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Giubileo d’argento della scuola superiore di Seshadripuram
Dicembre 25th, 2017 by admin

24 dicembre 2017, Bengaluru, Karnataka, India – Prima di lasciare l’albergo, questa mattina Sua Santità il Dalai Lama ha incontrato un gruppo di 25 giovani tibetani che hanno fondato un’associazione umanitaria per aiutare i pazienti provenienti dagli insediamenti tibetani a ricevere cure mediche a Bengaluru.

Il Dalai Lama si è congratulato con loro per la loro iniziativa. Arrivato al Tripura Vasini Palace Ground, dove si celebrava il Giubileo d’argento del liceo Seshadripuram, Sua Santità è stato ricevuto dal segretario del Seshadripuram Educational Trust, il dottor Wooday P. Krishna. Il dottor Krishna lo ha presentato al suo collega, il dottor AS Kiran Kumar, presidente dell’Indian Space & Research Organization (ISRO) e insieme hanno raggiunto il palco, accompagnati dagli applausi delle oltre 14.000 persone presenti.

Il dottor Krishna ha innanzitutto presentato il Seshadripuram Group. Fondato nel 1930 da due donne che hanno dedicato la loro vita all’educazione, Smt Anandamma e Smt Seethamma, che iniziarono con  una scuola elementare con circa 20 bambini, oggi il Seshadripuram Educational Trust gestisce 26 istituzioni scolastiche – dalla scuola materna ai corsi di dottorato – e ha un corpo studentesco costituito da oltre 21.000 studenti. Il motto del Trust è “Dare forza a ogni individuo attraverso la conoscenza e la fiducia in se stesso”.

Il dottor Krishna ha presentato Sua Santità, definendolo un messaggero di pace e compassione, di non violenza, fermo oppositore della proliferazione nucleare, nonché portavoce dell’armonia religiosa e del dialogo tra scienza e tradizioni spirituali. Ha aggiunto che il Dalai Lama è anche un sostenitore dell’ecologia e della protezione dell’ambiente, un difensore dei diritti delle donne e un sostenitore della Tradizione del Nalanda.

Dopo l’accensione della lampada cerimoniale, il dottor AS Kiran Kumar ha parlato di come scienza e tecnologia abbiano migliorato il tenore di vita della gente e la possibilità di muoversi con facilità, ma di come non siano state in grado di dare un contributo alla risoluzione dei conflitti e delle controversie. Ha fatto notare quanto sia ironico andare alla ricerca di vita intelligente su altri pianeti nell’universo, mentre la vita sul nostro è diventata così stressante. Ha suggerito di chiedersi seriamente perché siamo qui ed ha espresso il suo entusiasmo per la decisione del Seshadripuram Trust di invitare Sua Santità a rivolgersi agli studenti e alle loro famiglie.

Sua Santità è salito sul podio e e ha detto di voler parlare da lì almeno in modo da poter vedere i volti del pubblico e scovare chi stava dormendo.

Stimati fratelli e delle sorelle maggiori e minori, sottolineo sempre che come esseri umani siamo tutti uguali, nonostante le differenze del tutto secondarie che ci possono essere tra noi. Poco importa se sono asiatico, tibetano, buddhista o addirittura il Dalai Lama. Definirmi in questo modo non fa altro che isolarmi dagli altri e aumentare il mio senso di solitudine. Sentirsi in qualche modo speciali o diversi dagli altri provoca solo ansia e paura. Sono solo un altro essere umano. Non mi piace la formalità. Non c’è formalità quando nasciamo e non ci sarà quando moriremo.

Siamo qui, in un’atmosfera di pace e gioia, mentre in altre parti del pianeta i bambini muoiono di fame e persone innocenti vengono uccise: sono tragedie che potevano essere evitate. Come possiamo rimanere indifferenti? Eppure questo è ciò che accade quando si presta troppa attenzione alle differenze secondarie come razza, fede e nazionalità e quando si trascura l’unicità dell’umanità, il modo in cui ognuno di noi è uguale a tutti gli altri, semplicemente per il fatto di essere umani”.

Noi tutti abbiamo il desiderio innato di essere felici e di vivere in pace. Siamo animali sociali, dipendiamo dagli altri per la nostra sopravvivenza. Nel mondo di oggi partecipiamo a un’economia globale e tutti noi dobbiamo affrontare il cambiamento climatico globale e le conseguenze di una popolazione in costante crescita. Sono impegnato a promuovere un senso di unione e armonia all’interno dell’umanità e l’idea che ognuno di noi ha la responsabilità di preoccuparsi degli altri”.

Sono anche impegnato, come monaco buddhista, ad incoraggiare l’armonia tra le varie tradizioni religiose. Tutte hanno portato grandi benefici ai loro praticanti, perché ogni tradizione può essere una guida nel condurre una vita più significativa. Alcuni dicono che c’è un dio, altri dicono che non c’è, ma tutte le varie tradizioni spirituali trasmettono lo stesso messaggio di amore, tolleranza, autodisciplina e appagamento. Tutte hanno il potenziale per portare la pace nella mente attraverso la pratica dell’amore”.

Dei 7 miliardi di esseri umani che vivono oggi su questo pianeta, circa 1 miliardo dichiara di non avere alcun interesse nella religione, ma anche tra i restanti 6 miliardi ci sono persone il cui comportamento contraddice la fede che sostengono di seguire. Ciononostante, considero un grande incoraggiamento l’esempio vivente rappresentato dall’India, un paese in cui le differenti tradizioni religiose convivono in armonia”.

Come tibetano, sento la responsabilità dei 6 milioni di tibetani che ripongono le loro speranze in me. Da un punto di vista politico, sono “un pensionato”. Da quando abbiamo una leadership democraticamente eletta, mi sono ritirato dalla politica e, proprio nell’interesse della nostra democrazia, ho posto fine a qualsiasi futuro coinvolgimento della figura del Dalai Lama negli affari politici del Tibet. Tuttavia, resto molto preoccupato per la tutela dell’ambiente naturale del Tibet, anche perché ha un’influenza sul clima globale paragonabile a quella del Polo Nord e del Polo Sud. L’altopiano tibetano è il luogo dove nascono i grandi fiumi dell’Asia dai quali dipende la sopravvivenza di oltre 1 miliardo di persone”.

Mi impegno anche a mantenere viva la lingua e la cultura del Tibet, dato che il tibetano è attualmente il solo idioma in grado di trasmettere con precisione le conoscenze della Tradizione del Nalanda, compresa la comprensione approfondita del funzionamento della mente”.

Infine, sono impegnato a cercare di far rivivere l’antica saggezza indiana e le sue conoscenze nell’India contemporanea perché le considero di grande attualità ancora oggi. A volte scherzo con i miei amici indiani dicendo che quello che sappiamo noi tibetani, lo abbiamo imparato da voi, che siamo i vostri discepoli, ma che ci siamo dimostrati più affidabili perché abbiamo mantenuto viva questa conoscenza”.

Nel mondo di oggi ci troviamo di fronte a crisi emotive che i soli sviluppi tecnologici non possono certo risolvere. Possiamo affrontarle solo addestrando la mente. Possiamo imparare dalla psicologia dell’India antica come alleviare il nostro caos emotivo e trovare la pace della mente. L’attuale sistema di istruzione è in gran parte orientato alla crescita materiale, ma dobbiamo includere anche i valori interiori”.

Ci comporteremo con ahimsa, o non violenza, solo se saremo motivati da karuna, la compassione. E ciò è coerente con le scoperte fatte dagli scienziati che dimostrano che la natura umana è fondamentalmente compassionevole e che vivere in uno stato di perenne rabbia e paura mina il nostro sistema immunitario. Pertanto, vi è un urgente bisogno di insegnare ai giovani in che modo affrontare le emozioni negative. Mi auguro che gli indiani acquisiscano maggiore familiarità con questo approccio e poi lo condividano con il mondo”.

Per rispondere alle domande del pubblico, Sua Santità ha espresso la speranza che l’India sia in grado di integrare le intuizioni della sua antica conoscenza con l’educazione contemporanea. La ricerca instancabile di shamatha e vipashyana ha dato vita a una ricca e profonda comprensione del funzionamento della mente e delle emozioni e al riconoscimento del principio di causalità. Il Dalai Lama ha suggerito che questi temi vengano affrontati in modo accademico e incorporati nell’educazione moderna.

Alla domanda se oggi, per i giovani, sia più importante la religione o la scienza, Sua Santità ha risposto che lo sono entrambe ed egli stesso si considera per metà monaco buddhista e per metà scienziato. Ha fatto notare che dopo essersi concentrati soprattutto sul cervello, verso la fine del XX secolo, gli scienziati hanno iniziato ad interessarsi più seriamente alla mente.

Sua Santità ha poi detto a uno studente che voleva sapere come affrontare le distrazioni che è utile sviluppare una mente calma e stabile, ma che nel suo caso, anche all’ età di 82 anni, la sua mente continua ad essere acuta perché l’ha allenata così a lungo nell’analisi. Il Dalai Lama ha citato il consiglio del Buddha di non accettare i suoi insegnamenti solo per fede e devozione, ma di esaminarli e testarli per verificarne la ragione e la logica. Questo era essenzialmente l’approccio dell’Università del Nalanda.

Sua Santità ha risposto a un altro studente che, per far fronte alla tristezza, la nostra intelligenza umana ci permette di guardare agli eventi da una prospettiva più ampia, di prendere in considerazione altre angolazioni. Se siamo in grado di farlo, ha detto, ciò che per prima poteva apparirci triste può rivelarsi un’opportunità inaspettata. Ha anche suggerito che, in caso di depressione, piuttosto che cercare una soluzione nell’alcol o nelle droghe, è più efficace lavorare con la mente.

Dopo che i rappresentanti del Seshadripuram Educational Trust hanno espresso la loro gratitudine a Sua Santità per aver partecipato alla cerimonia, l’incontro si è concluso e Sua Santità ha fatto ritorno in albergo per pranzo.

http://it.dalailama.com/news/2017/giubileo-dargento-della-scuola-superiore-di-seshadripuram


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