Ghesce Ciampa Ghiatso: Gli otto dharma mondani 4

Ghesce Ciampa Ghiatso: Nel nostro continuum mentale vi è l’ignoranza e per tale motivo commettiamo molte azioni negative. Le azioni lasciano un’impronta nella nostra mente.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Nel nostro continuum mentale vi è l’ignoranza e per tale motivo commettiamo molte azioni negative. Le azioni lasciano un’impronta nella nostra mente.

Insegnamenti conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso su COME SCONFIGGERE LE ‘OTTO PREOCCUPAZIONI MONDANE’ presso il Centro Studi Cenresig di Bologna nel novembre 1985.

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: L’ignoranza

Il peggiore difetto presente nel nostro continuum mentale è l’ignoranza.

Vi sono due tipi di ignoranza:

  1. uno è il non conoscere la legge di causa ed effetto;

  2. e l’altro è il non comprendere la vacuità o mancanza di esistenza intrinseca.

A causa del non conoscere la legge di causa ed effetto si crea una lunga serie di azioni negative che portano a sperimentare risultati di sofferenza. Se ne ignoriamo il funzionamento, non potremo sviluppare una completa fiducia in essa. Ad esempio, a causa della mia ignoranza non sono in grado di capire con certezza se qualcuno sia di indole buona o cattiva, se sia onesto o disonesto. Così, nel momento in cui egli mi dirà qualcosa, non potrò credergli totalmente, mentre se io sapessi con sicurezza che egli è una persona onesta, potrei avere una fiducia totale in lui. Per lo stesso motivo, se non conosciamo profondamente le ragioni della validità della legge di causa ed effetto, non possiamo credere ad essa fino in fondo. Conosciamo con certezza che questa mela è nata da un albero e che questo si è sviluppato a sua volta da un seme di mela, così ci sentiamo di escludere nella maniera più assoluta che un melo possa nascere dal seme di un’altra pianta. Poiché non siamo ignoranti su questo argomento, possiamo affidarci totalmente a un ragionamento di questo tipo, mentre non possiamo affidarci in maniera completa a ciò che non conosciamo.

Nel nostro continuum mentale vi è l’ignoranza e per tale motivo commettiamo molte azioni negative. Le azioni lasciano un’impronta nella nostra mente. Quando mettiamo un seme in un campo devono concorrere molte circostanze affinché questo possa crescere e si possa sviluppare una pianta. Devono esserci, ad esempio, il sole, la terra, l’acqua, e tutte queste condizioni sono indispensabili. Così, quando commettiamo azioni negative piantiamo dei semi nella nostra mente, e quando questi incontrano situazioni favorevoli al loro sviluppo, matureranno e conseguentemente avremo l’effetto di sofferenza.

Come abbiamo detto, i due tipi di ignoranza sono: non conoscere la legge di causa ed effetto ossia il funzionamento del karma; non avere la conoscenza della vacuità, che è il vero modo di esistenza dei fenomeni. Quando una persona non ha realizzato la vacuità (shunyata), ha la netta convinzione che l’io esista in maniera indipendente da qualsiasi altro fenomeno. Per eliminare l’ignoranza e afferrarsi all’io è molto importante avere una chiara conoscenza della vacuità di esistenza intrinseca.

Vi sono due tipi fondamentali di vacuità di esistenza intrinseca: vacuità della persona e vacuità dei fenomeni.

Per quanto riguarda la prima, si possono distinguere tre livelli di comprensione e analisi:

  1. grossolano,

  2. sottile e

  3. molto sottile.

Iniziando dal livello grossolano, noi siamo convinti di esistere in maniera indipendente e permanente. Questa è una visione non corretta, in quanto la nostra esistenza è vuota di permanenza e di indipendenza. Dobbiamo riflettere a lungo e in maniera appropriata per comprendere se siamo permanenti, immutabili, e se il nostro modo di esistere è indipendente.

Il corpo dipende dal cibo, la mente dipende da un continuum che viene dal passato, e l’io da che cosa dipende? L’io non lo possiamo trovare al di fuori del corpo e della mente, non è un’entità differente dal corpo e dalla mente ma non è neanche il corpo e la mente stessi; l’io è meramente imputato dalla mente sulla base dei cinque aggregati.

Quando avviene la morte, il corpo e la mente si separano. Il nostro corpo è come una casa e l’io è simile a qualcuno che ha preso in affitto questa casa; un giorno dovremo lasciarla.

Morire significa lasciare il corpo. Quando si lascia una casa se ne cerca un’altra e allo stesso modo quando moriamo lasciamo questi aggregati e andiamo a cercarne degli altri. Questo esempio può anche aiutarci a comprendere come funzionano le rinascite passate e future.