S.S. Dalai Lama: Insegnamenti Kalachakra Ky Gompa 8

8 LA SAGGEZZA DELLA BODHICITTA ULTIMA

Dagli insegnamenti di Sua Santità il XIV Dalai Lama, preliminari all’iniziazione del Kalachakra, conferiti a Ky Gompa (Spity Valley) H.P. – India 8 -11 ago 2000, basati sugli “Stadi Intermedi di Meditazione” di Acharya Kamalashila e le “Trentasette pratiche del Bodhishattva” di Togmey Sangpo

Tra gli ascoltatori occidentali figurava anche un gruppo d’italiani del Centro Studi Tibetani FPMT Sangye Cioeling di Sondrio che ha registrato il discorso di Sua Santità, tradotto in inglese dal competente monaco Lakdhor. Ve ne proponiamo l’ottava parte.

Appunti a cura del Dott. Luciano Villa e di Graziella Romania

Sua Santità il XIV Dalai Lama

Abbandonare l’attaccamento verso i parenti, gli amici, i vostri benefattori, questa è la pratica del bodhisattva. Pertanto, non sviluppate eccessivo attaccamento, nemmeno verso i vostri cosiddetti benefattori.

“Le affermazioni dure disturbano la mente degli altri e fanno degenerare il vostro cammino verso quello del bodhisattva”. Pertanto, abbandonare ogni discorso offensivo, ogni scortesia verso la mente degli esseri senzienti, è la pratica del bodhisattva.

Se vi siete abituato alle emozioni affliggenti, vi sarà difficile eliminarle, opporre loro delle contromisure: dovrete usare l’arma della consapevolezza e della presenza mentale come antidoto”. <!– @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } –>

Non appena sorgono l’attaccamento e le altre emozioni affliggenti dovrete impegnarvi per distruggerle subito. Questa è la pratica del bodhisattva. E’ importante sviluppare adatte contromisure fin dal primo manifestarsi delle emozioni affliggenti, non si deve certo attendere che si sviluppino per intervenire!

– In qualsiasi luogo e situazione vivete, dovrete sempre tenere sotto osservazione la natura della vostra mente, attivando in ogni istante la vostra consapevolezza.

Sarete, così, rispettosi degli altri e seguirete la via del bodhisattva. Perciò, qualsiasi azione virtuosa abbiate accumulato con le vostre azioni, la dovrete dedicare per eliminare la sofferenza degli altri esseri senzienti, sviluppando saggezza, e non attaccamento verso i tre veleni: questa è la pratica del bodhisattva.

L’autore di questo testo continua dicendo che esso è basato su autentici sutra, da non riferire a coloro che non hanno intrapreso la pratica del bodhisattva; egli aggiunge che, per le sue limitate capacità, la composizione poetica non è risultata ben fatta, ma, dal momento che è basata sui grandi sutra, egli è del parere che riesca ugualmente a spiegare il cammino dell’infallibile via del bodhisattva.

Ma, allo stesso momento, con umiltà aggiunge che:” E’ ben difficile intraprendere la grande pratica del bodhisattva se, come nel mio caso, si possiede una limitata intelligenza. Perciò, se l’esposizione può esservi risultata contraddittoria ed ho scritto delle parole inopportune, vi prego di scusarmi”.

Al termine di quest’esposizione, in vista di conferire l’iniziazione del Kalachakra, ricordo l’importanza della comprensione e della realizzazione della bodhicitta e della visione della vacuità.

Ovviamente, ci sono molte persone appena arrivate, che sono qui giunte apposta per ricevere il Kalachakra, di cui do per scontato che fanno le loro pratiche ed hanno sviluppato una buona comprensione della materia: anche nel loro caso è importante aver presente l’importanza d’applicare la bodhicitta e la visione della vacuità.

Lo sviluppo delle pratiche spirituali è simile alla costruzione d’un edificio: è importante avere una buona comprensione delle pratiche fondamentali, come la bodhicitta e la visione della vacuità, solo allora si potranno ricevere le più alte pratiche tantriche.

Sua Santità il XIV Dalai Lama: La saggezza della bodhicitta ultima è inossidabile come una lampada di burro indisturbata dal vento.

A questo punto avete realizzato direttamente la vacuità. La mente dell’entità della bodhicitta ultima è inclusa nel sentiero della visione: quello che spiega appunto la natura priva d’un sé dei fenomeni.

Attraverso questo conseguimento, entrate nel sentiero che mette a fuoco la realtà ultima delle cose e risorgete nella famiglia dei Tataghata. Quando, per la prima volta, raggiungerete il sentiero della visione, conseguite anche il primo livello spirituale. Si tratta dello stato inossidabile del bodhisattva, disgiunto dal vagabondaggio delle rinascite, dimorante nella vacuità del Buddha: è il primo livello del bodhisattva, raggiunto il quale diventate un essere con qualità particolari e fate anche parte del Sangha.

Potete trovare molti più dettagli sui particolari vantaggi derivanti dall’ottenimento di queste qualità, consultando il testo: “I dieci livelli spirituali”.

Non lanciate le sciarpe! Se, proprio lo volete fare, aspettate il momento dell’offerta completa del mandala. Sto scherzando, ma non c’è alcuna necessità di gettare le sciarpe: si forma solo della polvere suscitata dal lancio delle sciarpe stesse!

Generalmente, quando parlo della kata o sciarpa bianca, ne do anche una breve descrizione. La loro tradizione deriva dall’India: anche al giorno d’oggi quando si visita un tempio indiano si offre una stola votiva, ugualmente in India succedeva nel passato quando si riceveva un ospite: gli si offriva una sciarpa.

Quindi, questa tradizione fu riportata in Tibet. La tradizione è indiana ma non lo è il tessuto, che non proviene dal Tibet, ma dalla Cina. Tuttavia, la pratica attuale è fatta dai tibetani, ma non la ritengo indispensabile!

Sua Santità il XIV Dalai Lama: Quando raggiungete l’ottavo livello spirituale o bumi, avrete eliminato le emozioni affliggenti.

Questi parlano della meditazione stabilizzativa focalizzata sulla vacuità del bodhisattva che entra in meditazione non concettuale, libera dall’elaborazione. In tal modo, chi ha raggiunto il primo livello, percorrendo il sentiero della meditazione prende dimestichezza con le due saggezze: del mutevole stato transitorio della saggezza susseguente e dei mezzi abili.

In questo modo, gradualmente, il bodhisattva purifica la sottile accumulazione delle oscurazioni, che sono gli oggetti di meditazione del sentiero della purificazione.

A partire dal secondo livello spirituale entrate nel sentiero della meditazione, qui trovate il secondo, il terzo livello spirituale e così via.

Secondo la speciale visione filosofica di Nagarjuna, quando raggiungete l’ottavo livello spirituale o bumi, si eliminano le emozioni affliggenti. Attraverso i primi sette livelli, da considerare ancora impuri, si eliminano le emozioni affliggenti, mentre, nei tre successivi livelli puri, si eliminano le impronte lasciate dalle emozioni affliggenti. Quando raggiungete il decimo bumi, o livello spirituale del bodhisattva, vi trovate al più elevato stadio d’ottenimento: le attività d’un bodhisattva di quel livello sono molto simili a quelle d’un Buddha.

Sua Santità il XIV Dalai Lama: Lo stato del diamante

Infine, quando rimuovete i più sottili oggetti d’eliminazione, ottenendo lo stato del diamante simile alla meditazione stabilizzativa, la stessa continuità di questa identica mente diventa la mente del Buddha. E’ la medesima mente che giunge al sommo livello: essa gradualmente si purifica e migliora sé stessa, rimuovendo una serie di livelli di emozioni affliggenti e di varie oscurazioni, portandoci all’illuminazione.

E’ in questo modo che gradualmente riducete le emozioni affliggenti e, viceversa, a poco a poco incrementate le giuste qualità. E’ in questo modo che, infine, raggiungete l’onniscenza.

Non appena l’avrete ottenuta, dal momento che avrete sviluppato bodhicitta a favore di tutti gli esseri senzienti, in virtù della forza data da questa mente, sarete capaci di manifestarvi in infinite forme, beneficiando tutti gli esseri senzienti.

Quando raggiungerete lo stato di Buddha, avrete guadagnato tutti gli scopi che vi eravate promessi entrando nella saggezza dei tatagata, raggiungendo l’oceano dell’onniscienza.

In tal modo, attraverso pratiche graduali, si ottiene la completa purificazione della mente.

Spiega il Buddha: “Per raggiungere questo livello finale si dovrà purificare la mente nello stesso modo in cui viene raffinato l’oro”.

Sua Santità il XIV Dalai Lama: Meditiamo su tutti gli esseri, visualizziamo tutti gli esseri senzienti, è questo il modo di realizzare il sentiero della via di mezzo.

Abbiamo ora completato la seconda parte dell’insegnamento di Kamalashila, che fu tradotto in tibetano dal’abate indiano Pranghinevarma e dal monaco Yeshe Ho. Ho ricevuto il commentario e la trasmissione di questi testi, gli “Stadi Intermedi di Meditazione”, dall’abate Sakya Kempo Sangye Tenzin, di cui abbiamo avuto la reincarnazione.

Si trattava d’un maestro molto umile e disciplinato, da lui ho ricevuto tutti e tre gli “Stadi Intermedi di Meditazione”. A sua volta, Kempo Sangye Tenzin, durante il pellegrinaggio al monastero di Samye in Tibet, incontrò sul trono usato da Shantarakshita, un gran lama del Kham che gli trasmise questi insegnamenti sugli “Stadi Intermedi di Meditazione” di Kamalashila. Quest’ultimo fu un discepolo dell’abate Shantarakshita. Secondo la tradizione, egli visitò il Tibet e a lui si attribuisce appunto quest’importante opera: “Stadi Intermedi di Meditazione” che compose durante il suo soggiorno in Tibet. Pertanto questo testo ha un’importante connessione col popolo tibetano.

Ricevetti la trasmissione delle “Trentasette pratiche del Bodhishattva” di Togmey Sangpo, dallo scomparso Lama Tenzin Gyaltzen, che mi conferì diversi insegnamenti. A sua volta egli ricevette quest’insegnamento da un maestro Dzochen del Kham. Ricevetti inoltre il testo che stò attualmente consultando da Latzo Rimpoche.

Quel che è importante in questo testo delle “37 pratiche” e in quello degli “Stadi intermedi della meditazione” è la loro letture e rilettura, perché questi due testi spiegano i soggetti generali delle pratiche Buddhiste, degli stadi intermedi della meditazione,. Le pratiche da compiere giornalmente sono spiegate nelle “37 pratiche del Bodhisattva”, in cui vengono dati insegnamenti semplici sia da capire, che da seguire.

Sarebbe meraviglioso se recitaste queste “37 pratiche” come le vostre pratiche quotidiane. Recitando e leggendo questo testo potreste richiamarvi al significato di quel che vi è stato detto. E’ importante che, in tal modo, vi familiarizzate completamente ai contenuti di queste “37 pratiche” e agli “Stadi intermedi della meditazione”.

In tal modo, gradualmente, affinerete e disciplinerete non solo la vostra mente recalcitrante, ma trasformerete anche il comportamento del vostro corpo, del vostro linguaggio e della vostra mente. In questo modo, sarete capaci di rendere felice la vostra vita!

Attraverso questa mente disciplinata, qualsiasi sia la vostra professione, sia d’insegnante, sia di scienziato, di manager, d’uomo o donna d’affari, fintantoché avrete questa meravigliosa motivazione, tutte le attività umane vi saranno di beneficio.

Se, viceversa, vi separerete dalla pura motivazione, persino le pratiche religiose diverranno causa d’accumulazione di negatività, di sofferenza, provocando invidia e rabbia: se sarete un leader le vostre azioni saranno destinate a fallire, se sarete uno scienziato il vostro lavoro sarà molto distruttivo.

Il fatto che le vostre azioni diventino positive o negative dipende sostanzialmente dalla vostra visione mentale e dalla vostra motivazione.

Come disse un grande maestro :”Quando la vostra mente è positiva, allora lo sarà anche il sentiero ed il terreno che intraprendere, viceversa se la mente è negativa, vi troverete a percorrere una strada negativa”.

Tutto quindi dipende dalla mente, e quando la vostra visione mentale è positiva, condurrete una vita pacifica, rilassata, tranquilla ed al momento della morte potrete morire in pace, nella consapevolezza d’aver condotto una vita piena di significato, e morirete pienamente soddisfatti.

D’altra parte, se vivrete invece una vita molto distruttiva, al momento della morte spirerete con grande paura.

Se siete un praticante religioso, si dice che darete il benvenuto alla morte, e, persino se siete un medio praticante, non n’avrete paura.

Perciò, se condurrete una buona vita, avrete accumulato un gran senso di pace nella vostra esistenza.

E’ quindi molto importante impegnarsi a fondo nella nostra vita di tutti giorni.

Questo completa gli insegnamenti preliminari. Grazie, molte grazie.

Sua Santità il XIV Dalai Lama: A questo punto è bene chiedersi: “Quale dev’essere la motivazione corretta per desiderare di ricevere l’iniziazione del Kalachakra?

Le pratiche tantriche sono tecniche tese all’ottenimento veloce dell’accumulazione delle due qualità: metodo e saggezza. Se, altrimenti userete le pratiche tantriche per altri scopi, come per ingannare gli altri, per ottenere ancor più potere per prevaricare e distruggere gli altri, per accumulare beni materiali e così via, se utilizzerete le segrete e supreme pratiche tantriche per ottenere dei vantaggi solo per questa vita, ciò è molto svantaggioso.

Questa situazione è un po’ quello che avviene con le proprietà del sandalo: esso dona fragranza e freschezza in estate, se tuttavia distruggete gli alberi di sandalo, invece di ricevere frescura, sarete colpiti ancor più dalla calura sprigionata da quella zona fattasi sempre più riarsa. In maniera simile vi accadrà se userete in modo scorretto le pratiche tantriche. Quando ci si dedica alle pratiche tantriche, è molto importante generare una pura motivazione universale tantrica mahayana. Il giusto modo di procedere è quindi quello di prendere rifugio nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha, il che vi contraddistingue dai sentieri errati. Occorre inoltre sviluppare altruismo, il desiderio d’ottenere la liberazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti, che vi contraddistingue dai sentieri inferiori.

Questa dev’essere la nostra motivazione corretta per desiderare di ricevere l’iniziazione del Kalachakra!

Sua Santità il XIV Dalai Lama: Gli insegnamenti completi del Buddha comprendono sia le pratiche dei sutra che quelle dei tantra.

Per quest’ultime, dovreste seguire, all’esterno, il sistema di Praktimosha, mentre, internamente, dovrete seguire lo stile di vita del Bodhishttva e, segretamente, dovreste seguire le pratiche del tantra.

Cosicchè, queste tre pratiche sono da seguire come un sistema integrato, e, praticando in questo modo, potreste diventare un depositario della conoscenza, detentore dei tre voti: i voti laici, i voti dei monaci, e, nel caso dei voti di Praktimosha, i voti della liberazione individuale. Inoltre, avrete anche i voti del Bodhisattva, e, al culmine, potreste avere anche i voti tantrici: in questo caso diverreste un depositario del sapere detentore dei tre voti. Per quanto riguarda il Sangha, anch’esso ha preso i voti di Praktimosha.

Nel caso dei laici, nel caso che n’abbiate il desiderio, vi sarebbe di beneficio ricevere i voti di Upsaka, di cui ve ne sono di diversi livelli, se vi è possibile li potete ricevere tutti, altrimenti, oltre ai cinque precetti, ne potreste riceverne solo alcuni, in base alle vostre capacità, alla vostra aspirazione.

Ricevere i voti d’Upsaka rappresenta un eccellete beneficio. Rendendosi conto dei benefici dati dalla bodhicitta e avendone sviluppato una comprensione minimale, quando si ottiene questa gentile esperienza, quando si diventa familiari con la bodhicitta, a quel punto riceverete la bodhicitta dell’aspirazione, l’otterrete assieme alla vostra decisione di metterla in pratica.

Ciò stabilizzerà la vostra esperienza ed il vostro desiderio di raggiungere la bodhicitta: è a questo punto che si riceve la bodhicitta dell’espressione con l’intenzione di realizzarla.

Il che significa: “Ora ricevo le bodhicitta e focalizzandomi su questa mente, esprimerò la determinazione di non permettere mai alla mia mente di degenerare”.

Questa è la decisione che dovete prendere.

Pertanto, a questo punto dovete pensare che state per ricevere l’iniziazione nel modo corretto, a ciò corrisponde un vostro sincero desiderio di praticare la bodhcitta e la comprensione della vacuità: al culmine di questo processo, voi ricevete l’espressione della bodhicitta con la decisione di praticarla e di non permettere che degeneri.

Perciò, avete bisogno d’osservare alcuni precetti.

Se, tuttavia, pensate di non ottenete la necessaria familiarità nell’osservare i precetti, voi dovrete semplicemente generare questa mente, ma dovreste anche pensare di non permettere mai che la mente di bodhicitta degeneri.

Per generare la bodhicitta dell’aspirazione dovete innanzitutto purificare la vostra mente.

Per generare la bodicitta espressionale assieme alla decisione di praticarla occorre, da un lato combattere le negatività e, dall’altro, accumulare qualità positive. Questo lo facciamo attuando le “Trentasette pratiche del Bodhishattva” di Togmey Sangpo. Se prendiamo coscienza delle nostre negatività, siamo già sulla strada d’una gran pratica. Immaginiamo chi non riesce nemmeno a rendersene conto. Ciò fa sì che si ricade in innumerevoli azioni negative.

Queste, tuttavia, possono essere purificate dai quattro poteri opponenti: la confessione, il rallegrarsi, e l’apprezzare le inesauribili qualità di corpo parola e mente di Buddha e dei suoi quattro corpi, che si ottengono con l’accumulo d’immensi meriti e di saggezza, per incredibili lunghi eoni nella pratica dei bodhisattva. Occorre riflettere sulle infinite vite dei bodhisattva, sviluppando stima ed apprezzamento per queste qualità.

– Occorre pure rispettare le qualità degli Sravaka e dei Praktica Buddha, i praticanti del sentiero Hinayana, che hanno sviluppato dei potenti poteri opponenti, che hanno distrutto le emozioni negative, le emozioni disturbanti, e che hanno sviluppato delle qualità di corpo parola e mente. Nell’ambito del sentiero Mahayana, fintantoché si è sotto il controllo delle afflizioni negative, ma si assume la responsabilità d’aiutare gli esseri senzienti, significa che abbiamo già adottato il comportamento d’un bodhisattva. Questo può esser molto apprezzabile per dei praticanti ordinari, come noi, impegnati in modo diversificato nella pratica dei tre veicoli hinayana, mahayana e tantrayana. E’ importante ricordare le qualità dei Buddha. Occorre inoltre apprezzare i praticanti Hinayana ed i praticanti ordinari che sono nel sentiero Mahayana, che ancora sono afflitti, ma che sono impegnati in attività per il beneficio di altri. Ci sono moltissime persone capaci d’assumere grandi responsabilità nell’aiutare gli altri: è il caso dei Buddha del passato ed anche di tempi più recenti.

Un aspetto importante consiste nel chiedere ai Buddha di non andare oltre, di non andarsene nel paranirvana, ma di esaudire la richiesta di tornare ad insegnarci.

Perché il Buddha possa venire ad aiutarci, accorre che lo chiediamo con tutta la nostra energia. Dedichiamo ora le nostre azioni per ottenere la suprema illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

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