Ven. Ghesce Tenzin Tenphel: “I Tre Gioielli: Buddha, Dharma e Sangha”.

Il Ven. Ghesce Tenzin Tenphel coi partecipanti al suo insegnamento al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 17 maggio 2014

Insegnamenti del Ven. Ghesce Tenzin Tenphel al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio il 17 -18 maggio 2014 sul tema “I Tre Gioielli: Buddha, Dharma e Sangha, 7° incontro del Programma “Alla Scoperta del Buddhismo”. Appunti dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa, editing e revisione del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti”. Traduzione dal tibetano in italiano di Lotsawa Thubten Sherab Sherpa.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

Maturiamo una motivazione sincera, la più grande, l’eccellente, avendo una mente molto pura e l’atteggiamento di non danneggiare gli altri esseri.

Cosa significa generare la giusta e corretta motivazione?

Significa cambiare la nostra mente, e noi saremmo sempre nella nostra vita di normale routine e saremo altrimenti sempre nell’infelicità. Senza una mente positiva corriamo il rischio di rimanere intrappolati nella nostra routine quotidiana ottenendo sempre risultati di sofferenza anziché felicità mentale.

Comunque l’argomento del nostro seminario è basato sui 3 gioielli però prima di entrare in dettaglio su questo argomento dovremmo avere la motivazione giusta per iniziare. La nostra mente è l’origine delle nostre sofferenze dal quale vengono la felicità e le sofferenze. Ci vengono perché la nostra mente è la causa. Se noi cambiamo la nostra mente quello che noi vogliamo sarà realizzato. Tutti sappiamo in qualche modo che vorremmo il benessere, la felicità e noi non vogliamo sofferenze. Però purtroppo le sofferenze e il malessere ci viene naturalmente. Le condizioni sono le seguenti. C’è una condizione esterna e una interna. Dopo queste due condizioni la nostra routine continua. Le condizioni esterne quali sono? I nostri beni materiali, soldi, amici, famiglia, etc.. diciamo sono le condizioni esterne dal quale nascono diversi cambiamenti della nostra vita. Invece le condizioni interne della nostra sofferenza sono purtroppo i nostri difetti mentali. L’attaccamento, l’avversione, l’ignoranza. Ci sono anche altri difetti mentali secondari come l’orgoglio, la gelosia, miseria etc…Quindi nella maggioranza del tempo siamo sempre stati infelici, con sofferenze, sempre in relazione con questi beni materiali, amici etc… etc… Abbiamo fatto tutto per loro, materiale etc…

Nella maggioranza del tempo abbiamo sempre avuto molte sofferenze. Se non ci fosse stato un problema materiale sarebbe stato un problema di relazione, sempre legato a una di queste condizioni esterne. Qualcosa che non va bene non finisce mai. Fino adesso abbiamo affrontato tutte queste condizioni esterne. Questi problemi non finiscono mai. Se io fossi rimasto in Tibet probabilmente sarei morto, però io sono scappato però il problema rimane. In questo senso posso lavorare con la nostra mente altrimenti la condizione esterna rimarrà sempre. Da qualche problema posso scappare però non posso scappare da tutti i problemi. Nella vita ci sono problemi. Quindi dobbiamo imparare come pensare positivo. Però persona felice serena. Noi aspettiamo che tutti i problemi spariscono ma questo è impossibile. Dobbiamo accettare il problema ed imparare a come pensare positivo. Non è che c’è problema fuori, sempre rimarrà questo problema. Noi dobbiamo imparare a come pensare positivo, questo è importante. Dobbiamo domandare a noi stessi quanti problemi ci sono. Però noi soffriamo sempre, perché?

Difficile fermare tutti i pensieri, però noi ricordarsi come abbiamo pensato. Tante persone pensano male e poi pensano di aver pensato bene. Questo più di tutto. Persone che pensavano meditare, criticare, guarda. Cambiare questo allora queste persone fanno vera meditazione. Non c’è altro, sempre guardare noi stessi, noi cosa pensiamo. Non è di fisico bello bella, l’importante è dentro. Però se ci sono entrambi è più bello.

Per questo bisogna sempre pensare cosa pensano e cosa sentono. Noi facciamo male a noi stessi, più degli altri. Una persona ha detto solo una parola. Strana sensazione, oggi cosa è successo, cosa ho sbagliato. Allora è cominciata la sofferenza. Ore, giorni, settimana e mesi ricordavano sempre questa persona mi ha detto questa parola. Allora sento troppo pesante questa parola. Allora guarda questa persona ha detto solo una parola è finita. Questa parola è andata avanti. Allora chi fa male, altri o noi stessi. Altri solo condizioni. Noi non possiamo fermare tutte le bocche delle persone. Perché preoccuparsene di queste parole. Non è che sempre parlano bene di noi. Perché alcuni parlano bene per noi, alcuni invece no. Allora perché sopra questo, pensare troppo non è molto positivo. Però pensare positivo, imparare questo è importante, altrimenti la sofferenza non finirà mai. Già arriverà felicità, bisogna imparare questo, questo molto importante. Altrimenti preghiera e felicità non arriverà. Però io non dice non fare preghiera, però fare qualcosa noi stessi, non è solo condizione falsa. Non c’è abbastanza esperienza su questo.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

Fondamentale è addestrare la nostra mente per non continuare la nostra routine normale delle sofferenze sempre. Oggi possiamo dire che l’argomento fondamentale è quello dei 3 Ratna, i tre gioielli.
Descrivere quante qualità ci sono nel Buddha già è un campo molto espansivo. Quindi questa parola Buddha, sanscrita, in Tibetano abbiamo due sillabe sangye. 
San vuol dire uno che ha eliminato, che cosa? Tutti i difetti mentali. La seconda sillaba gye significa sviluppato tutte le qualità interne. Quindi per quanto riguarda i difetti mentali interni, ci sono tutti i difetti mentali più tutte le impronte lasciate da loro. Invece la seconda parte della parola gye è sviluppato, un essere illuminato ha sviluppato tutte le qualità complete. Questo comprende le qualità principali che sono la rinuncia, la bodhicitta, la mente dell’illuminazione ed anche la visione corretta della realtà. Più tutte le altre qualità superiori.

Un Buddha, un essere illuminato avrebbe sviluppato tutte le qualità che sono da sviluppare. Quello dei 3 aspetti principali sono quello base, invece quando si parla in dettaglio, più nello specifico vengono le qualità delle 6 perfezioni: la perfezione della generosità, della moralità, della pazienza, dello sforzo, della concentrazione e della saggezza. Questa perfezione della generosità, di solito quando noi cerchiamo di sviluppare la generosità abbiamo un ostacolo che è contrario all avarizia. Quindi l’avarizia per noi è molto potente e forte. Un essere illuminato ha lavorato molto per superare questa avarizia. Quindi piano piano avrebbe superato tutto e poi andato al di là di qualsiasi ostacolo della generosità. Quindi alla fine un Buddha è arrivato al massimo livello della perfezione della generosità. Quindi, se dovessimo descrivere il criterio allora noi non possiamo descrivere. Per questo in tibetano diciamo che c’è una parola che è indescrivibile ed anche una cosa che non si può pensare, inconcepibile.

Il Buddha, lui o lei, avrebbe la qualità del suo corpo, della parola e della mente. Quindi se io dovessi spiegare tutti questi aspetti di un essere illuminato è molto complesso. Può essere descritto dal punto di vista dei sutra e dei tantra. Quindi se noi dovessimo sapere le qualità ultime del corpo di un Buddha allora bisogna imparare tutto il campo dei tantra, tutto il percorso completo. Nel veicolo dei sutra si descrivono le qualità di un corpo di un Buddha, in qualche modo viene spiegato in modo esteso. Però questo non è stata la qualità di un corpo di un essere illuminato. Per cui la qualità del corpo di un Buddha. Già parlando del corpo nel tantra, quando si parla di un corpo di un Buddha, ci sono diversi tipi di corpo: godimento ed emanazione. Su questo c’è molto da parlare. Per esempio nei sutra già quando si parla di un corpo sambogakaya. Il bodhisattva ordinaria non lo può vedere, per noi è fuori dal limite. Uno che non comprende completamente il buddhismo questo bhumi, terreno non c’è la minima comprensione. Forse per bhumi noi capiamo la terra fuori ma non è così. Terreno qui si riferisce ad un livello di realizzazione. Per darvi un’idea di questo terreno devo esporre i diversi gradi del sentiero, da un livello basso a quello superiore dello stato di Buddha. Sentiero della preparazione, terzo il sentiero della visione, quarto della meditazione, il quinto è quello del non più apprendimento. Viene diviso in 3 fasi, sentiero grande, piccolo, intermedio. Calore, vetto, tolleranza/pazienza ed il quarto viene chiamata la qualità suprema del mandala. Il più alto del mondo normale. Ognuno di queste 4 fasi viene diviso in 3. Tutti questi 4 hanno 3 fasi da progredire. Piccolo intermedio e grande. Quindi diventa 4 x 3 = 12. Poi abbiamo il terzo sentiero e il quarto sentiero: visione e meditazione. Quindi quando entriamo in questi due sentieri, visione e meditazione allora lì entriamo proprio nei 10 terreni, 10 bhumi. Quindi naturalmente si può già capire dal primo fino al decimo, quindi quando parliamo del sentiero della visione questo appartiene al primo bhumi. Quindi c’è una parte del sentiero della meditazione che appartiene sempre al primo bhumi. Cioè possiamo dire che dal primo bhumi fino al dieci sono sempre sentiero della meditazione. Solo che per essere preciso devo dire che quando un bodhisattva raggiunge il primo bhumi questa persona entra nel sentiero della visione. Quando il bodhisattva entra nel sentiero della visione raggiunge il primo bhumi. Dopo un certo tempo si trasferisce dal sentiero della visione a quello della meditazione. Quindi dal primo bhumi fino al 10 è sempre sentiero della meditazione. Quindi arrivando al 10 bhumi uno è sempre bodhisattva. Però quando questo bodhisattva arriva alla fine del 10 bhumi dopo questa fase finale lui o lei si trasferisce allo stato dell buddhità. Quando parliamo si parla dell’accumulazione dei meriti durante 3 grandi eoni incalcolabili. Quindi bisogna sapere come vengono divisi questi 3 grandi eoni incalcolabili. Il primo grande eone incalcolabile appartiene questo. Dal primo bhumi al 7 bhumi è il secondo grande eone incalcolabile appartiene a questa fase. Il terzo grande eone incalcolabile di merito appartiene dal 8 bhumi fino al 10 bhumi. Questi tre grandi eoni incalcolabili dal punto di vista dei sutra è il sentiero più veloce. Però questo si riferisce ad una persona veloce, si arriva fino a 100 grandi eoni incalcolabili. Però bisogna precisare che questo incalcolabile già è considerato come un numero. Come si può definire come un numero, dal punto di vista tibetano noi abbiamo i gradi. Ogni volta i numeri di zero aumentano.

Adesso parliamo del tantra, il percorso. Con il tantra si può raggiungere l’illuminazione in una sola vita, con questo corpo. Tramite 16 rinascite si può raggiungere l’illuminazione. Dal punto di vista di Lama Tsong Khapa si può raggiungere l’illuminazione anche in 3 anni, in 45 giorni e 3 mesi. Col ritiro. Quando la gente sente questo si eccita. Voglio fare questo. Non c’è niente di male. Però dal nostro lato come praticante dovremmo avere i requisiti. Per esempio abbiamo bisogno della nostra preparazione. Quindi avendo i requisiti è possibile prendere quel minimo tempo, altrimenti senza i requisiti si sarà anche peggio. Invece che i tempi minimi si avrà anche tempo doppio, è anche possibile. Adesso avete capito qualcosa di questo bhumi. Quando il bodhisattva raggiungere il primo bhumi si vede che il bodhisattva possiede un corpo come quello che abbiamo attualmente , ma non è come quello che noi pensiamo. Lui o lei avrebbe un corpo diverso, non questo fisico. Allora il mio discorso dall’inizio è questo solo i bodhisattva che hanno raggiunto un tale livello è capace di vedere e percepire un corpo di godimento. Per questa ragione il Buddha, avendo capito questo, emana, invia un corpo di emanazione al fine di tutti gli esseri senzienti ordinari possano vedere.
O quel corpo di emanazione che il Buddha invia verso di noi. Noi non siamo anche in grado di vederlo, quel momento già è finito per noi. Però un praticante principiante però al nostro livello adesso al momento della degenerazione il nostro merito di vedere questo non è abbastanza forte. Anche se qualcuno sia un principiante del nostro tempo dovesse vedere quel corpo di emanazione sarebbe solo una forma di un monaco perché il meriot ormai non c’è più questa forza di vedere. Quindi noi adesso saremmo capaci di vedere solo una persona normale.

Difficile spiegare come mai Shariputra non è riuscito a vedere questa cima. Ho detto un essere illuminato è capace di vedere tutti i fenomeni. Così chiaro come vedere un oliva nel nostro palmo. Nello stesso modo anche Buddha può percepire tutti i fenomeni del nostro universo. Dall’altro lato, un’altra qualità della sua mente è la qualità al riguardo della sua pietà, compassione. Una cosa che lui non ha alcun tipo di discriminazione verso qualsiasi essere senziente. Poi questa mente non solo possiede questa grande compassione ma è anche molto abile di svolgere qualsiasi mezzo per beneficiare tutti gli esseri senzienti. Parliamo delle qualità della parola di un essere illuminato. Le sue parole o messaggi vengono ricevuti o sentiti dal loro individuo nel loro proprio linguaggio. Dalla parte delle persone che ascoltano ognuno sente il messaggio nel loro linguaggio e nel modo che loro vorrebbero. Se ci sono delle persone che vogliono sentire un’insegnamento sull impermanenza lo sentiranno, invece se lo vorranno ascoltare sulla mancanza del sè costoro sentiranno il discorso sul non sè. Il mito è questo, che dalla bocca del Buddha esce un unico linguaggio. Inoltre la sua espressione è molto gradevole, chiunque lo sente vorrebbe sentire ogni volta più. Vi do un esempio molto comune e rilevante per la nostra vita. Coloro che sono già andati in india etc.. per ascoltare gli insegnamenti del Dalai Lama, Lam Rima, impermanenza, Bodhisattvacharyavatara etc… sono insegnamenti che cmq sono passati da molti altri Lama. Il Dalai Lama insegna lo stesso insegnamento però tutte le persone che lo ascoltano lo vorrebbero ascoltare con lo stesso interesse. Io vi chiedo coloro che avete sentito gli insegnamenti del Dalai Lama mi chiedo se avete notato questa particolarità. Tra i maestri tibetani loro parlano così, tu come hai percepito questa volta questo insegnamento che il Dalai Lama ha dato. Ci siamo detti sembra uguale ma questa volta è un po’ diverso, mi hanno tolto qualche dubbio etc… anche se l’insegnamento è sempre uguale è qualcosa che da una chiarezza diversa, una comprensione diversa. Voi avete avuto questa stessa esperienza o per voi è sempre uguale?

Questo che ho detto adesso, sono qualità di corpo, parola e mente di un essere illuminato. Qualcosa che è possibile che noi possiamo percepire. Non è qualcosa di inconcepibile. Qualcosa che noi possiamo discutere.

Quando ci sono persone nuove nell’insegnamento, le persone ascoltano gli insegnamenti e non è necessario che tutti diventino buddhisti. Essere buddisti è una decisione personale. Bisogna ascoltare e prendere solo quello che è interessante per sè. Non è che uno ascolta ascolta gli insegnamenti e poi deve diventare buddhista. Questo annuncio del Dalai Lama è una cosa molto importante perchè si prende quello che è di beneficio per sè, il resto si lascia. Il Dalai Lama ci propone il buddhismo in 3 parti: scienza, cultura e visione. Quindi quando si parla della scienza e la visione, sono due aspetti che tutti quanti potrebbero studiare senza diventare buddhisti. Scienza qui si intende scienza della mente. Lo studio della mente. Questo studio della mente e della visione sono degli studi vasti che sono molto rilevanti nella nostra vita, quindi non c’è niente di male nell’approfondire questo studio. Dal punto di vista della religione, quello è più personale basato sulla fede e si lascia a ciascuno individuo la propria riflessione.

Ven. Ghesce Tenzin Tenphel

Dal punto di vista di un buddhista bisognerebbe studiare il campo del buddhismo, la visione ed anche la scienza della mente. Per esempio il popolo tibetano, non è detto che tutti lo siano, la maggioranza lo è. Quindi alla fine non è detto che tutto il popolo tibetano hanno studiato o studiano la scienza della mente e la visione. Non è detto. Però è stato consigliato ed anche il dalai Lama sta sempre suggerendo di mettere sforzo di capire la scienza della mente. E naturalmente anche la visione. Molti tibetani non hanno fatto questo, quindi adesso il Dalai lama sta sempre suggerendo di farlo. Il fatto che i tibetani non hanno mai studiato questo aspetto è stato un errore. Perché in realtà quello che il Dalai Lama sta dicendo è che una cosa molto pratica per tibetani etc… Prima di entrare nella visione uno deve studiare l’oggetto come è, com’è la qualità la visione etc… Solo quando uno capisce tutto allora si può andare avanti. Quando parliamo di fede si parla di fiducia, quindi prima di crescere questa fiducia bisogna sapere se questa fiducia è idonea o no, per questo è molto consigliato lo studio. Senza conoscere una persona non avremo mai fiducia nella persona stessa, per questo prima bisogna studiare e conoscere. Se uno è buddhista, in qualche modo questo buddhista dovrebbe avere fede nei confronti del Buddha.
Però, questa fede dovrebbe essere creata seguendo la conoscenza, non con l’ignoranza. Quando si crea e si sviluppa fede al Buddha, o anche si prende rifugio nel Buddha ci sono due consigli. Consigli riguardo alla negazione, di non fare questo e quello etc… Devi fare questo, quello etc… Consiglio verso negazione e verso ciò che uno deve fare.

Quando uno prende rifugio nel Buddha è detto di non avere certi atteggiamenti verso Naga, essere mondani, o anche oggetti mondani che non sono veri illuminati. Il consiglio è di non prendere rifugio o avere fede verso questi esseri che sono mondani. Spiriti che sono negativi. Quindi uno deve lasciare la sua fiducia verso loro. Però i danni che loro ci danno sono molto di più dei benefici che loro ci danno. Per questo dobbiamo essere attenti a non sviluppare quella fiducia, fede e tutto quanto.

C’è anche un altro consiglio riguardo alla cosa di non fare, è consigliato di non considerare certi fatti e oggetti di qualità inferiori. Di solito quando noi vediamo una statua di Buddha fatta con materiale di argento, oro o bronzo. Se è fatta d’oro questa statua è molto preziosa, invece se la vediamo fatta di terra o un materiale di poco valore allora la consideriamo una statua di qualità inferiore quindi avremmo la tendenza di lasciarla sul suolo. Questo è un consiglio del Buddhismo di non fare questo. Questa persona che fa questo da più importanza al materiale, per questo la statua di oro è messa sopra. Quindi per lui manca il rispetto al corpo di Buddha. Questo è il punto di questo consiglio per quanto riguarda la negazione, quindi si vede che la sua fede non è legata al corpo di Buddha ma è legata piuttosto al materiale. Per questo il consiglio del Buddhismo è di non farlo. Nel buddhismo è detto nel momento in cui una statua è costruita è già un corpo di un Buddha indipendentemente dalla qualità del materiale. Quindi il punto è che se qualcuno è veramente un Buddhista sincero, una fede pura verso un corpo di Buddha, allora questa persona dovrebbe considerare questo corpo di Buddha allo stesso livello. Non mettere certe statue sotto, sopra etc…Però è detto che questa buddhista deve essere anche intelligente. Se l’altare ha uno spazio limite allora bisogna adattare la situazione però senza discriminazione.

Se c’è posto si mettono le statue lì, altrimenti, se non c’è posto sufficiente, si mettono sopra o sotto guardando lo spazio. Nel frattempo il nostro atteggiamento deve essere chiaro di rispetto uguale a tutte le statue.

Per rimanere più sani occorre curare la nostra mente. Se la mente è malata allora sì ammala anche il nostro corpo. Imparare a come pensare positivo. Altrimenti dopo aver meditato sulla grande compassione sorge ad esempio la rabbia. In questo caso la meditazione è più o meno come una bugia. In negozio o dal dottore non è possibile comprare i pensieri positivi e buon cuore. Dobbiamo lavorare e svilupparlo. Questo su base quotidiana. Questa mattina abbiamo parlato sulle qualità di corpo, parola e mente del Buddha. Quindi stare molto attenti quando si tratta di statue etc…

Adesso parliamo del secondo gioiello.
Quindi il gioiello del messaggio, il messaggio di Buddha, il Dharma. Quindi bisognerebbe abbandonare i danni che rechiamo agli altri esseri senzienti. Non solo evitare i danni però anche proprio sradicare il nostro atteggiamento e la nostra intenzione di danneggiare. Noi dovremmo teoricamente rimanere in una posizione corretta, sincera, senza cadere nelle trappole a destra e a sinistra. Un individuo positivo viene prodotto solo quando si mette qualche sforzo, se uno vuole essere un buon praticante e avere un buon cuore bisogna mettere sforzo. Tutto è questione di fare dal nostro lato qualcosa di positivo. Tra questi 3 rifugi: il rifugio efficace è il Dharma. Perché il primo rifugio Buddha è soltanto come una guida che ci indica la direzione. Invece il Dharma è il vero sentiero su cui dobbiamo camminare. Il terzo, il Sangha, sono delgi aiutanti che ci favoriscono di continuare le nostre pratiche. Alla fine il Buddha diventa come un insegnante ed un medico per noi. Invece il messaggio che lui ci ha dato diventa proprio la medicina effettiva, quello che noi prendiamo per guarirci. Poi finalmente il Sangha, il terzo gioiello sono come gli infermieri che ci danno una mano all’ospedale. Quando abbiamo davvero a che fare con un paziente per lui incontrare il medico è fondamentale ma non è sufficiente ci vogliono le medicine. Anche solo avere le medicine in mano non è sufficiente. Il paziente le deve assumere. Ci vuole anche un medico qualificato. Poi le medicine che il medico che prescrive devono essere quelle giuste per le nostre malattie corrispondenti. Non è che il medico le da così al buio. Poi finalmente quando prendiamo queste medicine etc… avremmo anche bisogno di qualcuno che ci da le indicazioni giuste. Avere l’aiuto di un buon infermiere per noi diventa molto importante.Quando parliamo di questo secondo livello di rifugio possiamo capirlo sui vari livelli. Il vero rifugio di Dharma, all’ultimo livello sarebbe il vero sentiero e la vera cessazione. Però a livello così un po’ relativo sarebbe il volume dei testi. Quindi cosa significa che il Dharma è il rifugio effettivo?

Significa che quando lo mettiamo in pratica questo ci protegge. Questa pratica è proprio il rifugio vero. Parlando di questo secondo gioiello ci sono anche i due consigli: negazione e uno sul lato positivo. Rispetto al lato negativo una cosa da negare da non fare è di non fare danni. Possiamo dire che chiunque danneggia agli altri non è un praticante di Dharma. Consiglio da seguire e avere una considerazione alta rispetto ai testi che rappresenta il messaggio di Dharma. Il testo o qualsiasi libro che contengono il messaggio di Buddha devono essere protetti e rispettati. Anche essere posti in un luogo superiori a noi. Non lasciare in qualsiasi parte, sul suolo etc…

Se uno avesse una vera fede al Dharma, questo praticante dovrebbe avere un grande rispetto fino a una sillaba sole del messaggio di Buddha. Nel linguaggio tibetano ci sono molte sillabe, anche questo già fa parte del Dharma. Il nostro caso adesso, abbiamo questo modo di dire Nha. Nel linguaggio occidentale possiamo dire la prima vocale HA, questa sillaba già ha il potenziale di togliere le nostre ignoranze. Per questo nel consiglio dato riguardo al Dharma da seguire è: persino riguardo ad una lettera singola si deve rispettare come fosse un vero rifugio. Ormai la nostra vita quotidiana tutti abbiamo vestiti, scarpe, hanno delle lettere o sopra o sotto quindi li è molto difficile avere questo rispetto. Però comunque dal mio punto di vista è di evitare il nostro danno agli altri esseri senzienti. Quindi se noi possiamo coltivare, avere questa base solida di non causare danni agli altri esseri senzienti questo già fa parte della pratica del dharma, del messaggio di Buddha. Su questa base allora è più facile per noi coltivare compassione nei confronti degli altri esseri senzienti.

Per togliere questo dovere basta solo perché è necessario non creare dei danni. Se uno capisce creare danni è una cosa negativa per noi è facile non creare danni. Quando noi non capiamo la nostra pratica non è consolidata. Quindi perché creare danni alle altre persone è negativo? Una ragione semplice è perché anche noi stessi se qualcuno ci danneggia non ci piace. Quindi questo è un motivo importante. Un altro motivo comunque è: quando noi danneggiano un individuo noi stessi creiamo un nemico nei nostri confronti. Danneggiando e facendo danni, il numero di nemici cresce sempre. In Questa circostanza se noi facciamo dei giri intorno, la nostra mente naturalmente avrebbe qualche paura. C’è qualche disagio veramente forte che nasce nella nostra mente. Dall’altra parte se non c’è alcun o nessun nemico nel paese o nazione sarebbe migliore per noi. Invece se noi causiamo danni questo è qualcosa impossibile, difficile. C’è anche un altro motivo da pensare. Non c’è bisogno di danneggiare anche altre persone. Perché non è buono di fare questo perché noi stessi non vorremmo mai essere danneggiati. Non c’è bisogno di creare danni alle altre persone perché quella persona comunque già ha tanti problemi e sofferenze malgrado da ciò che noi facciamo. Non c’è bisogno di fare male ad altri già hanno problemi, non c’è bisogno di uccidere gli altri, morirà un giorno. Noi dobbiamo aiutare gli altri e diminuire i problemi e sofferenza. Siamo tutti uguali c’è tanta sofferenza e problemi, non c’è bisogno di farne altri. Non c’è bisogno, non è abbastanza?

Il Dharma è considerato come la radice della compassione. Se uno viene forzato, il concetto della compassione non cresce. Adesso abbiamo il terzo ratna, o sanga che significa comunità spirituale. Il vero significato è chiunque ha realizzato la vacuità in modo diretto diventa parte del sangha direttamente. Questa persona è effettivamente un sangha vero. Quindi se un individuo avesse questa realizzazione diretta della vacuità. E’ automaticamente un sangha, non c’è una discriminazione, non c’è un limite. Se uno pensa il gioiello del sangha è un monaco non ha una comprensione perfetta. Invece quando un individuo prende i voti, diventa un vikshu questo monaco o monaco diventerebbe un rappresentante del sangha. Questo anche. Perché quando una persona decide di prendere un vestito giallo, questa persona prende la direzione di dedicare la sua vita per il Dharma, quindi questo cambia molto. Quando si parla del rifugio del Sangha, se uno prende rifugio in Sangha ci sono anche due consigli da seguire. IL consiglio rispetto alla negazione di non fare, uno non dovrebbe avere rapporto o amicizie con persone che hanno una visione errata, questo è da non fare. Io vorrei dire piuttosto una mente negativa, una mente cattiva.
Avere rapporti che pensano costantemente in un modo negativo rispetto alle altre persone etc… Se noi non precisiamo in questo punto, sembra che non dobbiamo stringere rapporti con chi non è buddhista, il significato è di non creare un rapporto con chi ha mente negativa in modo costante. Se una persona già è ad un certo livello, un praticante solido, la situazione cambierebbe diversamente. Quando noi stessi abbiamo raggiunto un certo livello di solidità, noi stessi anche diventeremo come loro. Con una mente cattiva costante etc… Per questo è meglio evitare questo rapporto intimo con loro. Quindi come detto prima, quando la nostra mente non è abbastanza solido come comprensione allora è meglio avere una certa distanza con queste persone. Quando la mente è più avanzata e non si fa influenzare si possono avere anche amicizie con queste persone con mente negativa. Siamo costretti ad incontrarci con molte persone nella vita quotidiana e non si può dire no io non voglio vederti. Per questo dovremmo avere una mente chiara su come rapportarci con delle persone. Dico questo perchè quando noi ci incontriamo con delle persone nuove non c’è nessuno che ci indica dal primo momento attenti sono una persona negativa, attento sono una persona che ha una mente negativa costante. Per questo quando le persone si incontrano nella società nel primo incontro nessuno dice cose negative brutte etc… invece tutte le persone vorrebbero sempre esprimere buone parole etc… Le persone pretendono anche di essere l’oggetto del desiderio…

Più il tempo passa più l’amicizia cresce, più è difficile separarsi etc… quindi anche per questo ho detto questo…Difficile capire subito, veramente persone buone non è facile capirlo…

Qualcuno parla bene quando lo incontriamo la prima volta, quando incontriamo una persona nuova…lui vuole cercare amici…non avendone da altre parti…separarci poi diventa difficile.

Sempre attento, però questo diventa importante…buttare la carne di fronte al cane lui lo mangia subito senza valutare se è buono o non è buono. Non fare così. La seconda parte rispetto al rifugio del sangha è che è detto che noi dovremo rispettare perfino un pezzo di vestito giallo o rosso, come se fosse rappresentante di qualcosa di sacro. Avere rispetto, metterlo da qualche parte protetto. Però ho detto prima è una cosa da seguire come consiglio rispetto al Sangha però è una cosa molto difficile per noi, perchè sappiamo che questo vestito materiale, giallo o rosso ogni giorno abbiamo a molti livelli. Scarpe gialle o rosse, pantaloni vestiti camice etc… Seguire questo consiglio per noi non è una cosa pratica.

Ciò che è possibile per noi è avere rispetto per i materiali usati dai monaci in tempo passato, metterli in luoghi protetti questo è possibile per noi. Adesso break.

Meditiamo analizzando quanti pensieri positivi e negativi ci sono dentro di noi.

E’ importante impegnarsi nella meditazione. A cosa serve pensare male per gli altri?Oggi ho incontrato una persona molto negativa. Se pensiamo bene a cosa è servito scopriamo che è servito solo a fare male a noi stessi. Forse una persona normale però ha buon cuore. Durante la meditazione bisogna ricordare questi pensieri non pensare. Allora meditazione funzione altrimenti la meditazione non funziona. Aiuto a comunicare con più persone. Capire di più coosa vuol dire pensare negativo. Ci sono diverse persone a questo mondo, tutte le condizioni sono complete, buon lavoro, buon marito, buona moglie, grandi macchine, però le persone non sono felici. C’è tutto, le condizioni sono tutte complete però le persone non sono felici…allora cosa manca?Buon cuore, pensieri positivi manca questo.

Avete qualcosa da chiarire? Fate delle domande.

Prima ha detto che avvicinarci a delle persone negative diventava difficile staccarsi e nello stesso tempo stare insieme poi si stava male.

Sempre usare il nostro cervello e l’intelligenza. Non è solo colpa della condizione. Il nostro modo di pensare sempre negativo potrebbe essere peggiore. Al di là se quella persona è positiva o negativa, questa è un’altra storia. Non enfatizzare con la mente. Se noi stiamo attenti al nostro modo di pensare anche se siamo di fronte ad un grande bodhisattva il nostro pensiero negativo rimane sempre.

Cerchiamo di generare una motivazione eccellente, di sviluppare un’intenzione di aiutare le altre persone. Se non riusciamo ad avere questa intenzione di aiutare, per lo meno bisogna sviluppare una mente di non fare danni alle altre persone. Secondo me, prima di generare un’intenzione di aiutare, forse è meglio sviluppare un atteggiamento di non fare danni. Se non c’è questa base di non fare danni, è difficile avere l’idea di aiutare.

Non farlo proprio nella vita reale, non solo l’intenzione. Quindi bisogna mettere proprio nella vita reale quello che noi pensiamo. Quando si parla di questo atteggiamento positivo è sempre necessario basarsi sulla logica, su una comprensione. Tutto si fa sulla base della nostra comprensione. Capire perché non si devono fare danni, questo è importante.
Poi una cosa importante è che non siamo abituati con questo atteggiamento di non danneggiare e di aiutare. Quindi, non basta avere questo pensiero una volta ogni tanto. Sarebbe più importante avere questo atteggiamento ogni giorno, per abituarci in un modo automatico. Nel Buddhismo tutti i contenuti, se li dovessimo riassumere, si può dire che ci siano solo due aspetti importanti. L’aspetto della visione, il concetto del sorgere interdipendente, il secondo aspetto fondamentale del Buddhismo è la condotta, la pratica positiva. Dico questo perché quando noi facciamo giri nei monasteri vediamo molti libri sacri. Quando voi andate in giro, è tutto impilato uno sopra l’altro. Si vede questo perché ci sono le parole dirette del Buddha e poi la traduzione dal linguaggio sanscrito al tibetano. Ci sono 100 volumi dei testi che sono le parole dirette dal Buddha. Poi ci sono le traduzioni fatti dal sanscrito al tibetano. Quindi questo è soltanto ciò che è venuto dall’india al Tibet, poi se noi dovessimo aggiungere ciò che hanno fatto i maestri tibetani, sarebbe ancora molto di più il volume dei testi. Ci sono i sutra e le parole dirette dal Buddha. Poi i commentari dai maestri indiani. Poi ci sono altri paesi buddisti, però dal mio punto di vista è che intorno il Tibet è il paese dove ci sono più commentari e libri scritti riguardo a questi testi dall’india. Se noi facciamo la sintesi di questi libri possiamo dire che viene messo in quello della visione e in quello della condotta. Perciò ogni volta quando noi cerchiamo di spiegare gli insegnamenti è molto importante capire in generale e, su questa base, si cerca di sviluppare una motivazione giusta. Quindi, questo metodo di far sorgere una motivazione positiva non è solo una cosa dalla parte del maestro ma anche per voi stessi nella vostra vita quotidiana. Quando c’è questa mente positiva che sorge in modo naturale rimaniamo in qualche modo in grande felicità. Forse voi stessi avete avuto dei momenti o dei giorni in cui avete fatto una cosa positiva di buona volontà per una persona singola, per esempio. In quel giorno si ci sente: ho fatto qualcosa di positivo quindi mi sento allegro. Un altro giorno è possibile che abbiate fatto una cosa cattiva, poi, dopo qualche minuto, ore, si ci sente colpevole: oggi ho fatto qualcosa di male. Sicuramente nel tempo passato vi è capitato. Quando un’azione positiva viene fatta, la felicità nasce. Quando qualcosa è malfatto in un modo cattivo, quel giorno lì ci si sente male. Questo ci mostra che le nostre felicità e infelicità dipendono molto dal nostro atteggiamento. Comprendendo questa realtà si può quindi familiarizzarsi con la mente positiva ed evitare i pensieri negativi.

Questo Vesak è un mese speciale che non coincide sempre nello stesso momento dal punto di vista dei diversi paesi. Quindi a volte sembra che i due Vesak coincidano nello stesso mese, altre volte no. Comunque, secondo il calendario lunare tibetano, il Vesak cade sempre nel quarto mese. Quando uno segue secondo il calendario tibetano ogni ciclo di 3 anni c’è sempre un mese extra. Quindi, questo fa cambiare un mese più o meno e a volte il Vesak in Tibet non coincide in quel momento. Questa è una cosa che voglio solo chiarire. La parola Vesak esteso comprende un mese in cui 3 grandi avvenimenti si tengono: il primo è un’avvenimento della nascita del Buddha, il secondo è quello della sua partenza ed il terzo è la sua illuminazione. Tre grandi avvenimenti avvenuti nello stesso mese, cioè il quarto mese del calendario tibetano. Precisamente è caduto il giorno 15 del quarto mese tibetano.

Il giorno di questo Vesak sarebbe quindi positivo, fare delle attività positive per le altre persone, prendere dei precetti, in quel giorno è molto potente. Nella zona 5 dell’Amdo in Tibet, molti giovani, uomini e donne hanno celebrato questo Vesak in modo speciale: eccolo. A partire da oggi, noi lasceremo per sempre di consumare bevande alcoliche.
Partendo da oggi non litigheremo. Un altro aspetto delle promesse a partire da oggi non fumeremo più. Non solo queste persone hanno fatto questa promessa, però tutti coloro che hanno negozi di bevande e tabacchi hanno lasciato questa attività commerciale. Inoltre la loro promessa grande è che, a partire da oggi, è che cercheremo sempre di essere amici essendo insieme. Senza fare disarmonia, sempre rimanere in armonia. Questa celebrazione ha tenuto luogo non solo in quella zona però anche in parecchie province del Tibet. In conclusione, anche noi stessi, considerati come buddhisti, sarebbe molto importante evitare qualsiasi azione negative nei confronti delle altre persone e anche a noi stessi. Bisognerebbe evitare questo tipo di negatività.

Siamo nati già come esseri umani, abbiamo già un’intelligenza superiore rispetto agli altri esseri umani etc… Essendo umani come individuo dovremmo approfittare la nostra intelligenza speciale per creare armonia con le altre persone, per aiutarle e creare sempre felicità per le altre persone. Volendo si può fare. Nel nostro mondo attuale facendo giri nei diversi paesi si vede che le cose positive e gli aiuti sono sempre fatte dagli stessi umani. Gli umani hanno fatto anche le cose peggiori. Hanno la capacità in entrambe cose positive e negative. Queste due grandi potenze sono dovute alla nostra intelligenza umana, quindi questo dipende da come viene utilizzata. Rispetto agli umani noi non sappiamo mai il loro comportamento, è molto difficile da sapere. Malgrado le nostre azioni, atteggiamenti umani possono essere molto pericolosi. E’ molto importante essere attenti con gli umani. Non dovremmo avere paure incredibili. Di natura non hanno questa reazione così cattiva come umani. Non hanno questo istinto di farci danni. Solo quando noi facciamo qualcosa di negativo a loro si sentono offesi e reagiscono mordendo etc… Per esempio quando andiamo nella giungla con serpente, tigre. Nel momento in cui noi facciamo cose cattive a loro, loro si proteggono mordendo etc… Con gli umani non è così, anche se noi non facciamo niente di male loro sono sempre pericolosi in qualche modo.

Quindi gli umani avendo l’intelligenza possono essere molto pericolosi o anche molto amici. Purtroppo gli umani compresi noi stessi abbiamo quella familiarità di fare danni anziché aiutare. Di solito l’atteggiamento negativo è predominante. Se noi adesso utilizziamo la nostra intelligenza umana abituandoci ai pensieri positivi allora è possibile un giorno superare i nostri pensieri negativi. Quindi ciò che è importante è di non sbagliare utilizzando la nostra intelligenza umana. Nel caso sia sbagliato utilizzare la nostra intelligenza allora cosa serve la nostra intelligenza umana superiore. Il giorno in cui saremo capaci di utilizzare questa intelligenza umana nel senso positivo allora lo scopo della nostra rinascita umana è utilizzato. Devo dire comunque essendo umani in questo mondo samsarico noi abbiamo comunque dei difetti. Degli errori. Perché siamo ancora in questo mondo samsarico e c’è questa natura che sta con noi. Dobbiamo fare qualcosa per superare questa famigliarità. Se noi rimaniamo sempre infelici, rimaniamo sempre con una mente infelice quindi si continua sempre in questo circolo senza uscita.

Se ci sono due amici che si sono divisi perché qualcuno ha detto cose negative. Quando una tale situazione capita bisogna correggere la loro situazione, vedere il loro errore, poi cambiare la loro abitudine e poi verificare le loro menti, così loro si chiariscono la situazione così ci sarà una pace tra loro due. Questo crea ogni volta un malessere. Se lei mi dice questo io dirò questo e così via. C’è una negatività continua. Purtroppo la natura così, costruire qualcosa di positivo è difficile oppure distruggere o entrare nella negatività è facile per noi. Come umani noi dovremmo costruire qualcosa di positivo con sforzo ed intelligenza.

Secondo me una pratica di Dharma deve essere fatta sulla base della nostra vita quotidiana, se mettiamo la nostra vita stessa nella pratica con le nostre esperienze questo è più efficace di leggere libri etc.. Sempre si migliorano la nostra vita e i nostri pensieri. Come dicevo ieri forse voi vi ricordate ancora, quando la nostra vita reale, le nostre abitudini reali rimangono tali come adesso. Invece se noi cerchiamo una pratica dall’altro lato questo non ci aiuta a cambiare la nostra vita e la nostra mente. Cambiarlo nel modo positivo allora questo sarà veramente la pratica vera e questo anche ci cambia la nostra vita. Questa situazione individuale io ho visto tante volte, molte persone non si guarda se stesso la loro vita reale, invece loro sempre guardano ad un altro luogo. In questo caso è ovvio che non c’è molto da migliorarsi. Non c’è modo di creare felicità e pace nel modo giusto.

Se la gente stessa non cambia qualcosa nella loro mente interiormente è difficile creare qualcosa e questa pace in questo modo. A questo punto devo anche dire che un modo positivo di creare pace, quando i politici si riuniscono insieme per ridurre armamenti nucleari, questo anche è una cosa positiva. Solo fare questa riunione ogni tanto forse non è sufficiente come dovrebbe creare la pace. Il Dalai Lama propone spesso al grande pubblico generale, il nostro XX secolo è stato non così positivo. E’ stata una cosa distruttiva creata dagli umani. Invece nel XXI secolo c’è una speranza di cambiare qualcosa. Come si può avere questa speranza. Ci sono molte scuole, università etc… però non esiste mai un sistema che si parla di sviluppo di pace, uno studio di creare un tipo di armonia. Questa educazione esiste? Mettere la nostra fiducia nella nuova generazione. Loro nel tempo che viene possono fare qualcosa sennò è proprio fuori dalla possibilità.Esiste tanta educazione ma non parlano mai di questa base della pace, quindi questa è proprio una mancanza del sistema educativo. Se introduciamo questo i giovani anche minimamente parlano qualcosa tra loro e quindi esiste un po’ di speranza. Ciò che esiste attualmente è solo sugli studi finanziari etc… però non c’è mai questo argomento. Se le diverse nazioni possono stabilire questa sessione nella scuola di ogni Paese allora c’è questa speranza di fare qualcosa sennò è difficile. Questa è un’affermazione basica per tutti quanti. Questa idea di pace universale è necessaria per tutti quanti. Ciò che diventa più importante è lo sviluppo della pace mentale, perché sennò non si può parlare di una pace universale e individuale integrate insieme.

In conclusione se tutti gli umani rimangono in armonia allora la pace esiste altrimenti non c’è pace. La pace universale deve crescere su base individuale, se ogni individuo non ha pace come può esserci la pace collettiva? Se tutti gli individui nell’universo fossero d’accordo con la pace già c’è una pace universale. La pace universale è una parola di grande valore. E’ un argomento abbastanza complesso, è possibile o non è possibile noi non sappiamo. Ci sono tanti umani che hanno diversi modi di pensare. Quello totale forse noi non sappiamo se un giorno questo sarà possibile. Prima una pace in se stesso, poi nella famiglia, bambini, famiglia intera, villaggio etc… Questo sarebbe ideale. Però di questo non possiamo avere una garanzia.

Però la speranza comunque c’è. La domanda rimane comunque nella nostra testa: quando sarà possibile?Questo non lo sappiamo. Alla fine ciò che è possibile è guardare dentro noi stessi a livello individuale. Questa è una risposta molto facile. Se la risposta è possibile allora c’è qualche speranza più grande. Se un individuo riesce a fare una pace in sè allora è anche possibile per altre persone. Ipoteticamente tutti quanti potrebbero crescere questa pace perchè no. Fare o non fare dipende dal singolo individuo. Cmq questo modo di pensare, questa idea e concetto di pace è importante per noi ed è anche una cosa di grande valore. Un bodhisattva desidererebbe che tutti quanti abbiano una felicità e una pace per tutti. Perché comunque questo concetto, ogni volta che diciamo tutti gli esseri senzienti, già potete immaginare quanti esseri senzienti ci sono solo in un Paese. Avendo tanti esseri senzienti innumerevoli esistono anche tante disposizioni mentali. Vedendo una tale situazione, condividere questa stessa idea di pace universale è molto difficile perchè noi non sappiamo quali sono le idee delle altre persone che hanno diversi modi di pensare. Ciò ci richiede un tempo infinito, lunghissimo. Per un Bodhisattva non esiste mai il tempo in cui lui o lei deve compiere il suo dovere di pace universale. Per loro l’importante è compiere la felicità per le altre persone. Questo è il loro obiettivo. Parlando in questo modo, tre grandi eoni incalcolabile per un bodhisattva non è un grande tempo per loro. Per loro non è lungo. Non guardare quanto tempo è necessario ma aiutare.

Avendo ricevuto la trasmissione orale di questo mantra si può recitare una mala ogni giorno. I benefici di questo mantra OM MANI PADME HUM, esiste una grande spiegazione, nella mia grande esperienza ho visto tanti benefici nella vita reale. Allora nella vita reale succede questo, nel sud dell’india dove c’è il grande monastero di Sera Je c’è un malato di lebbra. Senza mani, dita, senza occhi. Ha le gambe a metà. Va in giro su un legno da 4 ruote, la moglie lo porta vicino al monastero e mendica dai monaci della strada. Quindi lui riesce a vivere ricevendo cibi etc… dalle persone. Un giorno per sfortuna la moglie è morta. Quindi non c’è più una persona che se ne prenda cura, in conseguenza qualcuno dei monaci del monastero si è preso la carica di prendersi cura di questo indiano malato. Nel monastero un monaco anziano gli ha insegnato di recitare il mantra di OM MANI PADME HUM. Quindi l’indiano recitava il mantra nel modo in cui il lama gli ha insegnato. Questo indiano recitava il mantra e dopo due anni riusciva a vedere. Poi riusciva anche un po’ a camminare. Quindi questa è una cosa vera che io stesso ho visto con i miei proprio occhi. Poi esistono anche molte altre storie, casi veri nella società tibetana dove ci sono stati tibetani e tibetane che non vedevano prima che grazie alla recitazione di questo mantra loro hanno potuto aprire gli occhi e vedere. Quindi esistono molte storie, che hanno avuto luogo nella società tibetana, poi adesso non lo so com è la situazione in Tibet adesso. Prima si diceva che i tibetani, le tibetane vecchie quando loro arrivano all’età di 60 anni si consideravano abbastanza anziane per loro quindi loro recitavano il mantra di OM MANI PADME HUM, 20000 subito dopo alzarsi dal letto. Rimangono lì recitano questo mantra nel mattino, ogni giorno ogni mattina. La notte quando loro vanno dormire recitavano altre 20000 volte. Quindi loro recitavano 40000 volte il mantra di Avalokitesvara. Quando questa persone continuano questa recitazione, si dice che quando loro muoiono rinascono nella terra pura di Avalokitesvara. Una pratica semplice che i tibetani fanno con molto fiducia. So che ci sono veramente molte storie relative al mantra di avalokitesvare ma non voglio raccontarvele come i bambini, raccontiamo una storia.

C’era un figlio, una madre e una famiglia in cui il padre non c’era più, rimanevano solo la madre e il figlio. Il figlio era un monaco. Questo figlio, monaco rimaneva nel monastero ed ogni tanto tornava dalla sua madre. Questo figlio non sentiva mai il rumore della recitazione del mantra nella bocca della sua madre. Si è proposto di recitare il mantra perché la madre ormai è abbastanza vecchia, lei si impegna tanto per lavoro e non mette minimo tempo per recitare il mantra quindi io devo farle recitare il mantra. Poi un giorno il monaco, figlio ha espresso questo desiderio di esortazione alla sua madre, dicendo madre tu dovresti recitare il mantra non è una cosa impegnativa è molto facile. Potresti recitare il mantra anche lavorando, senza fare un grande beneficio. La madre ha ascoltato e quindi ha cominciato a recitare. Dopo un po’ di tempo la madre dimenticava il mantra, subito. Era necessario che il figlio glielo ricordasse, ogni tanto. Perciò il figlio ha detto se la madre dimentica la recitazione sarà un po’ difficile perché io non rimango a casa sempre devo tornare nel monastero. La tecnica del figlio era procurare un campanello dietro la porta della casa. Il campanello suona ogni volta che la porta o si chiude o si apre. Quindi il figlio ha detto alla madre ogni volta che senti il suono di questo capello reciti in quel momento il mantra. Proprio come ha consigliato il suo figlio alla madre, la madre ha seguito questa istruzione. Quindi questo processo è messo nella pratica. Piano piano il giorno è arrivato in cui la madre è morta. La storia dice che la madre è rinata nell’inferno caldo dove il calderone i guardiani giravano con un grande bastone. Questo calderone dovrebbe essere un tipo di ferro, ogni volta che il bastone tocca questo calderone la madre si è ricordato le istruzioni del figlio, non può recitare il mantra perchè un essere infernale. Soltanto ricordarsi questo fatto le ha permesso di uscire fuori da questo calderone ed è rinata nella terra pura di Avalokitesvara. Mettersi nella pratica, meditazione etc… è un discorso a parte. Ma fuori da questo discorso è detto che anche dalla recitazione del mantra c’è un potere di fare qualcosa in sè. Dopo di che bisogna sapere dopo tutto, quando si tratta di raggiungere un’illuminazione oppure diventare un arhat. Proprio distruggere tutti i nemici, difetti mentali lì non basta solo il mantra. Bisognerebbe anche dalla parte della persona. Non si può dire io faccio il mantra poi mi illumino dopo qualche tempo. Per esaurire, purificare i difetti mentali, le negatività mentali completamente bisogna fare qualcosa dalla propria parte.

 Bisogna utilizzare il proprio tempo nel modo più efficiente possibili ed essere sempre pronti a partire. Non si può fare un piano di vivere qui per sempre. Per questo nei test sacri tibetani si parla molto della morte e dell’incertezza del momento della morte. Avere sempre un atteggiamento positivo verso le altre persone, così che il minimo tempo non sia sprecato. Quindi durante il nostro soggiorno in qualsiasi paese, in questo caso parliamo di soggiorno in questo paese. Durante il soggiorno è importante di vivere bene, non sprecare tempo. Perché dovremmo vivere in disarmonia, poi creare molti conflitti con altre persone. In questo caso il viaggio, le vacanze non è ben fatto. Anche parlando nella vita reale, qualsiasi persona che va fuori dal nostro Paese per una vacanza, in questo caso per loro non c’è senso della loro vacanza. Quindi noi anche considerandoci come un viaggiatore durante il nostro soggiorno in questo mondo dovremmo vivere bene ed utilizzare il tempo nel migliore nei modi. Se facessimo in questo modo allora la nostra intelligenza è utilizzata bene. Questi sono i miei consigli a voi, quindi voi pensate e fate quello che pensate sia giusto. Se avete qualche dubbio o qualcosa da chiedere.