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Discorso di S.S. il Dalai Lama per la Laurea Honoris Causa all’Università di Pisa
Settembre 23rd, 2017 by admin

Filosofia buddhista e scienza occidentale, insieme per una umanità più felice

È per me un grande onore ricevere la Laurea Magistrale Honoris Causa in Psicologia Clinica e della Salute dall’Università di Pisa. Questo riconoscimento, che mi viene conferito da una delle più eminenti e storiche università europee, rappresenta una formidabile conferma del mio continuo sforzo di creare un ponte tra le scoperte riguardanti la scienze della mente dell’India antica e la psicologia contemporanea.
Oggi viviamo in un’epoca entusiasmante, in cui anche la conoscenza e i metodi educativi e terapeutici sviluppati in altre parti del mondo,  sempre di più vengono considerati un importante patrimonio dell’umanità e non il semplice retaggio di una specifica società o cultura. È con questa prospettiva che nelle ultime quattro decadi mi sono impegnato a stabilire un dialogo autentico tra le scienze della mente dell’India antica e le contemporanee discipline delle neuroscienze, della psicologia e della ricerca clinica.


Le scienze contemporanee enfatizzano un approccio oggettivo in terza persona, che prevede la  misurazione, la quantificazione e la validazione intersoggettiva. La comprensione del funzionamento della mente dell’India antica si basa invece su un approccio in prima persona nell’osservazione e nello studio metodico della mente da parte dell’osservatore stesso.
In particolare, la lunga tradizione dell’addestramento mentale nella pratica buddhista prevede un vasto insieme di tecniche:  da un utilizzo sempre più affinato dell’attenzione, al rafforzamento della meta-consapevolezza;  dalla coltivazione dell’auto-consapevolezza alle strategie di auto-regolazione, come la mindfulness e la gestione delle emozioni. L’addestramento mentale buddhista prevede poi una speciale categoria di pratiche contemplative che  hanno lo scopo di domare le emozioni, attraverso la meditazione su valori positivi come la gentilezza amorevole e la compassione.

È mia convinzione che un’autentica collaborazione tra le scienze psicologiche contemporanee e le scienze della mente dell’India antica sia possibile e abbia il potenziale per offrire un considerevole contributo alla comprensione scientifica e allo sviluppo di tecniche educative e terapeutiche.  I benefici dell’integrazione tra scienza e pratica contemplativa in ambito clinico sono già sotto gli occhi di tutti. L’applicazione della mindfulness e delle pratiche riguardanti l’amorevole gentilezza e la compassione si stanno mostrando particolarmente efficaci. Le tecniche derivate dalle tradizioni contemplative vengono utilizzate con successo per trattare condizioni cliniche, quali la depressione, il dolore cronico, le dipendenze e il disturbo post-traumatico da stress.
Inoltre, grazie alle scienze contemporanee, la scoperta della plasticità cerebrale e lo sviluppo di potenti strumenti di neuroimmagine come la Risonanza Magnetica, hanno fornito la cornice concettuale e la tecnologia necessarie per osservare il cervello umano “in azione”. Quindi è ragionevole pensare che sia possibile sviluppare una conoscenza del cervello umano più integrata, che tenga in considerazione allo stesso tempo le conoscenze oggettive in terza persona e i vissuti soggettivi in prima persona. Sono felice di sottolineare che l’Istituto Mind&Life, un’organizzazione che ho co-fondato insieme al neuroscienziato cileno Francisco Varela, è stato, ed è in prima linea nel portare avanti questo nuovo approccio integrato alla scienza. L’Istituto Mind&Life ha riunito prospettive e intuizioni derivate da molteplici discipline, facendo da catalizzatore e coordinatore di questo campo emergente.
Molte persone prevedono che il ventunesimo sarà il secolo della comprensione del funzionamento del cervello. Se questo sarà vero, sarà necessariamente anche il secolo in cui arriveremo a comprendere meglio la  mente. È una grande soddisfazione per me aver potuto dare un contributo a questa promettente comprensione.
Come monaco Buddhista, mi impegno a promuovere l’armonia tra le tradizioni religiose del mondo. Come Tibetano, mi impegno a preservare la lingua e la cultura Tibetana, l’eredità che abbiamo ricevuto dai maestri dell’Università del Nalanda dell’antica India, e allo stesso tempo sono impegnato a favore della preservazione dell’ambiente naturale del Tibet. Ma essenzialmente, come essere umano, mi sta a cuore incoraggiare le persone ad essere felici, a capire che se le loro menti non sono tranquille il benessere materiale non porterà loro la pace, ma che se le loro menti sono in pace, nemmeno il dolore fisico disturberà la loro calma. È in questo contesto che sono impegnato a far rivivere la comprensione del funzionamento della mente e delle emozioni dell’India antica e a diffonderla tra gli scienziati e gli educatori ad essa interessati.
http://it.dalailama.com/news/2017/filosofia-buddhista-e-scienza-occidentale-insieme-per-una-umanit%C3%A0-pi%C3%B9-felice


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