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Proteste simboliche dei tibetani nel giorno del Losar. In Tibet un capodanno imposto dal regime.
Febbraio 14th, 2010 by admin

Un momento dei festeggiamenti del Capodanno Tibetano del 1938.

Lhasa: un momento dei festeggiamenti del Capodanno Tibetano del 1938.

Come avvenuto lo scorso anno, molti tibetani, sia in Tibet sia in esilio, hanno espresso la volontà di rinunciare alla celebrazione del Losar, il capodanno tibetano, che quest’anno cadeva il 14 febbraio, e di dare vita a simboliche e pacifiche manifestazioni di protesta per ricordare il persistere della repressione nel loro paese occupato dai cinesi. In molte aree del Tibet, incluse quelle incorporate nelle province del Qinghai, del Gansu, dello Yunnan e del Sichuan, la gente ha deciso di boicottare le celebrazioni in segno di lutto per i compatrioti uccisi e arrestati a partire dal marzo del 2008. Per lo stesso motivo, anche i tibetani in esilio rinunceranno ai consueti festeggiamenti pubblici e privati, al lancio di fuochi d’artificio e alle cerimonie religiose più solenni ed elaborate. A New York, la sede centrale del gruppo Students for a Free Tibet ha lanciato, per l’occasione, la campagna “Sono un Tibetano”. Per tutto il tempo del Losar, definito “un momento di cambiamento, speranza e rinnovamento”, i tibetani sono chiamati ad esprimersi nella loro lingua, a vestire gli abiti tradizionali e ad osservare le loro usanze così da rafforzare il sentimento d’identità nazionale dell’intera comunità.

Come accaduto un anno fa, le autorità cinesi hanno deciso di obbligare i tibetani in Tibet a celebrare la ricorrenza con i consueti fasti e le tradizionali cerimonie. Il 9 febbraio, l’emittente radio Voice of Tibet ha diffuso la notizia che nella Contea di Lithang il governo ha imposto ai tibetani di celebrare il Losar in nome “dello sviluppo economico e della stabilità sociale” e “per dare prova del successo della politica del governo centrale circa le minoranze etniche”. A questo fine, le autorità si sono dichiarate disposte a finanziare “le spese necessarie per i programmi di festeggiamento del Capodanno” promettendo ai tibetani non coinvolti nelle recenti manifestazioni di protesta per il rilascio del leader religioso Tenzin Delek Rinpoche un rimborso compreso tra i dieci e i tredicimila Yuan per rinnovare e abbellire le loro abitazioni. Tradizionalmente,

l’inizio del nuovo anno è una delle principali festività del calendario tibetano. Per la ricorrenza, i cui festeggiamenti si protraggono per una quindicina di giorni, i tibetani si recano in visita a parenti e amici, tirano a lucido le loro case, cucinano cibi particolari e vanno in pellegrinaggio a templi e monasteri offrendo al Buddha incenso, lampade di burro e i tradizionali “khapsey”, leggeri biscotti ritenuti di buon auspicio.

da: Newsletter dell’Associazione Italia-Tibet marzo 2010 – 04


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