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Membri di una famiglia tibetana incarcerati, torturati e condannati dalla polizia cinese
Luglio 11th, 2010 by admin

Lhasa: polizia cinese in assetto antisommossa in azione.

Lhasa: polizia cinese in assetto antisommossa in azione.

Sono tre fratelli e tre cugini della famiglia Samdrup, perseguitati dalla polizia locale della prefettura di Chamdo, nella Regione autonoma tibetana. Gli arresti sono avvenuti in meno di un anno.

Pechino (AsiaNews/Tchrd) – In meno di un anno la polizia cinese ha arrestato, torturato e condannato alla prigione o alla “rieducazione-tramite-lavoro” tre fratelli e tre cugini della stessa famiglia tibetana. Lo rivela il Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia (Tchrd) che parla di sentenze ingiustificate e vendetta personale da parte di ufficiali della polizia locale ai danni di sei membri della famiglia Samdrup del villaggio Gonjo County, nella prefettura di Chamdo, Regione autonoma tibetana. I primi ad essere arrestati sono Jigme Namgyal e Rinchen Samdrup, direttori di una ong ambientalista. I due fratelli hanno accusato membri della polizia locale di caccia illegale di alcuni animali in via d’estinzione. Il 7 agosto del 2009 sono stati arrestati. Jigme è stato condannato in novembre a 21 mesi di “rieducazione-tramite-lavoro” con l’accusa di “danneggiamento della stabilità sociale”, per avere raccolto informazioni sull’ambiente e averle condivise con “la cricca del Dalai Lama”. … Il 3 luglio 2010, dopo quasi un anno dall’arresto, Rinchen Samdrup è stato condannato a 5 anni di prigione con l’accusa di “incitamento alla divisione del Paese” per avere pubblicato  sul suo sito un articolo riguardo al Dalai Lama. Il 3 gennaio 2010 anche Karma Samdrup, fratello dei due arrestati, è stato preso in custodia dalla polizia cinese con l’accusa di “sciacallaggio” per l’acquisto di alcuni manufatti nello Xinjiang nel 1998. L’arresto è avvenuto dopo che Karma aveva visitato i fratelli in prigione e aveva parlato in loro difesa. Inoltre, Karma, affermato uomo d’affari, aveva la licenza per commerciare in manufatti. Dopo essere stato picchiato e torturato per sei mesi, Karma è stato condannato il 24 giugno a 15 anni di prigione e gli sono stati revocati i diritti politici per cinque anni. Attivisti per i diritti umani sostengono che il processo è stato una farsa e che i diritti di Karma sono stati violati. Karma non ha potuto vedere il suo avvocato se non  30 minuti prima dell’inizio del processo. “La corte ha del tutto ignorato i fatti, calpestato il sistema legale e violato l’umanità di Karma” ha spiegato l’avvocato Pu Zhigiang. Anche tre cugini dei fratelli sono stati arrestati. Sonam Choephel, dopo avere organizzato una petizione in difesa di Rinchen Samdrup a Pechino, è stato condannato a un anno e mezzo di “rieducazione-tramite-lavoro”. A marzo, Rinchen Dorje, monaco buddista, è stato arrestato sulla base di vaghi capi di accusa e tuttora non si sa dove sia. Il 5 luglio, un sesto membro della famiglia Samdrup, Tashi Topgyal, è stato arrestato a Lhasa dove stava cercando informazioni su Rinchen Dorje. Sembra che l’abbia trovato in un ospedale, ricoperto da bruciature che la polizia cinese ha spiegato come punizioni inflitte con scariche elettriche per avere cercato di scappare.

Alcuni analisti ritengono che la persecuzione non sia responsabilità del governo centrale di Pechino ma di rappresaglie di ufficiali locali.

fonte – http://www.asianews.it/notizie-it/Membri-di-una-famiglia-tibetana-incarcerati,-torturati-e-condannati-dalla-polizia-cinese-18899.html


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