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ONORIFICENZE AL DALAI LAMA A VENEZIA ED IN GERMANIA
Febbraio 11th, 2009 by admin

In occasione del conferimento delle chiavi della città di Venezia il Dalai Lama ha ricordato un suo predecessore che impedì a Kublai Khan il massacro di decine di migliaia di persone al tempo di Marco Polo.
”Fu un lama tibetano a convincere il Gran Khan, a sospendere l’esecuzione di 100.000 persone che dovevano essere gettate ogni anno nel fiume; il lama era un amico personale di Marco Polo,”ha esclamato il 73enne leader spirituale tibetano in esilio, nel discorso di ringraziamento per il conferimento della cittadinanza onoraria di Venezia da parte del Sindaco Massimo Cacciari.

“Oggi vorrei descrivere la situazione del Tibet. Le autorità comuniste cinesi hanno una visione estremamente restrittiva e miope. Considerano il popolo, la cultura, la religione del Tibet come un pericolo per la Cina e fanno uno sforzo per eliminarle. Abbiamo notato che i giovani tibetani nati in India conoscono meglio le tradizioni, la cultura, la religione del Tibet rispetto ai giovani tibetani nati in Tibet. Per cui è in atto un genocidio culturale”. Lo ha detto il Dalai Lama concludendo il suo intervento a Ca’ Farsetti, nel corso del Consiglio comunale straordinario durante il quale ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Venezia. ”Ma il passato è passato ed oggi i comunisti cinesi hanno un’ottica estremamente ristretta e poco lungimirante,”ha detto, accusando la Cina di ” cercare d’eliminare deliberatamente popolo tibetano, la sua cultura e religione. I monaci a Lhasa sono ora ridotti a una sparuta cinquantina, mentre erano un centinaio un paio di anni fa e migliaia nel 1959, l’anno in cui il popolo tibetano insorse pacificamente contro l’invasione della Cina di dieci anni prima. – … La situazione è peggiorata dopo il giro di vite che ha portato all’insurrezione di due settimane dei monaci buddisti nel marzo dello scorso anno”, ha aggiunto il Dala Lama.
”Molte persone sono ancora detenute arbitrariamente in Tibet, molti scompaiono, sono picchiati, gli vengono spezzate le gambe e le braccia ed è vietata l’apertura di scuole tibetane.
L’insurrezione ha fatto più di 100 morti, 100 dispersi e 1200 in carcere, secondo i dati rilasciati dal governo tibetano in esilio.
La Cina dice che 18 civili e due poliziotti sono stati uccisi dai manifestanti”. Ha aggiunto il Dalai Lama.
”In questo periodo difficile, ricevere la vostra simpatia e sentire che si trasmette di cuore in cuore mi incoraggia e mi rende felice,”ha detto il Dalai Lama, che chiede l’autonomia del Tibet.
“Ieri a Roma ho ricevuto la cittadinanza onoraria. Oggi ricevo la cittadinanza onoraria a Venezia. Ma vorrei dire – ha sottolineato – che questi riconoscimenti non mi fanno diventare ne’ più alto, ne’ più basso, come dissi in occasione della consegna del premio Nobel. Sono comunque premi importanti perché riconoscono le mie azioni positive di sincerità ed onestà. Dichiaro qui oggi che per il resto della mia vita continuerò nell’azione di non violenza. Sono semplicemente uno di sei miliardi di essere umani. Ho una considerazione da fare: a volte gli esseri umani dimenticano la vita di base, considerano più importanti le concezioni filosofiche e si attaccano ad esse. Tra gli esseri umani non c’e’ differenza: tutti abbiamo un corpo, una mente, emozioni e sentimenti.
Insisto e ripeto sempre che non possiamo dimenticare una qualità positiva intrinseca che tutti riceviamo dalla madre al momento della nascita: questa qualità e’ l’amore. Ripeto sempre che molti problemi sono una creazione umana. Se noi ci sforziamo di incrementare la qualità intrinseca dell’amore di base, possiamo migliorare tutti come esseri umani”.

Il sindaco Venezia Massimo Cacciari ha elogiato”l’intelligenza con la quale il Dalai Lama ha condotto la sua battaglia per la libertà e l’autodeterminazione del Tibet”.
”La battaglia non è finita e abbiamo intenzione di mostrare il nostro sostegno conferendo la cittadinanza onoraria,”ha detto il sindaco, che è uno dei principali filosofi italiani.
Dopo Venezia, il Dalai Lama si recherà a Baden Baden in Germania.

SUA SANTITÀ IL DALAI LAMA È STATO INSIGNITO DEL PRESTIGIOSO PREMIO TEDESCO DELLA STAMPA A BADEN BADEN, GERMANIA. (tibetoffice.ch)
“Questo premio da parte dei media è di particolare importanza”, ha esclamato Sua Santità il Dalai Lama. “In democrazia, la libertà di stampa è essenziale per informare della verità il pubblico. È necessario conoscere la verità “, ha aggiunto.
Sua Santità, ha sottolineato i suoi tre impegni: valori umani, armonia religiosa e la questione tibetana. Sua Santità ha parlato a lungo dell’importanza della determinazione e della compassione. Per quanto riguarda la questione del Tibet, ha detto che la situazione è molto tesa.
“La conservazione della cultura tibetana è importante non solo per i tibetani, ma per milioni di altre popolazioni asiatiche. Si tratta di una delle più importanti religioni del mondo “, ha proseguito.
Roland Koch, Primo Ministro di Stato tedesco di Hesse, nel suo elogio ha detto che Sua Santità il Dalai Lama è una persona speciale nel mondo e della storia. Sua Santità è riuscito a rendere le persone curiosi del destino del Tibet e dell’azione non violenta per l’autodeterminazione del Paese delle Nevi. Ha aggiunto che a Lhasa sul tetto degli edifici più alti sono posizionati tiratori scelti ed ingenti contingenti delle forze di sicurezza dotate di mitragliatrici. Tuttavia, non esiste alcuna immagine, perché per gli ultimi 12 mesi, il Tibet è stato chiuso ai mezzi d’informazione e non è ammesso inviare all’esterno alcuna immagine.
Roland Koch, amico del leader tibetano da oltre 20 anni, è un decano della politica tedesca. Egli ha detto, “Che messaggio daremmo alle prossime generazioni se non dovessimo sostenere una lotta pacifica?”
Ecco le motivazioni del premio: “In un momento di tensione religiosa, auto-distruzione, di dipendenza al profitto e di continue violazioni dei diritti umani, il Dalai Lama sostiene attivamente la riconciliazione, la tolleranza, l’umiltà ed il rispetto. Egli rappresenta la lotta non violenta per i diritti del popolo tibetano, una lotta che ha guidato per oltre 50 anni dal suo esilio in India”.


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