
Sua Santità il XIV Dalai Lama: “La pratica sincera della religione implica disciplinare la mente e domare le emozioni.
4 ottobre 2025. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Stamattina, le montagne del Dhauladhar si stagliavano contro il cielo terso ed azzurro, mentre Sua Santità il Dalai Lama si dirigeva verso il Tsuglagkhang, il Tempio Tibetano Principale e si è soffermato ad osservare i volti delle persone tra la folla, stimata in 5800 persone, di cui 1300 provenienti da Taiwan. Molti di loro hanno ricambiato il sorriso, mentre altri avevano gli occhi lucidi di commozzione, mentre sorrideva e li salutava.
Non appena Sua Santità si è seduto, due monaci taiwanesi hanno guidato la recitazione del “Sutra del Cuore” https://www.sangye.it/altro/?p=6098 in cinese. Dopodiché è stato offerto un mandala insieme a rappresentazioni del corpo, della parola e della mente del Buddha. “Siamo tutti uguali”, ha esordito Sua Santità, “nel senso che tutti vogliamo essere felici e nessuno di noi vuole soffrire. E ci siamo riuniti qui per ascoltare come possiamo raggiungere questo obiettivo. Ci sono molti percorsi religiosi nel mondo, ma in Tibet seguiamo la Tradizione di Nalanda e studiamo le opere di maestri come Nagarjuna e Asanga, e dei loro seguaci.
“Per quanto mi riguarda, sono nato nella regione del Kumbum a Dhomé e, dopo essere stato riconosciuto come la reincarnazione del Dalai Lama, sono arrivato a Lhasa dove ho studiato con i miei tutori Ling Rinpoché e Trijang Rinpoché. Ho memorizzato i testi radice dei cinque argomenti principali, poi ho letto ed ascoltato i grandi commentari che li spiegavano. La tradizione del Buddha Dharma che sosteniamo è unica in quanto segue la ragione e la logica. Include anche spiegazioni complesse del funzionamento della nostra mente e delle nostre emozioni. Questa è la tradizione che abbiamo preservato in modo puro. Oggi, innumerevoli occidentali che non hanno alcun legame storico col Dharma, si stanno interessando alla nostra tradizione. Tra loro ci sono persino scienziati particolarmente interessati a saperne di più sulla mente e sulle emozioni. Tutti noi qui oggi siamo seguaci del Buddha e delle 84.000 raccolte dei suoi insegnamenti, che considero un tesoro.
“Fin da bambino, quando ho iniziato la mia educazione buddista, ho studiato la Perfezione della Saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=9194, la filosofia della Via di Mezzo https://www.sangye.it/altro/?p=11544, la Logica e la Teoria della Conoscenza, la Conoscenza Superiore e la Disciplina Monastica. Fin dall’inizio mi sono impegnato in dibattiti basati su ciò che avevo imparato dal Manuale di Logica. Questo approccio, che impiega analisi e scrutini, è molto efficace nell’aiutarci a comprendere veramente ciò che il Buddha ha insegnato.
“Oltre ad un resoconto dettagliato del funzionamento della mente e delle emozioni, il Tantra offre un’ulteriore profonda spiegazione della coscienza, inclusa la diversa sottigliezza dei diversi stati mentali.
“In un contesto buddista parliamo di preoccupazione per tutti gli esseri senzienti, ma il popolo tibetano è colui con cui ho un legame speciale. Intendo continuare a servirli al meglio delle mie possibilità.
Sebbene i comunisti cinesi continuino a governare il Tibet, un numero crescente di cinesi si sta interessando al Buddhismo e alla Tradizione del Nalanda. Storicamente la Cina è stata una terra buddista e sembra che il Buddhismo possa ancora essere lì ristabilito. Ho fatto tutto il possibile per incoraggiare questa possibilità e continuerò a farlo per il resto della mia vita.
Sua Santità ha annunciato che avrebbe condotto la cerimonia per coltivare la mente del risveglio di bodhicitta https://www.sangye.it/altro/?p=2364 e prendere i voti del bodhisattva https://www.sangye.it/altro/?p=6252. Consigliò ai suoi ascoltatori di immaginare il Buddha, i suoi sette successori, Manjushri, Maitreya e i grandi maestri dell’India e del Tibet di fronte a loro. Poi ci fu la recitazione della Preghiera dei Sette Rami https://www.sangye.it/altro/?p=6177, seguita dai versi per prendere rifugio e aspirare a raggiungere l’illuminazione, che chiese ai discepoli di recitare tre volte dopo di lui.
Cerco rifugio nei Tre Gioielli;
Confesso ogni singola mancanza.
Gioisco delle virtù di tutti gli esseri.
Prendo a cuore lo stato di Buddha.
Prendo rifugio finché non sarò conseguirò l’illuminazione.
Nel Buddha, nel Dharma e nella Suprema Assemblea,
Per realizzare i miei obiettivi e quelli degli altri,
Sviluppo la mente del risveglio.
Avendo sviluppato l’aspirazione alla suprema illuminazione,
Invito tutti gli esseri senzienti come miei ospiti,
Reciterò la deliziosa suprema illuminazione. Praticate.
Che io possa diventare un Buddha per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Sua Santità ha ammesso che, quando era molto giovane, non era particolarmente entusiasta degli insegnamenti del Buddha. Tuttavia, crescendo, ha imparato ad apprezzare quanto possano essere benefiche le pratiche per trasformare la mente. Ha aggiunto che, mentre i seguaci delle tradizioni teistiche ripongono la loro fede in Dio, per i buddhisti in Tibet ed in Cina è più importante rifugiarsi nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha. Ha ricordato di aver incontrato praticanti molto devoti durante le sue visite ai monasteri in Tibet, la cui fede, a suo avviso, era ancora più forte della sua.
Sua Santità ha osservato che un altro aspetto della tradizione buddista è legato al karma, a tutti i tipi di karma positivo e negativo che creiamo, così come ai diversi gradi di sottigliezza delle nostre menti. Ha affermato che la tradizione buddista sostenuta in Tibet è vasta e profonda: una tradizione eccellente.
“Lo sappiamo tutti”, Sua Santità ha quindi continuato: “Che facciamo distinzioni tra noi stessi e gli altri. Pensiamo alla nostra tradizione come in qualche modo diversa dalla loro. Ciò che dovremmo fare è apprezzare tutte le tradizioni religiose. Può darsi che, quando analizziamo altre tradizioni, ci siano aspetti che non sembrano all’altezza delle nostre, ma non c’è motivo di metterli in discussione.
“La pratica sincera della religione implica disciplinare la mente e domare le emozioni.
Come seguaci del Buddha Shakyamuni, dovremmo rispettare tutte le tradizioni religiose perché tutte hanno il potenziale di sottomettere la mente dei loro seguaci. Ecco perché è importante ammirarle.
“Quando vivevo sotto il controllo comunista cinese, spesso si verificavano situazioni che avrebbero potuto farmi arrabbiare, ma poi nel 1959 sono fuggito dal Tibet. Nutro una profonda stima e fede nella tradizione buddista che ci permette di placare le nostre emozioni e trasformare le nostre menti.
“Se riuscite a coltivare un buon cuore, così come la bodhicitta, e a condividere questo atteggiamento con chi vi è vicino, vi sentirete rilassati ed a vostro agio e anche le persone con cui vi relazionate saranno felici.
“Quando ero a Pechino, ho incontrato diverse volte Mao Zedong e in un’occasione mi ha detto con tutta serietà che la religione è veleno. Non ho detto nulla, ma mi è dispiaciuto per lui perché non aveva idea di quanto benefica possa essere la pratica spirituale.”
Sua Santità ha suggerito che, oltre a ripetere la strofa di prendere rifugio nei Tre Gioielli, nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha, anche la recitazione dei mantra può fornire ispirazione. Di conseguenza, chiedendo ai suoi ascoltatori di ripetere dopo di lui, ha trasmesso oralmente alcuni mantra comuni: quelli del Buddha Shakyamuni, di Arya Tara, di Avalokiteshvara e di Manjushri. In relazione a Om ara patsa na dhi, il mantra di Manjushri, Sua Santità ha rivelato di essere convinto che recitare questo mantra e pregare Manjushri lo avesse aiutato a migliorare la sua intelligenza e saggezza. Ha ribadito che recitare i mantra di Manjushri e Avalokiteshvara può davvero fare la differenza. Dopo aver trasmesso il mantra del Buddha della Medicina, ha osservato che a volte le persone temono di incontrare ostacoli nel realizzare ciò che desiderano e ha raccomandato di recitare il mantra di Hayagriva. Ha poi recitato il mantra di Guru Padmasambhava. Infine, ha osservato che la maggior parte dei presenti all’incontro odierno si considera Gelukpa ed ha trasmesso il verso Mig-tse-ma in lode a Jé Tzong Khapa.
Tu sei Avalokiteshvara, grande tesoro di compassione incondizionata;
tu sei Mañjushri, incarnazione di saggezza immacolata;
tu sei Vajrapani, distruttore di tutte le forze oscure;
Tzong Khapa, Losang Drakpa, gioiello della corona tra i dotti della Terra delle Nevi,
prego ai tuoi piedi.
Il maestro di canto ha poi concluso la sessione dirigendo un’interpretazione del “Canto dell’Immortalità – La Preghiera Estesa per la Lunga Vita di Sua Santità il Dalai Lama” da parte dei suoi due Tutor, Ling Rinpoché e Trijang Rinpoché. Sua Santità ha lasciato il tempio e, mentre si dirigeva verso l’uscita, ha sorriso a tutti i sostenitori che si allineavano lungo il percorso cercando di incrociare il suo sguardo. Giunto al cortile del tempio, è salito su un golf cart per tornare alla sua residenza.