferenza. I membri della famiglia provano rabbia, attaccamento e su questa base compiono delle azioni verbali o fisiche che possono essere sconvenienti o dannose: queste sono l’origine della sofferenza. Anche una piccola parola offensiva può avere la capacità di ferire il cuore. Quell’azione verbale, quindi, è l’origine della sofferenza. E’ necessario abbandonare queste azioni fisiche e verbali negative. Rinunciare a queste azioni e sviluppare armonia, compassione, rispetto reciproco è paragonabile alla verità del sentiero. In tal modo la disarmonia e la sofferenza cesseranno: questa è la verità della cessazione.

Così facendo, nel contesto di questo esempio, si ottiene il nirvana, la cessazione, attraverso il sentiero che abbandona la sofferenza e le cause della sofferenza. Cerchiamo di sviluppare, nella nostra vita quotidiana, l’armonia, coltivando amorevole gentilezza e rispetto reciproco. E’ questa la pratica del Dharma. Qualcuno può essere indotto a pensare che per praticare il Dharma basta stare seduti in meditazione, però, se disturbati, si reagisce con rabbia: evidentemente non è praticare. Persino gli animali sono in grado di stare immobili per lungo tempo senza pretendere di essere chiamati meditatori. Noi esseri umani abbiamo una funzione intellettiva più sviluppata degli animali e quindi dovremmo saper far meglio. Abbiamo una cultura, una capacità di comprensione e perciò abbiamo il dovere di progredire migliorandoci. Cerchiamo, nella nostra vita quotidiana, di diminuire il più possibile le tensioni, di mostrarci sempre in maniera dolce e garbata, umile e rilassata. Cerchiamo di non far del male nemmeno a una formica: anche le formiche desiderano la felicità e non vogliono la sofferenza. Dobbiamo sviluppare un buon cuore e l’attitudine che si prende cura degli altri. Nel buddhismo le due verità, la verità convenzionale e la verità ultima, hanno significati diversi in relazione alle quattro scuole. La prima di queste scuole è denominata Vaibhashika, la seconda Sautantrika, la terza Cittamatra e la quarta Madhyamika, e quest’ultima è suddivisa nelle due sottoscuole Svatantrika Madhyamika e Prasangika Madhyamika. Queste sono le quattro scuole filosofiche principali, che spiegano in modo diverso le due verità. Per fare un paragone: una cipolla può essere sfogliata in molti strati, e allo stesso modo le due verità possono essere spiegate a livelli sempre più sottili. Se leviamo tutti gli strati della cipolla, a un certo punto non resterà nulla. In modo simile, addentrandoci sempre più – in rapporto ai differenti livelli di sottigliezza della visione delle quattro scuole – nella spiegazione delle due verità, secondo il pensiero della scuola più elevata, la Prasangika, si giungerà a un punto per cui, quando si cerca l’oggetto di negazione – la vera esistenza – non c’è niente che possa essere trovato.

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa nel settembre 2000.

Colophon

I redattori di questa trascrizione Massimo Stordi (ghelong Thubten Tsognyi), Cristiana Costa (ghetsulma Ciampa Tsomo), Ivan Zerlotti (upasika Ciampa Yeshe), Osvaldo Santi, Giovanna Pescetti e Monica Mignani dedicano i meriti di questo lavoro alla lunga vita dell’amorevole e santo maestro Ghesce Ciampa Ghiatso, affinché i suoi discepoli siano sempre in grado di seguire i suoi preziosi consigli. ILTK, Pomaia, aprile 2002.