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Tamdin Dorjee, ancora un’auto-immolazione
Novembre 26th, 2012 by admin

La morte di Tamdin porta il conto totale delle vittime di questo massacro a 81

La morte di Tamdin porta il conto totale delle vittime di questo massacro a 81

Ancora un’auto-immolazione, Ong attacca: La violenza di Pechino fomenta i suicidi
Con la morte di Tamdin Dorjee, che lascia una famiglia di 6 persone, il conto totale delle proteste estreme arriva a 81: di cui 17 solo in novembre, nonostante le politiche repressive del Partito comunista nella regione. L’International Campaign for Tibet: “Il governo cinese sta sbagliando tutto”.

Dharamasala (AsiaNews) – Mentre il Tibet piange l’ennesima auto-immolazione con il fuoco, l’International Campaign for Tibet attacca “le politiche repressive del governo comunista cinese, che ha scelto di usare il pugno di ferro invece di ascoltare la popolazione. Non si rendono conto della miopia di questa scelta”.

Tamdin Dorjee, 29 anni e unico sostegno economico per una famiglia di 6 persone, si è dato fuoco davanti agli uffici del governo locale di Dokarmo, nella contea di Rebgong. Una fonte spiega a Radio Free Asia: “È riuscito a fare 10 passi, poi è caduto ed è morto. Mentre moriva ha giunto le mani in preghiera e ha augurato lunga vita al Dalai Lama”.

Nonostante gli ordini tassativi delle autorità comuniste, oltre mille persone si sono riunite sul luogo e hanno pregato per la vita del loro leader spirituale recitando i mantra buddisti. Subito dopo, alcuni monaci lo hanno raccolto e lo hanno cremato nei pressi del monastero Mindrol Dargyalling. Pochi giorni prima di morire, Tamdin ha voluto incontrare familiari e amici per parlare “del dolore del Tibet”.

Il suicidio è avvenuto lo scorso 24 novembre, la terza auto-immolazione in 3 giorni. La morte di Tamdin porta il conto totale delle vittime di questo massacro a 81, di cui 17 solo in novembre. Il Dalai Lama ha più volte chiesto ai tibetani di “rispettare la propria vita sopra ogni cosa”. Secondo il governo di Pechino, invece, è proprio il leader buddista a fomentare questi atti.

Mary Beth Markey, presidentessa dell’Ict, attacca: “I tibetani che si auto-immolano in successione sempre più rapida non sono stati dissuasi dalle intimidazioni o dall’aumento delle misure repressive del governo cinese. Eppure le autorità sembrano convinte che sempre più violenza possano bloccare i suicidi”.

Secondo l’attivista “fino a che non saranno messe in campo delle iniziative di dialogo che possano bloccare il ciclo di repressione e protesta, sono convinta che sempre più tibetani continueranno con l’agonia dell’auto-immolazione. E questo è un calcolo terribile e inaccettabile da fare”.


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