2-14 Lama Denys Rinpoce: La Piena Presenza

Lama Denys Rinpoce: Sentire senza immaginare, sentire invece di pensare, senza immaginare.

Lama Denys Rinpoce: Sentire senza immaginare, sentire invece di pensare, senza immaginare.

2 – Lama Denys Rinpoce: “La Piena Presenza” 5 – 12 aprile 2014.

Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa e di Graziella Romania, nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” approvato da Sua Santità il Dalai Lama per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per qualsiasi errore od omissione.

Lama Denys Rinpoce

Il Suttapattana sutra è una fonte eccellente in 6 punti di piena presenza corpo, sensazioni, respiro, apertura, pensieri, presenza globale, esperienza associata al suono.

Domanda. Prima non sentivo le sensazioni del mio corpo ed ora lo sento di più, forse perché sono entrato maggiormente in contatto con me?

Lama Denys Rinpoce. Trasmettiamo la vibrazione al nostro corpo, rendendolo una specie di cassa di risonanza, ma, trasmettendolo all’esterno, ci si abbandona alla vibrazione totale all’esterno del nostro corpo. È una pratica gioiosa e d’armonizzazione in cui si emette il suono in coro in un unico respiro con una sola mente.

Domanda. Vedere invece di guardare, sentire invece che vedere, mi sembra di percepire una sorta di ottusità.

Lama Denys Rinpoce. Non è un problema, niente giudizio, porta ad un esperienza diversa, un certo tipo d’intelligenza sparisce ed una nuova appare, state nella mente di principiante, scoprite senza paura e senza inizio.

L’esperienza del suono è un’esperienza spaziale.

Le cinque fasi dell’addestramento:

1 piena presenza del corpo, sensazione associata alla postura;

2 il respiro e la sua continuità iniziando con tre respirazioni lunghe e profonde ed un sospiro conclusivo;

3 restare, aprirsi nella sensazione aperta con tre A;

5 riposo nel risveglio sensoriale globale.

Il respiro nella sua continuità della sensazione, respirazione lunga e profonde e rilassamento rilasciamento: tre respirazioni brevi ma frequenti,

Domanda. Ho provato un’esperienza unitaria, eravamo tutti nello stesso suono.

Lama Denys Rinpoce. Respirazione. L’addestramento avviene nell’esperienza aperta, nella sensazione d’apertura, perciò la chiamiamo la Presenza, attenzione, sensazione, sensibilità aperta, l’apertura è la predisposizione libera da preconcetti, non è una pratica di concentrazione, focalizzazione, ma di vivere un’esperienza aperta, l’esperienza è un’apertura, una deconcentrazione, è lasciare la centralizzazione, è l’osservazione aperta, è l’osservatore astratto. Non c’è uno sforzo da fare per restare nella sensazione del corpo, le esperienze del corpo e dell’apertura sono cumulative, nella sensazione globale c’è anche il corpo, il respiro, ma anche la globalità. L’apertura in tutto lo spazio, è anche contemplativa, dello spazio globale.

Esperienza visiva, spalanchiamo la porta d’entrata all’esperienza d’apertura, ancor più utile del suono, che si continua nello sguardo panoramico. Chiaramente si tratta d’avere gli occhi naturalmente aperti e rilassati, con lo sguardo largo, visione a 180 gradi, è lo sguardo dell’elefante, perché ha gli occhi sui due lati, per suggerire lo sguardo vasto, largo e panoramico, lasciandoci andare ed essere, osservando anche com’è.

Domanda. Sensazioni: la stanza da ovale rettangolare è diventata tonda quadrata. Mi appaiono le cose sovrapposte e come se fossero sott’acqua.

Lama Denys Rinpoce. Nella respirazione possono esserci molti fenomeni visivi cromatici, l’importante è lasciar scorrere. L’espirazione è un apertura e nel rilassamento si ha più caldo. Quando ci si rilassa può succedere di cadere nel torpore, nell’esperienza d’apertura può capitare di lasciarsi andare ed addormentarci nell’apertura, ed è un modo diverso di addormentarci perché in genere può capitare di addormentarci in una chiusura oscura. Quando ci si rilassa si ha la sensazione d’addormentarci. La situazione è ancor più spiacevole se la si aggancia, se ci si afferra alla situazione spiacevole ed ancor più se la si vuole scacciare.

Domanda. Percepisco degli acufeni, come posso fare?

Lama Denys Rinpoce. Tutti abbiamo degli acufeni e, di solito, non li sentiamo e se li senti puoi contemplare il suono dell’acufene, rilassandoti.

C’è una tendenza ad appoggiarsi a porsi sempre su degli oggetti, torna allo sguardo panoramico se ti sei focalizzato su un qualcosa di particolare. Il richiamo è quello dell’apertura.

Domanda. Ho avuto molti pensieri,

Lama Denys Rinpoce. E, nello sguardo panoramico?

Domanda. Ero preso dai miei pensieri.

Lama Denys Rinpoce. Puoi pensare nello sguardo panoramico, come avete percepito i pensieri o il pensare in questo sguardo panoramico?

Domanda. Il pensiero è emerso quando fissavo lo sguardo su un qualcosa. Ora ho avuto la sensazione di percepire lo sguardo.

Lama Denys Rinpoce. È una sensazione, non un pensiero.

Domanda. Ho percepito uno sguardo panoramico limpido non concettuale, pensieri non concettuali come se non mi appartenessero, ad esempio: un auto rossa.

Lama Denys Rinpoce. Possono succedere molte cose, anzi di tutto. E, quando arrivano, non ci sono problemi, qualsiasi cosa succeda, anche l’apertura del vaso di pandora, nessun giudizio, escono e si dissolvono.

Domanda. Ho avuto un’esperienza serena, ma ho avuto l’impressione che le ossa del mio cranio si aprissero. Mi sono concentrata in modo globale non su un punto preciso, altrimenti perdo la visione globale, ma sono rimasta sul respiro.

Lama Denys Rinpoce. La visione panoramica non richiede concentrazione, è più un lasciarsi andare, è più come svenire, un lasciarsi andare.

Lama Denys Rinpoce. Mi sono sentita aperta nello spazio. Mi sono sentito in una visione allegra di colori, molto piacevole.

Luciana. I praticanti di arti marziali da lungo tempo hanno un campo visivo molto più allargato.

Lama Denys Rinpoce. Qualche minuto stiamo rilassati nella visione panoramica globale totale. Facciamo una meditazione camminata o piena presenza camminando.

Domanda. Ho avuto un intorpidimento al piede, ho avuto difficoltà a mantenere lo sguardo panoramico.

Lama Denys Rinpoce. È possibile, tanto più che, camminando, non c’è motivo di fissarsi su qualcosa, non si va da nessuna parte, si avanza semplicemente per il piacere del movimento. Si rimane nell’apertura.

Graziella. Appena ho un qualcosa di spiacevole mi è molto difficile lasciar andare.

Lama Denys Rinpoce. Accettare la situazione senza giudizio, continuando nell’apertura.

Mangiamo ora dolcemente, con un’esperienza gustativa in silenzio, proprio per gustare meglio. Sperimentiamo l’apertura contemplando il cielo stellato.

Pomeriggio.

Facciamo degli esercizi di stiramento, sia per mettere a proprio agio il corpo, sia per stirare bene la schiena scendendo con l’espirazione.

Realizziamo la piena presenza in movimento.

Essa si sperimenta in tutte le situazioni, iniziando da una situazione facile, la seduta, quindi in situazioni di movimento molto semplici, come le sequenze distesi, seduti, la meditazione camminata con le sue varie forme. Impariamo quindi ad essere nella piena presenza e sensazione ed a tornarci ogniqualvolta ci distraessimo.

Meditazione seduta ed in azione: è la piena presenza seduta ed in movimento. Abbiamo già evocato due tipi di piena presenza: attenta e aperta.

Le due dimensioni complementari della piena presenza:

1 – Mindfulness: presenza attenta;

2 – awareness trunpa panoramic, lucidità, luce cognitiva, intellettiva, presenza aperta, panoramica, lo spazio intorno e la globalità.

La prima che si scopre è la piena presenza attenta, sulla base d’un esperienza sensoriale, visiva, uditiva, gustativa, tattile o anche mentale. La tensione su un supporto visivo può andare da un animale, albero, a qualsiasi immagine, anche mentale. Anche un supporto olfattivo: un profumo, odore, fumo..come ci possono essere supporti, esperienze tattile, gustativo: caramella frutto, pietanza. La piena presenza sensoriale ha un supporto sensoriale: la presenza attenta. C’è anche l’attenzione pura, non è verso un supporto ma semplice, è l’attenzione, la presenza aperta, globale. Ha lo stesso senso della piena presenza aperta, ha lo stesso significato di panoramic awareness. Attenzione aperta.

Vi sono due approcci: l’uno che mette l’accento sula presenza attenta, l’altro sulla presenza aperta. I termini variano secondo gli approcci e gli insegnanti; e variano creando possibili confondimenti. Sono due aspetti convergenti. Attenzione precisa, chiara, accurata d’un esperienza e lo spazio tutt’attorno che è la presenza aperta. Attenzione ed apertura non sono per nulla contraddittori e c’è la possibilità di scoprire la presenza attenta ed aperta, è lo stato in cui movimento ed azione possono svilupparsi in piena qualità ed in piena potenzialità. L’osservazione attenta ha quindi luogo nell’apertura e nello spazio globale.

C’è una progressione, attenta, aperta, in cui c’è la precisione del dettaglio, poi all’insieme.

Perché abbiamo perso la stato naturale? La storia dell’umanità è la storia di ogni cammino di liberazione. È la concezione mentale che ci ha esiliato da questa condizione. La natura è lo stato grezzo ed è la cultura, che è la sua rappresentazione, che si sovrappone allo stato naturale. Noi umani siamo degli animali mentali per eccellenza. Mentale, concettuale e rappresentazione sono le caratteristiche degli umani, mentale o manas in sanscrito, che ha dato origine al termine “man” in inglese. Abbiamo continuato a vivere in una bolla concettuale di rappresentazioni artificiale e culturale, che finisce per essere la nostra unica realtà che ci ha separato dalla natura, la mappa è divenuta tanto spessa da coprire il territorio che rappresenta, così viviamo nelle nostre rappresentazioni, così ci siamo tagliati fuori dall’esperienza fondamentale, la pratica della piena presenza, che è lasciare, abbandonare il velo delle rappresentazioni, delle illusioni concettuali.

L’etica, e non abbiamo bisogno di norme date da un autorità divina o umana. Ma d’un etica di salute, disciplina che ci permette di vivere in modo armonico: tra di noi, in noi stessi e con l’ambiente. Potrebbe esserne lunga la realizzazione: da un lato c’è un’etica data da un autorità e dall’altra da un percorso di salute. È bene, buono ciò che porta alla salute e sano ciò che porta alla felicita per noi stessi e per gli altri. È importante sapersi liberare da norme concettuali che portano all’alienazione e derivano da un background culturale.

Ora impegniamoci nella meditazione dinamica: in piedi, seduti, in piedi, con flessioni estensioni dei quattro arti. Questo dinamismo è inframezzato da momenti di pausa e da una gran pausa finale stando distesi.

Esperienze di condivisione sulla meditazione dinamica.

È questa l’essenza del dharma in linguaggio ordinario.

Lo stato di apertura, di riposo naturale è sperimentabile in molte situazioni, in cui c’è un rilasciamento della coscienza abituale: sbadiglio, svenimento, addormentamento, orgasmo; ogni volta che c’è un abbandono completo. È importante comprendere ed apprezzare il valore di queste meditazioni. Nella meditazione dinamica può emergere la coscienza abituale.

Vignana vijnana

Nello stato d’apertura possono emergere molte cose che erano respinte o represse, si accoglie senza giudizio e lasciando passare, può anche esserci un pianto, un elemento catartico come la risata. Yoga della risata, che fa bene.

Non bisogna indurre l’esperienza, quella indotta è artificiale, solo quelle naturali sono positive. In effetti si può indurre qualunque cosa. Non si tratta d’indurre ma di lasciar andare tutti i condizionamenti e le corazze interiori stereotipate.

Sedete bene nella postura, stirandovi se necessario, nella sensazione del corpo, postura confortevole, equilibrata e rilassata.

Facciamo Body scan.

Ora facciamo la piena presenza corporea, piena presenza del respiro nella sua continuità, con tre profonde, lunghe inspirazioni ed espirazioni, ognuno col proprio ritmo.

Per beneficiare dell’esperienza dell’apertura emettiamo tre volte la A, in un esperienza all’unisono interna ed esterna nella quale ci si abbandona. A A A

Nell’aperto respiro, si sente il movimento del respiro, della respirazione addominale, inspiro, espiro, piena sensazione del respiro. In particolare, sentiamo l’espirazione, in cui il respiro fuoriesce e si dissolve nell’atmosfera in una sorta d’abbandono, e ci lasciamo andare nello spazio e qui ci dissolviamo. Ogni respiro, espirazione è come un sospiro in cui ci si lascia dissolvere nello spazio. Ad ogni espirazione la sequenza è: rilassamento, apertura, dissoluzione. Rilasciamento, rilassamento, abbandono nello spazio e dissoluzione: rilascio, apertura, dissoluzione. Quest’esperienza è per punti: rilasciamento, apertura, dissoluzione nell’espirazione, quindi pausa, ed inspirazione, quindi nuova dissoluzione con l’ulteriore espirazione. Pausa sospesa nella piena presenza aperta, semplicemente. Se perdiamo lo stato di piena presenza aperta, la possiamo riprendere con la sequenza respiratoria: rilassamento, apertura, espirazione. Espirazione, apertura, dissoluzione e pause nella semplice presenza aperta.

Lama Denys Rinpoce. Come avete vissuto questa sequenza?

Domanda. Come in uno stato onirico, ma anche un pò dormendo. Cosa ne dice?

Lama Denys Rinpoce. Per questo è importante mantenere gli occhi aperti, così non si realizza un vero addormentamento.

Ci sono molte esperienza che possono succedersi, lasciamole passare e svanire.

Domanda. Il mio dolore al ginocchio cambiava in base al mio stato mentale. Come mai?

Lama Denys Rinpoce. C’è meno sensazione di dolore nello stato di apertura e di rilassamento.

Domanda. La pausa dell’apertura riduce la tendenza all’attaccamento dell’osservazione dell’espirazione.

Lama Denys Rinpoce. Sentite, osservate, sperimentate, avvertite, scoprite e comprendete l’esperienza.

Chi ha molte distrazioni è bene che metta l’accento sul body scan.

Martedì 8 Aprile

Lama Denys Rinpoce. Come state?

Domanda. Ho fatto molta fatica ad addormentarmi, e ci sono riuscita con la respirazione.

Lama Denys Rinpoce. Bisogna evitare di volere addormentarsi con troppa intensità, altrimenti si può diventare insonni. Provate le emozioni dell’istante presente.

L’addestramento è fare pienamente ciò che si vive nell’istante presente.

Domanda. Talvolta un pizzico d’immaginazione può esserci d’aiuto per realizzare l’istante presente.

Lama Denys Rinpoce. Sentire senza immaginare, sentire invece di pensare, senza immaginare. Facendo il body scan si scende e si sente nel nostro corpo. Occorre prendere l’abitudine di sganciarsi in un istante di pausa.

Domanda. Cos’è la dissoluzione? Ho molta difficoltà a tenere gli occhi aperti nella visione globale.

Lama Denys Rinpoce. Succede quando c’è troppo impegno a livello visivo, ma non è un problema chiudere gli occhi, li possiamo quindi riaprire dopo averli lasciati chiusi.

Ieri abbiamo scoperto il risveglio dei sensi oggi scopriremo la piena presenza aperta rilassata ed attenta, lo spazio dell’apertura della libertà.

Mettiamo una crocetta sul nostro quaderno delle brevi pause e contiamole a fine giornata: è un aspetto dell’addestramento. Cominciamo con un supporto d’un qualcosa di vicino. Prendete pure, ad esempio, la vostra penna, ponetela ad un metro da voi, quindi rimanete comodi e rilassati. Respirando, poniamo l’attenzione all’oggetto, non pensiamo: “è la mia penna, è bella”. Ma, semplicemente, facciamo attenzione ad essa, senza concentrarci su delle sue forme particolari, restando semplicemente nella sensazione di essa, come se fosse la prima volta, senza pensarvi, senza giudizio, semplicemente. Una semplice sensazione, guardandola come se fossimo assenti, nella semplice sensazione, distesi, rilassati in questa semplice nuda visione. sensazione, attenzione rilassata in cui notiamo lo spazio, la chiarezza, l’apertura e lo spazio tutt’intorno. La lucidità aperta, la chiarezza aperta al cui centro è la semplice sensazione, questa nuda visione.

Domanda. Ho visto che l’oggetto perdeva la sua fisicità, si allungava. Cosa ne pensa?

Lama Denys Rinpoce. Le distorsioni visive sono normali nel rilassamento, l’oggetto può cambiare in molti modi, a volte il colore, ci sono diversi fenomeni, si può vedere l’aura. Quando ci si rilassa è naturale vedere una sorta d’aura attorno gli oggetti, anche alle montagne.

Domanda. Un attimo prima del gong non c’ero più nè io nè l’oggetto, mentre prima smontavo l’oggetto e mi apparve una moto.

Lama Denys Rinpoce. È una proiezione,

Domanda. Ho avuto una sensazione ipnotica contemplando l’oggetto. Cosa ne dice?

Lama Denys Rinpoce. Può succedere, specialmente se siamo molto fissati sull’oggetto.

Domanda. Ho avuto una sensazione più di chiusura che d’apertura, ero concentrata in modo molto intenso.

Lama Denys Rinpoce. Se rimaniamo in un’attenzione senza attenzione non ci succede.

Domanda. Ho provato una gran attenzione, ma l’immagine compariva e scompariva, l’immagine era chiara.

Lama Denys Rinpoce. È normale.

Domanda. Questa è una penna particolare, cui ci tengo, ma, lasciando andare, l’ho recuperata come una penna normale.

Lama Denys Rinpoce. Restate nella nuda visione senza giudizio.

Assumete una postura rilassata, ben posizionata, sentiamo il respiro, occhi aperti e rilassati, contempliamo questi schermi bianchi, senza giudizio e rilassandoci completamente in questa visione, notiamo piccoli cambiamenti nell’esperienza, lasciando essere così come viene, ci assentiamo in questa sensazione di questo schermo bianco così come appare spontaneamente. Senza fissarci, notiamo la lucidità e la chiarezza verso l’ambiente e ci rilassiamo in quest’esperienza, respiro tranquillo a riposo in questa semplice esperienza.

Domanda. Al centro ho l’oggetto con un gran campo visivo.

Lama Denys Rinpoce. Essere presenti al 100% è uguali ad essere assenti al 100%, essere assorbiti facendone corpo è uguale ad essere assenti.

Domanda. Tutto ciò che vedevo entrava nella mia visuale e, quando mi sentivo rilassata, era come se gli occhi fossero divisi, senza convergenza.

Lama Denys Rinpoce. È importante lasciar scorrere, può succedere che gli occhi perdono sincronismo e sono un segno del rilassamento.

Domanda. Ho sentito il campo visivo ingombrante e non sono riuscito a respirare bene.

Lama Denys Rinpoce. È dovuto alla mancanza d’abitudine, ad una specie di paura. L’incognito, all’inizio, fa paura.

Domanda. Con la penna la presa era molto forte, ma con lo schermo bianco la presa svaniva.

Lama Denys Rinpoce. Forse perché sullo schermo abbiamo l’abitudine a cercare qualcosa.

Domanda. I miei pensieri sono interessanti e mi rapiscono facilmente e faccio fatica a mantenere la presenza mentale.

Lama Denys Rinpoce. Normalmente siamo dipendenti dai pensieri, come dei tossicomani ai loro pensieri. E l’agitazione della mente è come quella del corpo e la noia è il modo in cui viviamo la disontissicazione dall’agitazione, quando siamo in uno stato di dipendenza dobbiamo passare attraverso uno stato di disintossicazione, passiamo attraverso pensieri interessanti, oggi vedremo come restare nella sensazione e restarvi.

Domanda. L’emozione è una distrazione?

Lama Denys Rinpoce. No. Se ci sono emozioni e pensieri si tratta d’emozioni e pensieri, si tratta di sentire l’emozione nell’inspirazione e lasciarsi andare nell’espirazione.

Domanda. Naturalmente, ho momenti di contemplazione.

Lama Denys Rinpoce. Tutto va bene se possiamo rimanere nella contemplazione semplice.

Assumiamo ora un a postura confortevole, occhi aperti un po in alto dove è sgombro, libero, sguardo rilassato panoramico, lasciamoci andare, abbandonandoci completamente, come se svanissimo in quest’apertura, nella lucidità e chiarezza globale così come viene, senza fermaci ai limiti di questo luogo, si lascia lo spazio e l’esperienza fondersi, ovunque c’è lo spazio c’è la mente, mente e spazio insieme, restate tranquilli, lasciando essere così com’è.

Ecco ora le sensazioni che sono emerse.

  • Un piccolo germoglio verde che vibrava al vento, tanti tanti germogli, tanti tanti piccoli animali, tanti piccoli esseri.

  • Spazi quadrati, da grigi a bianchi, che si approfondiscono in espansione, comprendendo la sala bianca, ellisse di persone che mi appaiono luminose e lucenti.

  • Montagne forti, possenti, poi altre montagne, altre colline, poi colline degradanti fino alla pianura ed al mare ed oltre, presenza di tanti, tanti esseri umani ed animali: piccoli e meno piccoli.

  • Grigio, nuvole grigie, poi biancastre, poi azzurrognole, azzurro, turchese, chiare, sempre più chiaro, luminoso, chiaro, non abbagliante, alba radiosa e gioiosa appena prima che spunti il sole.

  • Luce che si manifesta oltre e tra le nuvole, da cui filtra tanta tanta luce, spazi infiniti, esseri infiniti.

Normalmente abbiamo la tendenza a fissarci sui limiti visivi.

Domanda. Per me è giusto, ho avuto una sensazione di riposo della mente, una parte della mente diceva di stare attenta e, dall’altra, era molto presente la sensazione di spaziosità.

Lama Denys Rinpoce. Bene, lasciar andare continuamente, cielo aperto. È più facile parlare nella stanza.

Domanda. Ho sentito espansione e benessere, con la penna forzatura, inspirazione, mi porta all’apertura ed espirare mi porta distensione.

Lama Denys Rinpoce. Rilassamento ed apertura vanno bene insieme, sospiro di rilassamento e d’apertura, inspirazione.

Ora sperimentiamo la piena presenza nella natura, della natura, che è la nostra natura. Rifaremo gli esercizi di stamane all’aperto, trovando un luogo adatto, per contemplare il cielo e lo spazio. Faremo tre contemplazioni: di oggetti piccoli e vicini, come con la penna, un fiore, un filo d’erba; di grandi oggetti lontani come, ad esempio, una montagna: montagne poderose e lontane; quindi contempliamo lo spazio, con la mente che si fonde nello spazio, abbandonandoci completamente. Rimaniamo per venti minuti su ciascuno degli esercizi, potendo anche alternarli: un fiore, la montagna, lo spazio. Realizziamo la meditazione camminata in fila indiana a tre velocità, lentamente con pause ai colpi di campana, meditazione normale sul campo, colpo campana e pausa, meditazione rapida, ognuno nella sua direzione, rimanendo sul campo, camminata lenta, normale, rapida; ognuno per suo conto farà i tre esercizi di contemplazione.

Pomeriggio.

Condividiamo l’esperienza di meditazione all’aperto.

A seconda delle circostanze, si nota più un aspetto o l’altro dell’esperienza, empatia ed esperienza della consistenza, empatia è incorporare.

Domanda. Contemplando un sasso tra l’erba, sfocava nell’oggetto, osservando la montagna mi sembrava di vivere veramente l’esperienza, poi ho vissute le nuvole che svanivano.

Lama Denys Rinpoce. Non cerchiamo di migliorare l’esperienza, abbandoniamoci nel rilassamento e cerchiamo. I muri possono diventare trasparenti.

Domanda. Fiore, non c’ero più io nè il fiore, ma una relazione, ma un contatto oltre l’esperienza, spiritualità? Empatia?

Lama Denys Rinpoce. Anche, può dirsi empatia, è comunione non dualità o incorporare, fare corpo.

Ora camminiamo in meditazione, ci fermiamo, contempliamo la natura vicino, lontano, con una buona relazione empatica, non concettuale, con gli animali.

Distinguiamo sette fasi.

1a Entrare in presenza empatica. E si entra sia in presenza, che nell’empatia universale.

1b Realizzare la presenza al corpo, la piena sensazione corporea, la postura corretta nei sui sette punti, ben rilassati.

2 Ascoltare il respiro nella sensazione, inspirando, espirando nella continuità.

3 – Fare tre respirazioni profonde, dolci, lente e profonde, ognuno col proprio ritmo, abbandonandosi in un’apertura globale.

4 Emettere tre A, sentendo ogni vibrazione interna ed esterna nel momento presente. Pausa, riposo, visione panoramica, lasciando essere così com’è.

5 Il risveglio sensoriale globale e visione panoramica.

6 Lasciarsi andare nelle espirazioni: dissoluzione, apertura nello spazio e pausa. Ci si aiuta col richiamo del respiro, con la sequenza dell’abbandono, dissoluzione, apertura nella respirazione.

7 Alternanza dell’apertura seguendo la respirazione: pausa, piena presenza aperta; apertura col richiamo della sequenza della respirazione con pause, in cui ci riposiamo, aiutandoci, se distratti, col richiamo della sequenza, respirando, il che ci riporta all’apertura, in silenzio per 10 minuti.

Restiamo nella continuità della visione panoramica, completamente aperti e rilassati, notiamo come sono i pensieri: se appaiano o meno, nell’apertura, restando rilassati nell’aperto. Eccellente. Avete osservato? Cosa?

Domanda. I pensieri mi risuonavano come le ultime parole del maestro.

Lama Denys Rinpoce. Bene.

Domanda. I pensieri ci sono, ma non mi soffermo, e, come arrivano, svaniscono. Nell’addentrarmi nella esperienza ci sono sempre pensieri. Più c’è apertura meno ho pensieri.

Lama Denys Rinpoce. Va benissimo, hai scoperto la non meditazione. I benefici della seduta continuano nell’azione.

Domanda. Ho la sensazione di voler comprendere la sensazione.

Lama Denys Rinpoce. Ci sono i pensieri sottili, ed i pensieri sottili per fissare la sensazione, ma questa la si sente da sola, non è necessario impegnarsi per sentirla.

Domanda. L’apertura ha una specie di potere protettivo, da tutto.

Lama Denys Rinpoce. L’apertura è protettrice dall’afferrarci ai pensieri, dal loro attaccarsi.

Domanda. Quando ci lasciamo completamente andare, cosa resta della nostra esperienza nella memoria cosciente?

Lama Denys Rinpoce. Nello stato di presenza c’è una memoria viva, ma non concettuale. Se l’esperienza entra nei concetti, l’acutezza della memoria è del 100%, perché c’è un’attivita della memoria.

Lo stato di apertura c’è quando non c’è attaccamento.

Due modi di presentare i pensieri con la meditazione: si può meditare con o senza i pensieri. Nell’apprendimento della meditazione alla piena presenza non vi ho mai indotto a produrre pensieri, ma solo ad entrare nella sensazione, e nella sensazione aperta, il che è sufficiente. E va bene così. Il semplice fatto di stare nell’apertura trasforma i pensieri ed il modo di pensare ed è quello che avete imparato nell’esperienza. Si può imparare coi pensieri ed è complementare. L’insegnamento della pratica della meditazione basata sui pensieri è controproducente per noi umani occidentali, e si entra molto meglio nell’esperienza grazie alla sensazione. Essendo completamente presente nella sensazione e nell’apertura globale, tutto è completamente realizzato. Impariamo a disinvestirci dai pensieri, impariamo a riconoscere che i nostri pensieri sono tali, molto semplicemente. Talvolta i nostri pensieri sono molto interessanti, eccitanti, e ci attiviamo, compiacciamo in questa compiacenza viva di pensieri, e più penso più sono, poiché abbiamo paura di non essere, ci attiviamo per non avere sempre più pensieri, così impariamo il loro riconoscimento attraverso la loro etichettatura, ed i pensieri che arrivano li consideriamo dei semplici pensieri, senza giudizio, non è nobile, ma ignobile, rosso o blu, ma un semplice pensiero. Quindi, c’e il richiamo, il ritorno alla sensazione, il supporto ed il ritorno all’apertura. Impariamo così una banalizzazione, un disinvestimento dai pensieri attraverso una loro etichettatura. Proprio per questo abbiamo iniziato a comprendere le visione dell’apertura.

Domanda. Il pensiero nasce dalle sensazioni?

Lama Denys Rinpoce. I pensieri vengono sopra, si sovrappongono alle sensazioni, i concetti sono le forme ed i nomi. Dalle sensazioni, ad esempio, quella visiva, da (1) una semplice sensazione si ha (2) l’identificazione di forme visive. Ad esempio: la montagna, l’albero, il viso, d’un qualcosa di conosciuto, cui diamo un nome. La concettualizzazione e nominazione è secondaria rispetto alla sensazione.

Domanda. Ho sempre trovato scomodo etichettare il pensiero come tale e può essere mentale.

Lama Denys Rinpoce. Rispondo con un urlo: phe! Certo! È un metodo, è per tagliar corto e tornare all’immediatezza sospesa, AH!

La sensazione è cruda e la concezione è cotta. Nella nostra interiorità, la sensazione è più fondamentale, è più forte del pensiero. La sensazione primaria, secondaria, identificazione.

È il processo dei 5 skanda nel dharma. Destrutturazione della coscienza e ritorno all’esperienza primordiale equivale alla pratica di piena presenza ed è vero per tutte le sensazioni.

Secondo le culture ci sono forme significative o meno.

Quando riconosciamo che ci sono dei pensieri, è bene restarci e rilassarci sul pensiero. Invece d’entrare in relazione col pensiero, è bene rilassarci, senza rispondere. Il punto è la relazione, restare sul pensiero, sostarvi, appoggiavisi e rilassarsi in un apertura sul pensiero, così riconoscendoli si dissolvono come un fiocco di neve su una superficie calda. Si riconosce il pensiero e non gli si dà seguito, si resta sganciati, senza scappare nè seguire. Nella piena sensazione tutto è realizzato, se tornate all’apertura tutto è perfetto. Inizialmente avevo preso l’abitudine di dire stop all’etichettatura del pensiero, ma questo equivaleva alla repressione, perciò ho poi ritenuto corretto lasciarlo andare. Bloccare il pensiero, come le emozioni, non è corretto. La repressione porta al ritorno di ciò che è stato represso.

Fate ora tre respirazioni, profondamente, ciascuno col proprio ritmo.

La prima colonna del vostro diario periodi seduti ed e’ bene averne 1 quotidiana, 20′ l’una, il minimo, meglio 30′.

2 colonna x situazioni particolare d’esperienza della prima presenza, doccia, lav denti, mangiare, comminare, sperimentazione dell’oggetto vicino – lontano nella nstura, prima del body scan, spogliarsi (simpatica xche e’ un lasciare un po’ i ns veli, trovarci nudi) bene scrivere tutte queste osservasioni.

3 colonna x le brevi pause di 3 minuti, annotando quante ne abbiamo fatte lungo la giornata. Pensate a quanti fanno una breve pausa x fumare una sigaretta, per chiudersi in bagno e stare tranquilli, e se non possiamo fare la pausa di tre minuti ogni volta che il telefono suona, possiamo fare almeno una respirazione profonda.

La quarta colonna è per i richiami istantanei, per ogni volta che abbandoniamo la piena presenza e ce ne distraiamo, impariamo a riconoscerlo ed a tornarci. E’ bene fare un’autovalutazione e prendere l’abitudine di riempire regolarmente la scheda di autovalutazione. Durante la giornata differenti sedute e richiami e la sera autovalutazione, è un modo d’addestrarci, dobbiamo renderci conto di quanto è utile.

Se siete molto agiati fate la meditazione dinamica.

Trasmissione della piena presenza.

Chi ha già una pratica tradizionale è invitato ad approfondire con la pratica della piena presenza, i cammini yoga della divinità della liberazione yoga simbolico Dzochen Mahamudra sono utili per scoprire la piena presenza.

Domanda. Perché ha scelto questa strada?

Lama Denys Rinpoce. Ho diversi vestiti, potrei essere pop, rock, punk a seconda delle circostanze, come fa un Buddha e bodisattva che lavora con le situazioni e circostanze, è bello avere un cappello pop e rock, come il pellegrino che faceva domande alle persone solo al fine d’aiutare, occorre trovare lo stile di comunicazione che permette di aiutare veramente. Un momento di disappropriazione e d’auspicio universale di benevolenza nella piena presenza.