Ven. Lama Gheshe Tenzin Tenphel: L’amorevole gentilezza, la Bodhicitta.

Ven. Gheshe Tenzin Tenphel: Ricordatevi l’importanza di avere una mente buona, onesta, limpida, e così fare la pratica.

Commentario al Terzo Capitolo del Bodhisattvacharyavatara o Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva di Shantideva al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, 28-29 aprile 2018. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Traduzione dal tibetano in italiano del Dr. Massimo Dusi.

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel.

È molto importante la motivazione generata dal desiderio di essere beneficio a tutti gli esseri ed è altrimenti importante non essere di danno a nessuno. Con questi propositi ascolta il Dharma prezioso. Quindi, la migliore motivazione è quella di essere di beneficio a tutti esseri. Se non ci riuscite, almeno cercate di non nuocere.

La base di questi insegnamenti è il Primo ed il Secondo Capitolo del Bodhisattvacharyavatara o Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva di Shantideva.

Il Primo Capitolo https://www.sangye.it/altro/?p=2352 espone I benefici della mente dell’illuminazione”, mentre il Secondo Capitolo tratta “Le confessioni delle negatività”, il Terzo Capitolo https://www.sangye.it/altro/?p=2364 entra nel dettaglio della Bodhicitta https://www.sangye.it/altro/?p=6722.

La pratica del Dharma si riferisce a pratiche eseguibili con corpo e particolarmente con la mente ed è quest’ultima la più importante. Come mai? Perché desideriamo abbandonare la sofferenza e per riuscirci ci rendiamo conto che dobbiamo trasformare la nostra mente, proprio perché desideriamo essere felici e non desideriamo soffrire, perciò desideriamo trasformare la nostra mente.

Il Secondo Capitolo https://www.sangye.it/altro/?p=2358 tratta la confessione delle negatività, qui nel Terzo Capitolo si tratta della completa accettazione della mente d’illuminazione e di come applicare la mente d’illuminazione. Per conseguire l’illuminazione abbiamo bisogno sia di purificare le negatività che di conseguire una gran mole di meriti. La Preghiera in Sette Rami https://www.sangye.it/altro/?p=855, https://www.sangye.it/altro/?p=6177, https://www.sangye.it/altro/?p=4441, racchiude tutte le pratiche di accumulo e purificazione: prostrazioni, fare offerte, confessare gli errori del passato, rallegrarsi delle virtù altrui, chiedere al Buddha di insegnare il Dharma, supplicare i Buddha di non abbandonare il mondo, e dedicare le radici della virtù.

1 Mi rallegro con gioia della virtù che da sollievo alla miseria di tutti gli esseri, che tramite rinascite appaiono in stati sfortunati, e che conduce alla beatitudine quelli che sono nella sofferenza.

Riguardo alla dedica dei meriti, all’interno del rallegrarsi dei meriti, abbiamo tre aspetti. Il primo è rallegrarsi di coloro che hanno conseguito la rinascita umana. Genericamente ci si rallegra di tutti i meriti accumulati, sia che si tratti di azioni compiuti da noi che dagli altri. È bene rallegrarsi dei meriti delle azioni positive compiute dagli altri, è molto facile e ci fa accumulare una gran quantità di meriti. È bene rallegrarsi inoltre di meriti di coloro che hanno ottenuto la liberazione.

2 Esulto della virtù che diviene causa per l’ottenimento dell’illuminazione, ed esulto per la liberazione definitiva degli esseri senzienti dalle sofferenze delle esistenze condizionate.

Questa motivazione dovrò svilupparla fin dal mattino, è importante iniziare la giornata così ed è importante generare la gioia d’averla compiuta e la gioia di aver compiuto qualsiasi azione virtuosa.

La buona motivazione deve andare al di la dei benefici di questa vita, altrimenti non è una grande motivazione. Anche perché questa vita è limitata ed una volta che è finita, si esaurisce. Mentre la motivazione che aspira ad azioni virtuose per la liberazione è una causa eccellente per cui dedicare le nostre virtù. Non è eccellente mirare alla sola propria liberazione, non è una motivazione molto grande. È eccellente la motivazione di portare tutti gli esseri allo stato di Buddha, questa è veramente una grande motivazione. Se qualsiasi pratica del Dharma od azione positiva la compiamo con questa motivazione di mente di illuminazione, allora questa è eccellente ed è grande.

3 Esulto per l’illuminazione dei protettori, i Buddha, e del raggiungimento dei vari stadi spirituali dei loro figli, i Bodhisattva.

È qui espresso il rallegrarsi dei meriti dei Bodhisattva ai vari livelli, dal 1° al 10° livello dei Bodhisattva dei vari sentieri spirituale, dal 1° sentiero della preparazione al 10° livello. Ci rallegriamo dei meriti conseguiti dai Bodhisattva, anche perché, pur essendoci, non sappiamo dove sono, ed in ogni momento accumulano meriti, sicuramente ce n’è qualcuno che sta compiendo azioni meritorie, e, se ce ne rallegriamo, è proprio perché in qualsiasi momento c’è un Bodhisattva che sta compiendo azioni meritorie e possiamo rallegrarcene. È importante, nel momento in cui chiunque compie azioni meritorie, non provare nessuna invidia o gelosia. Qualsiasi azione compiuta per invidia non porta benefici, anzi è solo causa di negatività. Ed è particolarmente nefasta se nasce tra centri di Dharma, cosi ci precludiamo la possibilità di accumulare meriti, non solo, tale atteggiamento ci porta solo sofferenza. E dobbiamo essere molto prudenti e consapevoli delle nostre azioni, in particolare nell’accumulare meriti. In particolare dobbiamo considerare l’atteggiamento particolarmente negativo di essere invidiosi o scontenti delle buone azioni condotte da qualcuno che non ci piace. Cosi non è bene rallegrarsi solo delle proprie buone azioni, né delle buone azioni delle sole persone che amiamo e che ci sono simpatiche, e nel rallegrarci dobbiamo essere molto contenti anche delle azioni positive dei nostri nemici e dei nostri amici, perciò dobbiamo essere equidistanti.

4 Con enorme gioia esulto dell’oceano di bene che genera la Bodhicitta, il quale si propone di guidare tutti gli esseri senzienti alla beatitudine, ed allo stesso modo esulto per le azioni positive compiute per il bene di tutti.

Dobbiamo invitare i Buddha a continuare a girare la ruota del Dharma. Il che corrisponde a quando chiediamo a tutti i grandi lama, ai Buddha di continuare a dare insegnamenti, cosi a chiedere ai Buddha a girare la ruota Dharma e di restare a lungo e continuamente a propagare insegnamenti.

5 Le mani giungo unite e prego i Tathagata che in tutte le direzioni hanno dimora: propagate la luce del Dharma, per tutti coloro che sono dispersi nel buio della sofferenza.
6 Con mani giunte imploro voi Vittoriosi che avete desiderio di abbandonare il corpo: vi prego di restare per innumerevoli ere, non lasciate il mondo prigioniero della sua ignoranza.

Si tratta di chiedere ai Buddha di non andarsene per sempre nel Nirvana, ma di restare. Ed è una richiesta in particolare rivolta a coloro che se ne stanno andando nel Nirvana. Il che ha significato se ci applichiamo nella pratica del Dharma, nell’ascolto, riflessione e meditazione. Il che ha significato se ci applichiamo nello studio, altrimenti i Buddha fanno bene ad andare nel Nirvana. Che senso ha continuare a chiedere d’insegnare se da parte nostra non c’impegniamo? Chiedendo a mani giunte ai maestri “Per favore insegna il Dharma” è il modo migliore di realizzare la preghiera. Non ha senso inchinarsi a Sua Santità il Dalai Lama, come se giungesse da lui la benedizione, ma senza impegnarci nella pratica. Non è bene prostrarsi a Sua Santità il Dalai Lama come se ricevendo la sua benedizione questa avesse il potere di risolvere tutti i nostri problemi, ma senza impegnarci a mettere in pratica i suoi insegnamenti.

Chi sono più importanti gli amici od il Buddha? Qualcuno, in effetti, pur dicendosi Buddhista, non ascolta di fatto ciò che i maestri dicono e nemmeno Sua Santità il Dalai Lama, ascolta solo gli amici, il che è come ingannare l’insegnamento del lama. Chiedere ai Buddha di girare la ruota del Dharma e di non andare nel Paranirvana e da parte nostra ascoltare, studiare e meditare sugli insegnamenti è la migliore offerta che possiamo fare, è la migliore offerta che viene direttamente dalla nostra mente e dal nostro cuore e rende felici i nostri maestri. Perciò, non riusciamo a compiacere i maestri senza impegnarci nello studio, perché le sole offerte materiali non riescono a compiacere i Buddha, che sono felici della nostra pratica, quindi il miglior comportamento è abbinare le offerte della pratica e dello studio con quelle spirituali.

7 Perciò tutte le qualità che io abbia accumulato attraverso la pratica da me effettuata, le dedico perché scompaia definitivamente la sofferenza di ogni essere vivente.

8 Che io divenga il medico, la medicina, l’infermiere per ogni malato nel mondo, finché ognuno non abbia raggiunto la guarigione.

La dedica dei meriti: la prima è generica, che tutto ciò sia di beneficio a tutti, mentre la seconda dedica è l’auspicio che gli ammalati guariscano, che gli affamati trovino cibo a sufficienza, di poter realizzare tutti i desideri. Il che riguarda tutte le malattie, è una dedica indirizzata specialmente agli ammalati, a tutti gli esseri, non solo gli umani.

La dedica successiva è per gli affamati e gli assetati.

9 Che cada una pioggia di alimenti e di bevande, cosi che si plachino le sofferenze della fame e della sete; durante il corso delle ere di carestia possa io stesso diventare qualunque alimento o bevanda.

È una dedica in accordo con la Via del Bodhisattva.

È dedicata al periodi di carestia: possa io trasformarmi in bevande e cibo. È davvero incredibile l’attitudine positiva del Bodhisattvacharyavatara.

Ci sono questi periodi molto lunghi in cui non v’è cibo né bevande, ed il fatto che ora ce ne sono dipende dai nostri meriti. Ma accumuliamo molto velocemente negatività. Non se c’è cibo né bevande, è quindi importa accumulare meriti. Ma noi esseri ordinari non abbiamo il potere e la forza dei Bodhisattva, rispetto a loro possiamo accumulare solo una piccolissima parte d’azioni positive. Tuttavia, se noi, trovandoci di fronte a tante persone che soffrono per fame, sete, carenza di vestiti, ci comportiamo positivamente, se doniamo loro ciò che gli manca, in questo modo ci avviciniamo allo stile di vita del Bodhisattva. Fare solo preghiere ma non agire non ha senso, pregare senza essere generosi è un controsenso, a meno che non ne abbiamo possibilità alcuna. Ma di praticare in questo senso ne abbiamo tante di possibilità. Sarebbe sbagliato non pensare a chi non ha nulla.

Tuttavia dobbiamo stare attenti a chi ci chiede dei soldi per strada ed invece di comprare cibo acquista droga. Dobbiamo stare attenti su questo. Se qualcuno non dovesse mangiare per qualche giorno, per evitare che coi soldi che gli donate compri della droga, allora comprategli del cibo. Altrimenti, se con quei soldi comprasse della droga, finiremmo per danneggiarlo. Perciò dobbiamo stare attenti anche alla nostra generosità.

Ad esempio, nel sud India per gli insegnamenti Sua Santità il Dalai Lama vengono tanti stranieri, come ad esempio dei Taiwanesi, che visti dei contadini che portavano delle mucche al macello le vollero liberare. Ma si chiesero: come e dove liberarle? Allora stabilirono che sarebbe stato necessario dar loro dei pascoli e dei mandriani che si prendano cura di loro, così fecero. E comprarono parecchie centinaia di mucche, che inserirono in terreni per l’appunto acquisiti, e assunsero dei mandriani, quando tornarono a Taiwan, rimanendo in contatto coi mandriani i quali comunicavano loro che tutto andava per il meglio. Così i Taiwanesi continuavano a mandare soldi. Tuttavia, dopo un po’ di tempo i Taiwanesi tornarono e scoprirono che i mandriani avevano sì ricevuto i soldi ma li avevano tenuti per sé, lasciando morire le mucche. Così il proposito e l’azione di aiutare gli altri si era tramutata in un danno!

10 Che io possa divenire un tesoro inesauribile per poveri e bisognosi, e possa trasformarmi in qualunque cosa di cui loro abbiano necessità, e che tutto questo sia per loro di facile raggiungimento.

Dedichiamo meriti che acquisiamo affinché siano come un tesoro che esaudisce tutti loro desideri e bisogni, così è conclusa la Preghiera in Sette Rami e la sua dedica.

I prossimi versi riguardano la pratica della generosità e la familiarizzazione con essa e, per farlo, dobbiamo generare una buona motivazione.

Se la pratica della generosità è unita ad afflizioni mentali come l’invidia, la collera e l’attaccamento, questa non è una buona azione di generosità. Prima di farlo dobbiamo addestrare la nostra mente per generare la buona motivazione affinché la pratica diventi efficace.

11 Senza provare sensazione di perdita offrirò il mio corpo e i miei averi , e tutti i miei meriti presenti e futuri allo scopo di realizzare i benefici di tutti gli esseri senzienti.

Parliamo d’offrire il nostro corpo e beni per il benefici degli altri esseri, è un allenamento mentale, alleniamo così la nostra mente, recitando questi versi, quindi, se prima non addestriamo la nostra mente alla generosità, non si farà un perfetto atto di generosità.

12 Abbandonando l’attaccamento per tutte le cose il dolore verrà superato, in questo modo io otterrò lo stato che è aldilà della sofferenza. Considerato che occorre abbandonare tutto è meglio donare adesso ogni cosa a tutti gli esseri senzienti.

In particolare, occorre abbandonare l’attaccamento per il propri corpo, parola e mente, altrimenti non possiamo andare al di là della sofferenza ed ottenere la liberazione dal dolore. Dobbiamo essere molto prudenti ed attenti, altrimenti, se non abbandoniamo l’attaccamento, non riusciamo a realizzare alcun progresso spirituale. Se, viceversa, impariamo ad abbandonare l’attaccamento, realizziamo la scelta migliore, è bene quindi lasciare andare completamente l’attaccamento per questi aspetti. Il meglio è riuscire ad abbandonare l’attitudine di beneficiare noi stessi ed in particolare di beneficiare il nostro corpo ed accumulando beni, donandoli invece per il beneficio di tutti gli esseri, perciò diminuiamo il nostro atteggiamento di beneficiare noi stessi per essere invece di beneficio agli altri. Offrire tutto agli altri, senza attaccamenti è la via attraverso cui possiamo diventare dei Buddha.

Attaccamento per il nostro corpo: cosa significa abbandonarlo?

13 Ho abbandonato l’attaccamento a questo corpo, poiché questo sia utile a tutte le creature, ne facciano ciò che vogliono, lo uccidano, lo percuotano, lo maltrattino come desiderano.

Una volta che l’abbiamo donato, che gli altri lo usino come lo desiderano: è il completo abbandono dell’attaccamento per il proprio corpo.

Tutti i nostri problemi sorgono invece dall’avere attaccamenti per il nostro corpo e da questo proviene la nostra sofferenza e da qui sorge il samsara ed è senza fine, finché c’è attaccamento il samsara è inesauribile. Abbandonando completamente l’attaccamento al nostro corpo, poniamo veramente fine alla sofferenza e possiamo veramente realizzare la liberazione. Perché, a ben pensarci, ad un dato momento dovremo pur abbandonarlo il nostro corpo. Perciò, innanzitutto dobbiamo addestrare la nostra mente ad abbandonare l’attaccamento. Ma non è facile, perché abbiamo una lunga abitudine ad essere attaccati al nostro corpo. E, se non addestriamo la nostra mente, è impossibile riuscire ad eliminare l’attaccamento. Perciò dobbiamo innanzitutto addestrarci.

14 Pure se fosse considerato un giocattolo, lo utilizzino pure per disprezzarlo e per deriderlo,visto che lo ho offerto a loro, perché devo ora preoccuparmene cosi tanto?

Si riferisce ad un addestramento mentale e, pur non essendo facile, dobbiamo iniziare ad addestrare la nostra mente in quella direzione.
15 Lascerò perciò che essi dispongano di me come desiderano,

purché io non diventi la causa del benché più piccolo danno per alcuno.

Ogni volta che uno di costoro mi incontri, che questo sia per il beneficio di tutti.
È l’a
uspicio che, lasciato il mio corpo, ne facciano quel che desiderano, a patto che non arrechi loro del male. Ci sono tanti modo per beneficiare gli altri col nostro corpo, ma senza danneggiarli. Altrimenti non avrebbe alcun senso. In accordo con l’insegnamento del Dharma faccio in modo che il mio corpo sia di beneficio agli altri.

Grazie al nostro corpo possiamo studiare, praticare e fare molte azioni positive, in tal modo, usandolo in modo positivo in accordo col Dharma, lo studio e la pratica sono in accordo col dare beneficio. Più abbiamo abbandonato l’attaccamento per il nostro corpo più abbiamo la possibilità di beneficiare gli altri. Il che significa che l’incontro con chiunque possa sempre avere un significato positivo. Qualsiasi incontro possa essere di buon auspicio.

16 Nel caso costoro mi incontrino e ciò generi in loro un pensiero di devozione o di collera, che questo si trasformi in perennemente in uno strumento per realizzare tutti i loro desideri.

Qualsiasi sia la reazione all’incontro con gli altri possa diventare uno strumento per realizzare i loro desideri, possa trasformarsi in un qualcosa di positivo, indipendentemente da come consideri gli altri, positivi o negativi, non importa.

Ciò è in accordo con la via del Bodhisattva, non importa qualsiasi cosa accada, possiamo essere anche percossi, ma, qualsiasi situazione sorga, possa trasformarsi nel bene per gli altri.

Un esempio è il luogo dove il Buddha in una vita precedente offri il suo corpo per sfamare la tigressa che doveva allattare i suoi piccoli affamati, e lo fece con la motivazione che, agendo in tal modo per il bene di tutti gli esseri, possa in futuro diventare un Buddha https://www.sangye.it/altro/?p=102 . Cosi anche la tigressa possa in futuro diventare un Buddha ed i suoi cuccioli possano diventare i suoi 5 discepoli.

Perciò questa è la pratica del Bodhisattva ed alleniamoci in tal modo per intraprenderne il cammino.

Viceversa, attraverso l’attaccamento abbiamo accumulato una gran quantità d’azioni negative, e nelle vite passate abbiamo conseguito molti corpi, ma li abbiamo usati per azioni negative, ora come Bodhisattva mi voglio impegnare in azioni positive. Ma non vuol dire che dobbiamo andare ad offrirci in pasto alle tigri. Dobbiamo invece sviluppare le capacità della nostra mente altruistica.

17 Quelli che mi insultano o che mi recano qualsiasi danno anche nel caso mi calunnino e mi incolpino di cose non commesse, possano essi avere la fortuna di raggiungere l’illuminazione.

Coloro che mi insultano e calunniano possano avere la fortuna di ottenete la liberazione.

È un’altra preghiera d’auspicio per allenare la nostra mente, tutti costoro, tramite la mia aspirazione possano ottenere l’aspirazione e lo stato di Buddha, il nostro compito è quindi di non andare in collera, di non arrabbiarci.

18 Che io divenga il protettore per quelli che non lo hanno, una guida per coloro che camminano sul sentiero, divenga un ponte, un’imbarcazione, una nave per coloro che vogliono attraversare le acque.

Tutti possono diventare amici? È impossibile! È umanamente impossibile non trovare qualcuno che avrà da criticare e sarà in disaccordo con me.

Tuttavia dobbiamo allenarci a pensare come loro, gli esseri che incontriamo sul nostro cammino, altrimenti sarà difficile sviluppare più meriti, quindi karma positivo.

È import allenarci, addestrarci ad utilizzare la nostra intelligenza.

Proprio perché non posso fermare tutti i ladri, stupratori, rapinatori ecc, non posso essere il poliziotto di tutti, se lo fossi non ci sarebbe bisogno né di polizia né di esercito.

19 Che io divenga un’isola per chi è alla ricerca di una terra, una lampada per chi ha bisogno di luce, un giaciglio per coloro che desiderano riposarsi e servo per tutti coloro che ne desiderano uno.

Sono queste preghiere d’aspirazione, l’addestramento mentale, la causa per sviluppo di bodicitta e per la mente d’illuminazione. Non sono solo preghiere, ma un addestramento possibile e fattibile che i grandi Bodhisattva d’alto livello, ma non solo, possono realizzare.

Tutto ciò anche gli altri Bodhisattva non lo potevano realizzare, all’inizio tutti erano uguali: erano esseri ordinari! Questi Bodhisattva, attuando uno sforzo entusiastico e l’impegno nella pratica, si sono elevati, ma, all’inizio, nessuno era un Bodhisattva e nessuno era un Buddha, il che vale anche per noi. Se ci incammineremo sul sentiero, matureremo tutte le possibilità per la realizzazione, dobbiamo incrementare la generosità e conseguire la bodicitta, ed è possibile conseguirla.

Altrimenti solo i Buddha col loro sforzo si sono elevati fino ad ottenere la liberazione, mentre noi con la nostra pigrizia siamo prigionieri del samsara.

Sforzo entusiastico non significa dedicare tante ore alla pratica, ma essere costanti giorno dopo giorno, momento dopo momento.

Abbiamo bisogno d’una grande fiducia in noi stessi, devo rendermi conto che posso farcela, il che dà fiducia alla nostra pratica.

È necessaria una mente tranquilla, non certo una mente nervosa, che non ci serve.

Inoltre dobbiamo sapere che è un qualcosa che dovremo impegnarci per un lungo tempo finché diventeremo dei Buddha, non stiamo parlando di 1 giorno, 1 mese, 1 anno, ma di 1 vita umana dopo l’altra, con la necessità di sviluppare una mente stabile ed determinata.

L’aspetto principale della nostra pratica è la nostra mente, il continuum di vita in vita. Il che non vale certo per il nostro corpo. Quindi, l’aspetto principale è addestrare la nostra mente. Dobbiamo renderci conto che il cambiamento della nostra mente non avviene velocemente in 1 anno e nemmeno in 15 anni, ma solo dopo anni ed anni possiamo iniziare ad osservare miglioramenti nella nostra mente. Se abbiamo questi tipi di continuità, non è difficile osservare miglioramenti della nostra mente, anche se per alcuni è più facile mentre per altri è più difficile.

All’inizio abbiamo magari l’impressione di capire molte cose ed il cambiamento sembra più veloce, poi le cose sembrano sedimentarsi e magari regredire, ed è quella la situazione in cui dobbiamo capire che è quello è il momento di impegnarci.

Avere la mente rilassata è importante per superare gli ostacoli, mentre una mente nervosa è debole e contraddittoria e crea ostacoli sul nostro cammino. Se abbiamo una mente rilassata possiamo capire che nella vita possono capitare molti imprevisti e la mente rilassata ci rende attenti e prudenti. Perciò nella nostra vita si creano molte circostanze verso cui non abbiamo potere, perciò la mente rilassata ci permette di usare al meglio la nostra mente e ci permette d’essere riflessivi.

Ci sono tante difficoltà ma non molte sono reali, sono create dalla nostra mente, di fatto non ci sono. Se viaggiamo in treno possiamo incontrare gente di tutti i tipi e, se abbiamo una mente critica, diciamo che questo non mi piace e mi disturba, il che molto spesso dipende dal nostro atteggiamento discriminatorio ed ipercritico, ma, se siamo rilassati, non saremo disturbati dal nostro stesso modo di pensare.

Ho conosciuto una famiglia molto ricca, ma infelice, dicevano d’avere tanti problemi, ma non avevano problemi di soldi, tanto da non aver bisogno di lavorare ed erano pure più giovani di me. Dov’era il problema? Forse fuori? No! Era solo dentro! Veri problemi non ce n’erano. Dal momento che non erano avvezzi a pensare positivamente, allora vedevano tutto negativamente. Dobbiamo imparare ad essere più rilassati. Pensando così riusciremo a risolvere meglio i problemi che effettivamente ci sono da superare. Altrimenti ci sentiremo male perché dobbiamo andare a lavorare sentendo i rimbrotti del capo. È la nostra intelligenza che deve capire tutto ciò, non è null’altro di più. Se si imparerà a crescere in modo positivo, eviteremo di crearci dei problemi, eviteremo di renderci infelici per causa nostra.

Chè chi pensa: “Andrò a Pomaia all’Istituto Lama Tzongkhapa per risolvere i miei problemi”. All’inizio troverà tutto bello, ma dopo del tempo le cose cambiano, perché emergeranno per forza dei problemi, e, pur essendoci problemi ovunque, dipende dalla nostra attitudine il risolverli, perché, se ci poniamo positivamente, ne troveremo una soluzione. Se pensi sempre in modo negativo, anche se si siederà vicino a te un Buddha o Bodhisattva, non lo vedrai. Con una buona motivazione posso intervenire a favore dagli altri, ma dipende dal mio atteggiamento, se positivo o meno. Se parto da una motivazione positiva avrò la capacità di essere d’aiuto agli altri ed a me stesso.

Nella nostra giornata non esiste un momento speciale dedicato a correggere la nostra mente, ogni momento è buono, e lo è per 24 ore al giorno. Se ci impegniamo a correggere la nostra mente è possibile che diventiamo come i Bodhisattva. Questo è lo sforzo entusiastico che abbiamo bisogno di sviluppare! E, non avendo bisogno di dedicare del tempo speciale ad esso, non dobbiamo sottrarre del tempo ad altre incombenze importanti. Se dedichiamo 5-10 minuti il mattino ed altrettanto la sera, con un orientamento positivo il mattino ed un bilancio serale, cercando di correggere, di migliorare il nostro atteggiamento, il che dev’essere come un flusso continuo: ci sarà un miglioramento della nostra mente. Cosi come ci sono tanti giorni di festa che non ci impediscono certo di mangiare e bere, così non dobbiamo impedirci di meditare e di vagliare continuamente la nostra mente. Non dobbiamo far fare festa alla nostra mente. Quindi, quando meditiamo facciamolo con convinzione, non lasciandoci cadere nella pigrizia e svogliatezza.

Abbiamo bisogno di dormire, di riposare. Il minimo è di 6 ore ed il massimo di 8 ore, il che ci permette di riposare bene e di meditare bene. Perché, proprio perché il nostro corpo ha bisogno di riposo, senza il giusto riposo non si può meditare bene. Dobbiamo andare a letto presto perché, se ci attardiamo, non abbiamo l’indomani il corpo in forma per una giornata positiva e per una buona meditazione. Perciò abbiamo bisogno d’un corpo in forma.

Un giapponese visse fino a 105 anni. Ma non era uno come tutti gli altri. Il suo era un corpo sano ed aveva una mente sana. A 65 anni andò in pensione ma non smise di lavorare, e non si riempiva mai troppo la pancia ma lasciava che ci fosse sempre dello spazio nel suo stomaco alla fine del pasto. Inoltre studiava, il che lo aiutava a non perdere la memoria. E cantava per la gioia. Ma gli esseri non sono tutti uguali: qualcuno ascolta musica, fa danza, s’impegna in ciò che gli piace. Quindi la sua ricetta per una vita sana e la longeva è d’impegnarsi, lavorare, ma senza affaticarsi troppo, moderazione nel cibo, studio ed attività fisica.

Anche da parte nostra dobbiamo stare attenti a non disperderci su molti insegnamenti né a limitarci o meglio incaponirci limitarci su un solo un obiettivo, essere prudenti ed a guardare l’insieme del tutto.

20 Che io divenga gioiello dei desideri, un vaso della fortuna, mantra potentissimi e farmaci miracolosi, che io divenga l’albero che esaudisce i desideri e la mucca dell’abbondanza per tutto il mondo.
21 Come la terra e gli altri elementi sono sostegno, allo stesso modo lo sia io per la vita delle moltitudini degli esseri senzienti restando cosi fino a che esisterà lo spazio.

22 Fino a quando non supereranno la sofferenza, possa divenire io fonte di sostentamento e di vita per tutte le creature che si estendono fino ai limiti dello spazio.

Il che sottende a due aspetti: l’uno l’agire per il bene degli altri ed essere fonti di sostentamento finché tutti gli esseri non diventino dei Buddha, l’altro è che gli esseri sono infiniti come lo spazio, quindi il mio impegno dev’essere infinito come lo spazio ed è questo il modo di generare bodicitta, la mente della compassione ed è il modo di pensare dei Bodhisattva.

23 Allo stesso modo che i Buddha nel passato hanno sviluppato la Bodhicitta, e nello stesso modo hanno percorso il sentiero graduale del Bodhisattva,
24 Cosi per i benefici di tutte le creature viventi nasca in me la Bodhicitta,e possa poi con successo io pure praticare lo stesso addestramento.

Proprio come i Buddha ed i Bodhisattva del passato hanno continuato a praticare fino al loro ottenimento così io mi impegno a praticare come un Bodhisattva ed a seguire questo sentiero. Questa è l’essenza del voto del Bodhisattva.

Prima però dovrò far sorgere in me la mente d’illuminazione, per poi prendere i voti del Bodhisattva. Ma noi facciamo l’inverso e ci impegniamo a seguire la via del Bodhisattva ma non sempre è così, e ci impegniamo a seguire il sentiero.

Ma senza la mente di illuminazione non possiamo prendere nessun voto di Bodhisattva. Cianciub è la mente del risveglio, il Buddha, cian significa che “tutto ciò che andava purificato lo è stato” e ciub “tutto ciò che andava ottenuto lo si le raggiunto”, così è per sangye.

La mente d’illuminazione non è un qualcosa di artificioso o di fabbricato ma è spontanea e naturale. Allenando continuamente la nostra mente la bodicitta sorge in noi, ma è necessariamente un addestramento. Se continuiamo per lungo tempo ad addestrarci, un giorno questa mente d’illuminazione in modo spontaneo e non artificiale sorgerà spontaneamente in noi ed avverrà se seguiremo un cammino graduale in cui costantemente addestriamo la nostra mente.

25 Per accrescere ancora lo sviluppo della Bodhicitta gli esseri che sono dotati di comprensione dovrebbero cosi lodarla sommamente:
26 “La mia vita ha dato oggi un grande frutto: avendo avuto la fortuna della preziosa rinascita umana sono nato nella famiglia dei Vittoriosi, e sono divenuto uno dei loro figli.”

Perciò di questi conseguimenti dovremmo rallegrarci e meditare sulla gioia.

La prima parte della strofa 23 sottende due aspetti. Per far accrescere la mente illuminazione o la Bodhicitta https://www.sangye.it/altro/?p=1666 ha due parti: la prima è l’aspirazione alla mente d’illuminazione e la seconda è la mente d’illuminazione dell’impegno e qui si tratta di farle crescere entrambe.

È estremamente importante meditare con gioia su questo, un qualcosa di cui essere veramente felici. Dobbiamo veramente essere gioiosi di questo meraviglioso frutto della preziosa rinascita umana. Perché, cosi siamo nati nella famiglia del Buddha e siamo figli del Buddha, questa è una ragione più che valida per far crescere la mente d’illuminazione. Capire cos’è Buddha e l’illuminazione è relativamente facile. Ma è molto difficile sviluppare la mente d’illuminazione. Infatti è considerato più facile vedere direttamente la vacuità che far sorgere la mente d’illuminazione. Perciò sono molto pochi coloro che sono riusciti a far sorgere la mente d’illuminazione, perciò comprendere la vacuità è più facile. Ma sono proprio tanti coloro che hanno preso i voti Bodhisattva, ma non significa che abbiano generato la mente d’illuminazione.

27 Perciò qualunque atto io compia da oggi in poi esso sarà in accordo con gli insegnamenti di questa nobile famiglia.

Mai porterò disonore a questo lignaggio elevato e puro, nè mai lo contaminerò.

Dobbiamo avere rispetto, attenzione e cura della mente d’illuminazione, assumendo l’impegno, una volta che ci siamo conto di essere nella famiglia dei Buddha di comportarci bene, mai comportarci in disaccordo con questo nobile lignaggio, è questo il tipo di comportamento che dovremmo avere dopo aver preso i voti del Bodhisattva https://www.sangye.it/altro/?p=6252. Se dovessimo prendere l’iniziazione dobbiamo essere attenti specialmente se prendiamo i voti del Bodhisattva https://www.sangye.it/altro/?p=6248, cosi dobbiamo cercare d’essere di beneficio agli esseri, senza danneggiare nessuno, perché, se facciamo del male agli altri, ci comportiamo in disaccordo agli impegni del Bodhisattva. Perciò, prendendo l’impegno di essere di benefico agli esseri, non li posso danneggiare, ma devo sorvegliare la continuità e la forza dell’impegno preso. Tuttavia, anche se non abbiamo preso il voto di Bodhisattva non è che siamo autorizzati a far del male agli altri. Quindi, è comunque un’azione negativa danneggiare gli altri, sia che abbiamo preso che non abbiamo preso i voti del Bodhisattva.

Domanda. Quali sono i comportamenti che possono favorire il passaggio dalla mente d’aspirazione a quella dell’impegno?

Ven. Lama Ghesce Tenzin Tenphel. Allenandoci sull’aspirazione la mettiamo in pratica, cosi facendo la realizziamo. Prima d’aver stabilizzato la mente aspirazione, non è possibile aver stabilizzato e conseguito la bodicitta. È come desiderare di partire e mettersi in viaggio. Ci sono tanti tanti commentari, in particolare nell’insegnamento sulle Paramita https://www.sangye.it/altro/?p=3791 le Sei Perfezioni, viene spiegato molto bene, su tutte le perfezioni. Il Lamrim https://www.sangye.it/altro/?p=3149, https://www.sangye.it/altro/?p=3159, https://www.sangye.it/altro/?p=142 spiega la differenza tra le due, ma non in modo così approfondito come negli insegnamenti sulla Paramita. Se comprendiamo bene la Via di Mezzo https://www.sangye.it/altro/?p=6567 se conoscete il Lamrim https://www.sangye.it/altro/?p=3762, https://www.sangye.it/altro/?p=6571 ma non le Paramita e Madiamika https://www.sangye.it/altro/?p=10027, https://www.sangye.it/altro/?p=4206 troverà delle grandi spiegazioni. Questo è un insegnamento della via del Bodisattva per chi ha già studiato le Paramita https://www.sangye.it/altro/?p=3791 e la Madiamika.

28 Allo stesso modo in cui un cieco scopra fra i rifiuti una pietra preziosa, nello stesso modo fortunoso ha avuto in me generazione la bodhicitta.

È questo un esempio di un qualcosa ricco di significato. Come il cieco che trova un gioiello in cumulo di rifiuti è molto fortunato, cosi è altrettanto difficile per noi far sorgere la mente d’illuminazione. È un motivo in più per rallegraci se sorge in noi la mente d’illuminazione. Ed una volta sorta, impegnarci a farla crescere sempre di più.

Ricordo l’importanza della motivazione: quella eccellente è generare bodicitta, quella intermedia è beneficiare gli esseri, quella minima è di non nuocere.

Per beneficiare gli esseri senzienti è necessario coltivare la mente della pazienza https://www.sangye.it/altro/?p=9998, altrimenti è molto difficile essere di beneficio agli esseri, se siamo infelici ed abbiamo una mente non virtuosa, è impossibile coltivare la mente della pazienza https://www.sangye.it/altro/?p=3691, perciò la base per coltivare la mente della pazienza https://www.sangye.it/altro/?p=3195 è essere felici. Il che non significa che non sorgeranno difficoltà ed ostacoli, ma significa che riusciremo a superare ostacoli e difficoltà mantenendo la mente paziente e prudente. Proprio perché è l’imprudenza a gestire la nostra mente che spesso ci rende infelici. Nella nostra vita non abbiamo nessuna idea delle difficoltà che incontreremo, ma, attraverso il buon uso della nostra intelligenza, abbiamo la capacità di affrontare situazioni difficili attraverso il buon umore e la gioia. Cosi ci incammineremo sul cammino della felicità. Sempre dovremo affronta delle difficoltà e, se siamo abituati ad affrontarle con rabbia, saremo sempre infelici, viceversa, se sapremo affrontarle con buon umore, saremo in grado di usare bene la nostra saggezza ed intelligenza in modo adeguato e padroneggiare la nostra mente e non saremo sovrastati da nessuna situazione negativa incombente. Perciò dobbiamo imparare a pensare in modo positivo. Abbiamo tante circostanze esterne che non possiamo cambiare, ma, se i problemi sorgono dal nostro continuum mentale, abbiamo i metodi per poterci migliorare e possiamo farlo. Partiamo dal presupposto che solo la nostra mente la possiamo cambiare non le circostanze esterne, ma tale atteggiamento deve essere in accordo alla realtà.

Si tratta d’essere buone persone, oneste, con buoni pensieri. E non vanno bene pensieri contorti o distorti verso noi stessi e gli altri, non potrà mai andar bene.

Attraverso questi miglioramenti le persone oneste e positive diventano la causa per la generazione della compassione e della mente di bodicitta.

Questo è ciò che possiamo veramente fare ora, ma abbiamo bisogno di tempo per svilupparlo, non c’è sbaglio ad impiegare tempo per questo cambiamento. Se pensiamo a tutto il tempo sprecato da tempo senz’inizio fino ad ora, in questo momento dobbiamo pensare di andare verso la mente d’illuminazione.

La prima cosa è fare buon uso della nostra saggezza generando buoni pensieri, buon umore, pazienza, compassione, grande compassione, essere di beneficio agli altri, generare la mente di bodicitta. Dobbiamo analizzare con la nostra intelligenza ed eliminare le cause di infelicità in quanto abbiamo i metodi per farlo, anche perché questa infelicità non è di beneficio né è a noi né agli altri. Quindi dobbiamo utilizzare questa mente di beneficio sia per gli altri che con ricadute positive su noi stessi.

Qui si dice che, una volta provata la mente d’illuminazione, è come un’ambrosia che sconfigge la morte.

29 Essa è il supremo nettare che vince il potere della morte, l’inestinguibile tesoro che toglie ogni povertà agli esseri che trasmigrano fra le rinascite.

Cos’è il dominio del morte? È che alla morte siamo sotto il potere del karma e delle afflizioni mentali. Mentre, se siamo sotto il potere di bodicitta, ce ne svincoliamo e diventiamo liberi dalla morte e diventiamo liberi rispetto alla nostra rinascita, non siamo più sotto il potere del karma, e siamo liberi dal potere della morte.

Tantissime persone sono afflitte dalla povertà, dalla mancanza di mezzi, cibo, il che dipende dal karma https://www.sangye.it/altro/?p=6589 dall’accumulo di mancanza di meriti, mentre la via del Bodhisattva ci porta ad accumulare infiniti meriti, quindi non ci dovremo più preoccupare.

30 È il farmaco supremo che distrugge ogni malattia, l’albero dei desideri che offre riparo a tutte le creature erranti e stanche attraverso le vie dell’esistenza ciclica.

È la suprema medicina, come? Le malattie sorgono dal karma non virtuoso, ma con la bodicitta elimini il karma negativo ed elimini anche il karma che genera malattie. Tutte le malattie sono anche degli ostacoli, dipendono dal karma non virtuoso accumulato. Grazie alla purificazione del karma negativo da parte della bodhicitta, non andremo più incontro ad ostacoli e malattie. È indispensabile per maturare la bodicitta la purificazione delle negatività e l’accumulo di meriti.

Se pensiamo a tutte le difficoltà di tutti gli esseri, alle difficoltà del samsara, giungiamo alla conclusione che è veramente faticoso, ma, quando sorge la bodicitta, pensiamo che possiamo riposarci dalle fatiche del samsara.

Le difficoltà non finiscono mai. Non solo in questa vita, ma in tante, tante vite. Quando realizzo la bodicitta penso: “Ora sto bene, perché accumulo un’immensa quantità di meriti e purifico le negatività e non c’è la possibilità di accumulare azioni negative e da quel momento la felicità aumenta sempre di più. È il veicolo universale che salva gli esseri dalle rinascite sfortunate.

Come? Perché coloro che la sviluppano sono dei bodisattva e Buddha perfetti che hanno la possibilità di dare aiuto agli esseri. Se, invece, non smettiamo di beneficiare solo noi stessi, non abbiamo la possibilità di beneficiare gli altri esseri.

Come posso sollevare dalla sofferenza gli altri esseri? Col fatto che gli esseri giungono a conoscere e praticare il Dharma, hanno la possibilità di eliminare la sofferenza. Se ascoltiamo e mettiamo in pratica gli insegnamenti, ci salviamo dalla sofferenza. Non è che un Bodhisattva ci viene a salvare, egli offre l’insegnamento, ma sta a noi metterlo in pratica. Essi hanno metodi e sono tantissimi per eliminare la sofferenza degli esseri. Quello migliore è che l’interessato capisca gli insegnamenti e li metta in pratica, cosi sarà possibile ottenere la liberazione e lo stato perfetto del Budda.

31 Essa è il veicolo universale che porta a salvezza gli esseri dalle rinascite sfortunate, la bodhicitta è simile alla luna crescente, che porta la calma dove è il tormento causato dai difetti mentali.

La mente di liberazione è come la luna crescente che calma i tormento dei difetti mentali. Ed è solo la mente di liberazione, che, come luna crescente, calma il tormento dei difetti mentali.

Come? Col Dharma e la sua comprensione ed applicandoci per riuscire a liberarci dai difetti mentali.

32 Essa è il sole possente che elimina definitivamente il buio dell’ignoranza delle creature, la quintessenza del burro estratto dal latte meraviglioso del Dharma.

È simile alla strofa precedente: si rifà alle oscurazioni dall’onniscienza. E ci si libera da esse ascoltando gli insegnamenti ed applicando il sentiero del Dharma, cosi la nostra mente può chiarificare le oscurazioni.

Come i Bodhisattva ed i Buddha supremi possono eliminare la sofferenza dalle ostruzioni al sentiero dell’onniscienza e dalle afflizioni mentali? Solo ascoltando e mettendo in pratica gli insegnamenti. Il compito dei Bodhisattva e dei Buddha perfetti è di insegnare il Dharma ed il compito di chi ascolta è di seguire il sentiero, di metterlo in pratica. Cosi posso liberarmi dalla sofferenza dalle ostruzioni mentali all’onniscenza. Il solo fare preghiere di buon auspicio non basta. Se solo l’aspirazione elevata con la preghiera dovesse funzionare, tutti starebbero bene, non è forse vero? Le preghiere sono sì d’aiuto, ma non vanno in profondità, anche incontrare il maestro e ricevere la benedizione è una esperienza significativa, ma le benedizioni non bastano. Solo attraverso la nostra pratica eliminiamo la sofferenza. Se abbiamo fame, questa non passa pregando, dobbiamo essere noi ad assumere cibo, nessun altro può farlo. Sicuramente ci possono essere delle cose che ci aiutano, ma non possono eliminare completamente la nostra sofferenza. Dobbiamo comprendere che dobbiamo individuare tutte le sofferenze che creiamo con la nostra mente e le dobbiamo eliminare, spazzarle via. Solo così iniziamo a percorrere la via dell’eliminazione della sofferenza.

Altrimenti continuiamo a credere che la maggior parte delle nostre sofferenze sono provocate dagli altri. Invece sono molte più le sofferenze provocate da noi stessi rispetto a quelle provocate dagli altri, che sono sporadiche, mentre quelle provocate da noi stessi maturano 24 ore al giorno. Continuiamo a pensare a questo ed a quello. E, se non prestiamo attenzione, cominciamo a pensare a cose strane ed alla nostra mente diventa difficile fermarsi e prestare attenzione a questa abitudine. Non è la pratica facile o difficile, ma è la nostra attitudine mentale che lo è. Dipende da noi. Se per noi è facile migliorare la mente, è facile qualsiasi pratica. Viceversa, se per noi non è facile trasformare la mente, la pratica allora diventa difficile.

Come il burro è l’essenza del latte, cosi la bodicitta è l’essenza di tutti insegnamenti del Dharma. La Bodhicitta è il cuore del Dharma. La persona che ha fatto sorgere la mente di bodicitta l’ha fatto sorgere in sé e negli altri ed è entrato nel grande veicolo del Mahayana.

33 A ogni essere senziente che vaga nei cammini dell’esistenza condizionata e che desidera sperimentare i doni splendidi della felicità, la bodhicitta gioiosamente gli darà soddisfazione, e di fatto lo porterà alla beatitudine suprema.

Siamo come dei turisti che continuano a vagare. Così noi continuiamo a vagare nei sei reami dell’esistenza: dai reami infernali a quelli divini. E, se abbiamo veramente il desiderio di sperimentare la felicità, solo la mente di illuminazione può darcela. Questo vagare nel samsara dai reami più alti a quelli più bassi è infinito, solo la mente di illuminazione può eliminare questa schiavitù.

34 Invito quindi ogni essere senziente da adesso in poi ad ottenere l’illuminazione, e, fino ad allora, possano tutti assaporare ogni felicità terrena ! Possano gli dei, i semidei e tutti gli esseri senzienti gioire di tutto questo.

Chi incontra il Dharma ha un piccolo risveglio e si dice: “Ora posso ottenere la liberazione”. Ascoltando gli insegnamenti e praticando ho la possibilità di esprimere questo desiderio e di praticare questo sentiero della liberazione che prima non avevo mai intravisto. Il che diventa un esortazione a non scoraggiarci, anzi: rallegriamoci perché siamo sulla strada per la liberazione. È un invito per tutti gli esseri, dai reami più bassi ai più alti, a considerare che, finché non raggiungerò la mente della liberazione, non raggiungerò il nirvana ed è perciò un invito ad ottenerla. L’impegno del Bodhisattva è di continuare a lavorare anche solo per un essere, per il suo bene, per il suo beneficio. Finché non avremo tale coraggio potremo meditare sulla felicità di tale aspetto. Tutto ciò significa che dobbiamo impegnarci nella pratica, non serve limitarci a desiderarlo né tanto meno preoccuparci. Anche nella pratica dobbiamo essere attenti ed usare la nostra saggezza ed intelligenza per metterla in pratica. Dobbiamo ascoltare gli insegnamenti, riflettervi e conoscerli ed allora metterli in pratica. Questo è il significato di ascoltare gli insegnamenti. È di capire bene.

Dobbiamo aver presente che si muore e che dobbiamo fare del nostro meglio per ampliare la nostra conoscenza e praticare.

Dobbiamo condurre una buona vita o dobbiamo diventare famosi? Con tanti amici, ricchi?

Ma ci sono tanti ricchi che sono depressi ed avere tanti amici porta anche ad avere con loro discussioni e controversie, la grande ricchezza non porta ad una vita significativa, né è male avere tanti amici. È invece negativo avere pensieri strani, essere senza pazienza, non avere amore per gli esseri. Se riusciamo ad essere delle buone persone, pazienti, con buoni pensieri daremo significato alla nostra vita e saremo felici. Al momento della morte, se ci saremo comportati bene, se avremo provato amore verso gli altri, se avremo vissuto serenamente, al momento della morte saremo sereni, se ora siamo agitati, malevoli, contorti, impazienti, ciò ricadrà negativamente sia al momento della morte che perpetuandosi nella prossima vita.

Quello che rende la nostra vita significativa, indipendentemente che siamo ricchi o poveri, è che la nostra mente è serena e ci comportiamo bene.

Il testo tibetano, a differenza di quello che avete, termina con quest’aggiunta: “Questo conclude il Terzo capitolo del Bodhisattvacharyavatara o L‘entrata nella via del Bodhisattva che parla di come accrescere la mente che porta all’illuminazione.”

Ora ricordatevi infine che è importante avere una mente buona, onesta, limpida, e cosi fare la pratica.

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