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Il Buddha democratico: ‘Reincarnazione addio votiamo il Dalai Lama’
Settembre 17th, 2006 by admin

Repubblica — 17 settembre 2006   pagina 2728   sezione: DOMENICALE

MCLEOD GANJ (India settentrionale) Il XIV Dalai Lama del Tibet ha dichiarato qualche tempo fa che il suo successore potrebbe essere anche scelto attraverso un metodo di elezione democratica, sul genere del conclave dei cardinali che scelgono il Papa. è una novità clamorosa nella tradizione del buddismo tibetano, basato sulla devozione verso un maestro capace di superare la barriera tra la morte e la vita per reincarnarsi come leader del suo popolo. Nella sua residenza tra le montagne dell’ Himachal Pradesh il leader spirituale insignito del Premio Nobel per la Pace ha accettato per la prima volta di sciogliere i dubbi sul vero significato della sua inaudita proposta. «Fondamentalmente», dice, «il Dalai Lama è considerato come una guida dagli altri monaci. Ci sono stati, nella storia passata, casi di maestri che hanno indicato chiaramente dove sarebbero rinati nella vita successiva. è accaduto perfino che il Dalai Lama scegliesse, prima della sua morte, quella che sarebbe stata la sua reincarnazione. D’ altra parte i capi delle diverse scuole, come la “setta gialla” (la stessa scuola Gelugpa del Dalai Lama, ndr), sono sempre stati eletti scegliendo un monaco che si distinguesse per anzianità e saggezza. In altri casi infine la guida della scuola passa di padre in figlio». “Quindi”, prosegue il Dalai Lama, “già nella tradizione c’è un ventaglio di possibilità. Di conseguenza, è logicamente possibile poter prendere in considerazione un’elezione tra qualificati maestri spirituali. Ne parlo da molti anni, non è una novità…”. Sua Santità pensa a una sorta di reggente temporaneo o a una figura investita dalle urne del titolo di Dalai Lama? “Con il concetto di elezione ho solo espresso, manifestato una delle varie idee possibili, non necessariamente in linea con la vecchia tradizione, sempre nel caso che il popolo voglia mantenere l’istituzione che ora rappresento. Ho voluto lanciare questa pietra, questa idea, cosi che delle persone sagge, dalla mente ferma, possano dire: “Oh, sì, questa persona spirituale può assolvere il compito quando il Dalai Lama non ci sarà più”. L’idea forse non le sarebbe mai venuta in mente negli anni in cui era in Tibet… “Un punto ho già espresso chiaramente. Se la situazione rimane ancora com’è adesso per alcuni decenni, quando la fine della mia vita verrà, e nel caso i tibetani vogliano trovare un ragazzo come reincarnazione del precedente Dalai Lama, è certo che la mia rinascita non sarà in Tibet, ma in un paese libero. Perché il principale compito di una reincarnazione è quello di portare a termine il compito iniziato nella vita precedente. Nello stesso tempo la comunità tibetana e gli eredi della tradizione dovranno prendere atto del fatto che oggi l’istituzione e il pensiero del Dalai Lama non riguardano solo il Tibet, perché in molte parti del mondo ci sono persone che seguono o manifestano interesse per la cultura tibetana e per la spiritualità tibetana”. Intende dire che anche queste possono esprimersi sui criteri di selezione del Dalai Lama? “Io penso che potrebbe essere. In tempi precedenti, tra gli stranieri abbiamo avuto legami stretti solo con i mongoli, e il IV Dalai Lama fu infatti un mongolo. Ma oggi certamente anche le genti del nord Himalaya, dell’India, sono molto vicine al Dalai Lama, così come milioni di persone in altre parti del mondo. Perché non anche loro?”. Inclusi gli occidentali? “Sì… Vede, l’istituzione del Dalai Lama nel passato riuniva entrambi i poteri, spirituale e temporale, ma negli ultimi sei anni noi abbiamo già ottenuto che i nostri leader governativi e parlamentari in esilio venissero proclamati per elezione. Per questo da tempo vado dicendo che la mia posizione è attualmente di semi-pensionamento. Anche in campo religioso esistono già da molti secoli i vari capi delle diverse tradizioni buddiste, come Sakya Trinzing, Karmapa Rimpoche, o il Kamtsang Kagyu, Drikung Rimpoche e Drugpa Kagyu. Lo stesso tra i nygmapa, i gelug. Nel passato questi leader avevano molti pochi contatti uno con l’altro, mentre negli ultimi 40 anni i contatti si sono fatti sempre più frequenti e proprio recentemente abbiamo istituito una Consulta dei vari capi religiosi, che naturalmente avranno un ruolo molto importate in questo contesto. Quindi ripeto, io ho parlato delle diverse possibilità, ma non è più molto affar mio. Saranno loro a decidere”. Pochi però sembrano ritenere che un maestro del suo livello possa essere sostituito con un leader eletto. “No, pensi al Papa: non può essere eletto chiunque, e nemmeno trovarsi per caso tra i candidati, dovendo provenire dal collegio dei cardinali. Questi cardinali hanno ottenuto la loro qualificazione attraverso molti anni di applicazione e pratica. Quindi anche nel nostro caso la scelta avverrebbe tra maestri davvero qualificati, che possono esprimere un candidato ideale. Per questo penso che col tempo le cose andranno nel modo giusto”. Il suo predecessore e una serie di divinazioni hanno indicato molti dettagli di come e dove sarebbe rinato il Dalai Lama. Questo sta accadendo anche oggi? “Generalmente, come lei sa, la mia preghiera preferita è quella di poter servire gli altri, e particolarmente i tibetani e la nostra nazione. La mia utilità per il buddhadharma e per il popolo sono in cima ai miei pensieri, com’era nella precedente incarnazione. Quanto alla mia prossima vita… A volte ho delle sensazioni, come spiegare, delle intuizioni. Sì, a volte succede, ma penso che non sia ancora il momento di parlarne… (Ride) A volte penso che potrei essere manipolato, a volte ho sensazioni di poter rinascere in questa o quell’area, ma è troppo presto, e neanche molto utile”. Nemmeno rivelare se si tratta di Est o di Ovest? Ride. “Recentemente, mentre ero in Mongolia, qualcuno mi ha chiesto se il prossimo Dalai potrebbe rinascere lì o no. Non ho risposto! Certo è possibile, ma se dico qualcosa subito i cinesi sono pronti a prendere ogni mia parola e manipolarla. Come sa, io ho un modo di esprimermi libero, ma i cinesi pensano sempre che ci sia dietro una motivazione politica. Quindi preferisco mantenermi tranquillo”. Pechino proverà ad eleggere il suo successore? “Certo, questo è sicuro, ma ripeto che non si rinasce in Cina in queste condizioni”. – RAIMONDO BULTRINI

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