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Il Dalai Lama a Udine: «La religione da sola non basta»
Maggio 23rd, 2012 by admin

Sua Santità il Dalai Lama al Palasport Carnera di Udine

Sua Santità il Dalai Lama al Palasport Carnera di Udine

Il Dalai Lama a Udine: «La religione da sola non basta»

Tenzin Gyatso: «Importanti anche la scienza e le esperienze. Ma mai arrendersi. Bisogna sempre cercare pace e felicità»; di Federica Barella, Il Messaggero Veneto 23.05.12.

UDINE. Piccole, grandi verità. Scandite sempre col sorriso e gli occhi fissi sulla gente. A scrutare quell’umanità, uguale a lui, ma così bisognosa, a quanto pare, di sentirlo ancora una volta parlare. Tenzin Gyatso, 14.mo Dalai Lama, guida spirituale dei buddisti tibetani, e non solo, lo ha ribadito per primo, ieri mattina, di fronte alle 3mila persone che hanno affollato al limite della capienza il PalaCarnera per il primo dei 3 appuntamenti pubblici di Sua Santità, in questa due giorni tutta udinese. «Io sono uno di voi, siamo tutti uguali, abbiamo lo stesso desiderio profondo di felicità». Il suo arrivo, verso le 9.30, era stato preceduto da un silenzio sospeso e irreale. Un silenzio poi scioltosi, all’avanzare di quella tunica rossa, in un fragoroso applauso. Poi tutti con lo sguardo su di lui. Aspettando risposte a domande apparentemente impossibili. Come trovare questa felicità? E, seguendo il tema della mattinata (“Le religioni per la giustizia, la pace, la salvaguardia dell’ambiente vitale”), come perseguire l’armonia tra i popoli? Il segreto sta dentro di noi, ci ricorda il Dalai Lama che anche con i suoi gesti un po’ buffi dà la prova di essere proprio uno di noi, provocando sorrisi e risatine in platea, proprio come accadrebbe a chiunque su un palco, accecato dalle luci e alle prese con un discorso continuamente interrotto per essere tradotto. «Il seme dell’intelligenza e della compassione, ovvero la considerazione e il rispetto per gli altri, è già in noi quando nasciamo. Poi viene alimentato dall’amore materno, fondamentale. Quindi può essere accresciuto dalla religiosità. Quest’ultima è importante, ma non possiamo basarci solo sulla singola religione. Dobbiamo contemplare, per la nostra crescita, anche la ricerca scientifica, il buon senso e le esperienze della vita positiva». Vita “positiva”, sì. perché «gli stessi scienziati stanno iniziando a scoprire che la calma mentale è fondamentale anche per un corpo in buona salute». La tensione invece porta a un malessere che va oltre la situazione personale. «Quando sono andato in Palestina – ha affermato il Dalai Lama ieri rivolgendosi anche agli altri tre ospiti dell’incontro, il rabbino Jeremy Milgrom, la palestinese Bassima Awad e l’imam Izzedin Elzir – ho avuto occasioni di ascoltare le sofferenze del popolo palestinese con un orecchio e di ascoltare gli ebrei con l’altro. Il problema tra Palestina ed ebrei è complicato, ma dobbiamo fare leva su chi cerca un avvicinamento. perché il vero problema è che manca una visione dell’unità, manca l’attitudine mentale a voler prendere in considerazione sinceramente gli altri. Mancando questi due punti, l’uomo crea problemi e divisioni. E così l’amore discriminante unito alla religione crea divisioni e conflitti. Come in Irlanda tra cattolici e protestanti o tra musulmani sciti e sunniti. Impariamo piuttosto dall’India, dove si possono trovare le religioni più diverse». Ed ecco, poi, il Dalai Lama più atteso, quello capace di parlare a 3 mila persone, come se parlasse in colloquio privato con ciascuno di loro, singolarmente. «Conosco persone ricche e in salute. Sane e di successo sia sul piano materiale sia sul piano mentale. Ma spesso non sono felici. Sapete perché? perché vivono la ricchezza, in tutti i sensi, con ansia e sospetto. A costoro non posso dire altro che guardare nel proprio cuore, dove si trova il seme dell’intelligenza e della compassione. E quindi della felicità». Una “felicità” da conquistarsi anche grazie a un mantra, a uno slogan, ieri ripetuto anche dal rappresentante della comunità buddista friulana di Polava. «Non arrenderti mai. Indipendentemente da ciò che ti accade attorno, non arrenderti mai. Ma coltiva il tuo cuore». perché solo da questa felicità deriva anche la pace. http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2012/05/23/news/il-dalai-lama-a-udine-la-religione-da-sola-non-basta-1.5115787

Dalai Lama, ecco la prima giornata

La guida spirituale tibetana ha incontrato i cittadini friulani al palasport Carnera

Un palasport gremito ha accolto il Dalai Lama che questa mattina è salito sul palco del Carnera per inaugurare la due giorni di incontri a Udine. Dal solenne silenzio dell’attesa, il pubblico è passato all’applauso scrosciante appena il monaco ha fatto il suo ingresso. L’incontro è stato aperto da don Pierluigi Di Piazza che ha sottolineato l’importanza del dialogo tra le religioni e il clima di forte accoglienza che sta alla base dell’evento. Subito dopo la parola è passata a Bassima Awad, presidente dell’Istituto di cultura italo palestinese che ha evidenziato le difficoltà quotidiane del proprio popolo impegnato nel triste conflitto israelo-palestinese. Presenti anche l’Imam di Firenze, Izzedin Elzir, e il rabbino Jeremy Milgrom, interessato all’apertura e al confronto, che ha speso parole di conforto e solidarietà nei confronti dei terremotati dell’Emilia e di Melissa Bassi, vittima dell’attentato di Brindisi.

Il Dalai Lama, invece, ha iniziato il suo discorso analizzando le componenti di base della nostra interiorità, come l’intelligenza e l’esperienza, per abbracciare i valori di pace e convivenza che dovrebbero rappresentare le fondamenta del mondo. “Il nostro senso di fiducia deve essere messo a disposizione degli altri. Noi esseri umani dobbiamo incrementare l’altruismo, con la nostra intelligenza che fa parte del nostro essere fin dalla tenera età. Dobbiamo allora sviluppare l’amore globale con il nostro senso di responsabilità”. Infine, un invito a prendere esempio dall’India: “Il subcontinente asiatico contiene tutte le religioni del mondo da oltre 3000 anni. È una terra di oltre un miliardo di persone che nel corso del tempo ha integrato gli insegnamenti religiosi provenienti dall’estero. Come l’India è riuscita a mantenere questa convivenza, così l’uomo, nel resto del mondo, può riuscirci”.

Al termine del primo incontro, il sindaco di Udine, Furio Honsell, ha conferito al Dalai Lama il sigillo della città.

Nel primo pomeriggio si è tenuto il confronto intitolato ‘Dall’aggressività e dalle diverse forme di violenza alla non violenza attiva e all’amorevole compassione’ che ha avuto come protagonisti il teologo Vito Mancuso e il neuroscienziato friulano Franco Fabbro. Mancuso ha affrontato il tema della violenza da un punto di vista filosofico interrogandosi su come si possa ottenere il bene in una vita dominata dalla logica della forza e soprattutto come sia possibile aggregarsi a un gruppo senza necessariamente aggredire. Sarà l’uomo a dare il giusto equilibrio alla forza.

Scientifico, invece, l’approccio di Franco Fabbro che ha analizzato la struttura del nostro cervello e l’atteggiamento dell’uomo nel mondo che, attraverso l’empatia e la compassione, ha la possibilità di condividere i pensieri dei suoi simili e di aiutarlo. Sono le stesse neuroscienze ad ammettere come un simile atteggiamento porti l’essere umano alla felicità.

Infine, il Dalai Lama ha ricordato come l’oggetto della violenza siano gli esseri senzienti, capaci di distinguere il bene e il male in base al proprio atteggiamento e all’intenzionalità che determina un’azione. Il criterio di non violenza è interiore, e risiede nella mente e nel cuore dell’uomo. Inoltre il monaco buddhista ha spiegato che il vero scienziato non deve prendere mai una posizione netta, ma ha il compito di aprirsi alla ricerca. Domani mattina si terrà la seconda giornata e il Dalai Lama incontrerà gli studenti delle Università di Udine e Trieste. Di Luca Cipriano

http://www.ilfriuli.it/index.php/top-news/32533-primo-incontro-con-il-dalai-lama.html

Tondo e presidente consiglio regione Franz incontrano Dalai Lama

22 Maggio 2012 – 14:40

(ASCA) – Udine, 22 mag – Una regione capace di rispettare e valorizzare culture e fedi diverse, una provincia fiera della propria identita’, un mondo che vive grandi difficolta’ ed ha bisogno di un messaggio di fiducia e di speranza: sono i temi che hanno caratterizzato il colloquio che oggi Sua Santita’ Tenzin Gyatso, quattordicesimo Dalai Lama del Tibet, ha avuto nel capoluogo friulano con il presidente della Regione Renzo Tondo ed il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini. Il presidente Tondo, che già aveva incontrato il Dalai Lama nei giorni scorsi in Carinzia, lo ha ringraziato per la visita, rilevando in questi incontri il segno di una forte spiritualita’ che aiuta ad affrontare con fiducia le difficolta’ che il mondo sta attraversando.
Le parole di augurio e di speranza del Dalai Lama hanno trovato espressione concreta nel dono della sciarpa bianca, usanza tibetana per esprimere un buon auspicio per l’avvio di un percorso nel segno delle buone intenzioni di chi la offre. Alla seconda parte dell’incontro e’ intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale Maurizio Franz che ha portato in dono, accanto alla bandiera della Regione offerta da Tondo, un mosaico della scuola Mosaicisti di Spilimbergo. http://www.asca.it/newsregioni-Fvg__Tondo_e_presidente_consiglio_regione_Franz_incontrano_Dalai_Lama-1157315-.html

Il ritorno del Dalai Lama. Lo applaudono in tremila

Circa tremila persone hanno accolto ieri mattina, al Palasport Carnera di Udine, il XIV Dalai Lamadel del Tibet. Un lungo applauso ha salutato l’ingresso di Tenzin Gyatzo – oceano di saggezza –, Premio Nobel per la Pace 1989, nuovamente in Friuli dopo la sua prima visita in regione nel 2007. Lo accompagnavano don Pierluigi Di Piazza e il lama Lobsang Pende, guide spirituali dei due centri Ernesto Balducci, cattolico, e Cian Ciub Choling, buddista, che anche questa volta si sono uniti per organizzare la venuta della suprema autorità religiosa tibetana. Questo spirito collaborativo interreligioso è stata la cifra che ha caratterizzato tutta la giornata e che ha coinvolto ed entusiasmato la platea, proveniente anche da altre regioni, e il nutrito drappello di monaci buddisti che occupavano le prime file vestiti nei caratteristici abiti rossi e gialli. Dopo il toccante benvenuto di don Di Piazza che ha definito il Dalai Lama «amico dell’anima» e il suo insegnamento «antico come le montagne e profondamente contemporaneo » ricordando l’oppressione e le sofferenze che il popolo tibetano continua a vivere per l’occupazione cinese, sono saliti sul palco i rappresentanti di altre fedi per un dialogo con Sua Santità. La prima a prendere la parola è stata la cattolica palestinese Bassima Award, presidente dell’Istituto di cultura italo-palestinese, che ha descritto il dolore che prova nel vivere in libertà ma lontana dalla sua gente che soffre e ha evidenziato come senza la fine dell’occupazione israeliana e l’integrazione tra i due popoli non ci possa essere pace. È quindi intervenuto il rabbino americano Rabbi Jeremy Milgrom che ha chiesto aiuto per portare giustizia in Medio Oriente. Il Dalai Lama ascoltava assorto e alla fine di ogni intervento si alzava per abbracciare, solidale, i relatori. L’Imam di Firenze Izzedin Elzin ha spiegato che il significato vero del termine tanto temuto jihad è in realtà «sforzo»: quello che tutti dobbiamo mettere in atto per migliorare noi stessi e per aprirci agli altri. Ha quindi finalmente preso il microfono Sua Santità che ha esordito sottolineando come sia importante, in un mondo interconnesso, lo scambio e l’armonia fra tradizioni religiose e filosofiche nella consapevolezza che tutte parlano dell’eguaglianza fra gli esseri umani e del loro desiderio di ottenere la felicità e liberarsi dalle sofferenze. «La fonte della felicità è dentro di noi – ha affermato – per coltivarla dobbiamo sviluppare calma mentale, accompagnata da compassione e amorevole gentilezza verso gli altri, senza discriminazioni. Il seme della compassione è in ogni essere umano, e va nutrito ». Avere una visione aperta e globale delle cose, guardarle da più punti di vista tenendo conto delle ragioni degli altri ci aiuta a superare i problemi o, per lo meno, a ridurne il peso. Il sindaco di Udine Honsell ha quindi rivolto un saluto all’ospite e gli ha attribuito il sigillo della città e la sessione della mattina si è concluso con la tradizionale consegna da parte del Dalai Lama della “kata”, la sciarpa bianca benaugurale. Il pomeriggio è stato dedicato a una riflessione sul tema dell’aggressività e della violenza e a come superarle per giungere a una autentica amorevole compassione. Accanto al leader religioso tibetano, sul palco del Carnera il teologo ed editorialista Vito Mancuso e il neuropsichiatra e docente Franco Fabbro. Il primo ha precisato che «la forza è un principio vitale di questo mondo, mentre la violenza, è violazione, uso distorto e parassitario della forza. Ma anche la non violenza ha bisogno della forza per affermarsi». Fabbro ha quindi spiegato come proprio le caratteristiche del nostro cervello possono aiutarci a inibire le emozioni distruttive sviluppando l’empatia. E il Dalai Lama ha spiegato come, nel Buddismo, la differenza tra bene e male la faccia principalmente la motivazione con cui si fanno le cose. «Un chirurgo può farti male, ma lo fa per il tuo bene». Ha quindi raccontato della sua quarantennale passione per la neuroscienza. «Mi confronto spesso con amici neuroscienziati – ha detto – e parliamo dell’addestramento e del controllo della mente, che sono alla base dell’amorevole compassione ».

http://www.quotidianamente.net/cronaca/fatti-dallitalia/il-ritorno-del-dalai-lama-lo-applaudono-in-tremila-29232.html

-“Non solo insegnamenti delle religioni, ma anche scienza, buon senso, esperienza ci dicono che per vivere in pace dobbiamo sviluppare compassione illimitata e universale”. E’ il messaggio di Tenzin Gyatso, 14° Dalai Lama, premio Nobel Pace 1989, a Udine. Il leader spirituale dei buddisti tibetani ha dialogato su “Le religioni per la giustizia, la pace, la salvaguardia dell’ ambiente vitale” con rappresentanti di altre religioni: Izzedin Elzir, iman di Firenze e presidente nazionale Ucoi, il rabbino Jeremy Milgrom e la cattolica palestinese Bassima Awad, presidente Istituto Cultura Italo-palestinese.
“Sviluppare l’attitudine a prendere in considerazione sinceramente gli altri”, ha esortato il Dalai.


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