Sua Santità il Dalai Lama: “Non prego affinché i sette miliardi di esseri umani in vita oggi diventino buddisti, ma lavoro per creare un mondo pacifico in cui le persone coltivano amore e compassione gli uni per gli altri.”
1 giugno 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Sua Santità il Dalai Lama ha iniziato quest’anno i suoi insegnamenti per i giovani tibetani richiamando le origini del buddismo in Tibet. Ha ricordato che nel VII secolo fu creata una scrittura tibetana basata sull’alfabeto indiano Devanagari. Successivamente, la letteratura buddista indiana fu tradotta in tibetano. Il risultato fu una raccolta di circa 100 volumi di sutra tradotti in tibetano e altri 220 volumi di trattati per lo più indiani tradotti in tibetano. Ciò significava che i tibetani non dovevano fare affidamento su nessun’altra lingua, se non la loro, per studiare il buddismo. Di conseguenza nacquero molti grandi studiosi ed adepti.
“Lo studio degli insegnamenti del Buddha alla luce della logica e della ragione”, ha osservato Sua Santità, “è ora preservato solo nella tradizione tibetana. Il buddismo cinese non adotta questo approccio. I seguaci della tradizione Pali studiano ciò che dicono le scritture, ma li canzono per la mancanza degli strumenti della ragione e della logica, il che significa che sono come degli sdentati quando si tratta di masticare punti difficili.
“La familiarità con la ragione e la logica ci ha permesso, ormai da molti anni, di impegnarci in discussioni con gli scienziati. Ed entriamo con fiducia in tali discussioni. L’antica tradizione indiana aveva una conoscenza approfondita del funzionamento della mente e delle emozioni. Aggiungete a ciò una padronanza della ragione e della logica ed una comprensione della realtà come delineata nel pensiero della Via di Mezzo https://www.sangye.it/altro/?p=10268 e siamo ben preparati a discutere con gli scienziati. Tradizionalmente la ragione e la logica ed il pensiero della Via di Mezzo https://www.sangye.it/altro/?p=3159 sono raffigurati come due leoni aggiogati al collo.
“In esilio, per la creazione di scuole per i bambini tibetani abbiamo chiesto l’aiuto del governo dell’India guidato dal Pandit Nehru. Furono nominati insegnanti di discipline inerenti la religione e la filosofia. In quei primi giorni molti grandi studiosi fuggiti dal Tibet stavano lavorando alla costruzione di strade nell’area di Chamba. Ricordo di averli visitati una volta e di aver discusso con alcuni di loro sul ciglio della strada. Le situazioni erano davvero critiche a quel punto, ma, a tempo debito, siamo stati in grado di ristabilire i centri monastici di apprendimento, principalmente nel sud dell’India. Oggi, queste istituzioni sono radianti depositari di conoscenza. Abbiamo integrato il tradizionale corso di studi con la scienza.
“Oggi, per i giovani tibetani, spiegherò il ‘Destino Realizzato’ di Jé Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=6093 in cui rivela i progressi che ha fatto nello studio e nella pratica.
“Tutti noi, esseri umani ed animali, vogliamo essere felici e non soffrire. Ma solo noi esseri umani abbiamo quel tipo di cervello meraviglioso che ci permette di fare delle scelte. Nell’antica India, le pratiche meditative per coltivare la concentrazione univoca e l’intuizione speciale prevalevano ancor prima che apparisse il Buddha.
“Una delle cose che ha reso unico il Buddha è stato l’incoraggiamento dei suoi seguaci ad esaminare attentamente ciò che diceva. “Come il saggio prova l’oro bruciandolo, tagliandolo e strofinandolo, così, bhikshu, dovreste accettare le mie parole, dopo averle provate, e non solo per rispetto verso di me”. Tale consiglio è senza precedenti.
“In India l‘Università di Nalanda diventò un centro di apprendimento dove prosperava il pensiero di maestri come Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906 e Chandrakirti. Tuttavia, verso la fine del suo “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 suggerì che Dignaga e Vasubandhu https://www.sangye.it/altro/?p=5659 non erano riusciti a sostenere il punto di vista di Nagarjuna”.
Passando al testo, Sua Santità ha indicato che la prima strofa esprime l’omaggio e la seconda esalta i benefici della gioia. Tsongkhapa, ha spiegato Sua Santità, ha studiato a lungo nei monasteri del Tibet centrale. Più tardi, in una visione, Manjushri gli disse che il semplice studio non era sufficiente, quindi progettò di andare in ritiro per meditare con otto stretti discepoli. Quando affrontò le critiche per aver ridotto gli insegnamenti che stava dando, Manjushri gli consigliò di essere paziente, dicendogli: “So cosa è meglio”.
Durante il ritiro, Tzong Khapa https://www.sangye.it/altro/?p=942 sognò Nagarjuna ed i suoi cinque discepoli intimi. Nel sogno, uno di loro, che immaginò fosse Buddhapalita, si fece avanti e toccò con un libro il capo di Jé Rinpoché. Il giorno seguente, leggendo il commentario di Buddhapalita sulla “Saggezza fondamentale della Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna, ebbe un’intuizione che lo spinse a comporre l’Elogio al sorgere dipendente https://www.sangye.it/altro/?p=9109.
In questo testo, “Il destino realizzato”, https://www.sangye.it/altro/?p=6093 Tzong Khapa racconta ciò che ha studiato e come le scritture gli si sono tramutate in istruzioni spirituali. Tzong Khapa studiò i grandi trattati indiani alla luce della logica e della ragione. “Puoi essere intelligente”, ha osservato Sua Santità, “ma, a meno che non studi in questo modo, non avrai vera fiducia nell’insegnamento”.
Le strofe 5 – 11 si riferiscono all’esame di Jé Rinpoché delle varie classi di tantra – dell’azione, del comportamento, yoga e tantra yoga supremo – e concludono la sezione di come inizialmente ha cercato un apprendimento approfondito. La sezione successiva tratta di come le Scritture, specialmente quelle che trattano della Perfezione della Saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=10027 siano apparse come istruzioni spirituali.
Sua Santità ha chiarito che il contenuto esplicito della Perfezione della Saggezza è la vacuità, mentre il contenuto implicito include la generazione della mente di risveglio di bodhicitta.
La strofa 14 menziona che alcune persone in Tibet hanno osservato d’aver trovato poco nel “Compendio della cognizione valida” di Dignaga o nei Sette Trattati della Logica di Dharmakirti che trattavano le fasi del percorso verso l’illuminazione. Tuttavia, è appurato che Manjushri diede la sua approvazione alla composizione di questi testi. Inoltre, i versi di saluto del “Compendio della cognizione valida” affermano che il Buddha è una guida autorevole che porta beneficio a tutti gli esseri.
La seconda sezione, che mostra come, nel mezzo, tutte le scritture sono nate come istruzioni, si conclude con versi che lodano il Guhyasamaja Tantra https://www.sangye.it/altro/?p=11213, i suoi commentari, così come Samvara, Hevajra e Kalachakra https://www.sangye.it/altro/?p=2807.
Ciò che Tzongkhapa rivela è come ottenne un vasto apprendimento: fece l’eremita ed acquisì esperienza sugli Stadi del Sentiero, inclusi i sentieri profondi e vasti.
Sua Santità ha notato che Tsongkhapa ha composto cinque testi sulla Via di Mezzo: “Oceano del ragionamento” – un ampio commentario alla “Saggezza fondamentale” di Nagarjuna; ‘Chiarimento del pensiero’ – un ampio commentario su ‘Entrare nella Via di Mezzo’; la Sezione Speciale di Approfondimento della ‘Grande Esposizione di Speciale Approfondimento”; la Sezione Speciale d’Introspezione della ‘Esposizione Intermedia dell’Introspezione Speciale” e la ‘Essenza dell’Eloquenza‘ – un trattato che differenzia i significati provvisori e definitivi delle scritture.
Quando iniziò a scrivere il “Rosario d’oro”, il suo commentario all’ “Ornamento per la chiara realizzazione”, lesse prima tutti i 21 trattati indiani esistenti al riguardo.
In quei giorni c’erano molti grandi maestri appartenenti alle tradizioni Sakya, Kagyu e Nyingma. C’erano anche maestri Kadampa e maestri Nyingma come Longchen Rabjam che scrisse i “Sette Tesori”.
“Jé Rinpoché viaggiò con una borsa in spalla dal suo nativo Amdo al Tibet centrale. Si iscrisse ai vari centri di apprendimento in cui si imbatté. Alla fine, fondò il suo monastero di Ganden ed, alla sua scomparsa, il suo discepolo Gyaltsap gli succedette sul trono.
“In questi giorni l’eccellente modello di studio presentato da Tzong Khapa è sostenuto dalle Tre Grandi Sedi dell’Apprendimento. Gli studiosi che completano lì la loro formazione si recano in uno dei college tantrici per studiare il tantra. Dopodiché, possono ascendere di livello fino a diventare il capo della tradizione, il detentore del trono di Ganden.
“Jé Gendun Drup, il primo Dalai Lama, era discepolo di Tzongkhapa. Fondò il monastero di Tashi Lhunpo, dove lo studio della logica era particolarmente incoraggiato. In “Song of the Eastern Snow Mountains” lamenta la disarmonia religiosa che osservava in quel momento.
In questi giorni nelle nostre remote montagne innevate
Ci sono molti uomini che sosterrebbero i propri lignaggi
Guardando dall’alto in basso altri detentori di dottrine
In verità come i loro più profondi nemici.
Guardando come pensano e agiscono, il mio cuore si riempie di tristezza.
“Dal momento che il buddismo tibetano rappresenta la tradizione buddista oggi più completa, dovremmo essere grati ai maestri del passato, come Jé Tsongkhapa, e seguire il loro esempio, condividendo la nostra conoscenza con gli altri”.
Geshé Lobsang Drakpa del monastero di Namgyal, che è anche uno dei principali maestri dell’Organizzazione per l’Introduzione del Buddismo di Dharamsala, ha ringraziato Sua Santità per il suo insegnamento e gli ha comunicato che dodici giovani studenti tibetani avevano domande da porre.
La prima riguardava come prevenire il disagio mentale in relazione alla pandemia di Covid.
“Se sei ansioso e pauroso, anche se non sei malato”, ha consigliato Sua Santità, “come buddista che crede che viviamo di vita in vita, puoi riflettere, come è menzionato nei ‘Tre aspetti principali del sentiero’ https://www.sangye.it/altro/?p=489 che nasciamo e rinasciamo in un’esistenza ciclica senza limiti, tormentati incessantemente dalle tre sofferenze. Siamo afflitti dal desiderio, dalla rabbia e dall’odio, oltre che dall’ignoranza. Possiamo superarli generando una ferma determinazione a raggiungere l’illuminazione. Possiamo vedere il superamento di malattie e malattie come parte del nostro percorso verso l’illuminazione.
“Sperimentiamo la malattia come risultato del karma e delle afflizioni mentali.
Come scrive Nagarjuna:
“Attraverso l’eliminazione del karma e delle afflizioni mentali c’è la liberazione.
Il karma e le afflizioni mentali derivano da pensieri concettuali.
Questi provengono dalla fabbricazione mentale.
La fabbricazione cessa con la vacuità.
“Le sofferenze della nascita, dell’invecchiamento, della malattia e della morte fanno parte della vita. Pensando “Possa io essere libero dal karma e dalle afflizioni mentali e dalle malattie da essi provocate“, puoi rafforzare la tua determinazione a raggiungere l’illuminazione. Ciò comporta la trasformazione delle difficoltà nel percorso delineato nell’Offerta al Maestro Spirituale (Lama Chöpa).
“Sebbene il mondo ed i suoi esseri siano pieni dei frutti delle nefandezze,
E le sofferenze indesiderate si riversano su di me come pioggia,
Ispirami a vederli come mezzi per esaurire i risultati di azioni negative,
E prendere queste condizioni miserabili come un percorso”.
Per quanto riguarda la purificazione delle azioni negative, Sua Santità ha notato che esiste una pratica di confessione davanti ai Tre Gioielli. Tuttavia, poiché lo scopo principale è purificare e trasformare la mente, la migliore pratica da adottare è coltivare la mente del risveglio di bodhicitta. Se puoi farlo, puoi purificare le contaminazioni ed accumulare meriti e saggezza. Sua Santità ha anche osservato che pratiche come la prostrazione e la circumdeambulazione senza il contesto dei tre addestramenti di etica, concentrazione e saggezza rivestono poco più che un valore mondano.
Sua Santità ha chiarito che se commetti azioni non salutari come uccidere insetti nel corso del tuo lavoro, il punto chiave è se lo hai fatto intenzionalmente. Ha aggiunto che tali impronte possono essere purificate recitando Om mani padme hung.
Sua Santità ha dichiarato che non prega affinché i sette miliardi di esseri umani in vita oggi diventino buddisti, ma lavora per creare un mondo pacifico in cui le persone coltivano amore e compassione gli uni per gli altri.
“Se pratichi l’amore e la compassione”, ha aggiunto, “le azioni dannose finiscono. Abbiamo bisogno di serenità dentro di noi. Se siamo pieni di rabbia e d’altre emozioni negative, non solo non avremo la pace mentale, ma non ci sarà nemmeno pace nel mondo. Come scrisse Shantideva https://www.sangye.it/altro/cat=15 nel suo “Entrare nello stile di vita del Bodhisattva”: https://www.sangye.it/altro/?p=2418
“Per coloro che non riescono a scambiare la propria felicità con la sofferenza degli altri, la Buddità è certamente impossibile: come potrebbe esserci felicità nell’esistenza ciclica? 8/131
“Tutti coloro che soffrono nel mondo, lo fanno per il desiderio della propria felicità.
Tutti coloro che sono felici nel mondo lo sono per il loro desiderio della felicità altrui. 8/129
“Siamo tutti uguali nel volere la felicità e nel non volere la sofferenza. Siamo animali sociali dipendenti l’uno dall’altro. Imparando ad affrontare le nostre emozioni disturbanti, dobbiamo ridurre la rabbia e l’attaccamento e coltivare l’amore e la compassione”.
Sua Santità ha esortato alla redazione di un manuale per la creazione di una società più amichevole, in quanto renderebbe chiaro come raggiungere la pace della mente in modi che la gente comune, monaci e laici, donne e uomini, potrebbero attuare. Il suo obiettivo non dovrebbe essere religioso, ma di preoccuparsi di affrontare le emozioni negative.
Alla domanda su come limitare il desiderio di godere dei piaceri di questa vita, Sua Santità ha fatto riferimento alle strofe sette ed otto dei “Tre aspetti principali del sentiero” https://www.sangye.it/altro/?p=489 di Tsongkhapa che descrivono come sviluppare bodhicitta. Ovviamente, applicandoli a te stesso, puoi usarli per rafforzare il tuo senso di rinuncia e determinazione ad essere libero dal samsara.
Sua Santità ha riferito che, a volte, poiché non si sente catturato della rete di ferro dell’egocentrismo nè completamente avvolto dall’oscurità dell’ignoranza, nutre una vera speranza di raggiungere la vera cessazione.
“Riflettendomi alla mia condizione, sento che la mia ignoranza si sta affievolendo sempre di più. Non essendo tormentato incessantemente dalle tre sofferenze, penso a tutti gli esseri, mie madri, che sono in questa condizione e genero la mente del risveglio.
“La soluzione per avere una mente disciplinata è osservare l’igiene emotiva come descritto nell’antica tradizione indiana. Ciò implica imparare ad affrontare le emozioni disturbanti come l’attaccamento e la rabbia. Non dico di diventare buddista, ma d’imparare dal buddismo. Leggete il sesto capitolo https://www.sangye.it/altro/?p=2405 di “Entrare nello stile di vita del Bodhisattva” e scoprirete i difetti della rabbia. Leggete l‘ottavo capitolo https://www.sangye.it/altro/?p=2418 e scoprirete gli svantaggi di un atteggiamento egoistico ed i vantaggi d‘imparare ad amare gli altri.
“Impara, rifletti e convinciti. Quindi medita e integra ciò che hai capito dentro di te. Un simile approccio nel corso dei secoli ha avuto l’effetto di rendere i tibetani, ad esempio, resistenti alla morte. La nostra cultura è tale che crediamo sia possibile creare un mondo più pacifico.
“Arrivederci a domani.”
Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14768 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/destiny-fulfilled ed il video tradotto in italiano http://it.dalailama.com/videos/destino-realizzato da Fabrizio Pallotti, che ringraziamo per la sua gentilezza.