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Sua Santità il Dalai Lama: La ‘Preziosa ghirlanda’ di Nagarjuna, secondo giorno
Maggio 18th, 2020 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Quando capirete che tutto, compreso voi stessi, è sorto in modo dipendente, che nulla esiste in modo indipendente, capirete che non c’è un sé indipendente, un controllore separato dal vostro corpo e dalla vostra mente.

Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India, 17 maggio 2020.

“Oggi è un nuovo giorno”, ha annunciato Sua Santità il Dalai Lama aprendo la seconda sessione del suo insegnamento in webcast sulla ‘Preziosa ghirlanda’ http://www.sangye.it/altro/?p=2788 di Nagarjuna, “e vorrei augurare a tutti i miei amici del Dharma ‘Buongiorno'”.

Ancora una volta gli spettatori hanno visto Sua Santità seduto nella sua residenza e, mentre parlava in Tibetano, le sue parole sono state tradotte simultaneamente in altre tredici lingue: Cinese, Francese, Tedesco, Hindi, Italiano, Giapponese, Coreano, Mongolo, Portoghese, Russo, Spagnolo, Vietnamita e Inglese. Considerando che alcuni degli interpreti si trovavano in angoli remoti del mondo, si è trattato di un’impresa tecnica di un certo rilievo.

“Come ho detto ieri – ha continuato Sua Santità – tutti noi vogliamo essere felici e non soffrire, questo vale anche per gli animali”. Tuttavia, quando noi esseri umani agiamo sulla base della rabbia e dell’attaccamento, creiamo problemi a noi stessi. Questo spesso disturba anche altre creature. Parliamo all’infinito di pace, ma la sua realizzazione dipende da come si comportano gli esseri umani. Nel secolo precedente abbiamo visto conflitti intensamente violenti, caratterizzato da due guerre mondiali provocate da una mentalità ristretta in termini di interessi personali. In passato, nelle dispute territoriali i re mandavano i loro sudditi a combattere contro i loro vicini. Ecco perché penso che, alla base della guerra, ci sia un carattere feudale.

“Tuttavia, ci sono stati dei progressi. Dopo la seconda guerra mondiale sono state create le Nazioni Unite per garantire il benessere di tutte le nazioni del mondo. L’Europa, ha visto l’istituzione del Consiglio d’Europa che è cresciuto fino a diventare l’Unione Europea. In una regione storicamente dilaniata dalla guerra, la pace ha prevalso. L’India storicamente era composta da regni e stati principeschi, ma dall’indipendenza l’istituzione dell’Unione Indiana ha riunito la Nazione.

“Le persone affrontano difficoltà in molte parti del mondo, ma proprio perché tutti noi sette miliardi viviamo insieme su questo unico pianeta, dovremmo essere uniti e solidali gli uni con gli altri. Quando questo pianeta blu è visto dallo spazio, non esistono confini nazionali. Preoccuparsi esclusivamente di questa nazione, della mia nazione, è obsoleto. Quando esistono relazioni affettuose tra i membri di una famiglia, ognuno è sicuro di potersi rivolgere agli altri per un sostegno. In modo simile, dobbiamo costantemente ricordare a noi stessi l’unicità dell’umanità.

“Le tradizioni religiose, tra cui il buddismo, parlano della felicità di tutti gli esseri umani. Nonostante le differenze di approccio filosofico, il loro messaggio comune enfatizza l’importanza dell’amore e della compassione. Accolgo con favore la varietà delle pratiche religiose, il che si accorda con la varietà delle attitudini e degli interessi umani. Un ristorante che servisse un solo piatto non farebbe molto successo, la diversità è un’esigenza umana. Sospetto che molti dei conflitti religiosi abbiano avuto alla base delle motivazioni politiche. Le tradizioni e gli insegnamenti stessi propongono un contributo potenzialmente positivo alla fioritura dell’umanità. Come noi esseri umani dovremmo mantenere tra di noi l’armonia, così dovremmo cercare l’armonia anche tra le nostre tradizioni religiose.

“Ieri ho citato un verso di Aryadeva, che inizia con: ‘Dapprima elimina ciò che ha scarsi meriti‘. Ho menzionato i sedici fattori che danno luogo a una nascita favorevole che Nagarjuna chiama “stato elevato”. Uno dei fattori si riferisce al non bere alcolici e mi è venuta in mente un’occasione in cui il mio Tutore Anziano, Yongzin Ling Rinpoché conferì i precetti o voti dei laici (voti Upasaka e Upasaka) http://www.sangye.it/altro/?p=10869 qui a McLeod Ganj. In seguito, mentre spiegava i voti all’assemblea, un anziano confessò di non riuscire a smettere di bere. Ling Rinpoché sorrise e consigliò: “Allora almeno non ubriacarti”.

Tornando a Nagarjuna, Sua Santità ha citato la prima strofa del capitolo 22 della “Saggezza fondamentale della via di mezzo” http://www.sangye.it/altro/?p=9194:

1. Non è gli aggregati e non è diverso dagli aggregati

Non è negli aggregati e non ci sono in lui

Il Tathagata non possiede gli aggregati

Cos’è il Tathagata?

Al che Sua Santità ribadisce che spesso rielabora questo concetto per riferirsi a stesso e ci riflette così sopra:

Non sono né uno con gli aggregati, né diverso dagli aggregati,

Gli aggregati non sono in me, né io sono negli aggregati.

Non possiedo gli aggregati.

Cos’altro sono?

“Quando capirete che tutto, compreso voi stessi, è sorto in modo dipendente, che nulla esiste in modo indipendente, capirete che non c’è un sé indipendente, un controllore separato dal vostro corpo e dalla vostra mente. Questo è ciò a cui si riferisce la terza riga del verso di Aryadeva, “Più tardi, previeni ogni tipo di visioni”.

“Quando la letteratura buddista si riferisce alla mancanza di un sé intrinsecamente esistente, lo fa per contrastare le nostre emozioni negative”.

Tornando ai versi della “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” di Shantideva http://www.sangye.it/altro/?cat=15 che ha citato ieri, in riferimento alla preoccupazione per la felicità degli altri, ha citato un’altra strofa.

Procedendo in questo modo di felicità in felicità,

quale persona pensante si dispererebbe,

dopo essere salito sulla carrozza della Mente del Risveglio,

che dissipa ogni preoccupazione e sforzo?

E

Avendo sviluppato l’aspirazione alla più alta illuminazione,

Inviterò tutti gli esseri senzienti come miei ospiti,

Sarò lieto di mettere in atto la suprema condotta illuminata.

Possa io diventare un Buddha a beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Sua Santità ha quindi letto la strofa 465 dal quarto capitolo della “Preziosa ghirlanda”: “Perciò in presenza di un’immagine, o di un monumento, o di qualcos’altro, recitate queste venti strofe tre volte al giorno”, ha osservato di avere diversi amici occidentali che recitano le seguenti venti strofe ogni giorno, come lui stesso fa. Le ultime due strofe sono:

Che io possa essere tanto caro agli esseri senzienti quanto la loro stessa vita

e che possano essermi ancora più cari.

Che le loro negatività possano maturare su di me,

e tutte le mie virtù portino loro frutti.

Finché un qualsiasi essere senziente

Ovunque non sia stato liberato,

Che io possa rimanere [nel mondo] per il bene di quell’essere,

anche se ho raggiunto il massimo dell’illuminazione.

Sua Santità ha commentato che la tradizione Buddista in Tibet è stata istituita dal gentile abate Shantarakshita con l’aiuto del re Trisong Detsen. Egli incoraggiò quella curiosità scettica che il Buddha stesso raccomandava:

O monaci e studiosi,

Come l’oro viene testato bruciando, tagliando e strofinando,

Esaminate a fondo le mie parole

Ed accettatele solo allora, non solo per rispetto nei miei confronti.

Un attento studio sulla base della logica e della ragione fa capire che le cose nascono per cause e condizioni. A causa di quello, questo nasce. Coltivare la ragione e la logica permette di sviluppare un’intelligenza vasta, grande, profonda ed immediata. Questo è in accordo con la Tradizione di Nalanda che segue l’esempio di Nagarjuna http://www.sangye.it/altro/?cat=9. La sua “Saggezza fondamentale della via di mezzo” è tradotta in Cinese. Se i nostri fratelli e sorelle Cinesi la studiassero, osservava Sua Santità, la troverebbero molto utile, come lo sarebbe anche per i nostri fratelli e sorelle Giapponesi. Ha aggiunto che da parte sua incoraggia anche gli amici che seguono la tradizione di Pali ad interessarsi alla logica.

“In questi giorni nelle nostre istituzioni monastiche ci sono molti monaci e monache della regione Himalayana. Studiano libri composti dai diciassette maestri di Nalanda e contribuiscono così a mantenere viva questa vasta e profonda tradizione che considero una parte inestimabile della cultura umana. Essa consiste in una condotta non violenta ed in una visione filosofica dell’origine dipendente che suscita l’interesse degli scienziati.

Ora siamo nel XXI secolo, tutti noi vogliamo essere felici e non soffrire, il che significa che abbiamo bisogno che il mondo sia in pace. Come ho detto prima, possiamo vedere che storicamente le guerre sono state combattute per un ristretto interesse personale. Ecco perché ora è così importante pensare a tutti gli esseri umani come appartenenti ad un’unica famiglia.

“Vivendo in India, un Paese libero, possiamo approfittare dell’opportunità di studiare ed integrare nella nostra pratica ciò che impariamo. Non c’è bisogno di impegnarsi solo a parole per imparare. Trulshik Rinpoché mi prendeva in giro dicendo che i Geshés possono essere colti ma il loro apprendimento rivela solo parole vuote senza frutto. Occorre invece imparare attraverso l’ascolto e lo studio, giungere ad una comprensione attraverso la riflessione e trasformarla in esperienza attraverso la meditazione. Sono impressionato dall’approccio di Jé Rinpoché http://www.sangye.it/altro/?cat=10, come lo descrive nella “Lode al sorgere dipendente” http://www.sangye.it/altro/?p=9109:

Venir ordinato alla maniera del Buddha

senza pigrizia

e con la pratica dello yoga di grande determinazione,

questo monaco si è dedicato al quel grande maestro di verità.

“Anch’io ho cercato di integrare dentro di me l’insegnamento, per cui mi sento tranquillo ed a mio agio.

“Oggi il mondo è in una situazione piuttosto critica. Gli operatori della salute sono in prima linea nella cura dei pazienti affetti da Covid-19. Mi rallegro sinceramente del coraggio di tutti loro e mi spiace vivamente che alcuni abbiano sacrificato la loro vita nella cura di altri.

“Non dobbiamo lasciarci abbattere o demoralizzare perché non ci sarebbe d’aiuto. Quando si presentano problemi come questa pandemia, se noi esseri umani non lavoriamo insieme per risolverli, chi altri lo farà? Chiedo ai medici ed ai ricercatori che cercano una soluzione di continuare a lavorare”.

Sua Santità ha poi annunciato che avrebbe dato la trasmissione dei mantra del Buddha, del Buddha della Medicina, di Avalokiteshvara, l’incarnazione della compassione e della divinità protettrice del Tibet, le quattro righe di lode di Jé Tsongkhapa, così come i mantra di Guru Padmasambhava ed Arya Tara.

Ha quindi consigliato che sarebbe stato normale visualizzare prima di tutto sè stessi trasformati nella divinità in questione e, se le persone riuscissero a farlo, sarebbe bene e proficuo. Altrimenti, recitare i mantra col desiderio che la pandemia si plachi potrebbe servire da stimolo alla pratica virtuosa: “potresti anche non pensare di raggiungere la liberazione o lo stato onnisciente di un Buddha, ma tali recitazioni possono aiutare a ridurre il tipo di ozioso pettegolezzo che nasce dalla conversazione con molte persone”.

“Questo è tutto. Tashi Delek. Desidero ringraziarvi tutti per aver prestato attenzione”.

Con questo, Sua Santità ha giunto le mani e la sessione si è conclusa.

Traduzione da http://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14148#more-14148 del Dott. Luciano Villa al Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama.https://www.youtube.com/watch?v=oTVclG0hEOU&t=3s


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