4 – S.S. Dalai Lama Insegnamenti su “Le 37 Pratiche del Bodhisattva, Kalachakra, Bodhi Gaya 1974

Sua Santità il 14° Dalai Lama: Come dice il Bodhicaryavatara, "Come la terra, l'acqua, l'aria, il fuoco e lo spazio, possa io essere sempre un supporto vivente per gli infiniti esseri senzienti." 

Sua Santità il 14° Dalai Lama: Come dice il Bodhicaryavatara, "Come la terra, l'acqua, l'aria, il fuoco e lo spazio, possa io essere sempre un supporto vivente per gli infiniti esseri senzienti."

4 – Insegnamenti, preliminari all’Iniziazione al Kalachakra per la Pace nel Mondo, conferiti da Sua Santità il 14° Dalai Lama a Bodhgaya, Bihar, India, nel dicembre 1974 su “Le Trentasette Pratiche del Bodhisattva” di Ngulchu Thogme Zangpo vedi https://www.sangye.it/altro/?p=134. Appunti e traduzione del Dott. Luciano Villa al Centro Studi Tibetani “Sangye Cioe Ling” Sondrio (il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama), nell’ambito del Progetto Free Dalai Lama’s Teachings per il benessere di tutti gli esseri senzienti. Continua da qui https://www.sangye.it/wordpress2/?p=5057.

Sua Santità il Dalai Lama: Il Karma e La preziosa rinascita umana.

Ricordiamo che le tre porte del Buddha sono: Manjushri, che incarna la saggezza, Vajrapani, che incarna il potere, ed Avalokiteshvara che incarna la compassione di tutti i Buddha, perciò questo omaggio è rivolto principalmente a lui. Esso si rivolge anche al guru, perché, come ha detto Atisha, tutte le qualità, grandi e piccoli, sono dovute a guru.Tutte le qualità in generale, e le qualità Mahayana in particolare, provengono esclusivamente dal guru, è solo da lui che si può trovare il giusto metodo per il proprio sviluppo interiore, e questo è il motivo per cui ci rifugiamo in lui.

Il guru ed Avalokiteshvara non sono esseri ordinari. Essi formano un oggetto, che contiene tutte le qualità delle realizzazioni, e l’abbandono, non solo delle passioni ed illusioni, ma anche delle impronte lasciate dalle illusioni, anche delle più minuscole. Anche i grandi arhat non possono vedere contemporaneamente le due verità: la relativa e l’assoluta. O sono in shunyata e non possono vedere i fenomeni, o vedono i fenomeni, ma non vedono shunyata, anche se l’hanno compresa. Solo un essere che ha raggiunto la Buddhità possa vedere entrambi allo stesso tempo. Per questo ha dovuto ottenere l’abbandono supremo, quella di tutte le impronte. Non si può tornare venire, il shunyata assoluto è immobile. Da questa meditazione, che unisce shunyata e la visione di tutti gli esseri senzienti, Avalokiteshvara ha le qualità che gli permettono di aiutare tutti gli esseri senzienti in base alle loro specifiche tendenze ed al loro stadio di illuminazione, e questo è il motivo per cui io mi rifugio, non solo oggi, ma per sempre, totalmente, dalle tre porte di corpo, parola e mente di Avalokiteshvara e perciò gli rendo omaggio.

Tutta la felicità, tutto i benefici, vengono solo da un karma virtuoso. E ‘l’accumulo di questi “semi” di atti virtuosi, che porta i suoi frutti dando felicità e benessere. E il modo per eliminare gli errori e ottenere la felicità è quello di praticare bodhicitta. Ora, anche noi dobbiamo praticare per raggiungere lo stato di Buddha, dobbiamo imparare a praticare. Dobbiamo essere in grado di sapere che cosa abbandonare e cosa accettare, e, per questo dobbiamo avere un prezioso corpo umano.

Intorno a noi in questo momento ci sono molti animali. Teoricamente dovrebbero essere in grado di sentire questo insegnamento, ma il loro stato animale glielo impedisce del tutto, non capiscono nulla. Abbiamo la possibilità di ottenere questa base indispensabile, che è una vita umana. Abbiamo ottenuto di nascere in un paese in cui il Dharma fiorisce, abbiamo la capacità necessaria per leggere, ascoltare, pensare, anche di discriminare, tutti i mezzi sono quindi nelle nostre mani per la pratica del Dharma. Anche se tra di voi c’è qualche persona anziana che non sa né leggere né scrivere, può lo stesso ascoltare e capire alcune frasi riguardanti il Dharma. Anche un corpo vecchio e molto usurato è ancora un prezioso corpo umano, più prezioso del miglior corpo di un animale giovane e sano.

La vita umana è quindi molto preziosa, e anche se ci sono milioni di esseri su questa terra, le possibilità di ottenere un corpo umano, dotato delle facoltà necessarie per praticare il Dharma, sono molto rare. Noi tibetani, e quelli in contatto con noi, possiamo conseguire il completo Dharma, il tantra Mahayana. Non perdiamo questa opportunità, sarebbe assurdo che una persona, pur avendo i soldi, muoia di fame perché ritorna a mani vuote da un mercato ben fornito. Sia che siamo giovani, molto giovani, o vecchi, molto vecchio, ognuno di noi dovrebbe fare lo sforzo necessario di non sprecare questa preziosa vita umana.

Molti di voi non sanno né leggere né scrivere e provengono da zone di frontiera lontano dalle città in cui si può ricevere l’istruzione. Fate uno sforzo. I bambini devono essere educati ed istruiti. Rispetto a tutto ciò che si può progettare per la vita umana, anche in termini samsarici, l’istruzione è fondamentale. Quindi, non perdete un minuto, fate buon uso di questa vita che non si sa quando la si troverà di nuovo.

“In questo momento in cui ho ottenuto questo prezioso contenitore di una vita umana …”

La vita umana è in realtà difficile da trovare e facile da perdere. E’ esigente e non chiede “piccole” ma grandi buone azioni. È ora, non domani, che dobbiamo accumulare meriti nelle nostre mani. Questo accumulo di meriti è raro, ed è rapidamente distrutto da minimi piccoli difetti di orgoglio, egoismo ed l’odio, che tutti noi abbiamo e che ci invadono così prontamente alla minimo occasione. Possiamo quindi nutrire molti dubbi che i nostri meriti del passato, quelli che ci hanno assicurato questa vita, siano rimasti intatti. Cerchiamo di rinnovarli ed incrementarli senza pensare a quanto abbiamo acquisito.

Cerchiamo di praticare il Dharma, questo è possibile per ciascuno di noi. La pratica del Dharma non vuol dire che dovremmo rinunciare a tutto ed andare a meditare in una grotta. Questo non è possibile per tutti noi. Siamo in grado di praticare il Dharma rimanendo nella nostra vita quotidiana, e praticando anche alcune attività mondane. Dobbiamo mantenere la mente elevata, generosa ed aperta, rifuggendo dai dieci errori di base, dovremmo mantenere la disciplina che ce ne tiene lontani, e, se non si può sempre farlo, provare almeno ad essere onesti, eliminando l’avidità e l’invidia, accontentandoci di poco, e, se si non si sa nient’altro, almeno dire, il più spesso possibile, OM MANI PADME HUM. E, se trascorri così la tua vita, otterrai una vita umana, con una mente aperta, né agitata né combattiva, che ti consentirà poi di avanzare più rapidamente lungo il percorso.

Inizia oggi, non rimandare. Attenzione alle falsità, le persone mentono al minimo pretesto, ed anche senza rendersene conto. Queste sono tendenze karmiche; a poco a poco ci se ne deve sbarazzare, senza scoraggiarsi. Non dite: “Il Dharma è troppo grande per me, sono un un povero peccatore.” Siamo tutti poveri peccatori, ma, da oggi, stiamo anche cercarndo di cambiare un pò. Anch’io sto oggi andando a guardare a ciò che è falso in me. Fate lo stesso; non lasciate che le cose vadano come sono andate con la scusa che lo sforzo è troppo grande.

Praticare il Dharma significa eliminare gradualmente gli errori e aumentare le vere qualità, con l’obiettivo di ottenere le qualità supreme, il momento in cui la nostra capacità di aiutare gli altri sarà perfetta. La buddhità, cui tendiamo, verrà, e non può venire che, dalla pratica del Dharma, e solo questo ci può procurare la felicità ultima e vera. Questo frutto della felicità viene solo dalla pratica. Per conoscerne i frutti perfetti abbiamo l’esempio del Buddha e dei Bodhisattva. Anch’io sto seguendo lo stesso processo per arrivare a questo stato. Realizzare il Dharma non significa ascoltarlo o avere una conoscenza intellettuale di esso, le buone qualità si sviluppano solo attraverso la pratica, quindi la cosa importante è sapere come mettere questo Dharma in pratica.

Col raggiungimento della pratica perfetta saremo in grado di aiutare gli esseri senzienti in base alle loro capacità. La perfezione di tutte queste qualità è presente all’interno di Avalokiteshvara e questo è il motivo per cui “Mi rifugio in Lui, non solo oggi, ma per sempre, e non solo con la parola, ma attraverso le tre porte del mio essere. Gli rendo omaggio ed a Lui e mi prostro. . . “

Tutta la felicità, tutta la pace deriva dal karma “bianco”. È l’accumulo di buone azioni che porta frutti. Pertanto, ancora una volta, per eliminare gli errori delle azioni, della parola e dei sentimenti questo è l’unico metodo e l’unico percorso. Il Dharma è l’unica radice di felicità per gli esseri umani e per i deva. Tzong Khapa diceva: “Anche se il mio corpo e la mia vita periscono, e anche se dovessi perdere loro a causa della pratica del Dharma, posso, ciò nonostante, praticare il Dharma che è l’unica e preziosa fonte di ogni vera felicità.” Ancora, soprattutto, il Dharma Mahayana ci offre il giusto metodo per eliminare i difetti ed errori.

Dobbiamo fare del nostro meglio per trascorrere virtuosamente la nostra vita quotidiana, e quando circumadeambuliamo lo Stupa di Bodhgaya, non dobbiamo pregare di diventare ricchi, longevi, e sani. Non è una gretta preghiera come questa questa che ci è necessaria, ma una preghiera pura e vera. Anche se non si può praticare molto profondamente, portate nella vostra motivazione lo sviluppo della bodhicitta.

Come dice il Bodhicaryavatara, “Come la terra, l’acqua, l’aria, il fuoco e lo spazio, possa io essere sempre un supporto vivente per gli infiniti esseri senzienti.” Questo è il tipo di preghiera che dovremmo fare. Con questo tipo di motivazione, le circumdeambulazioni e le prostrazione sono molto positive. O dovremmo cercare di visualizzare il Buddha o di meditare sul suo insegnamento, sulla sua amorevole gentilezza rivolta a tutti e pregare quindi d’essere in grado di seguire la sua stessa strada. Anche questa è una motivazione di una preghiera molto utile. Anche pochi minuti spesi in questo modo vengono spesi preziosamente.

Dobbiamo recitare a memoria la preghiera di Arya Vajracarya o OM MANI PADME HUM. Questo rende la circumdeambulazione una pratica del Dharma e ne vale la pena. In questo modo, anche un vecchio di ottanta o 90 anni, cui gli rimangono pochi giorni da vivere, e che se se ne va in giro lentamente, ha qualcosa che può portare per sempre con sé. Se proviamo, possiamo trovare molte possibilità per la pratica. Siamo in grado di fare e portare quindi con noi 100 recitazioni di OM MANI PADME HUM. Qualcuno lo può fare in un monastero, avvolto nel suo mantello, recitando mantra e tantra a memoria, ma con la sua mente pensa a ciò che gli potranno offrire i passanti: tè o denaro. Esteriormente ha l’aspetto del praticante di Dharma, ma in sostanza non lo è affatto. A volte ci possiamo trovare in una puja in un tempio con dei laici molto devoti all’esterno che pregano virtuosamente, ma, mentre siamo lì dentro ci troviamo in un pessimo stato d’animo; questo può essere triste e scoraggiante. La pratica del Dharma non dipende dall’aspetto esteriore, ma dalla pratica interiore. Se, da dentro di noi, siamo puri e corretti, anche per un breve periodo, ad esempio un’ora, è un atto prezioso. Anche le persone molto anziane non dovrebbero perdersi d’animo, ma fare del loro meglio per praticare. Se ci proviamo, possiamo renderlo un’opportunità. Giovani o vecchi, la nostra esistenza è una preziosa nascita umana, con tutte le possibilità per la pratica del Dharma.

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