4-14 Lama Denys Rinpoce: La Piena Presenza

Lama Denys Rinpoce: Per praticare bene la piena presenza occorre essere motivati verso ciò che ci piace ed apprezziamo, nella gioia e felicita dell'istante presente.

Lama Denys Rinpoce: Per praticare bene la piena presenza occorre essere motivati verso ciò che ci piace ed apprezziamo, nella gioia e felicita dell'istante presente.

4 – Lama Denys Rinpoce: “La Piena Presenza” 5 – 12 aprile 2014.

Appunti ed editing del Dr. Luciano Villa e di Graziella Romania, nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” approvato da Sua Santità il Dalai Lama per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Ci scusiamo per qualsiasi errore od omissione.

Giovedì 10 Aprile 2014 –

Lama Denys Rinpoce

E’ importante riconoscere che la piena presenza è in relazione con l’armonia, la bontà, il buon cuore. Ricordiamoci di avere la piena presenza anche nei momenti difficili e spiacevoli.

L’acqua non agitata è limpida, e la mente non costretta è felice. È come se la nostra esperienza fosse l’acqua che, se non viene agitata, è limpida e la mente acquisisce chiarezza, e, quando non costretta, è naturalmente felice. Non è uno stato da fabbricare, è il vostro stato prima che voi siate, è il vostro stato d’essere prima che noi siamo, la piena presenza è già qui, è presente nell’istante presente.

Abbiamo fatto una presentazione generale della mindfulness: sentire invece che pensare, la piena presenza del corpo nel respiro, la piena presenza dei sensi, la piena presenza rilassata, la piena presenza coi pensieri ed emozioni, oggi affronteremo la piena presenza nelle situazioni relazionali, la piena presenza empatica nella comunicazione aperta, c’è una progressione, una complementarietà in tutti questi aspetti.

Facciamo ora un esercizio nella semplice apertura del corpo e del respiro.

Continuiamo con la piena presenza al cuore, dell’etica e della piena esperienza. La dimensione etica della piena presenza, che non è ovvia. Abbiamo già visto la storia dell’uomo che, trovandosi nella piena presenza, salva la vita di suo nipote che stava cadendo nel pozzo.

Etica naturale e culturale. Esiste l’etica naturale? Si, e l’etica culturale è positiva se deriva da quella naturale, è quella dello stato naturale in cui c’è una armonia naturale, mentre quella culturale che s’iscrive in matrici linguistiche socio culturali è connessa ad una società, lingua, mentalità ed ai loro modelli, interessante vedere come sono tutti quanti interdipendenti.

La caratteristiche delle etiche culturali sono associate ad un ambiente, contesto, lingua, società, contesto religioso, contesto umano. Sono principalmente inserite in un contesto giuridico basato su un autorità divina o umana. La nozione dell’autorità e ciò che ne emana è importante, perché costituisce la giustificazione per ciò che viene sancito, legiferato: è così perché l’ha detto dio, il re, l’imperatore. Nel contesto cristiano questo contesto dell’autorità è molto importante, come i 10 comandamenti, la lex romana. C’è un’altra forma d’etica che è terapeutica. E le due cose possono convergere. L’etica terapeutica è fondata sulla salute, mentre quella giuridica sulla legge. Nel nostro contesto moderno occidentale laico abbiamo comunque un associazione tra legge, contesto giuridico e senso di colpa, il che ci condiziona molto, è alienante. Vi sono quindi comportamenti inseriti in un’etica terapeutica: buoni o cattivi a seconda che portano alla salute od alla malattia. Buono è ciò che porta alla salute e negativo alla malattia. Nella medicina ci sono fattori patogeni ed altri terapeutici, ma non dipendono da un’autorità, ma da una realtà naturale, da una realtà biologica. Un decreto o lex può trasformare in lex ciò che deriva dall’etica culturale. Cos’è sano? Ci sono etiche culturali che non sono proprie sane. In francese c’è il concetto di sano e santo molto simili. Remy: il buon sangue è il buon santo. Salute, armonia, benessere e felicità. Anche se non sono sinonimi, si riferiscono ad un unico stato, lo stato di salute d’un corpo è uno stato d’armonia, è quando l’organismo con le sue differenti funzioni opera in armonia, lo stato di salute e di benessere. Salute, armonia e benessere e felicita. Se perturbati, l’armonia diventa disarmonia, disfunzioni, patologie, malessere e sofferenza. È buono ciò che porta alla felicita e negativo ciò che porta all’infelicita. Vi sono abitudini sane e malsane, ma ciò non deriva da argomenti autoritari ma perché quelli positivi portano il benessere ed i negativi la sofferenza.

La piena presenza, attenta, rilassata, lucida, empatica, sensitiva.

La piena presenza è su questi fattori di salute e lo stato dell’empatia.

Presenza aperta empatica, di comunione, fusione sia con la natura che con gli altri. L’empatia con l’altro o con noi o con l’ambiente. Supera la separazione dualistica, l’empatia, tra me e l’altro, si minimizza e sparisce. Il sentimento, separazione tra noi e l’altro è tanto più forte quanto più ci sono concezioni mentali, che spesso sono violente e le giustificano, e concetti provenienti da argomenti autoritari giustificano atteggiamenti violenti. L’empatia della piena presenza è non violenza, è la partecipazione alla realtà dell’altro nella dolcezza, la percezione dell’uguaglianza di me e dell’altro. Il mio prossimo è come me stesso. Tu sei come me ed io sono come te: è l’empatia. Percezione naturale della nostra connaturalità, comunione, buon cuore, l’intelligenza del cuore, una forma di dolcezza e di tenerezza, empatia in cui non siamo certo inclini alla violenza sull’altro ed a fare all’altro quello che non vorremmo certo subire, empatia e non violenza naturale è l’ambito della regola d’oro della regola etica naturale, è uno stato, è il non fare all’altro ciò di cui non vorresti essere la vittima. Ci sono molte regole religiose ed umanistiche. È un atteggiamento di rispetto dell’altro, come di rispetto per sè stessi. L’empatia, bontà, amore, compassione sono sinonimi. È il fondamento di un etica medica terapeutica, naturale ed universale. La medicina tratta della natura e del funzionamento del corpo ed è universale perché si applica a tutti. Coltivare la piena presenza è coltivare l’etica. Finche lo stato di piena presenza non è una realtà è bene avere riferimenti di salute, vita sana, che vengono dalla comprensione di ciò che è uno stato di salute. Se lo stato di presenza è pienamente realizzato, allora questo è pure l’etica ultima nell’empatia non dualistica. Importante è la piena presenza in tutti gli ambienti, familiare, sociale, politico e geopolitico, economico ed ecologico.

Domanda. Natura e cultura. Tutti i gruppi umani hanno sempre avuto un etica di cultura: ci parla forse di un paradiso terrestre che abbiamo perso? Non è la psicologia che dà l’etica, ma ma persona che è dietro?

Lama Denys Rinpoce. La società umana ha un etica naturale o culturale in diversa misura, è un aspetto saliente del monoteismo di avere un etica culturale molto forte. Adamo ed Eva sono stati scacciati dal paradiso terrestre perché hanno nominato, attribuito un nome ai vari elementi, è un modo di comprendere che è nella concezione che nasce la dualità, la concettualizzazione, la nominazione è un fattore di separazione e dualità, il soggetto e l’oggetto si pongono opponendosi l’uno all’altro nel grasping: è la storia dell’esilio dallo stato adamitico.

Domanda. L’etica naturale in opposizione ad un etica autoritaria: come evitare questa deriva autoritaria?

Lama Denys Rinpoce. Innanzitutto occorre rendersi conto del pericolo. E, se si assolutizzano i concetti, ciò è molto pericoloso. Spesso non ci rendiamo conto di quanto sia pericoloso assolutizzare le concezioni nella credenza. Tutte le concezioni estremiste, comprendendo i danni delle concezioni estremiste, sono letali, è l’approccio della via di mezzo che non si fonda sugli estremi e nemmeno sul mezzo che comprende la relatività di ogni concetto. Come evitare le deviazioni? Praticando la piena presenza non concettuale, naturalmente etica.

Domanda. A molti sfugge la percezione di ciò che è sano per tutti, ma hanno chiaro ciò che è sano per sè.

Lama Denys Rinpoce. L’autoritarismo deriva dai concetti e dalla loro assolutizzazione. E, così, si può solo essere sicuri d’aver ragione e si ha sempre e solo ragione, e ci possono sempre essere ragioni che contraddicono, è la volontà di potere, dell’ego individuale e collettivo, come l’autoritarismo sociale. L’empatia è sempre buona, nell’empatia sperimentiamo l’altro come sè stessi, tutti vogliamo il benessere e la felicita e ciò vale per tutti.

Domanda. Se l’etica della non violenza è tanto naturale, come mai dobbiamo ricordarcela continuamente?

Lama Denys Rinpoce. L’essere umano ha due nature, una naturale ed una egotica, duale. L’ego si solidifica nella concettualizzazione, è necessario ricordargli la sua natura.

Domanda. È un difetto di neocorteccia?

Lama Denys Rinpoce. È la nostra intelligenza concettuale che ci fa umani e provoca anche la nostra superiorità, è positiva, ma allo stesso livello sviluppa anche un ego. È importante comprenderlo. Ma, per avere le facoltà intellettive libere dal grasping dell’ego. La piena presenza come cuore della comprensione si posiziona in questo ambito.

Domanda. Come devo affrontare il dualismo delle emozioni?

Lama Denys Rinpoce. Negli approcci tradizionali ci sono sia approcci subitanei, come la piena presenza, ed altri graduali. Occorre perseguire l’etica profonda in un contesto di vita sano.

Domanda. Nella nostra cultura monoteista cristiana c’è una forte legge: il senso di colpa. Visto che abbiamo la tendenza a fare più male a noi stessi rispetto a quel che faresti agli altri, cosa ne dice?

Lama Denys Rinpoce. Monoteista cristiano.

Domanda. C’è una questione riguardo lo stato ordinario attuale, l’etica naturale è presa come una forma di lassismo.

Lama Denys Rinpoce. È un etica in cui occorre impegnarsi di più, più assunzione di responsabilità.

Domanda. L’empatia è eguaglianza di me e dell’altro. Se guardo il fiore in una relazione profonda, v’entro in empatia, cosa rende il fiore uguale a me? Una forma di panteismo, relazione universale?

Lama Denys Rinpoce. La natura è ovunque, sempre presente, è onnipresenza.

Domanda. Ragioniamo meglio per immagini passo dopo passo, se sostituisco piena presenza a risveglio mi è tutto molto più chiaro.

Domanda. Non si tratta di riscoprire il paradiso perduto di Adamo ed Eva, l’etica naturale è già presente in noi: si tratta di riscoprirla.

Lama Denys Rinpoce.

Facciamo ora un esercizio pratico sulla presenza empatica, basato sull’accogliere, l’offrire: accogliere inspirando, offrire nell’espirazione. Iniziamo semplicemente respirando in piena presenza: postura confortevole, esperienza continua, seguendo ispirazione ed espirazione. Occhi aperti, rilassati in uno sguardo panoramico, verso l’alto dov’è aperto, e così il respiro. Respiro nella piena sensazione d’accoglienza di tutto ciò che è qui in una sorta di si, inspirando siamo completamente ricettivi, sensitivi, espirando ci offriamo, apriamo, abbandoniamo a ciò che è qui, così com’è. Con l’inspirazione accogliamo, abbandonandoci a tutto ciò che è qui, rimaniamo così nella piena situazione del respiro, nella piena accoglienza d’apertura: inspirazione ed espirazione. Inspirando accogliamo, espirando ci lasciamo andare nell’aperto in un sorriso, in una sorta di si, così com’è.

Come va? Avete sentito bene l’esercizio?

Mettetevi in coppia faccia a faccia. Pace, fiducia. Breve momento di condivisione d’esperienza.

Domanda. Ho fatto un’esperienza bella e lucida. Lei si è emozionata più di quanto io sia riuscito a sentirla. Forse, lei è riuscita ad entrare più in me di quanto io sia entrato in lei.

Domanda. L’altra persona, guardandola negli occhi o è seduttivo o è aggressivo. Quindi, si trattava di superare questa barriera, poi lasciandosi andare, tutto diventa benevolenza, armonia.

Domanda. Ho avuto un cambiamento del respiro in tutta la durata della pratica, cambiamenti nella profondità del respiro.

Lama Denys Rinpoce. Il disagio viene quando s’inizia a pensare.

Domanda. Ho avuto la sensazione di rimanervi, accogliendo ed aprendosi.

Domanda. Con lo sguardo panoramico mettevo a fuoco tutto, non solo quel che era al centro.

Domanda. Ho avuto un inizio imbarazzante che ho sentito sullo stomaco, poi l’ho sincronizzato, e le cose sono andate meglio.

Lama Denys Rinpoce. La sincronizzazione avviene naturalmente. Sospensione del pensiero. Comunicazione e relazione aperta, senza giudizio, addestrarsi ad accogliere ed offrire senza preconcetti, giudizi e pregiudizi.

Domanda. Ho sentito molto il collegamento col respiro e nel rilassamento avevo perso la figura, e vedevo questa figura senza contorni in movimento.

Domanda. La neutralità di cui parla è concettuale, perché le sensazioni hanno un colore, un piacere, una qualità.

Lama Denys Rinpoce. Se non inizi a pensare rimanendo nella sensazione semplicemente come sospesi, ad esempio, in relazione con la persona è un esercizio eccellente da fare, che ci pone in relazione a qualcuno.

Facciamo ora un altro esercizio simile ma differente: respirare, sediamoci bene, occhi aperti o chiusi a scelta, respirate nella continuata inspirazione ed espirazione, inspirando quello che sentite e siete, senza giudizio, così come siete, espirando rilasciando, rilassandosi in quest’esperienza, rilassarsi in sé, accogliendoci globalmente, particolarmente gli aspetti difficili, oscuri, tutto ciò che non vorremmo vedere, accoglierci in tutto quel che è in noi senza eccezione, completamente, espirando aprendoci a quest’esperienza. Accogliamo completamente tutto ciò che abbiamo in noi, abbandonandoci espirando, accogliamo tutto quello che siamo profondamente, tutto quel che abbiamo in noi, accogliamo profondamente fino al bambino che è in noi, completamente, senza giudizio ci rilassiamo.

Cosa notate? Osservazioni?

Domanda. Bene, benevolenza, mi voglio bene.

Lama Denys Rinpoce. È un modo per sentirsi, per fare amicizia con noi stessi, ci sono differenti fasi e livelli.

Domanda. Per me quest’esercizio non è per nulla facile. Come mai?

Lama Denys Rinpoce. Ci sono molte cose che si possono scoprire, non è facile, l’apertura contrasta con molte cose che non accettiamo e non desideriamo esporre.

Domanda. L’esperienza mi ha dato un senso di liberazione, di essere despota e vittima di me stessa. Cosa ne dice?

Domanda. È stata molto forte la presenza del corpo, le sensazione, poi ho avuto prurito alla gola ed al braccio che mi sembrava aiutarmi a sbloccarmi.

Domanda. Dato che trattengo per sentirmi più grande il respiro quando sono al di sopra delle situazioni, oggi sono riuscita a lasciar fluire il respiro. Cosa pensa?

Lama Denys Rinpoce. Non c’è bisogno d’apnea, è importante lasciar emergere le emozioni e conviverci.

Facciamo ora un esercizio con due cuscini, materializzando davanti a noi la difficoltà, materializzato nel cuscino di fronte a ciascuno, come se fosse il demone, il tuo o i tuoi problemi interiori, le tue situazioni che non vuoi tirar fuori. È presente concretamente davanti a voi ad occhi chiusi od aperti. Permettiamo che le difficoltà e le sue emozioni che emergono si concretizzino davanti a noi. Sentiamo e respiriamo quest’esperienza che ora è qui davanti a noi in modo intenso, ricettiva disponibilità all’ascolto, permettendo all’esperienza d’esprimersi, dicendo quale sia tutta la sua sofferenza. Ascoltiamo senza limiti, completamente ricettivi, particolarmente nella continuità della respirazione: inspirando ed espirando nella continuità come abbiamo fatto precedentemente. Quando quest’esperienza in tutti i suoi bisogni e sofferenza l’abbiamo ascoltata, poi, al nostro posto, come all’inizio pratichiamo una forma d’offerta verso questo fenomeno. Tutto quanto espresso come bisogno, mancanza, lo diamo senza limite, ritenzione. Particolarmente nella continuità della respirazione lo diamo nell’espirazione, dando, abbandonandoci. Quest’emozione finalmente è colmata dalla nostra accoglienza. Respiriamo così, inspirazione, espirazione, lungamente, ed alla fine sempre nella respirazione, restiamo nella semplice presenza aperta e rilassata.

Domanda. Ho avvertito fatica che poi è svanita.

Domanda. Ho sentito un gran dolore, che pian piano s’è calmato, ma prima era quasi soffocante.

Lama Denys Rinpoce. È importante l’accoglimento, il benvenuto al demone, invece di scacciarlo. E ci si mette al suo posto proprio per esprimere i desideri, le passioni, la mancanza, e gli si dà senza limiti e giudizio, come un bimbo completamente sazio e così si calma, ed alla fine un riposo in apertura e rilassamento, il che richiede coraggio ed è molto liberatorio e porta ad un processo di guarigione profonda.

Domanda. Ho avuto paure, le emozioni rifiutate si sono trasformate qui, ho visto quest’oggetto e gli ho detto, cosa vuoi? Gli dicevo: “Alimentati”. E stava nel mio corpo e mi mangiava ed era un serpente, poi se n’è andato.

Lama Denys Rinpoce. Ci sono molte esperienza, l’aspetto della piena presenza empatica ed aperta ne coprono tutti gli aspetti, sono aspetti della pratica seduta.

Pomeriggio.

Facciamo quest’esercizio: dapprima esercizi liberi, quindi camminata lenta, poi a passo normale che si fa svelto, ci raduniamo in cerchio, mano nella mano, gli sguardo agli occhi, le mani sulle spalle prima l’uno poi l’altro, l’abbraccio, la camminata.

Lama Denys Rinpoce. Per praticare bene la piena presenza è importante essere motivati verso ciò che ci piace ed apprezziamo, nella gioia e felicita dell’istante presente. È importante ben comprendere, sulla base della motivazione. Aspiriamo tutti a ciò che è buono e si tratta di comprendere che l’istante presente è del tutto buono, c’è una gioia, libertà e pace.

Abbiamo visto stamane l’etica laica universale. Ci sono al mondo differenti persone che lavorano sull’etica laica: il Dalai Lama ed altri premi Nobel per la pace. Come si può parlare di etica laica, così possiamo parlare di una spiritualità laica, sono tutte parole che contengono delle trappole che suscitano differenti sentimenti per differenti persone. Il cuore di ogni cammino spirituale, di saggezza, di liberazione fondamentale sta nell’esperienza di autentica presenza, istantanea, di piena presenza, nell’istante atemporale della presenza d’istantaneità. Lo ritroviamo in differenti persone spirituali: saggi, poeti, artisti, filosofi, che hanno avuto, in differenti modi e livelli, l’esperienza di piena esperienza, questo stato d’esperienza autentica e fondamentale, un istante di libertà e felicita. Non è proprio l’espressione “Io sono libero”, ma la vera libertà è: sono libero da me. È la felicita della libertà del possesso, è la libertà, la gioia autentica. E questa presenza autentica è il luogo ambito dell’empatia, è etica, il luogo ambito dell’azione perfetta, adattamento spontaneo al presente, che contiene l’avvenire. In questo stato d’adattamento, di comunione, di comunicazione aperta, si trovano le nostre risorse ottimali e l’azione più giusta ed ottimale. Più si è liberi e più si è responsabili.

Nell’istante presente c’è la pace ed il silenzio. La mente sana è la mente silenziosa. Silenzio non discorsivo, non triste o di privazione o di mancanza d’intelligenza, ma di non discorsi di vita e d’intelligenza immediata, è il luogo dell’intuizione non discorsiva, dell’intelligenza immediata. Per illustrare la pertinenza di quest’esperienza c’è una storia dalle arti marziali già nota. Eccola. Un anziano maestro d’arti marziali ha tre discepoli o figli, tutti e tre molto bravi. Quindi era indeciso a chi dare la successione. Li fa preparare in tenuta da parata con la spada, e li chiama uno dopo l’altro, senza che si possano vedere. All’ingresso ha messo una grossa giara in equilibrio sulla porta, la giara cade, il primo la schiva e la trafigge con la spada. Il maestro si complimenta e chiama il secondo, che taglia netto la testa della giara prima ancora che cada. Il terzo la prende al volo e la mette elegantemente ai piedi del maestro, eccellente! Così è il terzo che ha avuto la successione.

La piena presenza completamente adeguata è senza violenza, quindi non era necessario rompere la giara.

Si pone il problema etico della vera presenza, perché nelle vere arti marziali la perfezione dell’arte della guerra sta nel non fare la guerra e nell’apertura e la non paura permette l’emergere d’una soluzione. Libertà, felicita, gioia piena, efficienza: tutto ciò è piena presenza.

Domanda. E la responsabilità?

Lama Denys Rinpoce. La responsabilità è proporzionale alla libertà. Se non siamo liberi non siamo veramente responsabili. Se siamo alienati, l’alienazione mentale è un’attenuante. Siamo liberi in quanto responsabili e viceversa. Lo stato di presenza è libertà: sia di scelta che d’adattamento spontaneo concettuale. Ad un primo livello più siamo nel presente più siamo nel mentale e nelle sue emozioni e più siamo liberi e responsabili.

Domanda. Dove colloca l’immaginazione?

Lama Denys Rinpoce. È la capacita mentale di vedere o creare immagini, le capacita mentali sono nel massimo delle risorse nello stato di presenza, è il momento perfetto della capacita artistica, l’ambito dell’intuizione geniale.

Domanda. Possiamo usare l’addestramento visualizzando luce?

Lama Denys Rinpoce. Vi sono molti metodi possibili, ma tutti i metodi riportano l’esperienza all’istantaneità immediata, libera da rappresentazioni e concettualizzazioni. Ad esempio, in certe meditazioni tantriche, in cui s’inizia rappresentando una fonte di luce e di bontà, che ha differenti attributi, c’è tutta un ‘entrata in presenza di luce e bontà in forma di presenza di questa esperienza di incorporare ed integrazione, fino alla semplice presenza assoluta senza rappresentazioni ed immaginazioni alcuna. È un metodo che utilizza tutte le nostre capacità immaginative per portarle alla presenza istantanea, al di la di tutte le concettualizzazione, necessita un addestrarci e preparazione, quindi una trasmissione particolare.

Vi sentite pronti per una nuova esperienza?

Ora, in coppia, respirando nella piena presenza, uno racconta all’atro un esperienza personale difficile, sgradevole, lo comunicherà all’altra persona, che condivide l’esperienza difficile. L’altro ascolta profondamente, con spirito neutro, benevolenza, non interviene, è in apertura, iperrecettività e benevolenza, poi s’invertono i ruoli, e vedremo.

V’invito alla condivisione dell’esperienza, non sul contenuto, ma sul vissuto.

Domanda. Raccontando mi sono sentito come svuotato e, mentre ascoltavo, sentivo risuonare dentro la sofferenza dell’altra persona che mi raccontava la sua sofferenza.

Domanda. È stata un’esperienza forte, anche l’apertura da parte mia è stato un momento forte.

Domanda. Quel che riusciamo a sentire dipende anche se quel tipo d’esperienza l’abbiamo vissuta pure noi?

Lama Denys Rinpoce. L’ascolto è neutro, benevolo, aperto, così permette un’espressione aperta, sentiamo e ci esprimiamo tanto meglio quanto più ci troviamo in questo stato di benevola neutralità.

Domanda. Ho sentito un gran spazio sia nell’ascolto che nel raccontare, ed una volta esaurito il momento, questo era passato, concluso, l’esperienza era terminata.

Domanda. Ho provato compassione e similitudine nell’ascolto, forse compassione anche per me stessa.

Lama Denys Rinpoce. È un’esperienza di comunicazione aperta, uno spazio aperto nella presenza empatica, che permette un’espressione libera ed un ascolto neutro benevolo, e questa comunicazione aperta, libera, empatica ha un potere terapeutico molto potente e profondo, sia per se stessi, che per gli altri. Si parla perfino del potere terapeutico della presenza condizionabile: essere semplicemente disponibili all’ascolto, essendo benevoli, essere ascoltati in modo libero, non giudicante, neutro, benevolo. Sono aspetti nella comunicazione aperta o nella piena presenza, nella comunicazione empatica.

La piena presenza è un buon modo di gestire le situazioni difficili, che sono tese, fissate, bloccate, che possono aprirsi, portando lo spazio e l’empatia della piena presenza. Apertura ed empatia che possono arrivare e portare nella situazione, portare nell’accogliere e soffrire, portare nella situazione: c’è perciò una pratica molto profonda per le situazioni relazionali, ed è un modo d’aprirle e di portarle nello spazio. In queste situazioni difficili, generalmente è come se ciascuno sia nei suoi sistemi di difesa e protezione, è come nella sua bolla, come un istrice o porcospino. Ognuno è nella sua bolla delle proprie concezioni fissazioni che porta relazioni senza una vera comunicazione e conflittualità. La pratica d’accoglienza è una pratica d’apertura che permette d’accogliere l’altro. E l’apertura chiama l’apertura se si è capaci di fare il primo passo, di fare un’apertura. Richiede del coraggio, perché richiede una certa esposizione, una certa vulnerabilità. Da una situazione relazionale a due è importante accogliere l’altro completamente, particolarmente in ciò che è sgradevole, difficile, con un ascolto profondo. Accogliere ed essere disposti a dare: inspirando accolgo senza giudizio nella neutralità ed espirando sono pronto a dare, anche solo un sorriso, un assenso. C’è un inversione del processo abituale egocentrico, perché accogliamo ciò che è buono e respingiamo ciò che è cattivo, ma è facendo viceversa che la comunicazione si apre e si sblocca. Così si può entrare in comunicazione aperta al di là del confronto di due bolle d’egoismo. Questa modalità di comunicazione ha molteplici risvolti: nelle relazioni familiari, sociali, coniugali, internazionali. Ed è il principio fondamentale nella comunicazione non violenta. Praticheremo da noi stessi nella vita quotidiana in piena presenza: raccolgo, offro, ricevo l’altro e mi dò all’altro. Ed è possibile viverlo ogni volta che ho una situazione di relazione. È il modo migliore d’iniziare il rapporto. La pratica dissolve le barriere e porta una comunicazione diretta da cuore a cuore, anche quando rintocca la mindfulness bell, o quando suona il vostro telefono. In tutte le situazioni relazionali possiamo abituarci ad accogliere, ascoltare nelle piena presenza.

Domanda. È molto difficile vedere, in questa situazione, quanto può influire il nostro ego, nel dissolvere il dolore dell’altro?

Lama Denys Rinpoce. È importante respirare ed iniziare con l’ascolto profondo, ascoltare, per la risoluzione di situazioni difficili e o violente. Lasciamo la possibilità a ciascuno d’esprimersi completamente, senza che l’altro possa intervenire ed ognuno ha la possibilità di ascoltare e d’essere ascoltato pienamente, e l’altro ha sempre ragione, perché mentre racconta vive quell’esperienza.

Domanda. Nel momento in cui quella sofferenza s’accumula e non la si risolve, qual’è il modo di ritrovare la nostra natura nascosta, risvegliata?

Lama Denys Rinpoce. Prendere su di sè la sofferenza dell’altro? Ma, non è così. Altrimenti sarebbe come farsi schiacciare e stare sempre più male. Non è masochismo, non si tratta di caricarsi, d’annichilirsi, trovando in questo una specie di salvezza, ma, nell’accogliere ed offrire nella piena presenza, lo facciamo senza riserve, completamente fino al fondo del cuore, accogliendo profondamente lo facciamo dissolvere svanendo, lasciando qualsiasi resistenza o rifiuto rispetto a ciò che accogliamo, senza riserve. Da questa fonte inesauribile di disponibilità, di non paura e di non paura di perdita, troviamo la soluzione alla situazione che si scarica e si dissolve: trasparenza senza resistenza. Abbandonarsi alla propria natura fondamentale ed accogliere nell’abbandono in essa. Terminiamo con un momento di respirazione. Accogliere ed offrire passo dopo passo, nella respirazione, in modo semplice, con ciò che è, con persone facili e poi difficili e quindi in situazioni sempre più difficili.

Ora accogliamo la sensazione di ciò che è, e dandoci, offrendo tutto noi stessi.

Consigli per l’integrazione: ricordate il vostro foglio di richiamo: empatia con le persone che incontrate.