Possiamo rifiutare qualsiasi altra cosa: la religione, l’ideologia, tutta la saggezza impartitaci. Ma non possiamo sfuggire alla necessità di amore e compassione. Questa dunque è la mia vera religione, la mia semplice fede. In questo senso, non c’è bisogno per templi o chiese, per moschee o sinagoghe, non c’è bisogno di filosofie complicate, dottrine o dogmi. Il nostro cuore, la nostra mente sono il tempio. La dottrina è la compassione.
Amore per gli altri e rispetto per i loro diritti e la loro dignità, non importa chi o cosa siano: queste sono le sole cose di cui in ultima analisi abbiamo bisogno.
Fintanto che mettiamo in pratica nelle nostre esistenze quotidiane queste cose, senza tener conto del fatto che si sia istruiti o meno, se si creda in Buddha, Dio, si seguano altre religioni o non se ne segua alcuna, fintanto che abbiamo compassione per gli altri e ci comportiamo con compostezza e senso di responsabilità, non c’è alcun dubbio che saremo felici.(…) Pertanto, con le mani giunte, faccio appello ai lettori, affinché si assicurino di rendere il resto della loro vita quanto più significativo possibile. Fate questo impegnandovi nella pratica spirituale, se potete. …. Dal momento che, spero di aver chiarito, non c’è niente di misterioso in essa.
Non consiste altro che nel comportarsi sulla base dell’attenzione agli altri.
E posto che intraprendete questa pratica con sincerità e persistenza, poco a poco, passo dopo passo sarete gradualmente capaci di riorganizzare le vostre abitudini ed attitudini in modo da pensare meno ai vostri angusti interessi e più a quelli degli altri. Nel fare questo, scoprirete di provare pace e felicità per voi stessi. Abbandonate la vostra invidia, lasciate andare il vostro desiderio di trionfare su altri. Provate invece ad essere loro di beneficio.
Con gentilezza, con coraggio e con la sicurezza che nel fare questo sicuramente avrete successo, date il benvenuto agli altri con un sorriso. Siate diretti. E provate ad essere imparziali. Trattate tutte le persone come se fossero amici intimi. Non dico questo né in veste di Dalai Lama, né come qualcuno dotato di abilità o poteri speciali. Non ne ho.
Parlo come essere umano: uno che, come voi, desidera di essere felice e di non soffrire. Se non potete, per qualsiasi ragione, essere di beneficio agli altri, almeno non danneggiateli. Consideratevi dei turisti. Pensate al nostro pianeta come può essere visto dallo spazio, così piccolo ed insignificante ma tuttavia così bello. Ci può realmente essere qualcosa da guadagnare nel danneggiare gli altri durante la nostra permanenza qui? Non è preferibile, e più ragionevole rilassarsi e godere di noi stessi in modo quieto, proprio come se stessimo visitando un quartiere diverso? Pertanto, se nel mezzo del vostro godimento delle cose del mondo avete un momento, provate ad aiutare, in qualsiasi piccolissimo modo, coloro che sono oppressi e coloro che, per qualsiasi ragione, non possono o non sono capaci di aiutare sé stessi.
Provate a non volgere lo sguardo da coloro la cui apparenza è disturbante, dai diseredati e malati. Provate a non pensarli mai inferiori a voi.
Se potete, provate a non pensarvi nemmeno migliori del più umile dei mendicanti. Avrete il suo stesso aspetto nella tomba.
Per concludere, vorrei condividere una breve preghiera che mi dona grande ispirazione nella mia richiesta di essere di beneficio agli altri:
Possa io divenire in tutti i tempi, ora e per sempre
Un protettore per coloro che non hanno protezione
Una guida per coloro che hanno perso la strada
Una barca per coloro che hanno oceani da attraversare
Un ponte per coloro che hanno fiumi da attraversare
Un santuario per coloro che sono in pericolo
Una lampada per coloro che hanno bisogno di luce
Un luogo di rifugio per coloro che hanno bisogno di riparo
E un servitore di tutti coloro che hanno bisogno.