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Sua Santità il Dalai Lama: Primo giorno di insegnamenti a Shiwatsel
Agosto 1st, 2018 by admin

Sua Santità il Dalai Lama si rivolge a oltre 20.000 persone, il primo dei due giorni di insegnamenti a Leh, Ladakh, India, il 30 luglio 2018. Foto di Tenzin Choejor

30 luglio 2018. Leh, Ladakh, India – Il sole splendeva già alto quando Sua Santità il Dalai Lama ha lasciato la sua residenza allo Shewatsel Phodrang per raggiungere a piedi il padiglione allestito per gli insegnamenti, poco distante. Thiksey Rinpoche e il Presidente di Ladakh Buddhist Association, Tsewang Thinles, hanno camminato insieme a lui. Lungo tutto il tragitto, migliaia di persone si sono affollate lungo la recinzione nella speranza di avvicinarsi a Sua Santità che, di tanto in tanto, si è fermato per accarezzare i bambini o per confortare gli anziani. Sua Santità ha percorso da cima a fondo il palco, per salutare le oltre ventimila persone che lo stavano aspettando. Nel frattempo, le monache dell’Istituto Centrale di Studi Buddhisti erano impegnate in un vivace dibattito, di fronte al palco. Poi, è stata la volta degli studenti della scuola pubblica del Ladakh.

Dopo aver preso posto sul trono, Sua Santità ha detto di essere stato invitato a osservare gli studenti impegnati nel dibattito, tra i quali spiccava anche un entusiasta ragazzo Sikh.

Il Dalai Lama ha sottolineato quanto sia importante il dibattito per affinare la comprensione dell’argomento che è oggetto di studio e ha ringraziato gli studenti per il loro contributo. Poi sono state recitate le preghiere preliminari, compreso “Tre Continuum”, che lodano le qualità del Buddha, del Dharma e del Sangha, e il “Sutra del Cuore” http://www.sangye.it/altro/?p=6098. “L’anno scorso abbiamo letto fino alla fine del sesto capitolo della ‘Guida allo stile di vita del Bodhisattva'” ha esordito Sua Santità “quindi ora riprenderemo da lì.

Si dice che Shantideva abbia composto questo testo nell’VIII secolo, basandosi sugli insegnamenti del lignaggio che Maitreya ha passato ad Asanga e dal lignaggio proveniente da Nagarjuna, “il secondo Buddha”. Questo testo, dunque, può essere definito come l’essenza del lignaggio delle grande condotta.

“L’Ornamento della Chiara Realizzazione” di Maitreya spiega il contenuto implicito della perfezione degli insegnamenti sulla saggezza; Nagarjuna invece chiarisce il contenuto esplicito, cioé è la teoria della vacuità. Il ‘Continuum Sublime’ di Maitreya spiega la natura di Buddha, mentre i suoi cinque trattati nel loro insieme delineano il percorso del bodhisattva”.

Alludendo alle varie scuole filosofiche buddhiste, Sua Santità ha fatto notare che i Vaibhashika e i Sautrantika insegnano l’assenza del sé dell’individuo, mentre i Chittamatrin e i Madhyamaka sostengono la vacuità anche dei fenomeni. Pur affermando la vera esistenza della coscienza, i Chittamatrin negano l’esistenza esterna delle cose, sostenendo che sono il risultato delle impronte nella nostra mente. Sua Santità ha aggiunto che anche alcuni fisici quantistici ritengono che nulla esista oggettivamente e che questa convinzione stempera le risposte emotive come l’attaccamento.

La scuola Madhyamaka si divide principalmente in Svatantrika e Prasangika, e c’è un ramo dei Svatantrika che incorpora le idee dello Yogacara . Mentre i Svatantrika ammettono un qualche tipo di esistenza oggettiva, i Prasangika rifiutano qualsiasi esistenza oggettiva o indipendente, sia delle cose sia delle esperienze.

Tornando alla “Guida allo stile di vita della Bodhisattva”, Sua Santità ha detto: “Ho ricevuto la trasmissione e la spiegazione di quest’opera da Khunu Lama Rinpoche, Tenzin Gyaltsen. Praticò con grande dedizione quello che insegnava; ogni volta che coltivava la pratica del risveglio della mente di bodhicitta, componeva un verso di lode. I suoi versi alla fine sono stati compilati sotto il titolo la “Lampada gioiello” di cui ho ricevuto la trasmissione prima della ‘Guida’. Poiché sapeva che la pratica della mente del risveglio è molto utile, Khunu Lama Rinpoche mi chiese di insegnarla il più possibile”.

“La “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” può essere riassunta in tre parti: l’atteggiamento con cui si entra nella pratica; la pratica effettiva e il compimento della pratica. Si tratta del sentiero che conduce all’illuminazione, fondato sullo sviluppo della saggezza, sulla base della quale si coltiva la condotta di un bodhisattva”.
Sua Santità ha rivisto i titoli e i contenuti dei capitoli del libro riguardanti la pratica delle sei perfezioni e ha fatto notare che non c’è un capitolo espressamente dedicato alla generosità, ma il fatto che tutto l’opera parli di donare il proprio corpo, le proprie  risorse e le proprie virtù compensa quest’assenza.

“Dei dieci capitoli, i più importanti sono il capitolo 6, sulla pazienza, e il capitolo 8, sulla concentrazione”, ha detto Sua Santità. “Se dobbiamo amare gli altri più di noi stessi, abbiamo bisogno di superare la rabbia, e la pazienza ne è l’antidoto. Il capitolo 8, invece, dimostra che l’egocentrismo porta alla nostra rovina e insegna la pratica di scambiare se stessi con gli altri”.

Dopo aver letto l’incipit del capitolo 7, “Avendo pazienza, dovrei sviluppare una entusiastica perseveranza, perché il risveglio sarà raggiunto soltanto da coloro che si impegnano”. Sua Santità ha detto che progredire lungo il sentiero non dipende soltanto dalla bodhicitta, anche la saggezza è necessaria. Nel momento in cui si ha una vera e propria esperienza di bodhicitta, si entra nel sentiero bodhisattva, ma è ancora necessario addestrarsi. Dopo il sentiero dell’accumulazione, il sentiero di preparazione comporta la combinazione di una mente calma e stabile con la realizzazione diretta della vacuità. Si procede poi verso il sentiero della visione, dove si realizza direttamente la vacuità si eliminano le afflizioni mentali.

Dopo aver sviluppato il sentiero della visione e raggiunta la cessazione, si entra nel sentiero della concentrazione e si procede dal secondo al decimo terreno dei bodhisattva. Infine, si sviluppa il sentiero del non più apprendere che è l’antidoto alle impronte residue lasciate dalle affezioni mentali. Quando tutte queste impronte, comprese quelle delle emozioni negative, vengono cancellate, si raggiunge l’Illuminazione. Questo sentiero in cinque livelli si riflette nel mantra del ‘Sutra del cuore’.

Quando il Buddha dice: “Tadyata gateh gateh parasamgateh bodhi svaha” (“È così: andato, andato oltre, andato completamente oltre, fino al risveglio”), dice ai suoi seguaci di procedere lungo i cinque sentieri:

gateh: il sentiero dell’accumulazione;
gateh: il percorso della preparazione;
Parateh: il sentiero della visione;
parasamgateh – il sentiero della concentrazione;
bodhi svaha – il sentiero di non più apprendere.

“Seguire il cammino richiede entusiasmo e fatica, ma bisogna capirne i vantaggi. Gli ostacoli sono, ad esempio, la pigrizia e la scarsa autostima. Finché non si comprende che la pigrizia è un ostacolo, non si sarà mai motivati a superarla.
“Riflettere sull’impermanenza è utile, come indicano i primi versi del capitolo 7. Qui e ora siamo sani e felici, ma non possiamo sapere con certezza che domani ci ritroveremo ancora tutti. Quando è il momento della morte, fama e ricchezza, amici e familiari non saranno di alcun aiuto. Il nostro unico sostegno sarà costituito dalle impronte positive delle azioni virtuose che abbiamo compiuto durante la nostra vita”.

“Oggi, ci sono 7 miliardi di esseri umani nel mondo e la stragrande maggioranza pensa esclusivamente al benessere materiale. Pochissimi pensano al mondo interiore, al benessere della mente. E anche molti di noi, pur guardando al Buddha come fonte di ispirazione, dimenticano che i progressi che facciamo lungo il sentiero spirituale dipendono da quanto decidiamo di impegnarci. Molti continuano a pensare che i nostri nemici siano esterni, mentre in realtà il vero nemico è il nemico interiore. Il secondo tipo di pigrizia è l’attrazione per gli errori, mentre il terzo è la scarsa autostima, l’autocommiserazione, pensare di non essere all’altezza, di non potercela fare. Comprendere invece che siamo tutti uguali genera entusiasmo per il sentiero.

“Così, dopo aver montato il cavallo della mente risveglio
In questo modo si evitano scoraggiamento e stanchezza,
Chi, conscendo questa mente che procede di gioia in gioia,
cadrebbe mai nello sconforto”?

Durante la lettura, Sua Santità ha sottolineato che le strofe 43 e 44 indicano gli effetti della virtù e della non-virtù. Ha spiegato che la citazione del Vajradhvaja si riferisce a un capitolo dell’Avatamsaka Sutra. Il consiglio di Shantideva per eliminare qualsiasi forma di scoraggiamento è quello di tenere a mente i suggerimenti del capitolo sulla coscienza e sullo sforzo gioioso.

Dopo aver completato la lettura del capitolo 7, Sua Santità è passato al capitolo 8, che inizia illustrando il modo in cui sviluppare la concentrazione e su come superare gli ostacoli al suo ottenimento. Ha letto rapidamente fino alle strofe 89 e 90, fino al punto in cui iniziano le istruzioni per lo sviluppo della mente risveglio di bodhicitta e la meditazione per equiparare se stessi con gli altri.

Dovrei proteggere tutti gli esseri come faccio con me stesso
Perché siamo tutti uguali nel desiderare la felicità e nel voler evitare la sofferenza.

La discussione dei vantaggi della compassione e degli svantaggi della mancanza di compassione culmina alla strofa 104 con la domanda: “Ma dal momento che la compassione mi porterà molta infelicità, perché dovrei impegnarmi a coltivarla?” e la risposta è “Se si contempla la sofferenza delle creature viventi, come si può considerare quella della compassione più grande?”

Sottolineando che, se sei egoista, non sarai mai felice, Sua Santità ha dato particolare enfasi alla strofa 131.

Se non scambierò effettivamente la mia felicità
con le sofferenze degli altri,
Non raggiungerò lo stato di Buddha
E anche nell’esistenza ciclica non ci sarà gioia.

La strofa 140 inizia con l’esercizio di scambiare se stessi con gli altri e con una una riflessione sull’invidia, sulla competitività e l’importanza di sé. Siete gelosi di qualcuno che è in una posizione più elevata e pensate – “riceve tutti gli onori, ma io no”. Siete competitivi e volete eccellere su qualcuno che è vostro pari e non vedete l’ora di umiliare qualcuno che è inferiore a voi. Dalla strofa 155 vengono spiegati i difetti dell’egocentrismo.

“La pratica di scambiare se stessi con gli altri ci dimostra gli svantaggi di amare solo noi stessi al posto degli altri. Se amate gli altri più di voi stessi in questa vita e nella prossima, matureranno grandi benefici”.

Sua Santità guardando l’orologio ha detto: “E’ ora di pranzo”. Ci vediamo domani”. Dopo aver salutato la folla prima di andare via, ha fatto ritorno al Phodrang.

http://it.dalailama.com/news/2018/insegnamenti-allo-shewatsel

Un particolare ringraziamento per la traduzione e per la sua amorevole gentilezza alla Dr.ssa Carolina Lami.


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