Sua Santità il Dalai Lama: Il bodhicitta più profondo nelle “37 Pratiche dei Bodhisattva”

Sua Santità il Dalai Lama: L’odio può sorgere da circostanze spiacevoli o da sofferenza. Pertanto se realizziamo come tale sofferenza sia priva di un’esistenza intrinseca, e la vediamo come se fosse soltanto un’illusione, questo ci aiuta a bloccare il nostro odio. Affrontare una circostanza spiacevole in questo modo è la pratica di un Bodhisattva.

Sua Santità il Dalai Lama: Il bodhicitta più profondo nelle “37 Pratiche dei Bodhisattva”

In tre dei suoi 37 versi, Togme Zangpo presenta la pratica dei Bodhisattva di applicare la corretta comprensione della vacuità in tutte le situazioni della vita. In questa lezione, Sua Santità il Dalai Lama spiega come ottenere questa comprensione corretta attraverso la meditazione sulla vacuità simile allo spazio e simile all’illusione.

(22) La pratica di un Bodhisattva è di non tenere a mente caratteristiche intrinseche di oggetti conosciuti e menti che li conoscono, realizzando semplicemente come sono le cose. A prescindere da come appaiano le cose, esse vengono dalle nostre stesse menti; e la mente-stessa è, sin dall’inizio, separata dagli estremi dell’elaborazione mentale.

I praticanti del Cittamatra asseriscono come ogni cosa che appare ed esiste, tutti i fenomeni, siano della natura della mente. Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 della scuola Madyamaka, tuttavia, asserisce come ogni cosa che appare ed esiste non sia intrinsecamente stabilita come qualcosa per suo stesso potere. È stabilita come qualcosa, semplicemente grazie al potere di come le nostre menti convenzionali cognitivamente la conoscono. Questa è l’esistenza convenzionale o superficiale, che pertanto non è fondamentalmente vera.
Se i fenomeni avessero un modo fondamentale di esistere come qualcosa, intrinsecamente stabilita in sé stessa, allora più ricerchiamo questa maniera di esistere con una mente che analizza la verità più profonda, più chiara diventerebbe. Ma in effetti, la maniera in cui le cose sembrano esistere come qualcosa, intrinsecamente stabilite in sé stesse, lentamente si dissolve finché non si trova nessuna base o fondamento. Questo non è perché i fenomeni non esistono affatto, poiché in tal caso non riceveremmo nessun danno o beneficio da essi. Siccome effettivamente riceviamo beneficio e danno, i fenomeni esistono. Tuttavia non riusciamo a trovare la loro modalità apparente di esistere come qualcosa come un modo di esistenza intrinsecamente stabilito dal loro lato. Così ne consegue che i fenomeni non esistono come qualcosa in loro stessi, intrinsecamente stabiliti per via del loro potere, ma stabiliti soltanto come qualcosa attraverso il potere di come la mente convenzionale cognitivamente li conosce, ovvero attraverso la designazione mentale.

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