51 Fattori mentali

36-potalaI 51 Fattori mentali secondo le scuole Mahayana

I 5 fattori onnipresenti.

  1. Sensazione: Un’entità dell’esperienza che sperimenta individualmente le fruizioni delle azioni virtuose e non-virtuose. I suoi oggetti sono il piacevole, lo spiacevole e il neutrale.

  2. Discriminazione: Apprende, sulla base dell’aggregazione di un oggetto, un potere sensoriale e una coscienza, i segni non-comuni di un oggetto.

  3. Intenzione: Muove e dirige la mente che la accompagna verso il suo oggetto. Ha la funzione di impegnare la mente nella virtù, nella non-virtù e nel neutrale.

  4. Contatto: Distingue il suo oggetto, sulla base dell’aggregazione di un oggetto, un potere sensoriale e una coscienza, come piacevole, spiacevole o neutrale, in accordo alle sensazioni susseguenti di piacere, sofferenza o neutrali.

  5. Impegno mentale: Dirige la mente che lo accompagna verso un oggetto di osservazione specifico. La differenza tra intenzione e impegno mentale è che l’intenzione muove la mente verso gli oggetti gene-rali, mentre l’impegno mentale dirige la mente verso un oggetto specifico.

I 5 Fattori che determinano l’oggetto.

  1. Aspirazione: Osserva un fenomeno contemplato e lo ricerca.

  2. Credenza: Mantiene un oggetto accertato proprio come è stato accertato. Ha la funzione di trattenere la mente dall’essere affascinata da un’altra visione.

  3. Consapevolezza: E’ una non-dimenticanza rispetto a un fenomeno familiare. Ha la funzione di causare la non-distrazione.

  4. Stabilizzazione: Mente univocamente rivolta verso un oggetto imputato. Ha la funzione di servire come base per la conoscenza/saggezza, vale a dire la visione speciale.

  5. Saggezza. La Saggezza differenzia individualmente i difetti e le virtù degli oggetti di analisi. Ha la funzione di vincere il dubbio.

Le 6 Afflizioni Radice.

  1. Attaccamento Percepisce un fenomeno contaminato interno ed esterno come piacevole, in termini della sua propria entità e, a causa di ciò lo ricerca. Ha la funzione di generare sofferenza.

  2. Odio Una intenzione a danneggiare gli esseri senzienti, a danneggiare la sofferenza nel proprio continuum, o a danneggiare i fenomeni che sono sorgenti di sofferenza (come le spine).

  3. Orgoglio L’orgoglio dipende dalla visione della raccolta del transitorio che vede l’io come reale e ha l’aspetto di un gonfiarsi della mente nell’osservare le proprie ricchezze, qualità, giovinezza.

  4. Ignoranza Un’assenza di conoscenza che implica una oscurazione rispetto allo stato dei fenomeni. Il suo antidoto principale è la saggezza che conosce la vacuità.

  5. Dubbio Una mente biunivoca rispetto alle quattro nobili verità, alle azioni e ai loro effetti e così via. Ha la funzione di servire come una base per non- impegnarsi nelle virtù.

  6. Visioni afflitte Sono cinque: 1. la visione della raccolta [degli aggregati] transitori, 2. la visione che aderisce a un estremo, 3) il concepire una visione [negativa] come suprema, 4) il concepire moralità [negative] e modi di condotta [errati] come supremi e 5) le visioni errate.

Gli 11 fattori virtuosi.

  1. Fede: Ha l’aspetto della chiarezza, della convinzione o del desiderio ad ottenere rispetto all’esistente (come le azioni e i loro effetti), al possesso delle qualità (come i tre gioielli) o ai poteri (come i poteri del sentiero che attualizza la cessazione).

  2. Vergogna: E’ un evitare la condotta negativa a causa della disapprovazione altrui. Ha la funzione di contenere un comportamento negativo.

  3. Imbarazzo: E’ un evitare la condotta negativa a causa della disapprovazione altrui. Ha la funzione di contenere un comportamento negativo.

  4. Non-attaccamento: E’ una emersione e un non-desiderio dell’esistenza ciclica e degli attributi del samsara.

  5. Non-odio: Un fattore che, osservando gli esseri senzienti nocivi, la sofferenza o le sorgenti di sofferenza, conquista la generazione dell’odio. E’ un’assenza di intento nocivo.

  6. Non-ignoranza: Una conoscenza dell’analisi individuale che può servire come un antidoto all’ignoranza; è ottenuta o, al momento della nascita, per la fruizione di azioni (create) in una vita precedente senza dipendere da cause contribuienti (generate) in questa vita, oppure può sorgere tramite l’applicazione, in dipendenza dell’ascolto, della riflessione e della meditazione.

  7. Sforzo: Una mente gioiosa (di applicarsi) nella virtù. Ha la funzione di esaudire e completare tutte le virtù. La classe discordante allo sforzo è la pigrizia.

  8. Flessibilità: Una mente e un corpo servizievoli (duttili), tali che la mente può essere piazzata su un oggetto di osservazione virtuoso per tutto il tempo che si desidera. Ha la funzione di rimuovere tutte le ostruzioni.

  9. Coscienziosità: Preserva la mente dalle contaminazioni e causa l’ottenimento delle virtù, mentre si dimora nello sforzo. Protegge la mente dal venire influenzati dalle afflizioni.

  10. Equanimità: Una uniformità della mente, un dimorare in uno stato neutrale e spontaneo (nella classe) discordante con le afflizioni.

  11. Non-nocività: Una attitudine compassionevole, inclusa come parte del non-odio, che è una pazienza priva dell’intenzione di nuocere.

Le 20 afflizioni secondarie.

  1. Bellicosità: Una intenzione a voler danneggiare gli altri per mezzo del colpirli e così via, quando si è in una qualunque delle nove situazioni dell’intento nocivo. Essa differisce dall’afflizione radice odio, in quanto, l’odio è una impazienza e un intento nocivo che insorge quando appare alla mente un essere senziente nocivo, la propria sofferenza o le sorgenti di sofferenza.

  2. Risentimento: Un desiderio a danneggiare o a rispondere al danno, esso implica una mancanza di libertà dalla continuità dell’odio. Ha la funzione di servire come una base per l’impazienza.

  3. Occultamento: Un desiderio, per la forza dell’ignoranza a nascondere un difetto (o errore) quando un’altra persona, come una guida spirituale, evidenzia quel difetto (o errore).

  4. Rancore (dispetto): Un desiderio, per la forza della belligeranza e del risentimento, a pronunciare parole dure a causa di astio nei confronti di un altro essere che ha evidenziato un (nostro) difetto.

  5. Gelosia (invidia): Una mente profondamente disturbata che comporta una incapacità a sopportare la fortuna di un altro, a causa dell’essere attaccati a beni e servizi. Essa implica odio ed ha la funzione di causare disagio mentale e il non-dimorare in (stretto) contatto con la felicità.

  6. Avarizia: Un tenere stretti degli oggetti (cose) e non darli via a causa del potere dell’attaccamento verso beni e servizi.

  7. Inganno: Una pretesa di avere buone qualità, mentre non le si possiede, a causa della forza di un forte attaccamento a beni e servizi.

  8. Dissimulazione: Un desiderio a nascondere i propri difetti (errori) agli altri, a causa della forza dell’attacca-mento a beni e servizi. Entrambi, la dissimulazione e l’inganno hanno la funzione di pre-venire l’ottenimento delle vere istruzioni spirituali ed è una causa per non incontrare, sia in questa vita che nelle successive, una guida spirituale mahayana.

  9. Superbia (alterigia): Un rigonfiamento della mente a causa del gioire e del compiacersi nell’osservare la propria ricchezza, giovinezza, bellezza, potere, segni di lunga vita, prosperità e così via.

  10. Nocività: Un desiderio non-misericordioso a danneggiare gli altri esseri senzienti. Implica odio, ed è una mancanza di compassione come il volere danneggiare o il causare del danno agli altri, o nel provare gioia quando si vede o si ascolta il danno di altri esseri senzienti.

  11. Mancanza di vergogna: Un non evitare i difetti (errori) in termini di una propria disapprovazione o in termini di una proibizione religiosa.

  12. Mancanza di imbarazzo: Un non evitare i difetti (errori) in termini di disapprovazione altrui.

  13. Letargia: Una pesantezza e una mancanza di duttilità del corpo e della mente.

  14. Eccitamento: Un disperdersi della mente verso gli attributi del reame del desiderio, precedentemente sperimentati e un impegnarsi in essi con attaccamento. L’eccitamento è una mancanza di pace della mente che implica un desiderio di impegnarsi nel piacevole; ha la funzione di prevenire la calma dimorante.

  15. Non-fede: Una non-convinzione, non-gioia e non-desiderio nei confronti dei fenomeni virtuosi. Essa comporta ignoranza ed ha la funzione di servire come una base per la pigrizia.

  16. Pigrizia: Una non gioia nella virtù a causa dell’attaccamento allo stare coricati (oziare) e così via.

  17. Non coscienziosità: La non-coscienziosità causa un allentamento della (forza della) mente, non la protegge dalle afflizioni e dai difetti (errori) e comporta la non- coltivazione dei fenomeni virtuosi.

  18. Dimenticanza: Una non-chiarezza della mente e una dimenticanza degli oggetti virtuosi a causa del ricordare gli oggetti delle afflizioni.

  19. Non- introspezione: Un impegnarsi privo di conoscenza (inconsapevole) in attività fisiche, verbali e mentali. Ha la funzione di servire come una base per infrangere i codici dell’etica.

  20. Distrazione: Un divagare della mente dal suo oggetto di osservazione.

I 4 Fattori Mentali Mutevoli

  1. Sonno: Un ritirarsi all’interno, privo di potere, dall’impegnarsi negli oggetti da parte delle coscienze sensoriali. Il sonno implica ignoranza e ha la funzione di servire come una base per far per-dere le attività virtuose.

  2. Pentimento: Un rimorso o un rimpianto per una azione compiuta da se stessi, in accordo al proprio pensiero o su pressione di qualcun altro, che successivamente porta a dispiacersene.

  3. Investigazione: Una indagine nelle entità grossolane degli oggetti, come pure dei loro nomi.

  4. Analisi: Una discriminazione sottile degli oggetti, come pure dei loro nomi.

Estratto da Meditation on Emptiness di J. Hopkins. Vedi: Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim. Esposizione del sentiero graduale verso l’illuminazione https://www.sangye.it/altro/?p=6731; Ghesce Ciampa Ghiatso: I 51 fattori mentali https://www.sangye.it/altro/?p=3414; La mente nel Buddhismo di Gheshe Tashi Tsering https://www.sangye.it/altro/?p=1212.