Sua Santità il Dalai Lama: “Dobbiamo considerare il Buddha come un medico od un insegnante, ed aver fiducia in lui e nelle sue istruzioni. Il Dharma è la medicina che dobbiamo prendere e dobbiamo quindi praticare in accordo con esso. Anche se non possiamo ottenere immediatamente il Dharma finale, alla fine possiamo farlo attraverso lo sviluppo di tutte le qualità: prima e dopo essere entrati nel sentiero. A poco a poco saremo così in grado di ottenere la piena e indefettibile Dharmità. Perciò dobbiamo partire dalla base, abbandonando le azioni non virtuose”.
10 Insegnamenti preliminari alla Iniziazione al Kalachakra per la Pace nel Mondo, conferiti da Sua Santità il 14° Dalai Lama a Bodhgaya, Bihar, India, nel dicembre 1974 su “Le Trentasette Pratiche del Bodhisattva” di Ngulchu Thogme Zangpo, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=134 . Appunti e traduzione del Dott. Luciano Villa al Centro Studi Tibetani “Sangye Cioe Ling” Sondrio (il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama), nell’ambito del Progetto Free Dalai Lama’s Teachings per il benessere di tutti gli esseri senzienti.
Sua Santità il Dalai Lama: La settima pratica del bodhisattva.
Quegli dei che sono essi stessi rinchiusi nella prigione del samsara, come possono tali divinità mondane avere la capacità di proteggerci o di liberarci? Pertanto, rifugiarsi in chi può essere sempre di sostegno, rifugiandosi nella Triplice Gemma: questa è la pratica del bodhisattva.
Coloro che sono completamente incatenati dal karma e delusioni nel samsara, per esempio, dei terreni o spiriti, asura, e che hanno fama di avere la capacità di danneggiare le persone e di fornire alcuni benefici piuttosto lievi e temporanei, questo tipo di divinità, in particolare nelle zone di confine, sono molto popolari. Ad esempio, ci sono villaggi di montagna le cui divinità sono stati oggetto anche di sacrifici umani e di animali. Tali divinità sono assolutamente sbagliate, in particolare quelle che, nella speranza di pioggia e buoni raccolti, richiedono il sacrificio di animali. Gli spiriti che richiedono questo tipo di offerte negative sono malefici da se stessi. Questo è ugualmente vero per alcuni oracoli. La loro situazione è la stessa come la nostra, anche loro sono soggetti alla sofferenza, anche se non hanno un corpo come noi e possono esistere nel regno senza forma. Ma come noi sono soggetti a karma e delusioni. Dal momento che sono nella nostra stessa situazione, non vi è alcuna ragione per rifugiarsi in loro. Quindi, quale divinità mondana ci può salvare? Dal momento che il loro potere e capacità di salvare (gli esseri dalla sofferenza del samsara) sono in loro carenti, come possono aiutarci? Poiché il “rifugio” implica la speranza, ma così le nostre speranze saranno sempre deluse. Sapendo che sono impotenti, e volersi ugualmente rifugiare in loro, è una prova di stupidità. Prima di porvi delle speranze, dobbiamo prima chiederci se l’essere in questione ha il potere o la capacità, e decidere di conseguenza di rifugiarvisi o meno. Quindi non vale la pena di rifugiarsi in dèi impotenti e mondani. Allora, dove è l’oggetto corretto di rifugio, che non ci ha mai deluso? Questo è la Triplice Gemma, che è il rifugio perfetto. Realizzarla è una pratica del bodhisattva. Continue reading »