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Sua Santità il Dalai Lama: L’essenza della Vera Eloquenza – 2
Ottobre 4th, 2020 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “L’idea di vacuità è relativamente nuova per noi, mentre abbiamo familiarità con l’aggrapparci alla nozione di esistenza indipendente da tempi senza inizio. Possiamo ringraziare il Buddha, Nagarjuna e Chandrakirti per averci aperto gli occhi.”

3 ottobre 2020. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Quando Sua Santità il Dalai Lama è arrivato questa mattina, ha salutato i due gruppi d’ascoltatori in udienza virtuale, i monaci a Yunlin ed i monaci e laici a Taipei ed essi a loro volta lo hanno salutato mentre si sedeva.

“Oggi è il secondo giorno di questi insegnamenti”, iniziò. “Non abbiamo bisogno di usare la ragione per dimostrare che vogliamo essere felici e non desideriamo sperimentare la sofferenza. La radice della sofferenza è il nostro atteggiamento egoistico ed il nostro malinteso sulla vera esistenza di persone e cose. Ciò si riflette nella strofa finale della recitazione del “Sutra del cuore” http://www.sangye.it/altro/?p=6098.

Possiamo noi dissipare i tre veleni (rabbia, attaccamento ed ignoranza),

Possa la luce della saggezza risplendere.

Possiamo noi superare tutti gli ostacoli

Ed entrare nelle pratiche di un bodhisattva.

Questi veleni od afflizioni mentali sono radicati nell’ignoranza, che non sarà eliminata dicendo preghiere o recitando mantra, ma meditando sulla mancanza del sè, cioè sviluppando la saggezza. Il verso finale si riferisce alla coltivazione della via del Bodhisattva ed all’impegno nelle pratiche dei Bodhisattva.

“Il motivo per cui oggi ascoltiamo questo discorso è che la nostra saggezza possa risplendere. Tuttavia, c’è un detto che se, dopo uno studio diligente, non sei stato in grado di integrare dentro di te ciò che hai imparato, non sarà servito allo scopo. Trulshik Rinpoché, che era venuto a Lhasa appositamente per ricevere insegnamenti sugliStadi del Sentiero” http://www.sangye.it/altro/?cat=110 mi prendeva in giro sulla grande conoscenza dei Ghesce che non portava frutti.

“Jé Tsongkhapa dice nel suo “Destiny Fulfilled” http://www.sangye.it/altro/?p=6093

All’inizio ho cercato di imparare moltissimo.

Nel mezzo, tutti gli insegnamenti mi sono apparsi come istruzioni spirituali.

Alla fine ho praticato giorno e notte.

Ho dedicato tutta questa virtù affinché il Dharma fiorisse.

Ripensandoci ora, come si è compiuto bene il mio destino!

Infiniti ringraziamenti al Nobile Signore Tesoro di Saggezza!

Dovremmo seguire le sue orme. Come afferma l‘ “Ornamento per una chiara realizzazione”, Shravaka e Pratyekabuddha sono guidati al loro obiettivo di liberazione attraverso la comprensione delle basi. I Bodhisattva sono in grado di realizzare il loro obiettivo di aiutare gli altri attraverso la conoscenza del sentiero. I Buddha sono in grado di conferire una varietà di insegnamenti secondo la disposizione dei discepoli.

Lo scopo dei tre veicoli (Shravaka, Pratyekabuddha e Bodhisattva yana) è quello di superare le nostre emozioni distruttive ed ottenere il controllo della nostra mente. Per dissipare dentro di noi l’oscurità dell’ignoranza, dobbiamo studiare e praticare. Così come ha detto Jé Rinpoché che si esercitava giorno e notte.

Consiglio ai tibetani di diventare dei buddisti del 21° secolo ed a tutti voi consiglio di fare lo stesso, il che significa sviluppare una solida comprensione degli insegnamenti. Dovete usare la vostra intelligenza per discernere il bene dal male ed esaminare in che modo la pratica spirituale può essere utile oggi.

“Come ho detto ieri, quando ero piccolo, ho memorizzato ‘Entrare nella Via di Mezzo’ http://www.sangye.it/altro/?p=3259 e l’ ‘Ornamento per una chiara realizzazione’. Ho studiato la logica e la ragione degli “Argomenti raccolti” sulla base del libro di testo di Purba Chok. All’inizio non mi interessava molto, ma in seguito ho capito che quello che avevo imparato era utile.

Proprio come Jé Rinpoché ha dedicato i suoi meriti come hanno fatto Manjushri e Samantabhadra, i seguaci della tradizione Sakya Lam Dré e i Kagyu che seguono l’ “Ornamento gioiello della liberazione” pregano per la diffusione del Dharma per il bene degli esseri senzienti. “

Sua Santità ha ripreso a leggere l’ “Essenza della Vera Eloquenzahttp://www.sangye.it/altro/?p=1062 Ha notato che all’inizio Jé Rinpoché scrive che l’insegnamento è basato sulla ragione. I testi di Dignaga e Dharmakirti sulla logica sono molto importanti e Sua Santità ha nuovamente incoraggiato i suoi ascoltatori a tradurre in cinese questi testi e gli “Argomenti raccolti” di Purba Chok.

Il testo afferma che il Buddha ha dato alcuni insegnamenti considerati provvisori ed altri definitivi. Quelli che hanno a che fare con la realtà ultima sono definitivi, altri, che non possono essere presi alla lettera, sono provvisori.

Il punto qui è che nel suo primo ciclo di insegnamenti, il Buddha insegnava come se le cose avessero caratteristiche proprie. Ma, al Picco dell’Avvoltoio, nel secondo ciclo, negli insegnamenti sulla perfezione della saggezza http://www.sangye.it/altro/?p=9194, ha insegnato che tutto, dalla forma alla mente onnisciente, è privo di un’identità intrinseca. Poiché queste istruzioni non erano comprensibili ad alcuni discepoli, nel terzo ciclo di insegnamenti a Vaishali spiegò le tre nature: natura imputata, dipendente e perfetta.

Il “Sutra che Svela il Pensiero” o il “Sūtra della spiegazione del vero significato” Saṃdhinirmocanasūtra parla della non dualità di soggetto e oggetto, il che concerne anche la fisica quantistica. Forma, suono e così via sembrano avere la loro esistenza oggettiva, ma in realtà non esistono in quel modo. Un’indagine più approfondita rivela che sono semplicemente designati per nome e non esistono come appaiono. Si dice che gli oggetti esterni e la mente soggettiva siano della stessa natura.

“Quando sentiamo attaccamento per qualcosa di grazioso od avversione verso qualcosa di ripugnante, l’istruzione della Scuola della Sola Mente, che dice che tali cose sono solo della natura della mente, riduce il nostro attaccamento od avversione.”

Sua Santità è passato alla sezione dedicata alla visione della Via di Mezzo. Ha notato che l’interpretazione della Via di Mezzo si basa sulle “Parole chiare” di Chandrakirti e sul “Fiammata del ragionamento” di Bhavaviveka. Si parla delle quattro dipendenze: affidamento sull’insegnamento e non sull’insegnante, affidamento sul significato e non sulle parole, affidamento sul significato definitivo e non sul significato interpretabile, ed affidamento sulla saggezza e non sulla coscienza (ordinaria).

La “Saggezza fondamentale” http://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna si apre con la lode al Buddha per l’insegnamento sul sorgere dipendente che è libero dagli otto estremi:

Mi prostro al Buddha perfetto,

Il migliore di tutti i maestri, che insegnò

Che l’origine dipendente è

Senza cessazione, senza sorgere;

Senza annientamento, senza permanenza;

Senza venire; senza andare;

Senza distinzione, senza identità

E pacifica, libera da fabbricazioni.

Ed il trattato si conclude con un apprezzamento del modo in cui il Buddha diede insegnamenti per liberarci da tutte le visioni distorte:

Mi prostro a Gautama

Che per compassione

Ha insegnato l’Eccelso Dharma,

Il che porta all’abbandono di tutte le visioni.

Dal punto di vista della natura delle cose, non c’è né sorgere né cessare. In termini di oggetto, non c’è né andare né venire. In termini di continuità, non c’è annientamento né permanenza, ed, in termini di designazione, le cose non sono né una né diverse. Le cose sorgono e cessano, ma, se le analizzi, cercando di trovare il sorgere o la cessazione all’interno di un oggetto, non lo si può trovare.

Quando la mente è assorbita nella realtà delle cose, la loro diversità scompare”, ha osservato Sua Santità. “Non sono il mio corpo, la mia parola o la mia mente. Questi tre non sono io. Se cerchiamo il corpo, la parola, la mente o l’io all’interno degli aggregati psico-fisici, non li troveremo.

“Le tradizioni non buddiste parlano di un’entità oltre al nostro corpo, parola e mente, che etichettano “atman”. Come concetto è utile per comprendere vite passate e future. La Scuola Autonomista della Via di Mezzo (Svatantrika Madhyamaka) indica la coscienza mentale come l’identità di una persona che va di vita in vita. Tuttavia, i Conseguenzialisti (Prasangika) dicono che non è possibile trovare alcunché, quando lo cerchiamo. Niente può essere trovato come entità separata. Nulla ha un’essenza in sé e per sé o dal suo lato.

Le cose non hanno un nucleo essenziale in sé e per sé. Nel suo “Entrare nella Via di Mezzo”, Chandrakirti spiega che le cose che hanno un’esistenza oggettiva, il che comporterebbero quattro errori logici: che l’assorbimento meditativo dell’essere Arya sulla vacuità sarebbe il distruttore dei fenomeni; che sarebbe sbagliato insegnare che le cose mancano di esistenza ultima; che l’esistenza convenzionale delle cose sarebbe in grado di resistere all’analisi finale della natura delle cose e che sarebbe insostenibile affermare che le cose sono vuote in sé e per sé. Come dice Nagarjuna:

Ciò che è sorto in modo dipendente

Viene spiegato come vacuità.

Che, essendo una designazione dipendente,

È essa stessa la via di mezzo.

Il sorgere dipendente ha il potere di dissipare simultaneamente entrambe le visioni estreme: eternalismo e nichilismo. Quando comprendiamo che le cose sono sorte in modo dipendente, comprendiamo che sono vuote di qualsiasi esistenza intrinseca. Quando capiamo che le cose sono prive di esistenza intrinseca, questo porta alla comprensione della dipendenza.”

Sua Santità ha annunciato che, per la giornata, si sarebbe fermato lì ed avrebbe risposto alle domande del pubblico. Discutendo come erroneamente la mente comprende un sé indipendente dagli aggregati psico-fisici, ha citato il primo verso del capitolo 22 della “Saggezza fondamentale” di Nagarjuna.

Non é gli aggregati, né è diverso dagli aggregati,

Gli aggregati non dipendono da lui, né lui dipende dagli aggregati.

Il Tathagata non possiede gli aggregati.

Cos’altro è il Tathagata?

Ha aggiunto che spesso rielabora questo concetto per riferirsi a se stesso e, di conseguenza, ci riflette:

Non sono gli aggregati, né sono diverso dagli aggregati,

Gli aggregati non dipendono da me, né dipendo dagli aggregati.

Non possiedo gli aggregati.

Che altro sono io?

Ad un altro interlocutore ha ribadito che la scienza moderna non ha ancora prestato molta attenzione al funzionamento della mente e delle emozioni, sebbene il valore della pace della mente stia iniziando ad essere riconosciuto. Tuttavia, gli scienziati sono interessati al concetto di origine dipendente.

Ha sottolineato che i sogni sono spesso usati come analogia per qualcosa che non esiste.

Chiarendo il termine “origine dipendente”, ha suggerito che la dipendenza mostra che le cose non sono indipendenti, mentre il sorgere mostra che le cose sorgono attraverso la dipendenza. Una comprensione del sorgere dipendente porta alla comprensione del vacuità e che le cose sono relative. Choné Lama Rinpoché disse che la dipendenza non nega la vacuità e che “sorgere” significa che le cose sono conformi alle convenzioni mondane. Il sorgere dipendente è un autentico insegnamento del Buddha.

“Ho meditato sulla vacuità per sessant’anni e sulla bodhicitta per cinquanta”, ha fatto sapere Sua Santità. “In quel periodo la mia comprensione è cresciuta. Quando ho riferito a Yongzin Ling Rinpoché la mia esperienza sulla vacuità, è stato contento e mi ha detto: “Tra non molto sarai uno yogi dello spazio”.

Ha aggiunto che, poiché gli esseri senzienti hanno la natura di Buddha, hanno il potenziale per raggiungere la Buddità. L’illuminazione è possibile perché le afflizioni mentali sono avventizie e possono essere eliminate. Una volta che le tre visioni cessano, non sorgono afflizioni mentali e si manifesta un’esperienza di chiara luce.

A Sua Santità è stato chiesto come ridurre la rabbia e l’attaccamento nel breve termine. Al che ha risposto che, quando capiamo che la rabbia, l’attaccamento e l’ignoranza sorgono sulla base di atteggiamenti esagerati, che sono radicati nella erronea convinzione che le cose esistono indipendentemente, saremo in grado di ridurli. Ha osservato che le emozioni distruttive sono subdole e non dobbiamo solo coltivare una comprensione della vacuità, ma, è altrettanto importante familiarizzarci ad essa, evidenziando come una delle connotazioni dei termini sia in sanscrito che in tibetano per meditazione è l’acquisizione della familiarità.

Ha commentato che l’idea di vacuità è relativamente nuova per noi, mentre abbiamo familiarità con l’aggrapparci alla nozione di esistenza indipendente da tempi senza inizio. Possiamo ringraziare il Buddha, Nagarjuna e Chandrakirti per averci aperto gli occhi.

Traduzione da http://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14367 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama.

https://www.dalailama.com/videos/essence-of-true-eloquence-entering-the-middle-way, https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/2780917128823036


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