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Migliaia di contadini scacciati dalle loro terre per la diga di Lhundrub
Dicembre 13th, 2010 by admin

La diga di Lhundrub

La diga di Lhundrub

Il progetto idroelettrico sbarrerà tre fiumi della contea di Lhundrub. Migliaia di contadini privati della casa e dei campi da coltivare, non si sa come vivranno. Lo sviluppo economico del Tibet avviene senza alcun rispetto per i diritti dei tibetani. Oltre 4mila residenti a Phodo, contea di Lhundrub poco sopra Lhasa, saranno cacciati da casa per realizzare un progetto idroelettrico nella zona. Lo sviluppo economico del Tibet continua ad avvenire a danno dei tibetani, che godono in minima parte dei vantaggi che vanno al resto della Cina. Fonti locali hanno spiegato all’agenzia Radio Free Asia che “i cinesi stanno costruendo ponti e bloccando il corso del fiume”. “I cinesi hanno già costruito le case per i soldati cinesi che sono arrivati per costruire una diga”. Vicino a Phodo scorrono i fiumi Radreng, Lhaching e Pachoe, si ritiene che la diga li riguarderà tutti. …Il progetto riguarda almeno 6 villaggi, tra cui Phodo. Alcune famiglie sono già state allontanate ed entro settembre 2011 saranno tutti trasferiti. Intanto, per meglio convincerli ad andare via, le autorità hanno avvertito i residenti “che non possono irrigare o coltivare le loro terre, né fare i raccolti”. Le oltre 500 famiglie di Phodo non vogliono andarsene, perché oltre alla casa perderebbero le coltivazioni, unico mezzo di sostentamento, hanno paura di ricevere alloggi inadeguati e di restare senza lavoro. Per questo hanno chiesto di restare nella zona, ma hanno ricevuto un diniego e sono stati alloggiati in vari centri. Alcune famiglie sono state mandate nella capitale Lhasa, dove non c’è terra coltivabile: i contadini hanno dovuto vendere il bestiame. “Ogni famiglia – aggiunge la fonte – dovrebbe ricevere 10mila yuan in compensazione, ma è stato loro ordinato di spenderli per costruire la nuova casa”. La Cina dice che in Tibet combatte soltanto le forze scissioniste e ha portato sviluppo economico e ricchezza. Ma i tibetani rispondono che sono privati di diritti elementari, come la libertà di parola, ed è in atto un genocidio culturale che colpisce monaci, intellettuali, chiunque si riferisce al Dalai Lama, leader religioso e premio Nobel per la pace costretto all’esilio. Lo sviluppo economico è in mano a etnici han e favorisce soprattutto i cinesi emigrati nella zona, che hanno posizioni di comando. Tra l’altro, questo sviluppo avviene senza rispetto per il fragile ecosistema del Tibet, con la realizzazione di dighe e altri grandi opere senza alcun precedente studio circa l’impatto ambientale. (AsiaNews/Agenzie)


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