Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim – 2

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Per eliminare la sofferenza occorre uscire dal samsara, bisogna estirpare la sua radice, la sua causa primaria, i difetti mentali, e per poterli eliminare bisogna saperli riconoscere.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Per eliminare la sofferenza occorre uscire dal samsara, bisogna estirpare la sua radice, la sua causa primaria, i difetti mentali, e per poterli eliminare bisogna saperli riconoscere.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim. Esposizione del sentiero graduale verso l’illuminazione. Traduzione del Ven. Luca Corona. Treviso 30 novembre, 1- 2 dicembre 1979.Editing del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma teachings per il benficio di tutti gli esseri senzienti. Seconda parte.

Ven. Ghesce Yesce Tobden 1 dicembre 1979

Ieri sera abbiamo detto che tutti desideriamo la felicità ed essere liberi dalla sofferenza, e per poter raggiungere questo obiettivo dobbiamo praticare il Dharma. Abbiamo anche detto che la felicità si distingue in felicità di questa vita e in felicità delle vite future, come pure la sofferenza: da sopportare in questa vita e da sopportare nel futuro. Il Dharma è il metodo per sopportare queste sofferenze ed ottenere al felicità. Ma parlando di felicità e sofferenza delle vite future, dobbiamo comprendere l’esistenza di queste vite e ieri sera abbiamo portato le ragioni della loro esistenza, e il processo per poter arrivare a comprendere che esistono. Alcuni affermano che esistono, altri no. Dobbiamo usare la nostra ragione, intelligenza. Poi, verificando che in effetti esistono, accettare questo fatto porta solo vantaggi. Le vite future non possono essere viste con i propri occhi, non possono essere percepite con i sensi comuni, ma possono essere comprese attraverso il ragionamento. Sulle caratteristiche del ragionamento avevamo parlato ieri sera. Se una persona pratica bene il Dharma, se fa bene la concentrazione, può ottenere stati di calma mentale chiamata Samadhi. Ottenuto questo stato, si possono sviluppare facoltà particolari, alcuni tipi di chiaroveggenza. Ve ne è una, appunto, attraverso la quale si possono vedere le proprie vite passate. Un altro tipo di chiaroveggenza e quella del “saper conoscere la mente degli altri “. Attraverso questa facoltà si può vedere cosa succede nella mente degli altri, e ci si accorgerà che la loro mente prosegue da una esistenza verso un’altra. Un altro tipo di particolare facoltà della mente, una volta sviluppata, dà la possibilità di dire dove un certo essere rinascerà in futuro e dove, quindi, dovrà morire. Il fatto che esistono le vite passate è una cosa vera. Adesso noi siamo uomini, questa vita potrà durare 60/80 anni, ma un giorno, è sicuro, dovremo abbandonare questa esistenza. Dopo la nostra morte si acquisterà una esistenza successiva. Quando una persona prende una macchina che dopo un po’ si guasta, scende ed abbandona la macchina che ormai è inutile, ma continua il viaggio verso la sua destinazione, magari chiamando un taxi o prendendo un’altra macchina. Allo stesso modo. al momento della morte il corpo viene abbandonato perché ormai inutile, ma la mente continua. Dobbiamo renderci conto che un giorno dovremo abbandonare questa esistenza. Non solo, ma dobbiamo renderci conto che il momento della morte non è certo. Alcuni devono abbandonare questa esistenza quando sono molto giovani, altri quando sono vecchi. Dietro il nostro Centro di Pomaia c’è un cimitero e ogni tanto Ghesce La ci va. Sulle tombe ci sono le foto: alcune persone hanno l’aspetto molto vecchio, altre molto giovane. Se uno si guarda intorno può constatare quante persone che conosceva ora non ci sono più e e quante di queste erano giovani e quante vecchie. Che si debba abbandonare questa esistenza è una cosa sicura. E il momento in cui avverrà la nostra morte non è una cosa sicura. E dopo questa morte la mente continua, e questa mente acquisterà un nuovo corpo. E’ una cosa di cui ci dobbiamo render conto. Succede così: al momento della morte, quando la mente esce da questo corpo, immediatamente si forma l’essere dello stato intermedio, del BARDO, che, si può dire, cerca la sua nuova rinascita, ma non è libero nella sua scelta . E’ senza libertà. Ci sono vari tipi di esistenza ciclica in questo Samsara. Tre sono esistenze infelici, inferiori: NARAK, PRETA, ANIMALI. Non possiamo percepire direttamente con i nostro organi di senso comuni i Narak e i Preta, per cui al momento lasciamo stare, ma possiamo vedere invece che tipo di vita hanno gli animali, ed è una cosa che tutti noi possiamo comprendere. Gli altri tre stati di esistenza del Samsara sono “felici”: UOMINI, SURA, ASURA, di cui gli ultimi due non possono essere visti, ma possiamo vedere gli umani. Ciò che tutti noi desideriamo è avere un tipo di rinascita caratterizzata da un certo grado di felicità:nessuno vuole una rinascita caratterizzata dalle sofferenze di un animale, cane, insetto.. Ora, tutti gli esseri non vorrebbero un corpo di un animale, ma hanno dovuto acquisire questa esistenza contro la propria volontà: come è potuto succedere? In una esistenza precedente avevano compiuto azioni negative, accumulato karma negativo il cui risultato è maturato in quella esistenza animale.

Noi, invece, ora siamo uomini, e la causa di una rinascita umana consiste in un karma positivo. Adesso noi abbiamo questa esistenza fortunata, ma non siamo sicuri di poterla acquisire di nuovo in futuro e non sappiamo che cosa succederà. Se in questa vita si avesse accumulato un grande karma positivo, allora ci si potrebbe dire sicuri di poter ottenere una esistenza felice in futuro. Invece noi vediamo dal nostro comportamento quanto sia difficile accumulare azioni meritorie della mente, della parola e del fisico. L’uomo è un essere veramente particolare, possiede una intelligenza molto spiccata. Quando un essere compie azioni molto meritorie, riesce ad accumulare una energia positiva enorme, nello stesso modo, quando compie azioni non meritorie accumula energia negativa molto forte. Gli scopi principali del dharma sono tre:

1. raggiungere in futuro un’altra esistenza felice;

2. liberarsi completamente da questo tipi di esistenza condizionata e raggiungere la liberazione dal Samsara;

3. raggiungere lo stato di un Buddha completamente illuminato.

  • All’inizio, è importante cercare di non essere più costretto, dopo la morte, a rinascere in uno degli stati d’esistenza infelici. Ma, come si può fare per evitarlo? Le cause di una rinascita in stati di esistenza infelici è l’accumulazione di karma negativo, che viene accumulato attraverso un certo numero di azioni negative. Moltissime sono le azioni negative, ma possono essere tutte incluse nelle dieci azioni particolarmente negative del corpo-fisiche (uccidere, rubare, avere una condotta sessuale scorretta-adulterio), della parola (dire il falso o mentire, calunniare, insultare, dire cose che fanno soffrire, dire cose senza senso) e della mente. Le impressioni negative lasciate da questo tipo di azioni possono venire eliminate, in quanto la mente può essere purificata. In che modo? Uno comprende come queste azioni sono negative e può provare dispiacere di averle commesse, deve far sorgere quindi una forte determinazione, basata sulla comprensione del karma, di non commetterle più in futuro. Nello stesso modo, visto che molte azioni sono commesse nei confronti di coloro che insegnano metodi spirituali, allora, per opporsi alle impressioni negative create da questo tipo di azione, deve cercare di generare FEDE e PURA DEVOZIONE, basate sulla intelligenza. La maggior parte delle azioni negative è compiuta verso gli altri esseri, allora deve cercare di sviluppare AMORE E COMPASSIONE. Lo sviluppo di questi aspetti positivi aiuta ad eliminare le impronte negative che sono nella nostra mente, a causa di azioni negative precedentemente compiute. Un’altra tecnica che aiuta a raggiungere la purificazione è fare specifiche pratiche di purificazione, ad esempio, recitare mantra. Vi è un mantra specifico per la purificazione: il mantra delle cento sillabe di Vajrasattva. Comprendendo come in effetti esiste la possibilità estremamente concreta di essere costretti, in futuro, ad acquisire una delle rinascite infelici, si cercherà di fare effettivamente qualcosa: purificare le azioni negative lasciate nella sua mente dalle azioni negative attraverso i metodi appena descritti, e soprattutto far nascere una forte determinazione a non commetterle più in futuro. Bisogna riconoscere qual è la sofferenza degli stati infelici e pensare: “ Se fossi costretto dal mio karma a rinascere in uno di questi stati infelici, che effetto avrebbe su di me la sofferenza che dovrei sopportare? Sarebbe sopportabili o no?” Pensando in questo modo, si genera la determinazione di fare qualcosa per evitare una condizione simile: -purificare le impressioni negative lasciate dalle azioni negative e -determinarsi a non commetterne più.

Alcuni affermano che il buddismo non è un metodo spirituale efficace, in quanto i Buddisti non fanno altro che parlare di sofferenza, dicono che la si deve riconoscere, che si deve meditare sulla sofferenza, per cui questo metodo non porta felicità perché quando si pensa alla sofferenza, non si è felici. I buddisti non dicono di pensare ad una sofferenza che non esiste: la sofferenza esiste. Ciò che sottolineano è che essa deve essere riconosciuta perché riconoscendola, si può avere l’ispirazione ad applicare un metodo spirituale che ci conduca alla fine della sofferenza stessa. Se uno, attraverso la contemplazione della sofferenza, riesce a far sorgere il desiderio di praticare il Dharma allora significa che la sua contemplazione sulla sofferenza ha avuto l’effetto voluto. Perché le rinascite inferiori, caratterizzate da intensa sofferenza devono essere eliminate? Perché una volta acquisito uno di questi stati, sarà molto difficile uscirne, e sarà molto più difficile poter acquisire uno stato di esistenza felice. E’ facilmente comprensibile. Un animale, ad esempio, non può pregare, meditare, studiare. Come potrà compire quelle azioni che creano il karma di rinascere in esistenze felici? Gli esseri che vivono in questi stati di esistenza non fanno altro che compiere azioni negative che li condizioneranno a rinascere ancora ed ancora, per molto tempo in quelle esistenze. A questo punto uno deve in effetti desiderare di ottenere in futuro stati felici, che sono determinati da azioni meritorie (quali ad esempio, abbandonare le azioni di uccidere, rubare): infatti ogni pratica spirituale deve necessariamente rispecchiarsi nel comportamento. La determinazione di non compiere più queste azioni per tutta la vita porta ad una accumulazione di energia positiva dentro di sé molto grande, una energia positiva veramente molto potente. Allo stesso modo per le azioni verbali. Non solo limitarsi semplicemente non dire il falso, ma determinarsi e prendere l’impegni di non farlo. Questo è molto importante: prendendo l’impegno di non compiere queste azioni si riuscirà ad accumulare una energia positiva molto più grande rispetta a quella accumulata semplicemente abbandonando queste azioni negative. Quindi, è importante e necessario prendere l’impegno di non commettere più queste azioni. Vi sono anche azioni che si compiono con la semplice azione mentale, e sono le ultime tre azioni mentali negative: avidità, malizia (àcioè desiderare di far del male agli altri, desiderare che soffrano) avere visioni errate. Il comportamento perfetto è quello che prende il nome di Sila, in sanscrito, cioè condotta morale e che ha come frutto l’ottenimento dei tre stati di esistenza superiori: Uomini, Sura, ed Asura. Inoltre, visto che nella vita umana è necessaria una certa disponibilità di beni, per poter ottenere questo in futuro, in questa esistenza si deve praticare la carità. Se noi guardiamo la condizione degli animali, i beni di cui possono godere, il loro corpo, il luogo in cui devono vivere: ci accorgiamo che sono estremamente poveri. Se guardiamo alla condizione degli uomini, dove vivono, di quali oggetti possono godere, i luoghi dove possono vivere: è una situazione di estremo conforto. Questo è il frutto dell’aver donato, dato, in una esistenza precedente. Ci sarebbe moltissimo da dire su questo argomento, ma per riassumere brevemente e il più possibile:

all’inizio si deve riflettere su cosa veramente si vuole, e questa riflessione porterà ad accorgersi che ciò che si vuole è essere felice.

Per poter raggiungere questa felicità uno deve operare un cambiamento interiore, che è possibile attraverso un metodo spirituale come il dharma.

Cercare solo la felicità di questa vita è uno scopo ben piccolo, paragonato alla felicità delle vite future che potranno essere veramente tante. Ma per prima cosa, bisogna essere sicuri dell’esistenza delle vite future, certezza che può essere raggiunta solo riflettendo sulle ragioni valide che le sostengono, opposte a quelle che le negano.

Si deve inoltre considerare che sono diversi i tipi di esistenza: felici ed infelici. Comprendendo ciò bisogna fare in modo di non rinascere in situazioni di sofferenza, e visto che esiste un metodo per raggiungere questo scopo, esso deve essere praticato. Se non lo si fa si avrà solo danno, dovendo, molto probabilmente rinascere in stati di esistenza caratterizzati dalla sofferenza. Sarà di beneficio il contrario..

Questo è il grado inferiore della pratica del Dharma: ottenere nelle vite future una rinascita fortunata. Ciò non è sufficiente. Perché? Perché anche se si ottiene uno stato di esistenza felice, come quello nostro attuale di una rinascita umana, è comunque uno stato di esistenza samsarica,in cui, anche come esseri umani si deve ancora soffrire.. Tutti gli esseri del Samsara devono soffrire: devono soffrire gli umani, i Sura e gli Asura che sono esseri celestiali e divini. Infatti, anche se superficialmente la loro esistenza sembra molto felice, per il fatto di essere ancora “esistenza samsarica” è caratterizzata dalla sofferenza. Come sono state acquisite le esistenze umane e quelle dei Sura ed Asura? Guardiamo a noi: in passato abbiamo creato il karma per rinascere come uomini, ed esso è la causa principale di questa rinascita. Come cause secondarie dobbiamo porre difetti ed inquinamenti mentali che abbiamo: l’insieme di karma (causa primaria) e difetti mentali (causa secondaria) ha determinato la rinascita umana. Liberandoci da questo Samsara, non si sarà più costretti ad acquisire un corpo impuro, formato da aggregati impuri (sangue, carne, ossa..). Chi si libera dal samsara acquista un corpo puro, come fatto di luce e non di materia, un corpo simile ad un arcobaleno, potremo dire, che non deve subire tutte le sofferenze che noi abbiamo, che non deve subire malattia, vecchiaia, morte. Tra le sofferenze proprie di noi umani c’è la sofferenza che si sperimenta al momento dalla nascita, poi la sofferenza della malattia, della vecchiaia e della morte. Sofferenza della nascita: Il feto nel ventre materno non è completamente privo di sensazioni questo essere, che desidera la felicità sperimenta sensazioni: si ritrova in un buco caldo, pieno di cose e movimenti strani. Dover essere costretti in casa, senza potersi muovere, fermi e seduti su una poltrona: sarebbe fonte di sconforto! ..tanto più nove mesi, passati nel ventre materno, senza sapere cosa sta succedendo. La sofferenza della malattia è una sofferenza che noi tutti abbiamo sperimentato o che possiamo vedere guardando alle persone anziane: quanti problemi devono esser affrontati. Abbiamo avuto esperienza della morte, abbiamo visto persone morire, per cui possiamo immaginare cosa possa significare dover morire, all’improvviso dover abbandonare questa vita. Dobbiamo soffrire anche per la separazione da coloro ai quali vogliamo bene, e dal dover incontrare persone che ci fanno o ci vogliono del male. Tutti noi abbiamo molte aspirazioni, molti desideri e ci affanniamo per poterli realizzare, affrontiamo moltissime difficoltà, ci sforziamo molto, ma molte volte non riusciamo a raggiungere il nostro obiettivo e dobbiamo ance sopportare la delusione di non riuscire a realizzare le nostre aspirazioni. Inoltre, per il fatto stesso di avere questo corpo, formato da aggregati impuri, a volte abbiamo freddo e dobbiamo coprirci, a volte caldo e dobbiamo vestirci in altro modo, a volte abbiamo fame e dobbiamo cibarci, a volte sete e dobbiamo dissetarci: dobbiamo fare in modo da poter stare bene. A prima vista, questo corpo umano sembrerebbe un corpo molto utile, ma se esaminiamo con attenzione ed in profondità, vedremo che è maggiore il danno rispetto al beneficio arrecato. Dobbiamo saper usare questo corpo nel giusto modo per coglierne i benefici. Come? Avendo ottenuto in questa rinascita un corpo umano, si è ottenuta anche una mente umana: mente e corpo umani sono la base ideale per poter praticare il dharma ed ottenere qualcosa di ancora superiore ed utilizzando i la situazione che abbiamo ottenuto in questo particolare momento in modo appropriato ed in particolare per praticare il dharma, faremo qualcosa che ci sarà di estremo aiuto. Usare il corpo umano per, e, in azioni negative, porta alla creazione di karma negativo molto forte e potente. E’ cosa positiva e giusta usare bene la condizione umana, non sprecare questa opportunità altrimenti facciamo del male a noi stessi. Le sofferenze degli altri esseri degli stati di esistenza felici, i Deva (Sura ed Asura), che come detto sono esseri celestiali, sono legate, ad esempio, a litigare l’uno con l’altro. Inoltre essi hanno la possibilità di prevedere la loro morte alcuni giorni prima che ciò accada: questo genera in loro molto sconforto. Non solo, ma soffrono anche per i segni che la morte imminente, come ad esempio il loro corpo che prima profumava, comincia a puzzare. Alcuni di questi esseri sono chiamati “coloro che conoscono i tre tipi di esistenza”: ad un certo punto della loro vita riescono a comprendere come esistevano nella loro precedente esistenza, e conoscono cosa succederà loro in futuro, e poiché sanno che dovranno acquisire un’esistenza infelice, questa consapevolezza, conoscenza, genera molto turbamento ed enorme preoccupazione. Altri esseri superiori e celestiali hanno raggiunto questo stato grazie a pratiche di ascetismo ed altre pratiche spirituali simili: sono assorti in una completa samadhi e non hanno alcuna sofferenza apparente, ma, essendo questa ancora una esistenza samsarica, non essendosi loro liberati dai difetti mentali, essa dovrà finire ed ancora dovranno vagare in rinascite e morte nel Samsara. Tutte queste sono esistenze samsariche, caratterizzate dalla sofferenza, e, fintanto che non si esce dal Samsara, bisognerà soffrire. È assolutamente essenziale che ciascuno si liberi dal samsara. Se voglio definirlo posso indicarlo, posso affermare che è questo corpo impuro, l’ambiente in cui vivo, questo luogo, tutti gli oggetti che uso e di cui godo durante tutta l’esistenza, questa condizione ottenuta involontariamente, senza alcuna libertà di scelta, è imposta dal mio karma. Per non subire più questa imposizione bisogna liberarci dal samsara, eliminandone le cause ed, ancora prima individuandole: ci renderemo conto allora che esse sono karma e difetti mentali. A questo punto si cerca di capire se possono essere eliminati e se esista o meno un metodo per farlo. Una volta trovato il metodo bisogna metterlo in pratica. Per eliminare il samsara, bisogna estirpare la sua radice, la sua causa primaria, i difetti mentali, e per poterli eliminare bisogna saperli riconoscere.

Fonte http://centrolamatzongkhapatv.it/pdf/LamRim_GhesceYesceTobden1979.pdf che si ringrazia infinitamente per la sua grande gentilezza.