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Sogyal Rinpoche
Settembre 17th, 2010 by admin

Sogyal Rinpoche

Sogyal Rinpoche

Sogyal Rinpoche, un maestro tibetano per l’anteprima di “Spiritualità”.Il filosofo del vivere e del morire offre una assaggio in anteprima del festival dell’anima che avrà ospiti tre famosi “mostri sacri” del buddismo mondiale contemporaneo. Una “lectio” che apre un’edizione dedicata al tema della gratuità “Un’idea intorno alla quale i tre invitati hanno espresso parti importanti di pensiero”. di CLARA CAROLI. Sogyal Rinpoche è autore di un libro stampato in 56 paesi e 2 milioni di copie

“Assistiamo coloro che partono per dei viaggi”, spiegano all’agenzia dove trova lavoro il giovane musicista giapponese Daigo Kobayashi, nel bellissimo “Departures”, premio Oscar come miglior film straniero nel 2009. Il tema della dipartita affascina e sgomenta poiché, come è noto e come si diceva in un altro bel film sulla morte e i funerali, “Gravehopping” di Ian Cvitkovic, tutti vogliono andare in Paradiso ma nessuno, prima, vuole morire. …
Ci perdonerà per il tono leggero e dissacrante il grande maestro tibetano Sogyal Rinpoche, autore di un saggio che è diventato un fenomeno globale, “Il libro tibetano del vivere e del morire”, stampato in oltre due milioni di copie in cinquantasei paesi del mondo, protagonista questa sera alle 20.30 al Carignano di una pubblica conferenza a cura di Rigpa Italia.

Non è solo l’Occidente, ma l’intero genere umano ad aver bisogno di riconciliarsi con la morte (e con la vita). Sui disagi e le sofferenze dell’uomo contemporaneo, in cerca di pace, di senso, di calore per colmare i vuoti della sua sempre più arida e spersonalizzata esistenza, insiste quest’anno Torino Spiritualità, che con la lectio di stasera offre un assaggio prima del festival vero e proprio in programma dal 22 al 26 settembre. Un’edizione dedicata alla gratuità che mette in campo tre mostri sacri del buddhismo contemporaneo, Rinpoche, appunto, nell’anteprima di questa sera, e poi il guru della felicità Matthieu Ricard e l’illuminato Robert Thurman. “Tre maestri che attorno all’idea di gratuità hanno espresso parti fondamentali del loro pensiero” spiega la direttrice Antonella Parigi.

Secondo Thurman la crescita spirituale acquista un senso se messa a disposizione dell’altro, come un dono che dà forza allo spirito di un’intera comunità, per Ricard la bontà e l’altruismo sono l’essenza stessa dell’illuminazione, mentre Rinpoche vede nella compassione il cardine della saggezza buddhista. Il Buddhismo – che in Italia ha un seguito di 50 mila fedeli – non promette ricompense nell’aldilà. E la dimensione collettiva ne esalta la compiutezza. Quella che stasera ci arriverà dalle parole del grande saggio nato nel Tibet orientale è una dottrina d’ispirazione religiosa – con buona pace della Curia che rivendica il copyright su Torino Spiritualità – declinata nel presente, nel mondo, nella quotidianità della vita contemporanea. Una tradizione di origine millenaria, di cui si conserva il nucleo di pensiero e il fondamento di autenticità, ma adattata e resa pertinente alla vita e alle necessità delle donne e degli uomini di oggi.

“Rigpa è una parola tibetana che fondamentalmente significa intelligenza o consapevolezza – spiega Rinpoche, che proprio Rigpa ha chiamato la rete internazionale con oltre centotrenta centri e gruppi buddhisti sparsi nel mondo, di cui è fondatore e direttore spirituale – Tuttavia nello Dzogchen, gli insegnamenti più elevati della tradizione buddhista tibetana, “rigpa” ha una connotazione più profonda, indica la “natura più intima della mente”. L’intero insegnamento del Buddha è volto alla realizzazione di questa nostra natura assoluta, lo stato di onniscienza o di illuminazione, una verità così universale e così primordiale che trascende ogni limite, compresa la stessa religione”.

Grande comunicatore, annoverato tra gli insegnanti del Dalai Lama, Rinpoche è un filosofo, un saggio, un maestro che unisce la limpidezza del pensiero al grande calore umano che è capace di esprimere. Se nel “Libro tibetano del vivere e del morire” ha raccontato la vita come un fluttuare continuo di nascita, morte e transizione, nella conferenza di stasera parlerà non solo dell’arte di accompagnare l’uomo nel regno della vita oltre la morte ma anche dell’arte di vivere questa vita secondo le proprie aspirazioni spirituali.

http://torino.repubblica.it/cronaca/2010/09/17/news/siddharta_abita_qui-7159162/


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