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Secondo giorno d’insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Manali
Agosto 16th, 2019 by admin

Sua Santità il Dalai Lama spiega il “Commentario sulla Mente del Risveglio” di Nagarjuna, il secondo giorno dei suoi insegnamenti a Manali, HP, India, il 14 agosto 2019. Foto di Tenzin Choejor.

14 agosto 2019. Manali, Himachal Pradesh, India – Prima di partire per il luogo di insegnamento, questa mattina, Sua Santità ha rilasciato un’intervista alla Hakka TV di Taiwan. Tra gli argomenti toccati, l’intervistatore ha chiesto a Sua Santità se si ritiene è il più ottimista dei Dalai Lama e come riesce a mantenersi sorridente. “Sono un essere umano”, rispose Sua Santità, “e noi esseri umani siamo animali sociali. I 7 miliardi di esseri umani oggi viventi sono emotivamente, mentalmente e fisicamente uguali. Tutti abbiamo il diritto di vivere una vita felice. La capacità di sorridere è qualcosa che solo gli esseri umani possono avere: si sprigiona naturalmente. Tuttavia, ricordo anche che il maestro buddista indiano dell’ottavo secolo Shantideva http://www.sangye.it/altro/?p=2340 consigliò che, se sei un praticante di bodhicitta, dovresti sorridere a tutti quelli che incontri”.

Alla domanda se tutti possano raggiungere la pace della mente, Sua Santità ha osservato che mentre in passato l’educazione era stata in gran parte nelle mani di istituzioni religiose che avevano instillato valori interiori nei loro studenti, l’educazione moderna ha obiettivi materialistici e promuove uno stile di vita materialista.

Non fornisce agli studenti la possibilità di affrontare i loro problemi emotivi. Perciò ha suggerito che, proprio come ai bambini viene insegnato dall’asilo in poi l’igiene fisica, si potrebbe anche insegnare loro come affrontare le loro emozioni: una sorta di igiene emotiva. Ciò renderebbe la loro istruzione più completa.

Ammettendo che dovendo scegliere tra fede e scoperte scientifiche sarebbe più incline ad accettare ciò che afferma la scienza, Sua Santità ha sottolineato che l’approccio della Tradizione di Nalanda basato sulla ragione e sull’indagine è scientifico. Ha aggiunto che le emozioni distruttive sono radicate nell’accettazione delle apparenze come reali e che per ridurle è utile comprendere la realtà.

Alla domanda su cosa c’è di speciale nella cultura tibetana, Sua Santità ha risposto:

I tibetani sono sparsi su una grande distesa di terra e tuttavia tutti usano la lingua classica tibetana scritta, che è stata creata per volere del re Songtsen Gampo http://www.sangye.it/altro/?p=4477 nel 7° secolo. La lingua tibetana scritta fu modellata sulla scrittura indiana Devanagari. Nell’VIII secolo, Shantarakshita consigliò ai tibetani che, poiché avevano la loro lingua, avrebbero dovuto tradurre la letteratura buddista indiana. Di conseguenza, questa lingua è utilizzata in Mongolia ed anche in tutta la regione dell’Himalaya.

Sebbene l’antica Università di Nalanda sia ora in rovina, la conoscenza che Shantarakshita ha portato con sé è stata mantenuta viva in Tibet. I buddisti cinesi sono a conoscenza della tradizione di Nalanda, perché anche il pellegrino Xuanzang vi ha studiato, tuttavia non hanno adottato l’approccio logico ed epistemologico di Nalanda. In futuro, i cinesi possono fornire supporto ai tibetani con il loro sviluppo materiale e noi possiamo aiutarli spiritualmente. Nel frattempo, mi sono impegnato nel tentativo di far rivivere qui in India l’interesse per l’antica conoscenza indiana sul funzionamento della mente e delle emozioni, al fine di combinarli con l’educazione moderna. Più le persone imparano ad affrontare le loro emozioni afflittive, più gli individui raggiungeranno la pace della mente e, più gli individui raggiungeranno la pace interiore, maggiori saranno le prospettive di pace nel mondo.”

Una pioggia molto intensa durante la notte aveva lasciato il terreno d’insegnamento inondato, ma quando arrivò Sua Santità la maggior parte dell’acqua era stata fatta defluire e la pioggia era cessata. Per iniziare la sessione, i monaci hanno recitato il primo capitolo di “L’ingresso nella via di mezzo” http://www.sangye.it/altro/?p=3263 di Chandrakirti http://www.sangye.it/altro/?p=10587.

“Hanno tutti un libro?” Chiese Sua Santità. “Quindi, oggi, esamineremo il “Commentario sulla Mente del Risveglio” http://www.sangye.it/altro/?p=9127 di Nagarjuna http://www.sangye.it/altro/?p=10906, il secondo Buddha, i cui scritti rivelano le sue grandi qualità. Oltre ai suoi trattati filosofici, scrisse anche sul tantra, in particolare Guhyasamaja Tantra http://www.sangye.it/altro/?p=7961, così come i suoi seguaci Chandrakirti e Aryadeva http://www.sangye.it/altro/?p=10173. C’è una storia che narra come Nagarjuna abbia ricevuto dai Naga gli insegnamenti della Perfezione della Saggezza http://www.sangye.it/altro/?p=9194, ma mi chiedo se non sia solo una leggenda.

Questo testo, il “Commentario sulla Mente del Risveglio, o dell’Illuminazione” http://www.sangye.it/altro/?p=9134 sottolinea l’importanza della bodhicitta ultima, la comprensione diretta della vacuità, ma anche la necessità che sia unita alla mente del risveglio convenzionale: il desiderio di diventare un Buddha per il bene di tutti esseri senzienti. Questo desiderio è preceduto dallo sviluppo della grande compassione. Chandrakirti ha elogiato la grande compassione all’inizio, nel mezzo ed alla fine del percorso. La descrive come il seme, l’umidità che gli consente di crescere e il raccolto finale.

Gli esseri senzienti sono avvinti dall’ignoranza, perché le emozioni afflittive sono radicate in visioni distorte. Alla fine della sua “Saggezza fondamentale della Via di Mezzo“, Nagarjuna elogia il Buddha dicendo:

Mi prostro a Gautama

Che, per compassione,

Insegnò il grandioso Dharma,

Che porta all’abbandono di tutte le visioni distorte”.

All’inizio dello stesso testo rende omaggio al Buddha per aver insegnato che

Qualunque cosa è sorta in modo dipendente

Incessante, non nata,

Non è corrotta, né permanente,

Non viene, né va,

Senza distinzione, senza identità,

È pacificamente libera dalle fabbricazioni concettuali,

In tal modo ha contrastato le otto visioni estreme.”

Sua Santità ha aperto il libro che era stato distribuito e ha iniziato a leggere la “Lode ai 17 Maestri di Nalandahttp://www.sangye.it/altro/?p=9200.

I versi di lode iniziano con il Buddha, che, a causa della sua posizione filosofica unica, nel discorso è chiamato “senza pari”. Il prossimo è Nagarjuna, che ha spiegatogli insegnamenti della perfezione della saggezza, ha chiarito il sorgere dipendente ed è stato l’antesignano della Scuola della Via di Mezzo. Aryadeva http://www.sangye.it/altro/?p=10173 era suo discepolo, così come lo era Buddhapalita che chiarì la visione consequenzialista o Prasangika. Dopo di lui arriva Bhavaviveka, un altro allievo di Nagarjuna, che affermò che le cose hanno un’esistenza oggettiva all’interno della verità convenzionale.

L’innovazione di Chandrakirti http://www.sangye.it/altro/?p=10587 consiste nel comprendere che la descrizione delle cose come basate sulla condizionalità evita i due estremi di nichilismo e dell’eternalismo. È la base per comprendere l’aspetto e la realtà. Spiegò anche l’intero insegnamento del sutra e del tantra.

Dopo Chandrakirti arriva Shantideva http://www.sangye.it/altro/?cat=15. Sebbene Nagarjuna ed Aryadeva si siano occupati della mente risvegliata di bodhicitta, la sua interpretazione più profonda ed estesa si trova nella “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” http://www.sangye.it/altro/?p=2346 di Shantideva. Non c’è altro testo che possa competere con esso.

“Nella mia infanzia”osservò Sua Santità, “avevo un certo interesse per la bodhicitta, ma sentivo che sarebbe stato molto difficile da raggiungere. Lo ammisi completamente al mio tutore Tagdrag Rinpoché, che mi consigliò di non sentirmi scoraggiato e mi confidò di avere una certa esperienza di bodhicitta. In esilio ho ricevuto una spiegazione della “Guida” a seguito della quale, se mi sforzo, mi sento piuttosto familiare con la Bodichitta.

“Ho composto questo Elogio ai 17 maestri perché, sebbene ci fosse già un elogio a otto maestri indiani, mi sono reso conto che c’erano ancora altri, sui cui scritti facciamo affidamento, che non sono stati inclusi.

Il prossimo è Shantarakshita a cui siamo grati per aver stabilito in Tibet la tradizione di studio basata sulla ragione e la logica. È seguito dal suo allievo Kamalashila, che ha scritto “Gli Stadi della Meditazione” http://www.sangye.it/altro/?p=1698.

Asanga http://www.sangye.it/altro/?p=5017 è stato il fondatore della Scuola della Sola Mente. Vasubandhu,http://www.sangye.it/altro/?p=5659 suo fratello minore, era un maestro della Conoscenza Superiore (Abhidharma). Il suo studente, Dignaga, era un maestro della logica, seguito da un altro logico ed epistemologo, Dharmakirti http://www.sangye.it/altro/?p=7077. Sebbene Vimuktisena fosse discepolo di Vasubandhu, spiegò la perfezione della saggezza da un punto di vista della Via di Mezzo.

Anche Haribadra era un celebre commentatore della perfezione della saggezza. Molti studenti memorizzano il suo trattato “Chiari Significati”.

Ricordo un gruppo di monache di Kopan in Nepal che l’avevano memorizzato e dissi loro che mi avevano surclassato.

Gunaprabha e Shakyaprabha erano entrambi maestri della disciplina monastica. Alla fine, Atisha http://www.sangye.it/altro/?cat=96 fu il gentile signore che fece fiorire l’insegnamento del Conquistatore nella Terra delle Nevi.

La lode si conclude,”Posso essere benedetto per poter maturare il mio continuo mentale e raggiungere la liberazione. Che io sia benedetto per stabilire la radice del sentiero della liberazione. Che io possa essere benedetto per perfezionare la mente naturale del risveglio di bodhicitta, e che possa sviluppare una convinzione spontanea e veloce su tutti i sentieri della Perfezione della Saggezza e del Vajrayana.’

Nel colophon ho sottolineato che dovremmo esaminare le ragioni dell’insegnamento del Buddha con una mente imparziale e curiosa, analizzandolo da vicino. Ho composto questo elogio su richiesta, tra gli altri, di Trulshik Rinpoché.

“Non essere soddisfatto dei rituali e delle preghiere. Cerca di capire cosa insegnò il Buddha sulla base delle Due verità (convenzionale ed ultima) e delle Quattro Nobili Verità http://www.sangye.it/altro/?p=3785. Se segui la tradizione di Nalanda e fai affidamento sulla ragione e sulla logica, gli insegnamenti del Buddha potrebbero durare a lungo nel futuro.”

Sua Santità ha iniziato a leggere il “Commentario alla generazione della mente risvegliata di Bodhichitta” http://www.sangye.it/altro/?p=9127 di Nagarjuna. Ha osservato che abbiamo l’idea che le cose esistano dalla loro parte, ma quando investighiamo e cerchiamo di trovare ciò che ci appare, non possiamo individuarlo. Quindi, nulla esiste oggettivamente; esiste solo per convenzione o designazione. Persino un momento della mente non può essere individuato.

La discussione sulla mente ultima del risveglio http://www.sangye.it/altro/?p=9127 termina al verso 72 e dal verso 73 http://www.sangye.it/altro/?p=9134  inizia una spiegazione della mente del risveglio della bodhicitta, l’aspirazione per l’illuminazione.

La parola tibetana per illuminazione è divisa in due termini: ciang-ciub. Il primo si riferisce alla purificazione della mente dalle contaminazioni mediante l’applicazione di antidoti. Il secondo indica che, una volta che tutte le contaminazioni sono state superate, diviene manifesta la natura della mente come chiarezza e consapevolezza. Sei in grado di vedere tutto così com’è.

Un commentario all’ “Ornamento per la Chiara Realizzazione” menziona i Bodhisattva che osservano gli esseri senzienti con compassione, una compassione che desidera liberarli tutti, non solo della sofferenza della sofferenza o dalla sofferenza del cambiamento, ma della sofferenza onnipervasiva. Ciò è spiegato in termini di 12 Anelli del Sorgere Dipendente http://www.sangye.it/altro/?p=6603. Una volta superato il primo anello, l’ignoranza, cessano gli altri 11 anelli.

Questo dipende dalla comprensione della vacuità.

Per contrastare l’egoismo con l’altruismo, Sua Santità ha citato i versi di Panchen Lobsang Chögyan dell'”Offerta al maestro spirituale”:

Questa malattia cronica dell’egocentrismo

È la causa della sofferenza indesiderata …

Prendersi cura degli esseri mie madri e cercare di assicurarne la felicità

È la porta verso la virtù infinita.

Coltivare bodhicitta è dedicarsi esclusivamente al servizio degli esseri senzienti.

Quando ha completato la lettura del testo, Sua Santità ha annunciato che domani ed il giorno seguente ci sarebbe stata una pausa negli insegnamenti. Sabato 17 agosto leggerà gli “Otto versi d’addestramento mentale” http://www.sangye.it/altro/?p=27 e “Le 37 pratiche del Bodhisattva” http://www.sangye.it/altro/?p=134, oltre a conferire l’iniziazione ad Avalokiteshvara.

L’insegnamento di tre giorni di Sua Santità il Dalai Lama su gli “Otto versi d’addestramento mentale” http://www.sangye.it/altro/?p=27 e “Le 37 pratiche del Bodhisattva” http://www.sangye.it/altro/?p=134.

Tradotto dal Dr. Luciano Villa, nell’ambito del Programma Free Dalai Lama Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, da http://www.sangye.it/dalailamanews/?p=13514. Vedi Video qui https://www.dalailama.com/videos/teachings-in-manali?fbclid=IwAR0pe6qrugqRbWguvGru-xCoRFEISwla3QkuIaKPYVoiJHwKEdUSU4GGWFI, https://livestream.com/DalaiLamaEnglish/manali2019/videos/195016778


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