Lama Zopa Rinpoche: Maitreya e Asanga

Lama Zopa Rinpoche: Maitreya e Asanga.
Ora vi racconterò una storia per darvi un’idea di quanto sia potente la Bodhicitta nella mente. Asanga, il grande Pandita, aveva fatto un ritiro per 12 anni in attesa di vedere Maitreya Buddha. Dopo tre anni non aveva ancora visto alcun segno di Maitreya, così pensò che nulla era successo e lasciò l’eremo.
Mentre andava, vide un vecchio che tagliava la roccia con una corda e la roccia diventava calda, anche solo con un pezzo filo.
Poi pensò: “Se anche un solo pezzo di filo può tagliare la roccia, perché io non
posso vedere il Buddha Maitreya?” Così, tornò all’eremo a meditare.
Purtroppo, però, anche dopo diversi anni, egli ancora sentiva che nulla era cambiato. Non aveva visto il Buddha Maitreya e così ancora una volta abbandonò il suo ritiro. Di nuovo sulla strada, questa volta vide un luogo in cui un uccello, per entrare e uscire dal nido costruito nella roccia, aveva modificato la roccia con le sue ali, anche se le penne dell’uccello sono così morbide e la roccia così dura. Allora pensò: “Se anche una piuma di un uccello può modellare la roccia, allora deve essere possibile per me vedere Maitreya. ”
Così, tornò al suo ritiro per la terza volta. Ma, dopo 3 anni, sentì ancora che non era cambiato nulla. Cosa accadde, non lo so, forse la conclusione è che dopo 12 anni di ritiro, non aveva visto il Buddha Maitreya, e quindi decise di us
cire dal ritiro.
Ancora una volta sulla strada, vide un cane ferito e pieno di vermi. Egli sentì una forte irresistibile compassione, e decise di sacrificare la sua vita per quel cane. Però, dato che non voleva uccidere i vermi, così tagliò un pezzo della su
a coscia per i vermi in modo che non sarebbero morti. I vermi sono molto fragili e non voleva schiacciarli con le dita, così provò a prenderlicon la punta della lingua. Chiuse gli occhi, ma non riuscì a trovare i vermi con la lingua. Quando apri gli occhi c’era il Buddha Maitreya!.

Prima non aveva potuto vedere l’apparizione di Maitreya. Ora, aveva visto Maitreya in forma di un cane ferito. Ma la sua visione del cane ferito era cambiata grazie alla sua compassione senza limiti e e al suo affetto per il cane.
La compassione illimitata aveva purificato tutte le contaminazioni del karma negativo, che aveva bloccato e oscurato la mente di Asanga per vedere l’aspetto del Buddha Maitreya. Il buio, la mente impura aveva fatto vedere Maitreya nella forma di un cane ferito. Completamente purificato dalla illimitata compassione, tutto il karma negativo in breve tempo era sparito. L’ oscuramento ed  il karma negativo erano stati purificati.
La sua mente era diventata pura.
Come un bambino che si lamenta perché non vede sua madre per un lungo periodo, Asanga disse a Maitreya, “Perché non ti ho visto prima?”

Maitreya rispose, “Vedi, io ero sempre lì, ma poiché la tua mente era annebbiata, non ti permetteva di vedermi”. A dimostrazione di ciò, Maitreya mostrò ad Asanga i segni dove egli aveva imbrattato la sua tunica (nella sua permanenza nella grotta, Asanga ogni tanto sputava e i segni sulla veste erano appunto quelli…). Con questo, Asanga  capì che Maitreya era stato lì con lui per tutto il tempo.
Allora, Maitreya disse ad Asanga: “Prendimi sulle spalle così la gente potrà vedermi”. Quindi, Asanga prese Maitreya sulle sue spalle e lo portò in città, sperando che la gente potesse vedere il Buddha, ma nessuno in paese vedeva Maitreya, essi vedevano soltanto un vecchio cane sulle spalle di uno straccione.
Maitreya allora chiese Asanga che cosa volesse da lui e Asanga gli chiesedi dargli i suoi insegnamenti. Così Maitreya prese Asanga e lo portò con sé nella Terra Pura di Tushita dove una seduta di Insegnamenti dura circa 50 anni umani.
Egli dètte questi insegnamenti come le cinque divisioni degli insegnamenti di Maitreya. Solo praticando questi insegnamenti di Maitreya molti hanno realizzato il risveglio.


* da Wikipedia: Asànga fu un importante monaco buddhista mahāyāna, vissuto nel IV secolo d.C., fondatore dell’importante scuola Cittamātra. Fratello maggiore di Vasubandhu e di Viriñcivatsa, Asànga visse in una famiglia kshatriya da parte del padre, il cui nome era Kuaśika, e brāhmana da parte della madre. Venne ordinato monaco buddhista secondo il vinaya Sarvāstivāda ma aderì alle dottrine proprie dei Mahīśāsaka, studiandone per alcuni anni il Tripithaka.

Si avvicinò quindi al Buddhismo Mahāyāna studiandone i Prajñāpāramitā sūtra senza tuttavia comprenderne il significato. Si recò dall’arhat Pindola che gli spiegò la dottrina dello śūnyatā secondo le scuole del Buddhismo dei Nikāya, ma Asànga ne rimase insoddisfatto. Si ritirò quindi sulle montagne Kukkūthapāda (nei pressi di Rājagrha) dedicandosi alla meditazione. Ma dopo dodici anni di pratica meditativa infruttuosa decise di abbandonare anche quel luogo.

Le agiografie narrano che durante l’itineriario di discesa dalle montagne Asànga incontro una cagna morente e in parte già divorata dai vermi, si fermò a soccorrerla ma questa scomparve lasciando il posto al bodhisattva Maitreya che lo condusse nel suo paradiso Tushita dove gli insegnò finalmente il Mahāyāna. Ritornato sulla Terra, Asànga compose dei trattati in cui riportava gli insegnamenti di Maitreya.

È opinione degli studiosi che esistendo dei trattati Cittamātra a firma di Maitreyanātha, un esegeta buddhista indiano effettivamente esistito, il leggendario Maiterya in realtà si riferisca ad una personalità storica e non leggendaria, maestro di Asànga.

Lo studioso Philippe Cornu, tuttavia ricorda anche l’opinione di Sthiramati secondo la quale il Maitreya citato nelle biografie di Asànga fosse una figura della meditazione dalla quale lo stesso ricevette gli insegnamenti. Allo stesso modo, Louis de La Vallée-Poussin ritiene che il nome Maitreyanātha non indichi un personaggio storico quanto il nome di un buddha, bhagavat, ovvero nātha protettore di Asànga.

Dopo la sua conversione al Buddhismo Mahāyāna, Asànga convertì alla stessa dottrina il fratello Vasubandhu, fino a quel momento monaco ed esegeta delle scuole Hīnayāna.


Traduziojne di Eli Parisio (da Facebook) (Dedico questa traduzione alla lunga vita dei miei Maestri il Ven.le H.H.Dalai Lama, il Ven. Thamthog Rinpoche, il Ven. Khenrab Rinpoche, ed a tutti i Maestri che ci guidano lungo il Sentiero che conduce all’illuminazione indicata dal Buddha e alla completa illuminazione di tutti gli esseri) E.P. Tratto dal sito http://www.centronirvana.it/home.htm, http://www.centronirvana.it/articolididharma113.htm che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.