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Primo giorno di insegnamenti a Riga, Lettonia
Giugno 17th, 2018 by admin

16 giugno 2018. Riga, Lettonia – Ieri un breve volo sul Mar Baltico ha portato Sua Santità il Dalai Lama in Lettonia dove, all’aeroporto di Riga, è stato accolto dagli organizzatori della sua visita, locali e russi, mentre un folto gruppo di praticanti già lo stava aspettando presso il suo albergo. Il Dalai Lama ha sorriso, salutato e stretto mani al maggior numero di persone possibile.

Questa mattina alla Skonto Hall, nuovamente sede degli insegnamenti (il Dalai Lama vi aveva dato insegnamenti nel settembre 2017, n.d.t), Sua Santità ha subito incontrato più di 40 rappresentanti dei media a cui, dopo un breve discorso, ha lasciato la parola per le domande.

La prima riguardava come essere sicuri di prendere decisioni corrette. Sua Santità ha risposto: “Noi esseri umani abbiamo un’intelligenza sofisticata, ma dobbiamo imparare ad usarla correttamente.

Le nostre decisioni, e le azioni che ne conseguono, non devono essere motivate semplicemente da ciò che noi che vogliamo: anche se a breve termine possiamo ottenere qualche soddisfazione, saremmo di poco diversi dagli animali. Come esseri umani intelligenti abbiamo invece la capacità di ragionare e anticipare le conseguenze delle nostre azioni. Possiamo valutare se ciò che intendiamo fare sarà socialmente accettabile e se è positivo o nocivo per la nostra salute. Dobbiamo tenere conto della realtà, e della sua ampiezza, in  ogni situazione. Non basta valutare le cose da una sola angolazione. Esaminare le cose da diverse angolazioni, con obiettività e senza un eccessivo coinvolgimento emotivo porterà ad un risultato migliore”,

Al Dalai Lama è stato poi domandato che cosa ne pensasse della competizione, in generale, e se tifa per una squadra in particolare ai Mondiali di calcio; Sua Santità ha risposto:

“Credo che una competizione in cui tutte le persone coinvolte ne traggono un beneficio possa essere considerata sana e positiva, mentre ostacolare i propri avversari non è altrettanto buono”.

“Personalmente, ho poco interesse per lo sport, quindi non ho una squadra preferita. Quando ero giovane ho giocato un po’ a badminton e a ping-pong. A Pechino, nel 1954/55, ho giocato a ping-pong con il primo ministro cinese Zhou En-lai, ma con poco entusiasmo: il ministro aveva una leggera disabilità e ho pensavo che sarebbe stato troppo facile per me vincere”.

Quando Sua Santità è salito sul palco dell’auditorium, una folla di 4000 persone si è alzata in piedi, agitando sciarpe di seta in segno di benvenuto. Poi è stato recitato il ‘Sutra del cuore’ in lettone.

“Sono molto felice di essere di nuovo qui, a Riga” ha esordito Sua Santità “e mi sembra che ci siano anche molte persone provenienti dalle repubbliche russe. Siamo tutti seguaci della stessa Tradizione del Nalanda, quindi sento il dovere di spiegarvela”.

“Tutti vogliono la felicità e nessuno vuole la sofferenza. In questo siamo tutti uguali. Nessuno vuole la sofferenza, eppure tutti sembrano rincorrerla. Anche se possiamo prendere dei provvedimenti per superare il disagio fisico, dato che l’ansia e la paura sono alla radice della sofferenza, ciò di cui abbiamo davvero bisogno di raggiungere è la pace della mente. Gli scienziati dicono di aver trovato la prova che la natura umana è fondamentalmente compassionevole, quindi è ragionevole pensare che – qualunque sia il nostro credo –  la radice della pace interiore è il buon cuore”.

Sua Santità ha spiegato che un elemento chiave della Tradizione del Nalanda, che è stata mantenuta viva dal Buddhismo tibetano, è l’uso della logica e della ragione. Questo approccio fu trasmesso ai tibetani dal grande maestro Shantarakshita, che era stato invitato nella Terra delle Nevi da un imperatore tibetano nell’VIII secolo. “Sviluppiamo emozioni distruttive come la rabbia e l’attaccamento sulla base della nostra ignoranza. Per contrastare l’ignoranza, Buddha ha insegnato le Due Verità: la verità convenzionale e la verità ultima, sottolineando il divario che esiste tra ciò che appare e la realtà. Le varie scuole di pensiero buddiste hanno elaborato diverse interpretazioni delle Due Verità, ma è Nagarjuna ad aver insegnato che l’ignoranza fondamentale può essere eliminata soltanto comprendendo l’assenza di esistenza intrinseca del sé e dei fenomeni nel contesto dell’origine dipendente, la nozione cioè che tutto esiste in dipendenza da altri fattori.

“Come buddisti la nostra pratica dovrebbe essere fondata sulla comprensione, non sulla fede cieca e per raggiungere la comprensione dobbiamo studiare. In Tibet, in passato, i monaci erano considerati istruiti solo dopo 20 o 30 anni di rigoroso studio. Anche oggi, in India, i monaci studiano per almeno 20 anni. Ho rispetto per tutte le religioni, ma ciò che distingue il Buddhismo è che il Buddha ha suggerito ai suoi seguaci di non prendere alla lettera le sue parole, ma di esaminarle e di analizzarle alla luce della ragione. Il Buddhismo è l’unica tradizione che adotta un approccio così scettico”.

Il primo testo che Sua Santità ha iniziato a leggere è stato il “Sutra del diamante” http://www.sangye.it/altro/?p=206 per poi proseguire con la “Lode all’origine dipendente” http://www.sangye.it/altro/?p=9109 di Je Tsongkhapa http://www.sangye.it/altro/?cat=10.

Sua Santità ha poi pranzato con un gruppo di ospiti prima di rientrare in albergo. Gli insegnamenti riprenderanno domani. http://it.dalailama.com/news/2018/primo-giorno-di-insegnamenti-a-riga-lettonia 


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