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Padova: Buddisti italiani minacciati da cinesi. Bandiera del Tibet tolta dallo stand.
Maggio 21st, 2014 by admin

band-tibBuddisti italiani minacciati da cinesi Bandiera del Tibet tolta dallo stand

Minacce e ronde dei cinesi contro i buddhisti italiani filotibetani. Momenti di tensione domenica alla «Festa dei Popoli» PADOVA – Prima li hanno minacciati sotto gli occhi degli organizzatori, costringendoli a ritirare la bandiera del Tibet dal banchetto. Quindi hanno organizzato delle «ronde», per controllare che il vessillo non venisse nuovamente esposto. Attimi di tensione tra cinesi e buddhisti italiani filotibetani, domenica in Prato della Valle, durante la «Festa dei popoli» promossa dall’omonima associazione in collaborazione col Comune. Tutto inizia attorno alle 15, quando tre esponenti della comunità cinese (accompagnati da Emanuele Cendiaro, presidente della Festa dei Popoli) si avvicinano allo stand del Centro buddhista tibetano «Tara Cittamani», e chiedono che la bandiera del Tibet venga rimossa: «Abbiamo proposto di esporre la bandiera cinese accanto a quella tibetana, ma i nostri tentativi di dialogo non sono valsi a nulla – scrive su Facebook Massimo Tommasi (Tara Cittamani) – L’interprete ci ha ricordato che nel pomeriggio sarebbero arrivati molti cinesi. E il presidente della Festa è stato molto fermo nella sua decisione di farci togliere la bandiera».

Ai buddhisti viene «concesso» di indossare sciarpe e maglie pro-Tibet. Ma non è finita: «Dopo la preghiera interreligiosa, sono stato apostrofato in modo pesante – prosegue Tommasi -. E nel pomeriggio, alcuni cinesi hanno continuato a passare davanti al nostro stand». «Siamo avviliti – commenta Marco Parolin, presidente di Tara Cittamani -. Scriveremo una lettera al Comune e vedremo se ci sono gli estremi per una denuncia». «È un fatto increscioso – commenta Marina Mancin, assessore alla cooperazione -. Era meglio prevedere un incontro tra cinesi e buddhisti prima della festa». «È un episodio di intolleranza molto grave – dice Vincenzo Pace, docente di Sociologia delle religioni del Bo -. Ma la comunità cinese è vasta e articolata: spero che qualcuno voglia dissociarsi». 20 maggio 2014 http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2014/20-maggio-2014/buddisti-italiani-minacciati-cinesi-bandiera-tibet-tolta-stand-223252384448.shtml

il Comunicato Stampa del Comune di Padova in relazione a quanto è successo alla Festa dei Popoli.

COMUNE DI PADOVA – COMUNICATO STAMPA
La storia e le azioni dell’Amministrazione Comunale di sostegno al popolo Tibetano, culminata con l’attribuzione da parte del Consiglio Comunale, all’unanimità, della cittadinanza onoraria a sua Santità il Dalai Lama, non lasciano dubbi sulla posizione nostra e della città nei confronti del popolo Tibetano.
Domani 21 maggio, incontreremo l’Associazione Tara Cittamani per esprimere ferma condanna per quanto è accaduto nel corso della Festa dei Popoli e confermare la nostra solidarietà alla comunità Tibetana.
l’Assessora all’Ambiente  Marina Mancin  con delega alla Cooperazione Internazionale.
la Consigliera Comunale Anna Milvia Boselli
con delega alle Politiche della Pace.
le foto dei rappresentanti del Tara Cittamani a colloquio con l’Assessore Marina Mancin con delega alla Cooperazione Internazionale e la Consigliera Anna Milvia Boselli con delega alle Politiche della Pace (http://www.padovanet.it/dettaglio.jsp?id=7347) e Pari Opportunità (http://www.padovanet.it/dettaglio.jsp?id=2939)

BANDIERA TIBETANA VIETATA A PADOVA? FESTA DEI POPOLI 18 maggio

Ieri pomeriggio, verso le 15, si sono avvicinati allo stand del centro buddhista tibetano Tara Cittamani il presidente di Festa dei Popoli con il suo collaboratore e tre persone della comunità cinese, di cui uno faceva da traduttore. Con fare molto ostile ci hanno detto di togliere la bandiera del Tibet dal nostro stand. A nulla sono valsi i nostri tentativi di dialogo e ricerca di soluzioni, giunti perfino a proporre loro di esporre da noi anche la bandiera cinese a fianco di quella tibetana. Mentre parlavo con il presidente, la mia amica ha ricevuto dal traduttore cinese una “velata minaccia” sul “non poter garantire il comportamento verso di noi dei molti cinesi che sarebbero arrivati nel pomeriggio”.
Il presidente di Festa dei Popoli è stato molto fermo nella sua decisione di farci togliere la bandiera.
Per non creare difficoltà all’organizzazione della Festa dei Popoli, abbiamo alla fine acconsentito a togliere la bandiera, affermando che almeno avremmo potuto indossare le magliette “salviamo il Tibet” e le sciarpe “free Tibet”. Tale richiesta è stata “concessa”.
Nella preghiera interreligiosa, io come referente del dialogo interreligioso del centro, ho indossato la sciarpa “free Tibet”. Nella sfilata che è succeduta alla preghiera ( alla quale mi è stato chiesto da Festa dei Popoli di partecipare), sono stato “apostrofato” in modo pesante da un rappresentante della comunità cinese, che mi ha detto che io non c’entro con il Tibet. La mia risposta è stata che “ci hanno fatto togliere la bandiera, ma non possono fermare il pensiero”.
Ronde di rappresentanti della comunità cinese hanno continuato nel pomeriggio a passare davanti al nostro stand per verificare che non fosse stata esposta nuovamente la bandiera.
CONSIDERAZIONI
L’episodio si dimostra ancora più grave in base alle seguenti considerazioni:
– è la Festa dei Popoli e non viene riconosciuto il diritto di esistenza al popolo tibetano
– siamo stati invitati a partecipare, sia come stand sia come preghiera interreligiosa ben sapendo che siamo un centro di buddhismo tibetano; va da sé che il Tibet è parte della nostra cultura e filosofia.
– addirittura da Festa dei Popoli ci era stato proposto di sfilare con la bandiera tibetana, proposta da noi rifiutata proprio per evitare la pur minima tensione.
– La Festa dei Popoli è patrocinata e parzialmente finanziata dal Comune di Padova, lo stesso che ha dato la cittadinanza onoraria al Dalai Lama ed esposto a lungo la bandiera tibetana nella sua sede istituzionale.
– Il nostro stand ci è stato assegnato a pochi metri dallo stand della comunità cinese; questo fa pensare come minimo ad una “negligenza”, da parte dell’organizzazione.


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