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Ultimo giorno di insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama su richiesta dei praticanti di Taiwan
Ottobre 7th, 2018 by admin

Sua Santità il Dalai Lama durante l’iniziazione di Avalokiteshvara che libera dai Regni Inferiori, l’ultimo giorno di insegnamenti al Tempio Tibetano Principale di Dharamsala, India, il 6 ottobre 2018. Foto del Venerabile Tenzin Jamphel

6 ottobre 2018. Thekchen Chöling, Dharamsala – All’inizio dell’ultimo giorno di insegnamenti per i praticanti di Taiwan, Sua Santità il Dalai Lama ha eseguito i rituali preliminari in preparazione dell’iniziazione di Avalokiteshvara che, ha spiegato, sarebbe stata una conclusione di buon auspicio per le giornate appena trascorse. Inoltre ha detto che avrebbe dato anche i precetti laici e i voti del bodhisattva e che avrebbe letto i “Tre Aspetti Principali del Sentiero” di Je Tsongkhapa. “Il consiglio di Aryadeva – astenersi dalle azioni non virtuose, eliminare la concezione del sé e infine  eliminare tutte le visioni errate – ha detto Sua Santità “indica la progressione lungo il sentiero per l’illuminazione. Dopo l’introduzione del Buddhismo in Tibet nel VII e VIII secolo vi fu un periodo di profondo declino al punto che nel Tibet centrale non c’erano più monaci. Fu allora che i discendenti degli imperatori tibetani invitarono Atisha nel Tibet occidentale. Atisha compose la “Lampada sul Sentiero” e con Dromtönpa stabilì la tradizione Kadam che prevedeva la pratica dell’intero insegnamento del Buddha sulla base dei tre diversi tipi di persone”.

“Je Tsongkhapa riassunse questi insegnamenti nei “Tre Aspetti Principali del Sentiero” ovvero la determinazione ad essere liberi (la rinuncia), la mente di bodhicitta e la realizzazione della vacuità. Tsongkhapa nacque nell’Amdo e successivamente si trasferì nel Tibet centrale dove studiò nel monastero Kadampa di Sangphu”.

“Inizialmente si affidò al suo maestro, Umapa Pawo Dorje, come intermediario per ricevere gli insegnamenti di Manjushri, ma in seguito ebbe le proprie visioni durante le quali Manjushri gli diede una breve spiegazione della vacuità. Quando Tsongkhapa gli disse che non riusciva a comprenderla, Manjushri lo esortò a studiare ancora di più”.

“Come risultato del suo studio e della sua intensa pratica Je Tzongkhapa divenne un maestro seguito da molti discepoli. Quando Manjushri gli consigliò vivere da eremita per completare sia la purificazione sia la raccolta di meriti, alcuni si lamentarono che, così facendo, i suoi studenti sarebbero rimasti senza una guida, ma Manjushri rispose di sapere che cosa sarebbe stato di maggior beneficio. E così Tsongkhapa andò in ritiro all’Eremo di Olkha Cholung”.

“Durante un sogno, gli apparvero i maestri indiani della scuola Prasangika Madhyamika; Buddhapalita si fece avanti e gli toccò il capo una copia del commentario alla “Saggezza Fondamentale” di Nagarjuna che porta il suo nome. Il giorno successivo a Je Tsongkhapa fu offerta una copia di quello stesso testo e così iniziò a studiarlo”.

“Quando ebbe raggiunto la realizzazione della vacuità, decise di comporre la “Lode al Buddha per gli insegnamenti sull’origine dipendente” in cui, rivolgendosi direttamente al Buddha scrive: “Il tuo insegnamento è tale che chiunque lo ascolti raggiunge la pace” e riferendosi all’origine dipendente “quando l’ho compresa la mia mente ha trovato finalmente riposo”. Tsongkhapa ha elogiato l’origine dipendente definendolo il ragionamento che dissipa completamente le due visioni estreme del nichilismo e della permanenza”.

I “Tre Aspetti Principali del Sentiero” sono stati composti come risposta a una lettera di richiesta di spiegazioni da parte di Tsako Ngawang Drakpa, un discepolo che Tsongkhapa aveva inviato a insegnare nel Tibet orientale. La prima strofa di omaggio ai “venerabili lama” ha indotto Sua Santità a sottolineare che nella “Grande esposizione degli stadi del sentiero per l’Illuminismo” Je Rinpoche spiega chiaramente in che modo ci si debba affidare a un maestro spirituale; che coloro che desiderano domare la mente degli altri dovrebbero prima di tutto domare se stessi attraverso la formazioni nell’etica, nella concentrazione e nella saggezza. I maestri, inoltre, dovrebbero essere saggi, eloquenti e compassionevoli.

Sua Santità ha fatto alcuni commenti durante la lettura del testo. Il primo verso della prima strofa è un segno di umiltà; i versi successivi ribadiscono i tre principali aspetti del sentiero. La seconda strofa è un incoraggiamento a rendere la vita significativa. La terza indica come coltivare la determinazione ad essere liberi, mentre la quinta allude alla consapevolezza della rinuncia. La sesta strofa espone la necessità di sviluppare la bodhicitta, mentre quelle successive spiegano i metodi per farlo. Sua Santità ha aggiunto che applicare a se stessi il significato della settima e dell’ottava strofa è utile per rafforzare la propria determinazione alla rinuncia.

Anche se pratiche come l’amore possono contrastare alcune afflizioni mentali, la nona strofa  chiarisce che è soltanto attraverso la comprensione della vacuità e dell’origine dipendente che è possibile eliminare l’ignoranza fondamentale che è la radice dell’esistenza ciclica.

Riguardo alla decima strofa, Sua Santità ha raccontato che il suo compagno di dibattito, Ngödrup Tsognyi, sottolineava sempre la necessità di essere profondamente convinti dell’origine dipendente sia per poter comprendere la legge di causalità sia per vedere tutti i fenomeni come privi di qualsiasi esistenza oggettiva. Quando riuscirete a farlo, sarete entrati nel sentiero che piace ai Buddha.

Le strofe 11 e 12 si riferiscono alla completezza dell’analisi: gli oggetti e i fenomeni sembrano avere un’esistenza oggettiva; sembrano esistere dalla propria parte. Tuttavia, una volta realizzata la visione della Via di Mezzo, anche se appaiono intrinsecamente esistenti, sappiamo che in realtà non esistono in quel modo.

Nella strofa finale Tsongkhapa incoraggia il suo discepolo a “basarsi sulla solitudine e sul retto sforzo per raggiungere rapidamente la meta finale”. Sua Santità ha esortato i presenti a seguire questo consiglio.

Come parte della cerimonia di iniziazione di Avalokiteshvara che libera dai regni inferiori, Sua Santità ha dato i precetti  laici e i voti del bodhisattva. A conclusione della giornata, i praticanti provenienti da Taiwan hanno applaudito e recitato una preghiera per la lunga vita di Sua Santità, che ha ringraziato tutti per la  partecipazione. Dopo le consuete foto ricordo, il Dalai Lama ha lasciato il Tempio, attraversato il cortile e raggiunto l’auto che lo avrebbe accompagnato alla sua residenza.

Un particolare ringraziamento per la traduzione e per la sua amorevole gentilezza alla Dr.ssa Carolina Lami. http://it.dalailama.com/news/2018/ultimo-giorno-di-insegnamenti-ai-praticanti-di-taiwan


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