Seconda parte della Conferenza di Sua Santità il Dalai Lama alla Florida Atlantic University, USA il 24 Febbraio 2010, dal titolo: “La compassione è il pilastro della pace nel mondo”.
Vi consigliamo di vedere il filmato originale nella versione in inglese al sito http://www.dalailama.com/, in particolare: http://www.dalailama.com/webcasts/post/97-compassion-as-a-pillar-of-world-peace.
Traduzione del Prof. Alessio Trillini. Revisione ed editing del Dott. Luciano Villa, dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa e di Graziella Romania nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Sua Santità il Dalai Lama
Dove eravamo? Ah, si. Quindi, compassione, dalla nascita, da nostra madre ricaviamo tutti la stessa esperienza e questo significa che tutti noi abbiamo lo stesso potenziale per sviluppare, come dire, un cuore più stabilmente compassionevole. …
E adesso la compassione. Quando utilizzo la compassione ?
Innanzitutto, dovreste sapere che la compassione a volte, viene di solito, in un certo senso fraintesa, viene considerata come qualcosa di misericordioso: alcune persone o alcuni animali attraversano esperienze dolorose e così ci preoccupiamo. In queste circostanze, a causa di questa preoccupazione ci sentiamo un po’ superiori, e l’altro considerato inferiore. Così ci preoccupiamo; questa è pietà, non è questo. Compassione autentica, senso di riguardo, ma con rispetto, è dare eguali diritti, i miei diritti, i diritti altrui, io ho il diritto di alleviare le mie sofferenze, gli altri hanno altrettanto diritto di alleviare le loro sofferenze.
Quindi, basandosi su questa conoscenza, sviluppare un senso di riguardo.
Ci sono adesso, di nuovo, due livelli: un fattore principalmente biologico, come ho menzionato in
quei mammiferi che sin dalla nascita, o la cui sopravvivenza dalle proprie madri, come anche gli uccelli dalle loro uova, la cui sopravvivenza dipende interamente dalle cure altrui.
Quando ero molto giovane, a Lhasa, occasionalmente, alcuni, come li chiamate? Alcuni cigni, cigni gialli, papere, ecco normalmente nidificano su rocce alte, ed al Potala ci sono buchi molto alti, di solito queste papere gialle nidificano in questi buchi, e li ho anche visti in Ladak, ho notato le stesse papere. Nidificano su rocce altissime. Le anatre si, non lo so come si chiamano, ma il loro colore a volte, insomma noi tibetani ci riferiamo, ci riferiamo a loro come la reincarnazione di monaci; persone che in precedenza erano monaci sebbene un po’ cattivi, e, quindi. nella loro prossima vita sono divenuti uccelli: ovviamente uccelli gialli.
Comunque il mio punto, vedete, è che quando le uova si schiudono, essi devono andare a cercare dell’acqua in qualche laghetto, quindi da punti alti, dalle rocce, la loro madre li butta giù facendoli cadere e spesso vengono mangiati da aquile o da corvi o in alcuni casi anche dai cani. Quindi, ho chiesto ad alcune persone, persone che se ne prendono cura, gli ho chiesto di raccogliere questi anatroccoli e di portarli a Nublinga, ci sono alcuni laghetti là. Così quando raccolgono gli anatroccoli, a volte 8, 10, quando li mettono in una cesta, la loro madre da Potala fino a Nublinga quasi cammina insieme a quelle ceste, mentre il padre vola a molta distanza, poi aspetta, e poi vola di nuovo. La madre, così affettuosa verso i propri piccoli, quasi cammina insieme alle ceste.
Anche a livello umano, in un’occasione durante un lungo volo, un lungo volo notturno nella classe business dove di solito viaggio, c’era una giovane coppia, non vecchi, penso sulla trentina o qualcosa del genere, una coppia abbastanza giovane. Avevano due bambini, uno penso sui cinque, sei anni, l’altro abbastanza piccolo; così all’inizio entrambi i genitori si prendevano cura di questi due bambini, il più grande, gestibile, ma il più piccolo molto difficile da gestire. Quindi all’inizio entrambi i genitori si prendevano cura di loro, poi a mezzanotte il padre va a dormire mentre la madre per tutta la notte si è presa cura di quel bambino. Il bambino correva ancora qua e là e la madre dietro a lui. La mattina seguente ho notato gli occhi della madre molto rossi.
Questo mostra come l’affetto materno sia così forte, quell’affetto è necessario per una cura attiva, senza pretese, a un livello emozionale, una tal forza: senza di questo non potrà mai generare tanta energia, questo tipo di sffetto, senza una cura attiva non si genererà.
Quindi biologicamente, quei mammiferi la cui vita dipende interamente, all’inizio, la cui vita dipende interamente dalle cure altrui genererà affetto, genererà compassione; questo è biologico.
Ad un secondo livello, usando il primo come punto di partenza, come base, utilizzare la nostra consapevolezza, la ragione, la nostra intelligenza. Quanto è positivo questo tipo di affetto, questo tipo di compassione, quanto è utile! Con una piena consapevolezza anche quando il nostro fisico si scontra con questo tipo di affetto, esso si presenta come qualcosa di utile, perciò conoscendo queste cose… e poi anche a livello familiare, a livello comunitario, anche ad un livello di gruppo..molti disastri umani in realtà sono accaduti per la mancanza di questo affetto.