Amitabha Buddha

Amitabha Buddha

Amitabha Buddha

Amithabha Luce infinita, come gli altri quattro Dhyani Buddha, è menzionato nella maggior parte dei sistemi tantrici e rappresenta vari aspetti fisici e mentali, combatte le illusioni del desiderio e lussuria e rappresenta la mente illuminata della saggezza discriminante, è connesso all’elemento fuoco, al senso del tatto, dal punto di vista del benessere fisico: al calore del corpo ed al fegato. In relazione con gli altri Buddha e Bodhisattva ha come Consorte Pandara, come Bodhisattva: Avalokiteshvara, come Buddha: Shakyamuni, è il rosso, la sua direzione è l’ovest, il gesto caratterizzante o (mudra): il dhyana o la meditazione, il simbolo della famiglia è padma (loto), la sillaba è HRIH, il suo veicolo è il pavone, il suo aggregato la percezione (in sanscrito: sanjna).

Buddha Amithaba, Alchi.

Buddha Amithaba, Alchi.

il suo colore

Amitābha Buddhasanscrito Amitābha (अमिताभ), letteralmente “Luce (ābhā) senza fine (amita)”; in cinese traslitterato 阿彌陀 (pinyin Āmítuó), tradotto 無量光 (pinyin Wúliángguāng); in giapponese Amida (阿彌陀, Amida?), a volte Amida Nyorai (阿弥陀如来, Amida Nyorai?) in quanto parte dei gochinyorai; coreano Amit’a (아미타); vietnamita A-di-đà; tibetano od-dpag-med — è un Buddha celestiale descritto in alcuni sutra della scuola Mahāyāna di Buddhismo, e particolarmente venerato nell’Amidismo. Continue reading »

Biografie di Machig

Machig Labdro

Machig Labdro

Machig Labdrön e le fondamenta del Chöd

di JERÔME EDOU

    Il Meraviglioso e l’Immaginario, La Saggezza Primordiale delle Dākini.

    Biografie di Machig

  1. Il Meraviglioso e l’Immaginario

E’ abbastanza sorprendente che la biografia presentata qui, in traduzione, sia chiamata lo rgyus in Tibetano, un resoconto o una cronaca storica di Machig, piuttosto che rnam thar, agiografia, come ci si aspetterebbe. Sebbene all’ultima pagina1 si faccia riferimento al testo, come al rnam thar, non c’è alcuna traccia di una simile designazione o sottotitolo nell’opera, mentre La Storia Concisa della Vita – la fonte della versione tradotta qui – usa questa espressione per indicare il titolo del lavoro.2 Strutturalmente e stilisticamente, questo testo può essere identificato con le classiche agiografie dei mahāsiddha dell?India e del Tibet. Infatti, i sei stadi che sembrano definire una struttura tipica di un rnam thar secondo Nathan Katz3 aderiscono perfettamente con il resoconto di Labdrön: – … Continue reading »

Il nodo senza fine

nodoIl Nodo-senza-fine (in sanscrito srivatsa, in tibetano dpal be’u) o Nodo dell’eternità è composto da linee chiuse intersecantisi ad angolo retto. Simbolizza il ciclo di esistenza senza inizio, il legame inestricabile di saggezza e metodo compassionevole dell’illuminazione di Buddha e l’infinito amore ed armonia.

E’ spesso associato al srivasta hindu. In origine sembra essere stato un simbolo delle divinità naga (in tibetano klu) divinità che governano i regni sotterranei, le acque, le rocce, i fiumi, i laghi, la pioggia, la fertilità e l’integrità della terra; alcuni di essi sono protettori del Dharma ma possono reagire negativamente contro chi non rispetta i luoghi che abitano; nell’iconografia e nella letteratura tibetana sono descritti come esseri per metà umani e per metà serpenti. Il Nodo-senza-fine è associato al nandyavarta una variante dello swastika, simbolo primordiale del divenire senza fine. Nella tradizione tibetana il nodo-senza-fine è simbolo anche del modo incessante della manifestazione, l’intersecarsi delle linee ci ricorda come i fenomeni sono interconnessi e dipendenti da cause e condizioni. Il nodo-senza-fine rappresenta l’unione della Saggezza e del Metodo (tibetano thab-shes zung-‘brel), tantricamente l’unione della energia femminile e di quella maschile, la loro armonica inseparabilità, rappresentando l’amore infinito, la vita infinita, la realizzazione della loro unione. Continue reading »

Padmasambhava

Mi chiamo Padmasambhava, il Nato dal Loto.

Mi chiamo Padmasambhava, il Nato dal Loto.

Guru Rinpoche, uno dei più grandi yogi dell’India buddhista, è il fondatore del Buddhismo tibetano. È conosciuto come Padmasambhava (tib. Pema Jung-ne), cioè “Nato dal Loto”, e come Guru di Oddiyana. In Tibet è famoso come Guru Rinpoche, il Maestro Prezioso; i Tibetani lo riveriscono come il Secondo Buddha” [1]. La storia della sua vita è una formidabile sequenza di prodigi e imprese sovrannaturali; è una delle più miracolose rintracciabili in qualsiasi tradizione spirituale del mondo. Per comprendere questo, bisogna considerare che davvero – al di là di ogni retorica – i normali cinque sensi di cui siamo dotati in quanto esseri umani, e i nostri schemi di pensiero abituali, non sono assolutamente capaci (con tutta la buona volontà) di cogliere le infinite possibilità contenute in tutto ciò che appare ed esiste.  Possiamo considerare Guru Rinpoche come uno di quegli esseri straordinari che irrompono di tanto in tanto nella nostra dimensione ordinaria, mettendo a soqquadro le consuete credenze abituali e le concezioni rigide. Molti di questi esseri straordinari si sono manifestati all’unico scopo di portare beneficio agli esseri viventi, in accordo con la mentalità e la cultura del luogo e del tempo in cui sono apparsi (e in accordo con le predisposizioni karmiche degli individui). Continue reading »