S.S. Dalai Lama: Messaggio in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Sua Santità il Dalai Lama: Considero il lavoro a favore dei diritti umani o l’attivismo una sorta di pratica spirituale. Prendendo le difese di chi è perseguitato per motivi razziali, religiosi, etnici o ideologici, voi state contribuendo concretamente a guidare la nostra famiglia umana verso la pace, la giustizia e la dignità.

Sua Santità il Dalai Lama

Trovo estremamente incoraggiante venire a sapere che vi sarà una commemorazione mondiale in occasione del 50° anniversario dall’adozione e dalla ratifica della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. E sono anche davvero felice che l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani stia promuovendo il suo studio e la sua diffusione, ovunque nel mondo,  affinché anche la gente comune comprenda in modo approfondito quali sono i propri diritti.

I diritti umani sono di interesse universale perché è parte della natura di ogni essere umano il desiderio di libertà, di uguaglianza, di dignità e tutti hanno il diritto di vedere questo desiderio realizzato. Che ci piaccia o meno, siamo tutti nati in questo mondo come membri di un’unica grande famiglia umana.
Poveri o ricchi, colti o analfabeti, cittadini di una nazione o di un’altra, praticanti di una fede o di un’altra, sostenitori di una ideologia o di un’altra, alla fine ciascuno di noi è un essere umano, esattamente come tutti gli altri. Tutti vogliamo la felicità, nessuno desidera la sofferenza.
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Sua Santità il Dalai Lama: Disarmo per la pace nel mondo

Nel corso della storia, l’umanità ha tentato di conquistare la pace in vari modi. E’ troppo ottimistico immaginare che un giorno finalmente ci riusciremo? Non credo che l’odio tra la gente sia aumentato, piuttosto è cresciuta la capacità di manifestarlo, attraverso armi sempre più distruttive. Aver assistito alla tragica evidenza dello sterminio di massa causato da queste armi nel nostro paese ci ha dato l’opportunità di controllare la guerra. Ed è chiaro che è necessario deporre le armi. Il disarmo può essere messo in atto soltanto nel contesto di nuove relazioni politiche ed economiche. Continue reading »

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The 13th Dalai Lama Thubten Gyatso in Lhasa, Tibet. (Photo courtesy Colonel Leslie Weir/Tibet Images)

The First Dalai Lama, Gedun Drupa

The First Dalai Lama, Gedun Drupa, was born in 1391 in Gyurmey Rupa, near Sakya in the Tsang region of central Tibet to Gonpo Dorjee and Jomo Namkha Kyi, a nomadic family. His given name was Pema Dorjee.

He did his primary studies of reading and writing Tibetan script with Gya-Ton Tsenda Pa-La, and then at the age of fourteen, he took his novice vows from Khenchen Drupa Sherab, abbot of Narthang monastery, who gave him the religious name of Gedun Drupa. Latter, in the year 1411, he took the Gelong vows (full ordination) from the abbot.

The young Gedun Drupa was aware of the fame of the Great Tsongkhapa, the founder of the Gelugpa School and he became his disciple in 1416. His loyalty and devotion to Tsongkhapa persuaded the great master to make Gedun Drupa his principal disciple. Tsongkhapa handed Gedun Drupa a brand new set of robes as a sign that he would spread the Buddhist teachings all over Tibet. In 1447, Gedun Drupa founded the Tashi Lhunpo monastery in Shigatse, one of the biggest monastic Universities of the Gelugpa School.

The First Dalai Lama, Gedun Drupa was a great person of immense scholarship, famous for combining study and practice, and wrote more than eight voluminous books on his insight into the Buddha’s teachings and philosophy. In 1474, at the age of eighty-four, he died while in meditation at Tashi Lhunpo monastery.

The Second Dalai Lama, Gedun Gyatso Continue reading »