Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità 2

Ghesce Ciampa Ghiatso: L’importante è capire cosa esiste convenzionalmente e cosa esiste in modo ultimo secondo ogni scuola.

Ghesce Ciampa Ghiatso: L’importante è capire cosa esiste convenzionalmente e cosa esiste in modo ultimo secondo ogni scuola.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Le due verità secondo i Vaibhashika

La definizione di verità convenzionale per i Vaibhashika è un fenomeno tale che se fosse rotto o mentalmente separato in parti, la mente che apprende quell’oggetto cesserebbe, prendiamo ad esempio un vaso o una coperta. Se un vaso fosse rotto o se una coperta fosse completamente disfatta in singoli fili, la mente che li apprende cesserebbe. Dal punto di vista dei Vaibhashika un tavolo è verità convenzionale. Infatti se lo distruggessimo in più parti, ciò che rimarrebbe non sarebbe più appreso come tavolo. Questa casa è verità convenzionale oppure ultima? Dal punto di vista Vaibhashika è convenzionale. Anche dal punto di vista Cittamatra o Madhyamika il vaso è un esempio di verità convenzionale. Invece, dal punto di vista Sautantrika, questo tavolo è verità ultima in quanto, a livello ultimo, è in grado di svolgere una funzione. Dal punto di vista Sautantrika tutti i fenomeni che possono svolgere funzioni a livello ultimo sono esempi di verità ultima. Quei fenomeni che non hanno la proprietà di svolgere una funzione sono verità convenzionali. La verità ultima per i Vaibhashika è: un fenomeno tale che se fosse rotto o mentalmente separato in parti, la mente che apprende quell’oggetto non cesserebbe, per esempio, le particelle direzionali prive di parti, o gli istanti temporali di coscienza privi di parti, o lo spazio non composto. Le particelle direzionali prive di parti sono estremamente sottili e, dal punto di vista Vaibhashika, non possono essere separate in parti, neppure mentalmente. Sono talmente piccole che è impossibile individuarne le direzioni. I Cittamatra confutano questa posizione dicendo ad esempio: prendiamo queste particelle molto piccole e ne mettiamo una al centro e le altre attorno, ciascuna in ognuna delle diverse direzioni, anche se così piccole, avranno sempre delle direzioni. Se non avessero direzioni e ne mettessimo una piccola al centro, una piccola a est, una piccola a sud, una piccola a ovest e una piccola a nord vorrebbe dire che quella che mettiamo a est sarebbe in contatto con quella a ovest. Ma la particella a est non tocca quella a ovest. Questo è il dibattito tra Cittamatra e Vaibhashika. In sintesi, per i Cittamatra le particelle prive di direzioni non esistono. Anche gli istanti di coscienza possono essere suddivisi in modo che il presente non sia distinguibile dal futuro e dal passato. I Vaibhashika concepiscono istanti temporali di coscienza privi di parti, ma l’esistenza di tali istanti non è accettata dalle altre scuole.

I Vaibhashika, inoltre, parlano di fenomeni composti – cioè di fenomeni composti da cause e condizioni – e di fenomeni non composti, che sono tre:

  1. le cessazioni analitiche,

  2. le cessazioni non analitiche e

  3. lo spazio.

Lo spazio non composto è verità ultima per i Vaibhashika, e così le cessazioni. Quindi, dal punto di vista Vaibhashika, si possono includere nella verità ultima sia i fenomeni non composti che alcuni fenomeni composti. I fenomeni composti che si possono includere nella verità ultima sono: le particelle direzionali prive di parti e gli istanti temporali di coscienza privi di parti. Questi sono esempi di fenomeni composti che non sono verità convenzionale bensì ultima. Quindi, per esempio, secondo i Vaibhashika che cos’è l’aggregato del nostro corpo? E’ verità convenzionale, perché se lo distruggessimo la mente che apprende il corpo come corpo cesserebbe. Dal punto di vista Vaibhashika la maggior parte dei fenomeni sono verità convenzionale e pochi sono verità ultima. Secondo i Vaibhashika, tutti i fenomeni sono suddivisi in cinque basi: le forme che appaiono, la mente principale, i fattori mentali, i fattori di composizione non associati e i fenomeni non composti. Il punto di vista Vaibhashika quindi è: tutti i fenomeni che possono essere distrutti dalle armi, dal fuoco, dal vento, tutto ciò che può essere distrutto, è verità convenzionale in quanto la mente che li apprende cessa col cessare di essi. Alcuni fenomeni, però, non possono essere distrutti, per esempio lo spazio non può essere distrutto da vento, acqua, fuoco ecc., quindi la coscienza che lo apprende non muta, e pertanto tale fenomeno è considerato verità ultima. È da notare, infine, che per i Vaibhashika i termini “verità convenzionale”, “esistente convenzionalmente” e “esistente su imputazione” sono sinonimi; inoltre, dal punto di vista Vaibhashika, se qualcosa esiste convenzionalmente esiste veramente. Secondo loro, se qualcosa esiste veramente non implica necessariamente che esista in modo ultimo. L’importante è capire cosa esiste convenzionalmente e cosa esiste in modo ultimo secondo ogni scuola. Dobbiamo capire cosa intendono i Vaibhashika per verità convenzionale e per verità ultima.Tutto ciò che, sottoposto a distruzione, fa cessare la mente che lo ha percepito, è verità convenzionale. Viceversa, ciò che, nonostante la distruzione, non fa cessare la mente che ha percepito quel fenomeno, è verità ultima.

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa nel settembre 2000.

Colophon

I redattori di questa trascrizione Massimo Stordi (ghelong Thubten Tsognyi), Cristiana Costa (ghetsulma Ciampa Tsomo), Ivan Zerlotti (upasika Ciampa Yeshe), Osvaldo Santi, Giovanna Pescetti e Monica Mignani dedicano i meriti di questo lavoro alla lunga vita dell’amorevole e santo maestro Ghesce Ciampa Ghiatso, affinché i suoi discepoli siano sempre in grado di seguire i suoi preziosi consigli.

ILTK, Pomaia, aprile 2002.