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Il Dalai Lama in Arunachal Pradesh: duro attacco della Cina all’India
Novembre 9th, 2009 by admin

Migliaia di monaci e di devoti davanti al monasterodi Tawang ascoltano Sua Santitàil Dalai Lama

Migliaia di monaci e di devoti davanti al monasterodi Tawang ascoltano Sua Santitàil Dalai Lama

Accolto da migliaia di fedeli il Dalai Lama è arrivato al monastero di Tawang nella parte nord orientale dello stato dell’Arunachal Pradesh. Rivolgendosi a una folla di oltre trentamila persone, molte in attesa da giorni nello spiazzo antistante al monastero, il leader tibetano, al suo arrivo e prima di iniziare il ciclo degli insegnamenti buddhisti, ha ribadito il carattere “non politico” della sua visita. “Ovunque io vada, per la Cina è ormai una consuetudine montare delle campagne contro la mia persona” – ha dichiarato. “L’accusa mossa nei miei confronti dal governo comunista cinese di incoraggiare un movimento separatista è del tutto priva di fondamento”.

In un articolo apparso in data odierna sul People’s Daily, Pechino sferra un durissimo attacco all’India accusando il governo di New Delhi di aver dimenticato “la lezione del 1962” e di usare la persona del Dalai Lama per perseguire i propri fini. “L’India sembra aver dimenticato la lezione della guerra del 1962, quando le sue continue provocazioni furono causa di un’azione militare di avvertimento: l’India ha imboccato nuovamente una strada sbagliata”, recita il Quotidiano del Popolo. “In questo difficile momento, il Dalai Lama si è recato nel Tibet meridionale probabilmente perché pressato dall’India e per compiacere lo stato che da anni lo ospita”, prosegue la testata.
Secondo Hu Shisheng, ricercatore presso l’Istituto Cinese di Relazioni Internazionali, “la presenza e le attività del Dalai Lama nel Tibet meridionale possono tradursi in sentimenti anticinesi tra le popolazioni che vivono nella regione. Ove lo scontro dovesse farsi più aspro, il governo cinese sarà costretto ad affrontarlo e risolverlo nel modo che la stessa India ha deciso”. L’indiano Brajesh Mishra, ex consigliere per la sicurezza nazionale, ha così dichiarato: “Da parte nostra non vi è nulla di nuovo, l’India ha già fatto tutto ciò che andava fatto e stiamo solo confermando la nostra posizione. Fino a quando il Dalai Lama non si occupa di politica, è libero di recarsi in visita in ogni parte del paese”. Da Tawang, i corrispondenti della stampa locale hanno fatto sapere che i funzionari indiani hanno rifiutato i visti d’ingresso in Arunachal Pradesh ai giornalisti e che attorno al Dalai Lama è stato predisposto un vero e proprio cordone di sicurezza che ha reso impossibile rivolgergli qualsiasi domanda.
Fonte: Times Now/Phayul


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