Ghesce Ciampa Ghiatso: Le otto stanze dell’addestramento mentale 1

Ven. Ghesce Ciampa Ghiatso: Un metodo efficace da adottare per il beneficio della nostra mente è il meditare sulla morte e l’impermanenza, sulle sofferenze dei reami inferiori e, in generale, dell’esistenza ciclica.

Insegnamenti sul testo Le otto stanze dell’addestramento mentale” di Langri Tangpa Dorje Senghe, https://www.sangye.it/altro/?p=27 conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI, nel settembre 1995. Trascrizione di Ivan Zerlotti e Francesco La Rocca, Revisione Edizioni JTK.

Ghesce Ciampa Ghiatso: La preziosa rinascita umana

Se intendiamo migliorare la nostra mente, dobbiamo addestrarla. Tutti i problemi che incontriamo quotidianamente derivano da cause e condizioni interne, che sono presenti nella nostra mente e sono radicate nella nostra ignoranza, nel nostro attaccamento e nel nostro odio. Oltre a questi, che sono i veleni mentali principali, vi sono molte altre afflizioni che turbano la nostra mente e che vanno riconosciute per poterle abbandonare. È essenziale cercare di sviluppare buon cuore, compassione, amore e ogni qualità positiva, sforzandosi di eliminare le afflizioni mentali; perciò dobbiamo addestrare la nostra mente.

Prendiamo in considerazione la nostra condizione umana, qualificata dal possesso di diciotto caratteristiche favorevoli. La rinascita umana è assai vantaggiosa perché permette di conseguire obiettivi temporanei e definitivi. Il corpo umano è il migliore tra quelli ottenibili nell’esistenza ciclica ed è dotato di una mente intelligente. Gli animali hanno qualche capacità di apprendimento, soprattutto se vengono addestrati dagli esseri umani, ma, in genere, le loro capacità di apprendere e conoscere sono alquanto limitate. La rinascita umana è ricca di possibilità; gli esseri umani possono addestrare la loro mente e sviluppare qualità interiori, giungendo infine all’annientamento di ogni difetto. La rinascita ideale è quindi quella umana. Se, tuttavia, esaminiamo quali possibilità vi siano di trovarla, scopriremo che è estremamente difficile ottenere una rinascita umana ideale. La difficoltà consiste sia nel creare le cause adeguate, sia in termini di quantità numerica. Se, infatti, consideriamo gli esseri rinati come insetti, vedremo che essi sono innumerevoli. Il numero delle formiche, per esempio, è enorme. Noi, invece, ora abbiamo la fortuna di avere ottenuto la preziosa rinascita umana e le condizioni favorevoli. Le cause che consentono di ottenere un corpo umano comprendono la pratica di una pura disciplina morale. Essa è la causa più importante e consiste nell’evitare di uccidere, rubare, praticare una sessualità scorretta, mentire, usare parole che creano discordia, parole dure e parlare a vanvera. Queste sono azioni di corpo e parola. Per quanto riguarda la mente, occorre evitare la malevolenza, la bramosia e il sostenere visioni erronee.

Dovremmo verificare quanto siamo in grado di evitare queste dieci azioni negative: se riusciamo ad abbandonarle otterremo vite future migliori di quella attuale; invece, compiendo tali azioni, le vite future saranno peggiori. In questa esistenza tutto sembra andare per il meglio, tuttavia, nel corso del tempo, il nostro corpo, invecchiando, perde la bellezza, avvizzisce, la carnagione cambia, la mente perde chiarezza e la nostra condizione peggiora. Osserviamo i mutamenti che avvengono nel nostro corpo e nella nostra esistenza: tutto è effimero e impermanente. La moralità è il fondamento delle altre perfezioni. La generosità è causa di ricchezza e va praticata per evitare problemi di sostentamento. La pazienza è la causa principale per ottenere un corpo attraente. Quando ci arrabbiamo anche il nostro aspetto si trasforma, i lineamenti sono stravolti e il colorito cambia. Basta un nonnulla per mandarci in collera. Per esempio, se qualcuno ci apostrofa: “Sei malvagio, sei bruttissimo”, ci arrabbiamo e il nostro volto si accende, gli occhi si muovono nervosamente, il corpo trema e il nostro aspetto diventa decisamente sgradevole. Occorre riflettere sugli svantaggi della collera e adottare l’antidoto principale, la pazienza. Quando ci criticano o maltrattano, dobbiamo cercare di mantenere la mente indisturbata e considerare le parole sgradite come un’eco; praticando la pazienza in tal modo, nella vita futura otterremo un corpo più attraente. Proseguendo, la perfezione della perseveranza entusiastica è una pratica fondamentale. La perseveranza entusiastica, infatti, è ciò che consente lo sviluppo di ogni qualità. Per progredire è necessaria molta conoscenza. La conoscenza di un fenomeno elimina un tipo di ignoranza relativo a esso; se invece, dominati dalla pigrizia, pensassimo: ‘Oggi non riesco a studiare perché sono stanco, lo farò domani’, coltiveremmo solo l’indolenza e la nostra conoscenza non avrebbe miglioramenti. Siamo portati a pensare sempre al ‘domani’, finché un giorno la morte ci sorprenderà e non saremo preparati ad affrontarla. Occorre un corpo sano e vigoroso, che si ottiene proprio con la pratica della perseveranza entusiastica. È necessario avere anche una mente stabile e salda, che si ottiene con la pratica della concentrazione, la quinta perfezione. L’intelligenza consente di discernere ciò che è positivo da ciò che è negativo, e si sviluppa con la pratica della sesta perfezione, la saggezza. Occorre pertanto praticare con perseveranza entusiastica in modo tale da ottenere una rinascita ideale, una condizione umana come l’attuale, dotata delle diciotto caratteristiche favorevoli.

Morte ed impermanenza.

Riflettiamo ora sulla morte e l’impermanenza. Moriremo sicuramente, tuttavia il momento in cui la morte arriverà è incerto e in quell’istante soltanto le azioni virtuose compiute ci saranno di aiuto. Nessuno dei nostri amici, dei nostri parenti, neppure il nostro corpo di cui ci siamo sempre presi cura, potranno esserci d’aiuto. Tutti noi siamo schiavi del nostro corpo, che ci provoca innumerevoli sofferenze. Possiamo verificare il fatto che la morte sia certa pensando anche a come tutti i personaggi famosi del passato, i grandi maestri, pittori, attori, e così via siano morti e sia rimasto solo il loro nome; allo stesso modo anche noi sicuramente moriremo.

Il momento della morte è incerto; se così non fosse dovrebbero morire prima le persone più anziane e poi quelle più giovani, ma non sempre succede così. Vi sono famiglie in cui gli anziani sono ancora vivi mentre i nipoti sono morti. Alcuni giovani, con l’illusione di essere liberi, cercando il divertimento nelle discoteche, accompagnano queste loro uscite con alcool o droga rischiando di trovare la morte. Essere liberi, per qualcuno, significa non essere ostacolati dai familiari, ma non è questa la vera libertà. Per essere veramente liberi dovremmo seguire l’esempio di San Francesco e Santa Chiara. La vera libertà si raggiunge seguendo l’esempio di questi esseri santi, realizzati o illuminati. Nel buddhismo, in cui si parla di Buddha e bodhisattva, i termini sono diversi da quelli cristiani ma il significato è analogo: sono esseri che hanno raggiunto realizzazioni spirituali elevate.

Per alcuni è intollerabile sottostare ai propri genitori; essi preferiscono frequentare cattive compagnie e coltivare abitudini rovinose. Alcuni usano sostanze inebrianti che alterano i sensi e provocano sensazioni piacevoli. Credono di potersi librare in cielo oppure appaiono loro visioni di colori, arcobaleni e così via, e trovano tutto ciò fantastico, meraviglioso. Tali esperienze, tuttavia, non sono durevoli e non fanno altro che compromettere la loro salute. Assuefacendosi a tali sostanze, molti giovani si ammalano gravemente e muoiono. La causa principale di questo è l’illusione di sentirsi liberi di agire come loro più aggrada. Si desidera la felicità ma la si ricerca con metodi sbagliati, di conseguenza ciò che si accresce è solo l’infelicità.

La sofferenza

Un metodo efficace da adottare per il beneficio della nostra mente è il meditare sulla morte e l’impermanenza, sulle sofferenze dei reami inferiori e, in generale, dell’esistenza ciclica. Dovremmo riflettere e meditare su questo. Consideriamo, per esempio, le sofferenze degli animali che si divorano l’un l’altro e ai quali viene data la caccia. Pensiamo poi agli spiriti famelici: anche se non siamo in grado di vederli o di andare dove essi vivono, possiamo immaginarli pensando alle popolazioni africane che devono sopportare tremende carestie e soffrono di denutrizione; il corpo di questi uomini perciò diventa simile a quello degli spiriti famelici. Pur essendo esseri umani, essi vivono in condizioni tremende e ogni giorno, a causa degli stenti, moltissimi di loro muoiono. Gli spiriti famelici vivono in condizioni ancora peggiori. Inoltre vi sono gli esseri che vivono negli inferni, fra sofferenze atroci. Negli inferni caldi il corpo degli esseri diventa indistinguibile dalla lava incandescente ed essi sono soggetti a esperienze terrificanti, simili a ciò che avviene nei disastri aerei quando si muore carbonizzati e così via. Anche noi esseri umani dobbiamo subire innumerevoli sofferenze: abbiamo sofferto nei mesi in cui siamo stati nel grembo materno e al momento del parto, anche se ora non lo ricordiamo. Siamo soggetti alle sofferenze della malattia, dell’invecchiamento e della morte. Siccome progredisce gradualmente, la vecchiaia può essere accettata, ma se essa giungesse all’improvviso, in un solo giorno, probabilmente non saremmo in grado di tollerare un cambiamento così doloroso. Soffriamo perché non desideriamo invecchiare, tuttavia diventare sempre più vecchi è inevitabile, nessuno può impedirlo. Un altro tipo di sofferenza è il non riuscire ad ottenere ciò che desideriamo. Qualcuno, per esempio, sogna di incontrare una donna speciale ma, non trovandola, si avvilisce, diventa infelice e si tormenta pensando continuamente a quella donna, giungendo persino a credere che sarebbe meglio suicidarsi. Quando finalmente troviamo la persona o l’oggetto dei nostri desideri, nasce la preoccupazione di poterlo perdere, sorge la gelosia e soffriamo per il timore di perdere ciò che abbiamo ottenuto. Vi sono poi persone e situazioni che non vorremmo incontrare, ma che purtroppo dobbiamo affrontare. Anche in questi casi soffriamo molto. 

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