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Concluso a Roma il Summit dei Premi Nobel per la Pace
Dicembre 16th, 2014 by admin

Concluso a Roma il Summit dei Premi Nobel per la Pace

15 dicembre 2014. Con gli interventi dei Nobel presenti si sono conclusi ieri a Roma, nella gremitissima aula Giulio Cesare del Campidoglio, i lavori dell’ultima giornata del XIV Summit dei Nobel per la Pace: “Peace, Living it! In honour of Nelson Mandela”. All’Auditorium Parco della Musica, dove il 12 dicembre il Summit si è aperto, scroscianti applausi hanno accolto i Nobel presenti. Standing ovation per il Dalai Lama salito sul palco per ultimo accompagnato dal Sindaco di Roma.

Leggo.it – 12 dicembre. All’ Auditorium Parco della Musica, dove si è svolta la giornata di apertura del Summit che durerà fino a domenica, i Nobel, presenti tutti insieme sul palco, sono stati accolti tra gli applausi della sala gremita. Standing ovation per il Dalai Lama, salito per ultimo accompagnato dal sindaco di Roma Ignazio Marino, che nel corso del suo intervento il Dalai Lama ha rivolto agli studenti presenti un “invito al dialogo”, “unica via per realizzare la pace”. Il leader tibetano ha anche ribadito che “per realizzare la pace, l’esercizio che tutti gli esseri umani devono fare è controllare la rabbia e i sentimenti negativi”.  Un appello che invita a “considerare l’umanità come un’unica grande famiglia, un gruppo di animali sociali che devono comunicare fra loro”. “Questo sarà il secolo del dialogo”, ha aggiunto.

Nell’accogliere l’ “amico fraterno” Dalai Lama, Marino ha definito il Summit per la Pace “un evento straordinario per Roma, che ricorda al pianeta principi come la giustizia, la pace, il contrasto a qualunque intervento militare e ad armi terribili come le mine anti-uomo”. Poi il sindaco di Roma ha citato Mandela: “La libertà senza pace non è un autentica libertà'”.  E, anche oggi, ha tenuto banco tra i personaggi intervenuti, il mancato incontro tra il Dalai Lama e il Papa. Premettendo che compito di chi è stato insignito di prestigiosi riconoscimenti deve anche dire “cose scomode”, l’insegnante e pacifista americana Jody Williams ha espresso il proprio disappunto per il rifiuto di Francesco di incontrare il leader spirituale del buddhismo. Unanime, invece, l’appoggio dei Nobel al leader tibetano al quale il Sudafrica non ha voluto concedere il visto per il summit, inizialmente previsto il 13-15 ottobre a Città del Capo prima che Roma si offrisse di ospitarlo. “Non saremmo andati senza di te”, il messaggio al Dalai Lama di tutte le personalità salite sul palco.

Adnkronos – 14 dicembre. “Per alcune persone incontrarmi è fonte di guai. Ma è comprensibile, non c’è problema”. Il Dalai Lama ha risposto così ai giornalisti, durante la conferenza stampa di chiusura del 14esimo summit mondiale dei Premi Nobel per la Pace a Roma, a proposito del mancato incontro con Papa Francesco.

Parlando, in mattinata, nell’aula Giulio Cesare al Campidoglio, il Dalai Lama ha ricordato che “ognuno ha la responsabilità morale di costruire un mondo felice”. “Usate la vostra professione per fornire questo contributo”, ha aggiunto la guida spirituale tibetana, che ha ‘strappato’ un applauso inaspettato per aver tolto il cartoncino con il proprio nome che copriva la visuale ai fotografi. “Bisogna sviluppare un senso di responsabilità universale, ogni giorno, per 24 ore al giorno, senza troppe aspettative – ha sottolineato – dobbiamo cominciare a lavorare tutti, senza aspettarci qualcosa di buono entro la nostra vita” ma ciò che conta, ha concluso, è “pensare al futuro dell’umanità”.

Shirin Ebadi nel suo intervento ha parlato di terrorismo e ha lanciato un appello: “Per battere i terroristi dell’Is, lanciate libri e non bombe” perché contro il fondamentalismo “si deve eliminare prima di tutto l’ignoranza a in secondo luogo l’ingiustizia sociale”. “Per combattere questo gruppo fondamentalista è stata creata una coalizione guidata dagli Stati Uniti, li bombardiamo ma dobbiamo capire che l’Is non è solo terrorismo – ha detto – è una ideologia sbagliata e non è possibile combattere un’ideologia con le bombe e le armi. Servono altre soluzioni, dobbiamo andare alla radice del fondamentalismo: invece che spendere denaro nella guerra, usatelo per costruire scuole, per diffondere istruzione perché le persone non si facciano ingannare più dai fondamentalisti”.

Mikhail Gorbachev, in un messaggio, si concentra sulla crisi ucraina e invita a fare un “passo indietro” e ad “attuare gli accordi di Minsk”. Bisogna fare di più, afferma poi Gorbachev, per “le sfide mondiali della sicurezza e della povertà, abbiamo assistito a una perdita di fiducia nelle relazioni internazionali e dobbiamo fare tutto quello che possiamo per invertire queste tendenza pericolosa e aiutare i leader politici a superare i gravi rapporti nelle crisi internazionali”.

Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha inviato una lettera per la giornata di chiusura del summit. “E’ necessario giungere ad un accordo universale sul clima”, ha rimarcato Ban Ki-moon. “Il 2015 è un’opportunità unica per ottenere gli obiettivi di sviluppo del millennio e per cercare di giungere a un accordo universale sul clima”, ha scritto il segretario delle Nazioni Unite.

Dichiarazione finale – La dichiarazione conclusiva del vertice indica i temi sui quali la comunità internazionale deve intervenire: riscaldamento globale, minaccia terroristica, povertà “inaccettabile” e disoccupazione a “livelli insostenibili”. I premi Nobel, esprimendo “tristezza per non aver potuto svolgere il summit a Città del Capo perché il governo sudafricano non ha concesso il visto al Dalai lama”, chiedono che la comunità internazionale faccia tutto il possibile “per fermare il conflitto in Ucraina che minaccia la stabilità in Europa e gli eventi pericolosi in Medio Oriente”. Inoltre, sollecitano l’impegno internazionale contro “il fanatismo in nome della religione, nessuna credenza religiosa deve essere usata per violare i diritti umani”. I premi Nobel condannano poi “l’uso indiscriminato di armi chimiche e nucleari” e chiedono attenzione per “il riscaldamento globale e le condizioni di sofferenza di rifugiati” e per la “violenza contro le donne”, denunciando infine livelli di “povertà inaccettabili nel mondo e livelli insostenibili di disoccupazione”.

ANSA – 14 dicembre. “Gli studenti ad Hong Kong vogliono veramente una società aperta e pienamente democratica. Un obiettivo totalmente condivisibile”. Lo ha detto il Dalai Lama nella conferenza stampa conclusiva del 14/o Summit mondiale dei premi Nobel. “Anche se dal 2011 mi sono ritirato da ogni responsabilità politica, anche io ho combattuto per la libertà del Tibet… Il mondo è dell’umanità e i leader politici devono essere responsabili nei confronti del loro popolo”.

Phayul.com – 12 dicembre. Sua Santità il Dalai Lama ha dichiarato che sarebbe stato “felice” di incontrare Papa Francesco, divenuto in questi giorni oggetto di critiche per non aver ricevuto il leader tibetano nel timore di ritorsioni da parte di Pechino. “Sono un po’ triste – ha dichiarato il Dalai Lama nel corso di un’intervista – perché in passato ho avuto occasione di incontrare altri Papi e desideravo molto incontrare anche papa Francesco”. “Ma ci sono dei problemi, lo capisco – ha proseguito – e non voglio rendere le cose ancora più complicate. Condividiamo lo stesso interesse per i valori morali, l’armonia religiosa, la pace e il superamento della povertà. Lo ammiro, questo è tutto.

Papa Francesco tiene in grande considerazione Sua Santità il Dalai Lama, ma non incontrerà alcuno dei Premi Nobel presenti a Roma”. Questa la comunicazione giunta dal Vaticano, “L’incontro non è possibile perché potrebbe essere fonte di inconvenienti”.

http://www.italiatibet.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1178:concluso-a-roma-il-summit-dei-premi-nobel-per-la-pace&catid=33:notizie&Itemid=50


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