Dharamsala 26.09.08 – II giorno d’insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama: pomeriggio

Dobbiamo premettere che questi sono solo appunti, presi a mano e scaricati sul computer subito dopo gli insegnamenti, in cui non riusciamo certo a darvi una trascrizione esatta di ciò che ha detto Sua Santià nei suoi insegnamenti, in cui parla in tibetano ed in inglese. Pertanto vi preghiamo di scusarci se vi sono errori o incomprensioni.

Appunti, traduzione dall’inglese ed editing del Dott. Luciano Villa, dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.


migliaia di monaci ascoltano gli insegnamenti di Sua Santità

migliaia di monaci ascoltano gli insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama

PER PROCEDERE NEL CAMMINO GRADUALE, IL LAMRIM, È FONDAMENTALE  LA PRESENZA DI UN QUALIFICATO MAESTRO.

Non deve solo spiegare delle nozioni, non gli basta una vasta conoscenza, deve anche averla messa in pratica quindi non è sufficente una pura conoscenza formale dei testi. Quindi deve avere esperienza e realizzazioni. Bisogna osservare una persona per molto tempo prima di sceglierla come maestro, perchè se poi dovessimo abbandonare il maestro questo potrebbe risultare molto pericoloso. Bisogna analizzare a lungo il suo comportamento. Fino a quando non si considera una certa persona come il proprio maestro si può comunque prendere da lui degli insegnamenti.

IL DISCEPOLO DEVE ESSERE IMPARZIALE PERCHÈ ALTRIMENTI NON VEDE LA REALTÀ COSÌ COME È.

Solo attraverso l’analisi deve arrivare a decidere se qualcosa è positivo o negativo senza avere dei preconcetti. Quindi bisogna partire considerando tutte le possibilità, evitando di escluderne alcune per via di preconcetti. Poi, attraverso un’analisi imparziale e corretta, si giunge ad una consclusione. Per esempio, Buddha non ha detto che la sofferenza e le sue cause sono negative, ma bensì ha semplicemente detto “questa è la sofferenza e queste sono le sue cause”. Poi uno può decidere. Siccome vogliamo tutti la felicità e non vogliamo soffrire sarà la persona stessa a valutare che si tratta di fattori negativi. Quindi il discepolo deve possedere l’intelligenza capace di differenziare attraverso l’analisi critica.

Quindi il discepolo deve porsi delle domande, esprimere dei dubbi servendosi dell’analisi critica ed avere molto interesse nel Dharma. Quando si dice che bisogna eliminare il dubbio, si intende il dubbio afflitto, non il dubbio che ci fa porre delle domande e ci fa crescere. Sia per raggiungere gli obiettivi temporanei sia per quelli a lungo termine è fondamentale avere una rinascita caratterizzata da un intelligente in grado di discernere. Sia per ottenere una ulteriore buona rinascita, sia per praticare e ottenere a lungo termine la buddhita è necessaria la saggezza che discrimina e aver compreso e credere nel karma.

L’azione, legata alla motivazione con la quale è stata fatta, produce un risultato.

QUESTO PROCESSO È IL KARMA.

Perciò il karma è legato all’esperienza di felicità e di sofferenza. Un fenomeno non senziente non è legato all’esperienza di piacere e dolore.

Per esempio le cause che hanno prodotto un fiore non sono karma.

Gli elementi esterni non senzienti sono regolati da leggi naturali. Come ad esempio la teoria evoluzionistica di Darwin.

Quando si ha il desiderio di realizzare una determinata qualità, è chiaro che non appena gli sarà spiegato quali sono le cause per ottenerla avrà molto interesse nel metterle pratica.

E’ MOLTO IMPORTANTE IL RIFUGIO.

Il Buddha rappresenta il medico, il Sangha gli infermieri e il Dharma la medicina.

Ciò che può rimuovere le afflizioni è la medicina, il Dharma. Non il Buddha o il Sangha.

E quando sì parla di Dharma bisogna capire che rappresenta la cessazione della sofferenza e la guida per ottenerla.

Quindi non ci vuole una fede cieca nel Buddha. Ma una fede basata sulla ragione che conosce cosa è la sofferenza e come fare per eliminarla.

Soprattutto è necessario comprendere cosa è la sofferenza del terzo tipo: la sofferenza omnipervasiva.

Prima di capire questo bisogna comprendere che la sofferenza del cambiamento è davvero sofferenza e la sofferenza della sofferenza è sofferenza.

Bisogna comprendere che ottenere una rinascita umana è molto importante, perchè grazie all’intelligenza possiamo rimuovere le cause della sofferenza.

Questa rinascita umana la vorremmo ottenere anche nel futuro fino all’illuminazione. Quindi, questi sono gli insegnamenti legati all’individuo di scopo inferiore, che sì prefigge solamente di ottenere una buona rinascita. Comunque questi insegnamenti sono finalizzati a proseguire con gli insegnamenti per individui di scopo intermedio.

Monaci e fedeli tibetani ascoltano Sua Santità

Monaci e fedeli tibetani ascoltano gli insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama

PER GLI INDIVIDUI DI SCOPO INTERMEDIO

Qui hanno inizio gli insegnamenti particolari del buddhismo.

Si praticano i 4 piazzamenti ravvicinati per sconfiggere le 4 menti negative: conoscere ciò che è sofferenza come felicità, ciò che è impermanente come permanente, ciò che non ha un sé intrinseco come se avesse un sé intrinseco…

Una pratica buddhista consiste nel visualizzare un cadavere fresco, una persona appena deceduta, d’un altra morta da qualche giorno, d’un altra ancora deceduta da almeno due settimane. Il che ci porta a maturare la consapevolezza del decadimento del nostro corpo.

Appena morti, entriamo in decomposizione, di ciascuno di noi rimangono solo ossa, ed anch’esse col tempo spariranno.

Non importa quanto siamo potenti, ricchi, sani, eroi. Tutti dobbiamo morire.

UNA INTERPRETAZIONE DEL MANTRA DELLA PERFEZIONE DELLA SAGGEZZA

Un’altra interpretazione del mantra della perfezione della saggezza legata alla transitorietà della nostra vita consiste nell’associare alla gioventù il primo gate, all’adolescenza il secondo gate, all’età adulta paragate, alla vecchiaia parasamgate ed alla morte bodhi soha.

LE CAUSE DELLA SOFFERENZA SONO RICONDUCIBILI ALL’IGNORANZA, QUESTA È L’ORIGINE DEL SAMSARA.

La medicina per rimuovere la sofferenza è la saggezza che realizza la natura ultima dei fenomeni. Quella è la medicina che distrugge il samsara.

La credenza in un sé veramente esistente è la base per l’odio e l’attaccamento che tramite il karma ci legano al samsara. Quando si otterrà la luce di questa saggezza finalmente sorgerà il giorno della felicità, quando si comprenderà che i fenomeni sono come illusioni, ed anche questa mente e questo corpo sono come illusioni.

Questa sofferenza è stata attivata dagli anelli karmici 8 e 9 che sono il desiderio e la bramosia ma queste sono solo cause proiettanti, la vera causa è l’ignoranza. Senza la concetrazione la saggezza non può penetrare in maniera stabile nell’oggetto.

La condizione attuale della mente è molto disturbata. Quindi, dobbiamo coltivare certe qualità della mente che hanno la capacità di focalizzarsi a lungo su un oggetto, questo è il samadhi. Vi sono studiosi in grado di concentrarsi molto ed altri tremendamente dispersivi.

Per esempio ci sono dei bambini che sanno pensare bene e hanno una certa capacità della concetrazione mentre in altri bambini non si vede nessun aspetto di concetrazione, non si riesce a tenerli fermi su una cosa. Per auentare la consapevolezza bisogna esseri disciplinati.

L’AUTODISCIPLINA AIUTA LA CONSAPEVOLEZZA.

Avendo la completa consapevolezza che una determinata causa produce un effetto di sofferenza, certe cose saranno evitate e altre intenzionalmente adottate. Questa è la disciplina morale, la moralità. Questa è una pratica per pilotare la consapevolezza.

Bisogna sviluppare i tre allenamenti: allenamento nella moralità, nella concentrazione, nella saggezza.

In seguito occorre impegnarsi a realizzare la motivazione illuminata di bodhicitta. Pensando che tutti gli altri non vogliono la sofferenza come noi non la vogliamo.

In generale le persone sono convinte che tutelare se stessi fino all’egoismo sia la cosa migliore per ottenere il proprio beneficio. Ma è sbagliato. La miglior forma di egoismo, che ci comporta le maggiori soddisfazioni, consiste nel beneficiare gli altri, quindi, paradossolamente, l’altruismo diventa l’unica forma soddisfacente di egoismo. Quindi per ottenere la felicità in questa vita, nelle future ed ottenere l’illuminazione è necessario scambiare se stessi con gli altri.

Nonostante tutti abbiano il desiderio di ottenere una vita felice qualcosa sta andando storto. Infatti il mondo è pieno di problemi. Questo perchè non abbiamo una piena conoscenza della realtà.

LA PRATICA DEL DHARMA SIGNIFICA SFORZARSI DI RAFFORZARE LE EMOZIONI POSITIVE E RIFIUTARE LE EMOZIONI NEGATIVE.

Non si può dire che la vera pratica del Dharma sia per esempio recitare il mantra OM MANI PADME HUM. Alle volte scherzo con i tibetani e dico loro che al termine della recitazione, quando la si accelera, sembra che si stia dicendo “money money money…”

…grandi risate:-)

Come misura di difesa occorre evitare le azioni negative del corpo e della parola. Questo non è l’attacco è come una misura difensiva. Mentre adottiamo questa misura difensiva sviluppiamo il più possibile la concentrazione e la saggezza. E quando ne abbiamo sviluppata abbastanza attacchiamo le emozioni negative.

QUESTO È IL MODO DI COMBATTERE LE EMOZIONI NEGATIVE.

Fino alla vittoria quando saranno scacciate completamente. Perciò la salvezza è uno stato vittorioso. Uccidere gli altri non è il vero modo di combattere, quello crea ancora più problemi.

Vi sono 2 tipi di compassione: una illimitata e una limitata, di parte. La compassione limitata di parte dipende dalle azioni degli esseri. Per quelli che ci aiutano, riusciamo a sviluppare un pochino di compassione. Mentre per quelli che ci danneggiano abbiamo odio. Questa compassione è limitata, faziosa. Si può prendere come il seme, l’inizio per generare una compassione più forte, imparziale che si estende nei confronti di tutti. Poiché sono essere senzienti hanno tutti il diritto di prendersi le nostre cure. Tutti hanno il diritto di superare la sofferenza e ottenere la felicità come noi. Con questa consapevolezza si sviluppa un vero senso di compassione e la compassione finita limitata può diventare infinita illimitata. E questa è la base per l’altruismo illimitato. Si sviluppa la mente altruista che desidera il beneficio degli altri unitamente alla mente che desidera l’illuminazione.

QUESTA È LA BODHICITTA DALLE DUE ASPIRAZIONE.

Non si sta desiderando di ottenere un po’ di felicità temporanea per gli esseri ma portar loro una felicità definitiva.

Quindi se non c’è la comprensione di cosa è la buddhita non si può generare la mente dell’illuminazione. Si avrà solo una mente positiva ma non bodhicitta. Ai bodhisattva di facoltà acute prima viene insegnata la vacuità e poi la bodhicitta sulla base della vacuità. Mentre per quelli di facoltà ridotte prima la bodhicitta e poi la vacuità. Quindi in questo caso si dice che bodhicitta possa degenerare perchè non è sostenuta dalla comprensione. Bodhicitta si può sviluppare con il metodo delle sei cause ed un effetto.

Voi leggete il bodhisattvacharyavatara?

Vi sono traduzioni in molte lingue…

Fino ad ora nel ventunesimo secolo quel libro rimane il migliore. Io stesso ho ricevuto la trasmissione orale, quell’insegnamento mi ha dato immenso beneficio. Penso anche che voi dovreste leggerlo, soprattutto il 6° capitolo e l’8°capitolo. Il 9°capitolo è troppo complicato…

…risate:-)

A meno che voi non studiate altri testi di Nagarjuna sarà molto difficile per voi capire a fondo il 9° capitolo del bodhisatvacharyavatara.

Abbiamo ancora 6 minuti…cosa devo dire?

Risate..:-)

Allora dopo la bodhicitta bisogna praticare le 6 perfezioni del bodhisattva: generosità, moralità, pazienza, sforzo entusiastico, concentrazione, saggezza.

PER ELIMINARE LE VISIONI SCORRETTE NON È SUFFICENTE LA CONCENTRAZIONE.

Ma è necessario sviluppare visioni corrette, la sola concentrazione non è sufficente. Bisogna che vi sia una saggezza che comprenda la mancanza di un sé, tutte le altre intelligenze non hanno la capacità di farlo. Sono chiamate saggezze mondane. Quindi prima bisogna generare la saggezza che deriva dall’ascolto, poi quella che deriva dalla contemplazione ma per generare il terzo tipo di saggezza che realizza direttamente la mancanza del se ci vogliono prima le due saggezze che derivano dall’ascolto, dalla contemplazione e ci vuole anche il samadhi.

E’ IL TERZO TIPO DI SAGGEZZA CHE RAPPRESENTA IL VERO E DEFINITIVO ANTIDOTO AL SAMSARA.

La saggezza che deriva dalla contemplazione e dall’ascolto è l’anticamera al sentiero della visione: la meditazione sulla buddhita, la moksha, il non più apprendimento. Finchè non avremo realizzato completamente la concezione della mancanza di un sé: mi riferisco alla realizzazione diretta della realtà ultima, il sentiero della meditazione e dell’azione. Esiste una saggezza definitiva di concepire il modo di esistere dei fenomeni che, insieme al calmo dimorare, fa si che tutti gli oggetti di riferimento delle visione estreme (eternalismo e nichilismo) cadano. E’ la visione per cui nulla esiste in quanto tale, nulla esiste su cui si possa puntare il dito, né come appare. La saggezza del sentiero graduale lamrim deriva dall’unione di metodo e saggezza.

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