15 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Mahamudra e la realtà ultima

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Guardiamo il modo in cui mente risponde ai fenomeni.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Guardiamo il modo in cui mente risponde ai fenomeni.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, ai fini della pratica Mahamudra, continua ad illustrare la meditazione Vipashyana: la natura ultima di tutti i fenomeni.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe parlare della distinzione tra realtà convenzionale e realtà ultima?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

La mente è ciò che non può essere isolato o localizzato o definito attraverso l’analisi logica. Tutti i fenomeni esistono in modo convenzionale. Ma, quando sono sottoposti ad un’analisi tesa a trovare la propria sostanza essenziale, non può essere trovata. Questa è la sua realtà ultima.

Ecco quindi la distinzione tra realtà convenzionale ed ultima. Tutti i fenomeni, tra cui la mente, esistono convenzionalmente. Ma, quando li si cercano per quello che in realtà sono, non troviamo nulla. Questo è la loro vacuità, o realtà ultima. La natura della mente, allora, non è diversa in questo senso dalla natura di tutti i fenomeni del samsara e nirvana.

Cioè, quando tutti i fenomeni sono sottoposti ad un analisi conclusiva della loro sostanza essenziale, nulla è trovato. Pertanto, si dice che sono “vuoti” per mancanza di identificabilità inerente o sostanza intrinseca.

Se anche solo una cosa fosse trovata in possesso di una natura intrinseca, allora questa potrebbe costituire una base perché altre cose possiedano una natura intrinseca o identificabilità, ma questo non è. Pertanto, la vacuità di tutte le cose è la stessa. Tutte le cose nel samsara e nel nirvana, tutti i fenomeni sono vuoti di questa natura intrinseca Questo è ciò che ha detto Aryadeva nel suo Mudhyamika Shadashadika: “La sostanza di una cosa è la sostanza di tutte le cose. La vacuità di una cosa è la stessa vacuità di tutte le cose.” Questo significa che la mancanza di natura intrinseca pervade tutto, proprio come la natura di base di tutte le cose è la loro vacuità. Questa è la loro realtà ultima.
Nessuna distinzione può essere fatta tra quelle cose che hanno esistenza intrinseca e quelle che non l’hanno, perché non c’è nulla che possieda esistenza intrinseca. La natura ultima di tutti i fenomeni è ciò che si realizza attraverso la pratica del vipashyana, la coltivazione di visione perfetta. Questo si riferisce alla conoscenza perfetta della natura della realtà generata, cercando nella mente stessa. Analizzando la mente e tutti i fenomeni ricercandone la loro sostanza essenziale, la loro vera natura e le loro caratteristiche peculiari, così facendo, si scoprirà che sono vuoti di queste cose. In questo modo si diventa immuni da tali illusioni.

Tuttavia, è molto importante che questo non sia solo un esercizio intellettuale da apprendere, affermando che tutte le cose non hanno esistenza inerente. Questo è molto facile da fare, ma non aiuta. E’ necessario che questa realizzazione diventi un’affermazione immediata dal luogo più profondo della mente. Guardiamo il modo in cui mente risponde ai fenomeni. Non risponde secondo la comprensione intellettuale, ma secondo il modo in cui vede davvero le cose, il modo in cui capisce le cose nel modo più profondo.

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